Ancora streghe d'Pivron
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Ancora streghe, d’Pivron!

 

Lo ammetto, dal sovrannaturale mi sono sempre sentita attratta, chi non lo sarebbe. Per semplice curiosità, paura o ricerca personale.

Le streghe ricoprono da sempre un ruolo importante nella mia fantasia di donna. Come antenate incomprese, aleggiano nella mia memoria.

A parte le convinzioni dogmatiche che pure hanno un valore per chi le accetta come tali, non sappiamo, non abbiamo alcuna contezza di cosa ci ruzzoli intorno ogni giorno, intorno a noi, alle nostre esistenze.

Ma sappiamo che esiste, anche se non lo percepiamo. Le streghe in qualche modo lo rappresentano questo mistero.

 

La realtà esiste nella mente umana e non altrove.
(George Orwell)

La realtà è quella cosa che, anche se si smette di credervi, non scompare.
(Philip K. Dick)

 

Ha ragione Orwell o Dick? O entrambi?

 

La realtà è dunque soggettiva o oggettiva?

 

Una bella domanda. Qualunque cosa decidiate di rispondere, sappiate che ciò che definite per la realtà varrà anche per l’irrealtà, perché sono speculari.

Prendete la storia delle masche, le streghe piemontesi.

Donne ai margini della società cui le credenze dei tempi hanno attribuito in sequenza poteri magici, straordinarie capacità di influire sulle vite delle persone, da vive e da morte, poteri di guarigione.

Difficile dimostrare che fossero davvero dotate di tali prerogative, ma anche il contrario.

E’ così che sono state nella migliore delle ipotesi scartate dalla società e nella peggiore bruciate sul rogo.

Eppure storicamente sono riconducibili a persone realmente esistite, a qualcosa che ci riporta nella realtà delle cose.

Talmente reali da consentire a paesini altrimenti ignoti momenti di visibilità enorme, sfruttando la presenza di queste figure, delle masche appunto o dei masconi, i loro alter ego maschili. Paroldo, Levone.

Da oggi aggiungiamo anche Piverone?

 

Ancora streghe, d’Pivron!

 

Quando vi ho raccontato la mia incredibile e inaspettata scoperta fatta mentre camminavo nei boschi sopra Sangano, verso il monte Pietra Borga, non avevo idea di cosa avrebbe prodotto.

Avevo trovato un sito che aveva qualcosa di magico e vi ho raccontato come è andata ne Il bosco segreto delle streghe .

Quell’articolo è stato pubblicato su una importante testata giornalistica, Pressenza, ha fatto il giro dell’etere, e di questo ne sono felice, anche se non tutti hanno avuto la delicatezza di citare la fonte. Ma questa è un’altra storia.

Quando ho messo piede nell’area antistante al sito non sapevo assolutamente cosa avrei trovato di fronte a me di lì a poco, ma vi giuro che ho sentito qualcosa.

Non saprei dirvi cosa di preciso, una sensazione, forse un’ombra fuggire, forse un animale del bosco.

Ma c’era energia lì dentro, questo qualunque organismo lo può percepire se non mette barriere.

E’ per questo che non mi sono stupita quando ho improvvisamente scorto i menhir e poi i messaggi di persone lasciati lì, appesi agli alberi, sotto forma di filastrocche o nastri di organza.

Insomma, qualcosa alle sorgenti del fiume è stato o forse è.

A seguito della pubblicazione di quella storia ho ricevuto alcuni messaggi tra cui, nei commenti all’articolo che trovate qui, quello di Pierluigi, lettore assiduo del blog, che dice che lui una masca l’ha fotografata!

Mi ha colpito.

Io ero stata prudente, mentre lui ha buttato lì un sasso. E da quel sasso nasce questa riflessione.

Come spesso accade, siete voi lettori con i vostri commenti e suggerimenti che generate le storie che racconto qui, in questo spazio web.

In tanti, grazie di cuore, continuate a scrivere e a dire la vostra opinione!

Generosamente Pier Luigi mi ha inviato la foto via mail ed io ho deciso di pubblicarla.

 Ancora streghe

 

Lo vedete il volto? Sono maledettamente curiosa di saperlo, io stessa ci ho messo un po’ e poi, alla fine, l’ho vista! E da allora una domanda mi gira per la testa:

 

I luoghi possono assorbire l’energia delle persone al punto da portarne il segno?

 

Capita con gli odori, con i segni fisici, con gli oggetti, ma l’energia può trasformarsi in materia e imprimersi su di essa?

 

Il monastero della Merlana e i luoghi di culto a Piverone

 

Il luogo in cui è stata scattata questa fotografia è una cella  monastica presso il Monastero della Merlana, uno dei luoghi di culto dimenticati del Piveronese e oggi tornati alla memoria grazie al lavoro certosino di ricerca e documentazione sul campo fatto da Pier Luigi Ollearo, nel volume “Luoghi di culto a Piverone“.

Dovrebbero farne un tour, perché ci sono luoghi di grande interesse, non solo storico e architettonico.

Pier Luigi è un personaggio molto noto nel circondario del lago.

Si è formato alla scuola dell’Olivetti, fabbrica storica di Ivrea unica nel suo genere, che metteva a disposizione dei suoi dipendenti, operai o impiegati che fossero, una biblioteca, consentendo e incentivando la lettura, lo studio e l’approfondimento.

Parte da lì la formazione di Pier Luigi che insieme all’amore per lo studio e la ricerca ha tenuto sempre un legame saldissimo con il territorio.

Da questo connubio nasce questo documento di straordinario valore storico e culturale perché ricostruisce una presenza antichissima di luoghi di culto appartenuti alle comunità di quel territorio e dentro i quali si nono succeduti riti di una molteplicità di credenze religiose.

17 luoghi di cui fa parte anche il Monastero della Merlana, Un posto che tutti conoscono come “in odore di magia”, come confermato dal Bertolotti che nel 1800 scrisse Passeggiate in Canavese, riportando questa nomea.

La Merlana è una località di Piverone ai confini con Zimone, in cui nel XVI° sec. si era stabilita una Comunità di monaci probabilmente laici o terziari, le cui celle oggi sono adibite a ricovero attrezzi agricoli, chiamati “casot da vigna”.

In quest’area conventuale nel 1555 venne eretto un beneficio laicale, con l’onere di una messa per settimana. E’ possibile che i monaci avessero alle loro dipendenze qualche “serva” (così i documenti ufficiali ancora nel 1800 definivano le donne che lavoravano nelle case degli altri a servizio, appunto), come ci racconta Umberto Eco ne “Il nome della rosa”. Ricordate?

 

Le masche (ovvero le streghe) di Piverone

 

Masche, ovvero le “streghe” piemontesi, donne reiette e spesso identificate come facile capro espiatorio di tutti i malanni incurabili, le sfortune e le calamità dei paesi in cui vivevano.

In Piemonte e anche in questa zona ogni paese ha la sua. I sinonimi? Maliarde, maghe e incantatrici, così definite dal dizionario curato da Vittorio di Santalbino in Torino nel 1859, e prima ancora dall’Editto di Rotari (643 d.C.)

 

«Si quis eam strigam, quod est Masca, clamaverit»

 

Le masche hanno “abitato” questi luoghi per secoli, anche dopo il medioevo, tanto che vi sono tracce di credenze a loro riferite in moltissime borgate del biellese, del canavese ma anche del cuneese.

Conoscete l’espressione, tipicamente piemontese,

 

“A j son le Masche” (“Ci sono le masche”)

 

Si utilizza ancora oggi anche se il nostro dialetto si sta ormai perdendo, quando avvengono fatti inspiegabili, o quando cade un oggetto senza che apparentemente sia stata urtato da alcun ché.

 

E se le masche fossero tra noi?

 

Qualunque risposta abbiate dato alle domande iniziali di questi post intorno all’oggettività e all’immateriale che è intorno a noi, ciò che non possiamo ignorare è che i  segni, o le tracce se preferite, dell’esistenza delle masche sono oggettive.

Se esse siano state (o siano ancora) vere e proprie streghe oppure donne con poteri fuori dalla norma, o facili oggetto della paura e della colpa degli altri, esse sono esistite. Se brandivano bastoni o bacchette o scope non è detto che fossero contro qualcosa.

Forse difendevano solo loro stesse.

Ed anche oggi, nel nostro civile e anticonformista mondo moderno, se si presentasse di fronte a noi una masca, come la accoglieremmo?

Io credo di averne incontrata una, ma questa è un’altra storia.

 

In ogni caso, vale quanto ci ha lasciato Platone

 

Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.
(Platone)


 

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34 Comments

  • mariateresasteri

    Mi ero salvata il tuo articolo per leggerlo con calma e oggi l’ho fatto. Che meraviglia tutto questo, grazie per averlo condiviso con noi. Visto che stai leggendo proprio ora il mio libro, scoprirai che anche su di me queste cose hanno una forte attrazione. Avrei davvero voglia di visitare questi posti… di cui tra l’altro non avevo proprio idea, nè ero a conoscenza delle Masche. Nell’immagine a me è saltato subito all’occhio la figura di teschio, fa molta impressione. Poi ho notato anche l’altra, sembra quasi speculare…

    • Elena

      Ciao, sono contenta che a un’appassionata di occulto come te sia piaciuto questo articolo.. Eh sì, abbiamo scoperto un vaso di Pandora… Siamo tutte attratte da ciò che è esoterico, invisibile agli occhi, e cerchiamo di indagarlo, conoscerlo approfondirlo. Così facendo emergono le nostre paure più antiche, le nostre battaglie quotidiane, qualcuno comincia a raccontarle e… Anche così si crea una comunità!
      Venendo al “Tour” in questione, non vedo l’ora di poterlo organizzare, perché sono sicura che interesserà molti.. In ogni caso i posti sono bellissimi e valgono già la pena in sé… E poi mi attrae molto l’idea di provare fisicamente le sensazioni in quella cella monastica, guardando quelle immagini sul muro e sentendo sulla pelle l’effetto che fanno… Magari poi ve lo racconto..
      Insomma, se organizzo lo dirò senz’altro a tutte le Volpi, verresti in un nuovo “Pozzo del corvo”? 🙂

      • Gabriela

        Ancora no, ho letto e visto film. Mistero – per quanto assurdo sia – è sempre stato uno dei miei programmi preferiti. I misteri mi spaventano ed affascinano al tempo stesso, per me sono come il miele per gli orsi. 😉

        • Elena

          Gabriela Mistero???? Mi ha sempre dato l’impressione che colorasse un po’ troppo le storie…. Ma in effetti in tv non c’è molto altro… si sono i libri e la nostra curiosità… E magari i nostri articoli.. 🙂

  • Marina Serafini

    Beh, io un tour lo farei volentieri , quindi se organizzate fate un fischio!!
    Di facce ne vedo due, delle quali una rappresenta un teschio. La materia è primariamente energia, e quindi si, certe forme forti di energia rimangono impresse in certi luoghi. Belle o brutte. Gli antichi parlavano di genius loci, per indicare posti particolarmente energetici. Qualcuno di questi ho avuto la fortuna di vederli, e di sentirli. Esperienza meravigliosa!
    Il cristianesimo ha bruciato le streghe, ma sono tante le culture che hanno punito e continuano a punire la donna, per un motivo o per un altro. L’ignoranza, la paura, la malafede… sempre una questione di potere. Elimino quanto non conosco, o non capisco perchè sennò non so gestirlo.

    L’umanità è grandiosa, ma anche terribilmente limitata, pigra e programmabile! E questo è l’aspetto brutto della questione. Perchè, poi, c’è sempre chi ne approfitta…

    • Elena

      Anche io vedo un teschio oltre al volto! È un pò come se fosse il segno indelebile della sua sofferenza. Quel muro mi ispira rispetto, accettazione…. Sai che stiamo decidendo di vederci in primavera per organizzare una passeggiata informale ma ben programmata…. Te lo farò sapere, sarebbe bello se riuscissi davvero a venire!

        • Marina Serafini

          Ma per dirla tutta, cè anche una figura intera femminile, in basso, una sorta di custode. Ha un abito morbido, si vedono le forme di una donna, il volto completamente nero e uno strano orpello sul capo, quasi rituale.
          Luogo interessante…

          • Elena

            Certo Marina, se organizziamo ti avviso! Per quanto riguarda la figura femminile in basso, sinceramente non la vedo. Arrivo solo fino allo pseudo teschio e al volto, in alto a destra 🙂

    • Elena

      Ciao, sensazioni simili? Che bello! Purtroppo conosco poco la tua splendida terra e non ho mai sentito parlare di quei luoghi… Ma mi incuriosisce molto… di cosa si tratta?

      • cronachediunamigrante

        Il pozzo di santa Cristina è un luogo incredibile scavato nella terra, migliaia di anni fa, un pozzo sacro appunto. Quando si scendono i gradini verso l’acqua, si può notare la perfezione delle pietre intagliate (e mi chiedo come fosse possibile in un’era così remota). Poi si arriva in fondo e il magnetismo che emana quel posto, non so, non te lo posso descrivere. C’è tutta la forza della natura dentro 🙂 mentre Monte d’Accoddi è un antichissimo altare in pietra che ricorda le vecchie Ziqqurat, sta lì da migliaia di anni, bellissimo e imponente. Assolutamente da vedere 🙂

        • Elena

          Della Sardegna non conosco molto ma so del mistero dei nuraghi. Il monte da quel che capisco, è addirittura prenuragico… Sono davvero affascinata, ma non chissà un giorno potrò tornare in Sardegna e andare alla ricerca di quel magnetismo di cui parli e poi, magari, raccontarvelo……

  • Barbara

    Uhm, no, ammetto di non vedere alcun volto…forse un paio di ombre possono sembrare occhi, ma non un volto intero…in che posizione della foto lo si vede?

  • Pier Luigi Ollearo

    tirato a forza in questo dibattito, dirò qualcosa anch’io: masche e storia del Cristianesimo, comunque la si pensi resta il fatto che la narrazione biblica è costellata di persone possedute da demoni, cacciati da Gesù e poi dagli Apostoli, i cui sedicenti successori, non sapendo fare di meglio anzichè cacciare i demoni, bruciavano i poveri “posseduti” meglio se femmine!
    I LUOGHI DI CULTO A PIVERONE non ha nulla a che vedere con le masche se non fosse che la Merlana evoca questo rapporto da tempi remoti, al punto che anche il Bertolotti ne fa menzione nell’ottocento.
    Il giorno 21 ottobre 2015 accompagnato dallo storico Romolo Gobbi, sono entrato in una cella monastica situata al piano terreno ed ho scattato un paio di fotografie ai ruderi del camino, senza usare luce artificiale e poi finito il sopralluogo, ce ne siamo andati senza aver notato nulla di strano; a casa quando ho scaricato i fotogrammi ho visto apparire un volto a destra della cappa del camino…………….ecco come nasce la fotografia della masca, probabilmente una “bufala” ma comunque interessante e se questo fotogramma può favorire la conoscenza del territorio benvenga.
    E qui perdo la pazienza perchè, avendo incominciato ad amministrare la cosa pubblica nel lontano 1975, ho tentato di fare qualcosa di utile che veicolasse anche aspetti economici positivi, uno per tutti la COMUNITA’ COLLINARE INTORNO AL LAGO di cui sono stato ideatore, con Giulio Monti, poi realizzatore nell’arco di un paio di anni di duro lavoro, partita alla grande e finita miseramente! (la paternità della comunità non è una mia presunzione, bensì quanto si rileva dalla rassegna stampa dell’epoca).
    Tralascio la descrizione della vicenda delle palafitte, sito patrimonio UNESCO abbandonato in fondo al lago da amminisratori con altri interessi politici e con questa classe politica non si va da nessuna parte, quindi se dei cittadini volenterosi, provano a smuovere le acque del lago di San Martino io ci sono e mi metto a disposizione, per quel poco che so e posso fare……………

    • Elena

      Caro Pier, ti avevo detto che ci avrei scritto sopra .. 😉 La tua importante riflessioni mi suggerisce una pista: la correlazione tra la figura femminile e la cristianità. Tema ampio e affascinante che nel medioevo, epoca in cui il cristianesimo ha preso una certa direzione e si sono generate le terribili figure delle streghe, si è consolidato. La figura e il giudizio della figura femminile è noto, e devo dire che non mi stupisce che sia ancora oggi legata a fatti negativi o a sventure. Un buon capro espiatorio, non trovate?
      Io penso che il grande lavoro che tu hai fatto, insieme ad altri, bisogna trovare un modo per renderlo fruibile, presentarlo, farlo conoscere. Se le istituzioni, che tanto ti hanno deluso, non si fanno sentire, possiamo tentare di organizzarlo noi stessi. In fondo tentar non nuoce…. E se vengono fuori storie più o meno “magiche” ben vengano. CI sono paesi che campano da anni su queste cose, e le prendono con il necessario distacco e leggerezza. Ma con rispetto….
      La tua disponibilità e il tuo cuore generoso penso che dovremmo raccoglierlo… Spero di non essere la sola interessata!

      • Pier Luigi Ollearo

        Carissima Elena, grazie per la pazienza che dimostri verso le mie riflessioni sgangherate, ma andando oltre dichiaro la mia totale solidarietà verso le vittime, quasi sempre donne, del nuovo oscurantismo assassino denominato volgarmente “femminicidio” termine bruttissimo; questi squallidi personaggi si meriterebbero per compagne delle masche che li sistemerebbero a dovere……………bisognerebbe riaprire la scuola di “masconeria” che c’era a Biella (notizia data da anziani piveronesi).
        Coniugare la storia con opportunità di nuovo lavoro è possibile ed auspicabile ma i nemici sono tanti e si trovano nelle istituzioni dello stato e provare è doveroso.per invertire la tendenza fancazzista.
        Forse potrei arruolare la persona che conosce più d’ogni altro l’archeologia del lago, vedremo cosa sarà possibile fare.
        A presto!!!

        • Elena

          Pierluigi, non so se si può aprire una scuola di masconeria a Biella, ma di resilienza per le donne, sì, assolutamente! Ci vorrebbero più persone come te solidali sinceramente con le donne….
          Andiamo avanti con il progetto cultura locale, e se l'”archeologo del lago” è disponibile, ben venga! Sono felice se ogni tanto dal blog partono progetti concreti, è una bella cosa, mi rende felice….Grazie a chi vi contribuirà, direttamente o solo.. sostenendoci!

  • Giuseppe Marino

    Articolo molto interessante. Credo comunque che delle “presenze” ci siano sempre. E mi piace come hai concluso questo post, ed esattamente con la citazione di Platone: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.”

    • Elena

      Ciao Giuseppe, la figura della masca a mio parere è associata a una donna emarginata perché semplicemente diversa. Qualcuno che crede in quelle energie o “presenze” come le hai chiamate tu in modo diverso da noi. Io non ho volutamente dato un taglio magico all’articolo, perché mi interessa di più il ruolo sociale che hanno svolto e il prezzo che hanno pagato. Per questo ho concluso con la citazione di Platone, serve in ogni caso, non credi?

      • Giuseppe Marino

        Credo che la società abbia avuto sempre paura di confrontarsi seriamente con persone “diverse” .
        Non le ha accettate nel passato così come non le accetta nel presente. E si tende ad allontanarle e ad emarginarle. Che triste realtà!

        • Elena

          Vogliamo parlare della paura dell’altro, della diversità? Ma qui secondo me c’è di più, perdona se insisto: è il potere del femminile in discussione, che fa paura e che va marginalizzato, se non sconfitto, anche con la violenza, come ricordava Pier.
          Io penso che possiamo dare ciascuno di noi un contributo tentando di essere fino in fondo noi stessi e imparando ad accettare innanzitutto ciò che di noi stessi ci spaventa.. Non ti è mai capitato? Un saluto affettuoso, i tuoi commenti ci fanno sempre pensare

  • Elisa Pozzo

    ciao Elena, io ti seguo perchè anche io sono incuriosita dalle leggende, e conosco Pier Luigi e tutto il lavoro che sta svolgendo. Bravi a entrambi!

    • Elena

      Buon giorno Elisa e benvenuta! Grazie per seguirmi, mi fa molto piacere 🙂 Anche io sono curiosa di leggende e storie, scrivo proprio per condividere con altri questa passione. Penso che il territorio abbia bisogno di riscoprire le proprie credenze e tradizioni, sono le nostre radici. E poi io preferisco caratterizzare un luogo per la sua storia e cultura, per la sua bellezza naturale che per altre cose posticce, non credi? Tu lo faresti un tour nella storia di Piverone? Io si!

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