C’è una bella tradizione che si rinnova di anno in anno nel mese di febbraio: la Giornata Internazionale della Guida Turistica, che in genere coincide con musei e luoghi d’arte aperti gratuitamente al pubblico.
Non vi stupite, dopo la Giornata Mondiale del Gatto ormai tutto può succedere.
L’anno scorso sul sito di Federagit Piemonte, l’Associazione di categoria delle guide, degli accompagnatori e degli interpreti turistici nata a Torino nel 2012., erano elencate tutte le iniziative che erano programmate nella nostra Regione.
Siamo in attesa di sapere se l’evento si riproporrà, magari evitando i problemi che questa bella iniziativa sottende.
Il fulcro dell’iniziativa
L’obiettivo è esaltare le specificità artistiche e culturali del Bel Paese, attraverso la prestazione gratuita delle guide che ci accompagneranno a visitare le eccellenze del paese, valorizzando il territorio e la sua cultura. Gratis.
Avete capito bene, è gratis. Anche se quando qualcosa è gratis per qualcuno in genere sono altri a pagare. E questo non mi piace affatto.
Puntualizziamo: chapeau a chi decide, per amore della cultura, dell’arte e della storia del nostro paese, di prestare la propria opera professionale gratuitamente a scopo divulgativo.
Dovrebbe essere un compito dello stato, ma tant’è. Mi piace leggerla come una sorta di provocazione, per accendere un faro sul lavoro prezioso, quotidiano e spesso mal pagato, o come in questo caso assolutamente gratuito, delle guide e degli accompagnatori turistici.
Ma l’arte, la cultura, la sua valorizzazione, conservazione e tutela, non è un fatto privato
E nell’ultimo anno di cose bizzarre ne abbiamo sentite riguardo all’arte, altro che. Il biglietto per il Pantheon, meno mostre in città (vero, Torino?) , insomma, non sembra che la cultura se la passi così bene, e nemmeno chi ci lavora.
Basta guardare intorno a voi. D’altra parte, non è che la tutela ambientale sia messa molto meglio. Ma torniamo a bomba.
Dicevamo valorizzare il patrimonio artistico del paese. Quello di cui ci riempiamo la bocca tutti quando parliamo dei tesori d’Italia e di quando sosteniamo che il turismo possa diventare il futuro del paese.
Cosa significa difendere il patrimonio storico e archeologico italiano?
Un patrimonio imponente anche qui in Piemonte, basti pensare ai ritrovamenti a Bene Vagienna. Bisognerebbe chiederlo agli archeologi che se ne occupano con passione, mentre la loro stessa professionalità viene messa a rischio. Eh già, sapete com’è, la moda della ‘spending review’ (inglesizzazione della lingua, altro fulgido esempio di specificità italiana..)
Colpa del Mibact che ha in mente di razionalizzare, sburocratizzare eccetera eccetera le Soprintendenze, accorpandole ai Beni Culturali, centralizzandole e separando la tutela dalla valorizzazione. Obiettivo di marketing: sveltire le pratiche di scavo, con buona pace della tutela, per non parlare degli abusi.
Tutto questo per valorizzare il patrimonio storico, culturale e archeologico italiano. Pazienza per le professionalità.
Archeologi un tanto a peso
E che dire della recente proposta che avanza il Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo rivolta ai giovani archeologi: prestare servizio civile durante i 9 mesi del Giubileo, per raccogliere e sistematizzare il patrimonio archeologico del Paese?
E’ noto infatti come da tempo ormai nelle sale o nei magazzini delle Sovrintendenze giaccia stipato alla bene meglio materiale che non si riesce a catalogare e che dunque non può essere fruito da parte del pubblico. Il motivo è il sottodimensionamento del personale addetto a queste incombenze, i costi complessivi, la riduzione delle risorse destinate alla cultura.
Di cultura non ci si ciba, direte, e invece vi sbagliate: un paese civile si deve cibare di cultura, altrimenti è la barbarie!
Il lavoro gratuito risolve?
Sarà parsa un’idea intelligente quella di usare il lavoro gratuito per affrontare un problema strutturale, con la scusa dell’evento speciale, ma non lo è. A meno che qualcuno non consideri, a fronte di una disponibilità di tutta la giornata e su tutta la settimana, un pagamento equo il rimborso spese di circa 400 euro, senza ovviamente alcuna garanzia e tutela, contributiva, previdenziale o per il futuro.
Insomma, dov’è finito il rispetto del valore del lavoro?
Lo stesso Ministero che qualche tempo fa ha avviato un bando per tirocini formativi rivolto a giovani under 29 anni (quindi anche laureati) per avviarli alla professione di archeologi.
Poi ci lamentiamo che i giovani emigrano all’estero.
Giovani archeologi che ora non lo sono più e che attendono anni per l’avvio di un concorso, il modo corretto per entrare a far parte della Pubblica Amministrazione, e che, una volta vinto, attendono anni per essere chiamati al lavoro.
Per svolgere una professione importante che richiede un percorso di studio piuttosto lungo che si intraprende solo per amore e per passione nei confronti della storia della nostra civiltà, che spesso è scritta su un vecchio muro venuto alla luce durante gli scavi di una metropolitana, accade in tutte le città.
Sono tornata su questo argomento con un’intervista a un’archeologa che ci ha raccontato la sua esperienza, lunga e difficile, retta solo dall’amore per il suo mestiere. Potete trovarla a questo link, lei si chiama Deborah ed è responsabile del sito di Benevagienna.
Bisogna parlarne per sollevare il problema. Che non è certo il più urgente che abbiamo, purtroppo.
Giù le mani dai giovani
Ma il futuro dei giovani in questo paese sì. E passa anche di qui. Perciò, giù le mani dalla storia, giù le mani dall’arte. E giù le mani dai giovani.
A loro va riconosciuto il valore più alto: il nostro futuro.
Non so se anche quest’anno succederà la stessa cosa dell’anno scorso. Io spero di no, scrivo anche per mettere le mani avanti 🙂
In ogni caso care Volpi, se andrete a visitare uno di questi meravigliosi siti storici e culturali che sono aperti per voi gratuitamente, sappiate che c’è qualcuno che paga con il proprio tempo gratuito per farveli scoprire e conoscere.
Perciò, se avete voglia, dite loro un grazie col cuore. Sapranno che avete compreso e che siete dalla loro parte.