Il Blog Tour di “Tecniche di oratoria. Guida all’arte di parlare in pubblico” si è fermato.
Dopo una beve pausa natalizia, anticipata dalle felici ospitate presso le amiche Nadia Banaudi, Maria Lucia Ferlisi e Grazia Gironella, il tour è ripreso con l’intervista di Silvia Algerino e il guest post da Marco Freccero.
Ringrazio questi amici blogger per la disponibilità che mi hanno dato, accogliendo il mio manuale con affetto e passione, confezionando dei post davvero molto belli che mi hanno consentito di raggiungere più persone con i miei contenuti.
Ve l’ho già detto grazie? Ah sì, ma repetita iuvant
Poi però il tour si è fermato.
La ragione principale sta nel fatto che non ho più trovato blogger disponibili a ospitarlo, nonostante le premesse.
Ma ce ne è un’altra che in qualche modo ha tirato fuori da sotto il tappeto proprio Marco Freccero in questo post di qualche giorno fa, in cui ha proposto una riflessione piuttosto critica sui Blog Tour, con l’intento di cercare una strada nuova, ancora da definire.
Così la domanda che mi frullava in testa da un po’ è venuta allo scoperto.
Ha avuto senso questo blog tour?
E’ quello che mi aspettavo?
Con il solito metodo analitico che ormai conoscete, mi sono buttata a capofitto in questa domanda. Ecco cosa ne è venuto fuori.
Com’è nata l’idea del blog tour
Quando mi sono messa di buona lena a progettare questa nuova avventura (in un periodo in cui di certo le cose da fare non mi mancavano, ma questo è nella mia natura), ero entusiasta.
Avevo seguito blog tour di altre autrici e tentare questa strada mi era parso il modo migliore per promuovere in rete il mio manuale.
Come si pianifica un blog tour?
Così, dopo aver fatto una ricerca sulle modalità adottate da altri e aver seguito i suggerimenti che trovai in questo interessante articolo di Emanuela Navone, sono partita.
Progettare un blog tour non è semplice e richiede molto tempo e pazienza.
Bisogna individuare i blogger interessati e selezionarli (alcuni ti offrono il loro spazio solo in cambio di qualcosa, quelli li ho lasciati perdere) e avviare con loro un dialogo per ideare la tappa, preparare il materiale di supporto da mettere al termine dell’articolo e il banner per la copertina, suggerire soluzioni e dedicare tempo alla scrittura dei guest post o delle interviste.
Dopo tanto impegno è d’obbligo applicare la categoria dell’onestà e chiedersi:
Ne è valsa la pena?
Il vecchio metodo della colonna dei pro e dei contro mi è stato utile per una valutazione definitiva.
Lo avete mai utilizzato?
Blog Tour: lo rifarei? Pro e contro
- Conoscere nuovi blogger e rafforzare le relazioni con gli altri
Me lo sentite dire spesso, quando scrivo di blogging: l’aspetto delle relazioni è il più interessante. Si stabilisce una sorta di legame e sostegno tra l’ospitante e l’ospitato che si percepisce sin dalle prime battute.
È come se chi ti offre il suo sostegno diventasse madrina o padrino del tuo libro. Di solito si riconosce un’attenzione autentica dal modo in cui preparate insieme il pezzo. Se non la percepite, lasciate stare.
Inutile avere una tappa in più fredda e distaccata.
2 . Intercettare nuovi lettori
Uno degli obiettivi strategici di un blog tour: individuare nuovi potenziali lettori.
Credo che da questo punto di vista il bilancio sia positivo, a giudicare dai commenti e dai riscontri ai vari post.
Vis tate chiedendo se ha avuto riscontro anche sulle vendite? Questo le vediamo dopo, nella sezione “contro” 😉
3. Approfondire gli argomenti desiderati
Questa è un’occasione ghiotta per tornare sui temi che ci interessano di più e per raccontare alcune chicche di contorno che un lettore del manuale che non abbia seguito il blog tour non conoscerebbe.
Nel mio caso, mi hanno fatto particolarmente piacere le domande che hanno scavato nel mio intimo, come quella sulla dedica iniziale contenuta nel manuale.
Cosa non ha funzionato
Niente incremento delle vendite del manuale.
Seguendo la dashboard di Yucanprint, dove ho pubblicato il mio manuale, l’andamento delle vendite, sebbene positivo, è risulatto poco influenzato dall’uscita dei post.
Ho venduto qualche copia in più, ma se alla partenza del vostro blog tour vi attendete numeri significativi, lasciate perdere.
Non è questo il modo per raggiungerli, o almeno, io non sono stata capace di farlo.
2. Richiede molto tempo
Preparare i contenuti, sia per il proprio blog (ogni articolo deve essere rilanciato da uno sul proprio blog, ad esempio) che per quello degli altri, è stato un vero lavoro.
Fortunatamente mi trovavo nel periodo di stand by del romanzo, in attesa del giudizio della editor, ma tuttavia scrivere e curare il blog tour è stato più gravoso di quanto immaginassi.
Il tempo della pubblicazione poi dev’essere molto ravvicinato, settimanale o al massimo ogni dieci giorni, altrimenti i lettori perdono interesse e vengono distratti d altro.
Il fatto è che in qualche modo il resto del blog ne viene penalizzato.
Tenetene conto.
3. Rischio monotonia o ripetizioni
Alla fine la scelta più agevole e interessante è senza dubbio ‘intervista. È pur vero chele domande variano al variare dell’intervistatrice, ma dopo un po’ i temi tornano e il rischio di annoiare il lettore c’è tutto.
Non è certo colpa di chi pone le domande: sta a chi promuove il blog tour la responsabilità e l’onerre di fare le proposte e di individuare nuove soluzini.
A causa della mia incapacità di usare al meglio gli strumenti di video editing, sfumata uidea che trovavo moto carina: un’intervista video affiancata io/blogger.
Se voi siete più capaci, provateci. (ma non ci ho anora runciato, sia chiaro)
4. Raccontare senza spoilerare
Anche sui contenuti un blog tour rischia di tornare sempre sugli stessia rgomenti. Un po’ perché ciascuno di noi si affeziona a determinate soluzioni o tematiche, e un po’ perché parlare di un manuale pratico sul parlare in ubblico senza spoilerare le tecniche che insegni in un blog è molto difficile.
Io perlomeno non ci sono riuscita.
5. Calo di visite al blog
I nostri lettori sono interessati alla variazione o alla ripetizione quando viene trattato un argomento che suscita interesse.
Non cerco queste cose, ma quando le trovo, come è successo ultimamente sul mio nuovo romanzo, mi accorgo che si genera una sorta i effett “scia”.
Nel blog tour questo non è accaduto, perché alla fine sempicemete non veniva percepito come una novità
E di novità le Volpi sono parecchio golose 😉
Lo rifaresti?
Ho deciso di tenere aperta la porta del Blog Tour ancora per un po’. Ma intanto, per rispondere secca alla domanda “Lo rifarei?”, rispondo che per un manuale come il mio credo proprio di no.
Quando vi approcciate a questo strumento, valutate bene il genere di romanzo, manuale, saggio volete promuovere, perché, al netto delle idee migliori che potete avere per condurlo in porto, un blog tour non si adatta a manuali che non permettono di scoprire i vari dietro le quinte, come invece può accadere per un romanzo e i vari temi che tratta.
In realtà penso che il miglior modo di promuovere il proprio libro o romanzo su un blog sia costituito da due semplici azioni:
- parlare dei temi che tratta in post integrati nella programmazione del blog
- raccontarne le fasi che lo porteranno alla pubblicazione per creare l’effetto attesa.
Resto convinta che il modo migliore di promuovere un manuale o un romanzo sia quello di parlarne in pubblico, organizzare delle presentazioni e farlo circolare tra le libreirie
Alla fine, anche nell’epoca della digitalizzazione, le relazioni vis a vis sono ancora le più importanti.
Per fortuna.
E voi, care Volpi, avete mai organizzato o pensato di organizzare un blog tour?
Qual è stata la vostra esperienza?
25 Comments
Barbara
Mai organizzato, ma del resto non c’ho niente da vendere ancora!
Però come Silvia credo sia solo uno strumento, né buono né cattivo, solo da capire come usarlo nello specifico di quel che si propone. Non sono nemmeno del tutto convinta che un blog tour di un manuale non possa risultare interessante. Certo con la narrativa puoi parlare di tutta l’esperienza creativa, delle fonti di ispirazione, ma non lo si può fare anche con un manuale senza spiegarne le tecniche? Prendo un manuale qui dal comodino e penso di sì: di ogni capitolo puoi preparare un post con il problema, diversi cause o sintomi del problema, omettendo però la soluzione/metodo/tecnica e rimandando i lettori all’acquisto del libro. Ovviamente però è il target del blog dove si viene ospitati a definire quanti nuovi contatti si potranno guadagnare dal blog tour.
Elena
Ciao Barbara, i temi non mancano. Il problema è l’eccesso di informazioni. Alla fine credo che la chiave sia differenziare : momento solo i contenuti, gli strumenti, ma anche i blog e i relativi lettori. Io non sono stata in grado di raggiungere spazio per me nuovi. Penso sia stato il mio limite
Giulia Lu Dip
Credo che il blog tour sia un modo per far conoscere il libro e farsi conoscere, sono convinta però che serva tantissimo tempo per organizzarlo e c’è il rischio di ripetere concetti già espressi. Non ho mai pensato a un blog tour per i miei libri, data la mia cronica mancanza di tempo, non potrei proprio sostenerlo. Credo che possa servire, più che alle vendite, a stringere dei bei legami con i blogger che aderiscono; ciò può portare a delle belle interazioni nel più lungo periodo.
Elena
Se non sbaglio Giulia la nostra frequentazione è dovuta a una tappa del blog tour… 🙂
Calogero
L’ingrediente fondamentale per un blog tour che sposti molto in alto l’asticella delle vendite è 1 soltanto (semplificando al massimo):
farsi ospitare da pochi blog che trattano abitualmente lo stesso tema del libro da promuovere (quindi pubblico fidelizzato interessato all’argomento specifico) e abbiano, al contempo, un numero di visite per mese che si aggira tra i 500 mila e il milione (i blog gestiti dai cosiddetti influecers. Sì, esatto, proprio quelli che si filano qualcuno solo e soltanto se è già campione di incassi).
Lo affermo dall’alto della mia totale inesperienza in materia 🙂
Elena
Ammazza che autorevolezza, Calogero! Vai così che vai alla grande! 😀
Grazia Gironella
Ci ho pensato, sì, ma per ora non ho mai fatto un blog tour. La mia impressione è che si intreccino diversi fattori nel renderlo poco efficace dal punto di vista delle vendite. Da un lato difficilmente si desidera “scegliere” da chi farsi ospitare; ospitare è un atto gentile, perciò fa brutto dire “tu sì, tu no”. Tuttavia alcuni blog – prendi il mio – hanno un seguito molto limitato, perciò ti trovi nella situazione di avere sparato una delle tue cartucce nel deserto. Servirebbe un lavoro di selezione preliminare, amicizia a parte. Inoltre la ripetitività è quasi inevitabile, perciò credo che le ospitate vadano limitate nel numero (il tuo comunque non era alto). Detto questo, per muovere le vendite occorrono… dei cataclismi! Forse servono idee innovative, cosa in cui io non brillo. 😉
Grazia Gironella
(Per me ospitarti è stato un vero piacere, però. Hai ragione quando dici che queste cose creano rapporti. :))
Elena
Sparare cartucce ne deserto è meglio che spararle contro il muro della propria stanza 😉
Per i cataclismi ci attrezziano, per le ospitate in amicizia invece non posso che essere infinitamente grata, nonostante i numeri. Ciò che conta sono le relazioni. Anche per me è stato bello essere da te. Sono cose che cambiano i rapporti in meglio, perché una mano che si allunga verso di te è sempre qualcosa di cui ricordarsi con affetto e riconsocenza.
newwhitebear
mai pensato a un blog tour ma ho letto con curiosità e interesse quello che hai scritto. Le critiche non mi spaventano dubito che lo farei
Elena
Critiche non ne ho ricevute, anche se sarebbero state ben accolte, fanno crescere. Per ora lo metto in stand by e vedimao in futuro se riprenderlo e come. Grazie per essere passato e buona domenica
Rosalia Pucci
Ciao Elena, io sono ancora disponibile a ospitarti come sai. Capisco però che il Blog Tour sia un bell’impegno e se non è seguito da un riscontro, forse non vale la pena sostenerlo. Non ho mai pensato di realizzare un blog tour. Come dici tu, al contatto digitale, che fino a ora non ha dato le soddisfazioni che pensavo, preferisco trovare nuovi lettori nelle presentazioni e negli incontri a tema. Ma è un argomento di cui parlerò in futuro nel blog;)
Elena
Mia cara, lo so e ti ringrazio, anche per aver tentato insieme a me di costruire qualcosa di innovativo che le nostre consocenze tecnologiche non ci hanno permesso di realizzare. Chissà, magari tra qualche tempo ci riusciremo, o per un mio lavoro o per un tuo. Non mettiamo limiti alla tecnologia! In definitiva e come ho già avuto modo di osservare, penso che il cambio di passo per un autore sia proprio la volontà nel promuovere il proprio lavoro fuori da questa gabbia virtuale che a volte ci rinchiude e ci fa trascurare i momenti di dialogo con gli altri, anche intorno ai temi cui siamo più affezionate e di cui scriviamo. Attendo di commentare il tuo post in proposito, buona domenica Maura!
Marina
Sarò sincera: in genere non sono un’amante dei blog-tour, perché rischiano di essere ripetitivi e se sono nel giro dei tuoi followers, leggo volentieri il primo articolo dedicato al libro che stai promuovendo, gli altri solo se sono accattivanti. In genere, il blog tour è fatto di interviste e, forse sbagliando, mi dico che se è del libro che si vuole parlare, le domande finiscono inevitabilmente per essere le stesse o, comunque, simili. Lette una volta e già soddisfatte le curiosità, non si ha interesse a perseverare.
Non ho esperienza di blog tour, all’epoca della pubblicazione del mio romanzo non avevo nemmeno un blog e mi muovevo in rete molto goffamente, però resto convinta che farsi un’impressione buona in un’unica occasione (una ricca ospitata, una bella intervista) sia sufficiente a indurre interesse o curiosità. A me è bastato conoscere il tuo lavoro da Silvia per capire che valeva la pena averlo.
Elena
Intanto grazie a te e a Silvia per l’apprezzamento. Su quanto affermi a proposito dell’utilità e dell’interesse che i blog tour possono suscitare, sono ormia pienamente d’accordo con te e mi pare di capire, tranne una lodevole eccezione, che sia opinione generale. Forse occorre rendere più ricche le ospitate svelando più retroscena. Ma per un manuale, la vedo dura. La mia opinione aderisce alla tua anche in caso di romanzi: di solito quando desidero leggerne uno lo faccio subito, quando ne vengo a consocenza. Qualcosa mi attira e tac! scatta l’aquisto. Se le tappe intercettano davvero lettori nuovi a cui può accadere qualcosa di simile, allora funziona. Ma non è facile. Insomma, per organizzare un blog toru ci vogliono bei muscoli 🙂
Maria Teresa Steri
Sull’argomento avrei molto da dire, ma contavo di farci un post più avanti per raccontare la mia esperienza.
Un blog tour ha vantaggi e svantaggi, però è vero che incide poco sulle vendite, o meglio dipende dal pubblico a cui ti rivolgi. Con ciò voglio dire che in certe tappe io ho acquistato lettori, in altre no. Da cosa dipende? Beh, detto in modo crudo, se il pubblico del blog che ti ospita è lo stesso del tuo, difficilmente avrai dei riscontri. Magari soddisfazioni di altro tipo, ma se punti alle vendite devi andare da chi non ti conosce. O meglio ancora, là dove c’è gente interessata ai temi che offri.
E’ anche importante variare gli argomenti e i tipi di post perché le interviste a lungo andare stancano e rischiano di essere ripetitive.
Io dalla mia esperienza ho imparato molto e sì, lo rifarei. Ma in modo molto diverso, con modalità studiate e mirate.
Elena
Non avevo dubbi Maria Teresa rispetto alla tua competenza in merito! Attendo dunque di consocere melgio i retroscena della tua esperienza. Ma resto convinta che per vendere e far conoscere il proprio lavoro bisogna metterci la faccia in senso stretto. Dovrei cominciare a farlo più seriamente.
Sandra
Cara Elena, non mi offrii nonostante la stima e amicizia che nutro per te, proprio perché non credo nella formula del blog tour che rischia di stancare e oggettivamente non li leggo quando li trovo in giro. Mi spiace, mi spiace enormemente, ma credo molto di più nell’efficacia di un unico post ospitato, ben scritto, che punti l’attenzione su un aspetto peculiare del libro perché è come colpire un bersaglio, così invece è come (parere mio per quello che conta cioè nulla) sparare una raffica di colpi che non sempre vanno a segno. Dispersione, ecco. Mentre la fatica organizzativa è notevole e quindi sbilanciata rispetto al risultato.
Un abbraccione
Elena
Sincerità, il regalo più bello
silvia
Tema interessante e certo molto ampio. Forse ci si potrebbe scrivere su un manuale (eh, eh!).
Secondo me è un tema ampio perché abbraccia un po’ tutta l’essenza della promozione di un libro, qualsiasi sia la sua natura.
Io penso che un blog tour (che di per sé è solo uno strumento, né buono né cattivo) debba rientrare in una strategia più ampia e costituire un tassello nel quadro che si vuole delineare.
Nel tuo caso specifico, soprattutto perché si tratta di un manuale, la finalità principale difficilmente può essere la vendita, soprattutto perché i blog che l’hanno appoggiato hanno tendenzialmente un pubblico di lettori/scrittori orientati alla narrativa. È vero che il tema specifico (parlare in pubblico) può interessare gli autori che si trovano a dover fare presentazioni ma, statisticamente, non si tratta di grandi numeri.
Quello che invece potrebbe essere l’obiettivo del blog tour è il consolidamento della tua identità professionale come esperta del tema. E credo che questo sia stato raggiunto. Inoltre, sempre secondo me, nel caso di un manuale il blog tour ha un effetto-recensione piuttosto importante, ancora di più che per la narrativa. Infatti, sapere che un manuale è stato utile a qualcuno senza dubbio cambia l’approccio verso quel testo da parte di chi non conosce l’autore. Chiaro che, però, i risultati concreti si vedono sul lungo periodo.
Se lo sforzo vale il risultato è difficile dirlo, perché dipende principalmente da quale fosse l’obiettivo iniziale.
Parlando più in generale, secondo me la difficoltà più grande nella gestione di un blog tour è proprio – come dici tu – il rischio dell’effetto noia, forse ancora più accentuato in un manuale, ma di sicuro presente anche per un romanzo. Ed è lo stesso motivo per cui io finora non ho provato a organizzarne.
Detto ciò, mi ha fatto piacere farne parte e – nel mio piccolo – spero di esserti stata utile, tanto più che ho letto volentieri il tuo manuale e che lo consiglio sinceramente a chi sia interessato al tema.
Elena
Ciao Silvia, come ho già scritto nel post, ogni tappa è stata per me un’emozione. Il punto su cui mi sono interrogata non è tanto l’effetto che ha avuto il tour su di me e il mio lavoro, ma sui lettori. Quando provi a metterti dalla parte di chi legge (e tu so che sei molto sensibile da questo punto di vista) allora la prospettiva cambia e anche gli effetti. Trovo interessante il tuo ragionamento sul rafforzamento dell’identità dello scrittore. In rete come nella vita ci si costruisce una nomea con il tempo e una serie di azioni azzeccate che si stratificano. Non so se è il mio caso, ma potrebbe essere stato utile da questo punto di vista. La conclusione è aperta. Ho messo nel conto di essere stata io quella non in grado di valorizzare appieno lo strumento e spero con questa autocritica di essere utile a chi ci sta pensando. Anche a me ha fatto piacere affacciarmi da te. Di sicuro é servito a rafforzare la conoscenza…
Banaudi Nadia
Mai fatto, non so se mai lo farò, ma di certo la tua onestà chiarisce i limiti di un simile impegno. Perché di grande impegno si tratta, come ogni buona promozione pretende. Purtroppo anche se la vendita è l’aspetto finale e materiale e non sempre si concretizza, è il motivo per cui la si intraprende. E come ogni aspettativa rischia di diventare discriminante, sarebbe meglio mettere in conto solo il viaggio, guardare il paesaggio portare a casa souvenir. Quello che comunque hai fatto tu.
Elena
Cara Nadia, il viaggio è stato molto bello, perché ho scoperto cose nuove di me e di voi. È che siamo abituati a valorizzare le nostre scelte col rischio di nascondere la polvere sotto il tappeto. Se quando ho cominciato avessi trovato in rete un post come questo, lo avrei perlomeno valutato. Ecco perché l’ho scritto. Ciò non toglie che chi mi ha ospitato mi ha dimostrato un affetto che conservo come gioia
Marco Freccero
Mi spiace di avere “innescato” il dubbio. Però mentre cercavo di organizzarlo mi sono reso conto che non avrei fatto altro che impegnarmi tanto per ricavare ben poco. Non che pensassi di ottenere chissà cosa. Però il gioco non valeva la candela, ecco tutto. Comunque questo blog tour a qualcosa è servito di certo!
Elena
Ciao Marco non dispiacerti! È un bene mettersi in discussione e lo faccio volentieri. Mi ha incuriosito il fatto che proprio mentre riflettevo su queste cose tu abbia scritto quel post. Insomma, era nell’aria