
Isola di Cuba, sono le ore 17.09 ora locale del 19 settembre. Con i capelli al vento Papa Francisco e Raul Castro si salutano all’aeroporto Josè Martì dell’Avana con parole misurate, precise e dialoganti.
Raul indossa abiti borghesi. Francisco scende dall’aereo senza papalina.
Castro ha appena incontrato Cristina Fernandez, Presidente dell’Argentina, venuta a Cuba per assistere alla messa del Papa. Una riflessione su di lei è necessaria: dopo anni di incomprensioni e contrasti, la Presidente Argentina ora sembra seguire il Papa con rispetto e forse anche con devozione.
Questo è un viaggio che colpisce ma che non sorprende. Avevo già scritto su questo blog in questo articolo di come il riavvicinamento tra gli Stati Uniti d’America e Cuba fosse stata opera di Papa Francisco.
Un ruolo nuovo per un Papa
Ma oggi è esplicito, un ruolo quasi rivendicato dal Pontefice. E’ qui e sarà negli Stati Uniti subito dopo. Un filo teso che unisce, solleva e forse, risolve. Raul ha subito messo sul piatto, nel suo discorso di benvenuto, cosa si aspetta nell’immediato futuro: la fine del bloqueo, ovvero dell’embargo, che giudica “crudele, immorale e illegale” e la restituzione di Guantanamo a Cuba, la parte di isola sotto il controllo degli Stati Uniti che ne hanno fatto una base navale tristemente nota perché divenuta carcere di massima sicurezza per prigionieri politici.
Torture e assenza di processi sono la norma a Guantanamo, nata per decisione di Bush nel 2002 e messa in discussione da Obama nel 2008, nell’anno della sua prima elezione. Sono richieste pesanti che avanza la storia e alle quali occorrerà dare risposta. Ma vi sono anche altre domande. Chissà se sarà questa l’occasione, ad esempio, per parlare anche dei diritti degli omosessuali a Cuba?
Missa est in Plaza de la Revolucion, chi l’avrebbe mai detto?
Per ora ci godiamo questa immagine davvero storica: la Plaza de la Revoluciòn all’Avana, il luogo simbolo della Rivoluzione Cubana, si è riempita, ma non ha traboccato, per la messa di Papa Francisco.
Qualche anno fa in questa piazza ci metteva piede solo Fidel Castro, leader indiscusso della Rivoluzione, a pronunciare discorsi memorabili che duravano anche alcune ore.
Quando misi piede per la prima volta in quell’enorme piazza mi sembrò di sentirle quelle mille voci festanti sottolineare ogni suo passaggio, impossibile non emozionarsi anche oggi quando le parole che ho scritto nel mio diario di viaggio, Il Futuro di Cuba C’è sembrano prendere forma, giorno per giorno. L’enorme ritratto di Ernesto ‘Che’ Guevara incombe sulla piazza e una figura piccola e bianca che vediamo solo in lontananza, ha la luce di una stella ed è lì a fianco, senza sembrarne turbata.
Questo fatto è di per sé stesso una piccola rivoluzione. E le piccole o grandi rivoluzioni vanno sostenute, comprese e supportate. Perché grande è il bisogno nel mondo di giustizia.
Gli indignati del mondo acclamano i loro diritti e la fine di tanta ingiustizia. Sono le parole di Raul.
[tweetshare tweet=”Chi non vive per servire, non serve per vivere” username=”levolpi_blog”]
Sono le parole del Papa. Parole come macigni sull’indifferenza del mondo. Ascoltiamole.
Vale la pena di leggere i discorsi di benvenuto pronunciati da Papa Francisco e Raul Castro sabato 19 settembre all’Aereporto Josè Martì all’Habana. Il link è in lingua spagnola ma con il traduttore può essere facilmente compreso. Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre.
Discorso di benvenuto di Raul Castro – Presidente della Repubblica di Cuba
Discorso di bentrovati di Papa Francisco – Capo di Stato della Città del Vaticano