Femminile, plurale

Bambole! Cambiamo le regole del gioco

Vagolando qua e là per l’etere sono incappata nel blog Al di là del buco, interamente dedicato alla fine della guerra fredda tra i sessi.

L’articolo parla della necessità di superare le rigide suddivisioni tra i sessi attraverso l’analisi di uno spot attualmente è trasmesso in Spagna che serve a promozionare in modo intelligente una nuova vettura di una famosa casa automobilistica.

Quante volte occorre imparare dalla pubblicità? Trovate il video a questo link.

Guardandolo mi sono detta: finalmente!

Molte sono le chiavi di lettura sulla questione che il video offre, così ho deciso di scriverci un post e di leggere nei commenti che cosa ne pensate.

Siete pronte? Perché è ora di cambiare le regole del gioco 😉

Bambole! Cambiamo le regole del gioco

Il messaggio veicolato dal video in fondo è molto semplice: si tratta di vendere un prodotto assegnandoli un senso. Il video parla proprio alle donne, sempre vituperate al volante e la cui autonomia è sempre messa in discussione.

Il claim è #CambiamoilGioco, dal punto di vista della comunicazione molto efficace. La protagonista è una bambola che sceglie di guidare l’auto abbandonando i vecchi mezzi di locomozione da sempre alle bambole idealmente abbinati.

Cambiamo le regole del gioco

Una scelta che viene mostrata come di autonomia ma non certo rivoluzionaria, come afferma l’articolo. Ciascuna di noi sceglie di guidare l’auto che desidera, compatibilmente con le sue disponibilità, e perché mai guidare l’auto dovrebbe essere rivoluzionario?

Così nella realtà di molte di noi. Mi domando: è nella realtà di tutte noi?

Sarà capitato anche a voi di gironzolare per i supermercati di giocattoli prima di Natale, vero? Avete mai fatto caso alle corsi e ai giocattoli disposti? A come sono organizzati, anche attraverso l’uso dei colori, per indirizzare il giusto cliente all’acquisto?

Rosa con rosa, azzurro con azzurro o nero per bambine e bambini. Ma anche il viola e il verde. Tutto è polarizzato e riconducibile agli interessi dei vari sessi, un codice studiato per rendere immediatamente riconoscibile e dunque appetibile un oggetto giocattolo che giace inanimato negli scaffali.

E’ la potentissima arma di marketing: il colore. 

Esempi di comunicazione efficace

Ribaltare la realtà

Le immagini possono essere molto efficaci per veicolare il messaggio che vogliamo far arrivare. Ma ciò che colpisce di questo spot è la capacità di creare una situazione ribaltata rispetto alla realtà.

Cambiare radicalmente la prospettiva con cui leggiamo il mondo dei giochi e provocare una reazione forte nel pubblico. 

Provocazione e paradosso

La provocazione che caratterizza il video è realizzata con la tecnica del paradosso, una delle tecniche più efficaci di comunicazione.

Il paradosso, (dal greco παρά  - contro - e  δόξα - opinione) indica la descrizione di un fatto che contraddice l'opinione comune o l'esperienza quotidiana, e per questo risulta contraddittorio, provocatorio, sorprendente, insolito e inaspettato. 
Tuttavia il paradosso potrebbe risultare, ad un esame critico più approfondito, assolutamente fondato. 
Dunque non si tratta di un'assurdità, ma di un modo differente di percepire le cose, perché ribalta la prospettiva. 
Collocare il punto di vista di chi vi ascolta in una posizione nuova, lo metterà di fronte a uno scenario con una visione più completa ed esaustiva del problema. 
Non solo riuscirete ad essere più efficaci ed apprezzati, ma otterrete anche qualcosa che ha un valore inestimabile: la gratitudine.

Tecniche di oratoria. Guida all’arte di parlare in pubblico” – Elena Ferro

Il paradosso è giocato sul ribaltamento dei ruoli: l’omaccione prende il te in giardino mentre le altre bambole giocano a calcio.

Schemi comportamentali che si invertono o vengono sovvertiti che ribaltano il senso comune.

Pensate all’idea tipica “donna la volante pericolo costante“.

La bambola se la cava bene, vince anche la sfida con il gallo di turno, insomma, è grande in un ruolo che il pensiero dominate affida ad altri.

E qui intercettiamo lo stereotipo, ovvero il fatto che sia l’uomo ad essere competitivo. Cavolo, non avete visto certe iene… 🙂

Sul tema della parzialità implicita, ovvero sul ruolo degli stereotipi di genere nella nostra società, puoi leggere anche Stereotipi di genere, sei capace di individuarli?, su questo blog.

Trasgressione

La notte è trasgressione. E’ proprio di notte, mentre l’ipermercato tace, che la nostra bambola, che ha perso la ruota di una carretta (pardon, carrozza) che non cammina, trova l’auto e decide di guidarla. Proprio quando le brave bambine di solito vanno a dormire...

E poi c’è la trasgressione del bambino che consuma una vera e propria ribellione: chi l’ha detto che i bambini non possono giocare con le bambole?

Cambiamo il gioco, cambiamo la cultura

Partendo proprio dai giochi, ovvero dai piccoli. Il bambino che disubbidisce alla madre e porta via con sé macchinina e bambola incorporata domani sarà un adulto, e magari un padre, più evoluto.

Di certo il primo passo dobbiamo farlo noi.

Non nei giochi ma nella realtà della nostra vita quotidiana. Se riconosciamo degli stereotipi che ci fossilizzano in ruoli che altri hanno stabilito per noi, rompiamoli.

Male che vada ci ritroveremo a guidare un’auto fantastica, sfidare qualcuno al suo stesso gioco e a farlo nel modo che sappiamo fare meglio: con la forza della nostra straordinaria femminilità.

Perché a quella no, non dobbiamo rinunciare. E poi ci avevate mai pensato? Rosa e azzurro insieme diventano viola!

Sarà mica questo il colore della rivoluzione 😉 ?


Leggi anche: Barbie e la rivoluzione

12 Comments

  • Marina Serafini

    Simone De Beauvoir scriveva che “donne lo si diventa”. Molte preferiscono essere identificate come “femmine”: piu facile e apparentemente più conveniente. La convenienza di un bambino che ha già chi decide per lui e non si sente chiamato a rispondere di quanto fa… Solo che poi il bambino cresce, e se preferisce rimanere piccolo, ne paga tutte le conseguenze: le persone non evolute fanno danno a se stesse e alla comunità cui appartengono. Quante madri danneggiano i figli perchè non sono state in grado di crescere? Può un adulto non evoluto aiutare un bambino ad evolversi?
    Molte donne non sanno decidersi a crescere perchè incoraggiate da uomini non evoluti a rimanere bambine, bamboline dipendenti da poter solo guardare. Un gioco perverso di reciproco assassinio: io ti danneggio attraverso le mie convinzioni, e tu, accettandole, rinforzi le stesse in un fare sempre piu deleterio.
    Il video è ben fatto, anche se poi, alla fin fine, riduce tutto ad un gioco, ad una finzione: la vicenda si svolge in un negozio di giocattoli, dove girano persone “vere”. Ecco che il messaggio sfuma in un contesto che lo sminuisce un pò: sono solo fantocci, in una auto fantoccio, in un contesto che si contrappone per stato. Alla fine “la realtà” prevale, tutto torna a posto, e chi ha trasgredito, torna immobile nel suo ruolo di giocattolo. Un pò come dire ” è stato solo un sogno”!
    Insomma: l’Audi realizza macchine vere, no??

    • Elena

      Ciao Marina, condivido per intero la tua riflessione, grazie per averla condivisa! Hai ragione, alla fine la realtà prevale. Audi deve vendere le proprie auto, in questo modo ha raggiunto un duplice obiettivo: quel bolide è per tutte le tipologie di acquisto, perché fa sentire una donna trasgressiva e cool, un uomo galante che poi a bordo preferisce avere una bella donna. Vista così sembra addirittura un cliché!
      Sul ruolo di madre la discussione è talmente grande che merita uno spazio tutto per sè. Forse è una riflessione che dovremmo cominciare a fare, che dici?
      Ah….. leggi la chiosa dell’articolo “Befana sarai tu”. Manco ci fossimo messe d’accordo su “donne si diventa”….. 🙂
      A presto

      • Marina Serafini

        Si, in effetti credo che detestiamo le stesse “festivita”… Sull’8 marzo avevo scritto anch’io qualcosa lo scorso anno. Le origini dell’evento sono piuttosto interessanti.. Il resto è la solita fuffa!!!
        😉
        Comunque, a dispetto di tutto, le mimose sono splendidi fiori e nessuno è ancora riuscito a farmeli odiare. Quindi prepariamoci perchè “il giallo” è alle porte!!! Con la penna, intendo!
        🙂

  • Elena

    Si, capisco cosa intendi. Io pensavo piuttosto alla paura di confrontarsi con donne che sono più consapevoli, più forti……. Quanto al resto andiamo su un altro terreno. Ma su questo blog ho discusso anche di questo e ne discuterò ancora! Grazie per la tua riflessione

  • Giuseppe Marino

    “La forza delle provocazioni è necessaria per destare l’interesse delle persone”. Concordo pienamente. A volte bisogna pur uscire dalla mediocrità e dalle righe convenzionali che la società ci impone o che ci costruiamo addosso come un vestito. E in questo ci vuole molto coraggio. Auguri per il nuovo anno.

    • Elena

      Buona sera Giuseppe e benvenuto tra le Volpi! Grazie per aver sottolineato un concetto cui tengo molto. Lo vedo legato pero’ a un contenuto profondo, che riguardi un tratto autentico della nostra personalità, come tu stesso hai colto. La provocazione per la provocazione non porta da nessuna parte, non credi?
      Grazie per gli auguri che ricambio di cuore . A presto!

  • mattinascente

    Bel video, almeno non è la solita donna che pulisce, impeccabile e sorridente!!! Penso che la vera uguaglianza sia data dalla possibilità di fare, liberamente, ognuno ciò che vuole, nel rispetto degli altri. Buona serata.

    • Elena

      Si, la libertà è cosa preziosa e bisogna prima conquistarla e poi mantenerla! Io mi ci vedo a bordo di quell’Audi fiammante…. E tu? 😉

  • emy

    Penso che questa pubblicità sia stata realizzata davvero molto bene. E’ come un racconto a cartoni animati, dove tutto è detto con un poco sostanziale. Sulla differenza di genere c’è ancora da fare, ma è difficile in un mondo che è stato abituato a distinguere tra maschio e femmina in ogni ambito della vita sociale. Tuttavia, credo che le donne di oggi siano perfettamente in grado di raggiungere ogni obiettivo, anche se con maggiore fatica. Il vero nemico delle donne di oggi sono quelle donne stesse che vendono il proprio corpo per far carriera, o quelle che si rifiutano di acculturarsi. Non puoi vincere se non conosci il tuo nemico e per conoscerlo devi fare o esperienza diretta in battaglia o esperienza indiretta sui libri di strategia di guerra.
    Grazie per avermela fatta conoscere, la diffonderò, magari salviamo qualche altra donna! 🙂

    • Elena

      Cara Emy, il problema è che in Italia affrontare certi temi è difficile. Genitori anche molto “evoluti” nelle piccole cose si lasciano condizionare dal senso comune. Così un bambino, che vorrebbe giocare con una bambola, viene delicatamente invitato a scegliere altro. Quante volte l’ho visto fare! Ho la stessa tua fiducia nelle donne, ma occorre anche che cresca l’universo maschile, che mi pare sempre un po’ spaventato dal cambiamento. Non so se siamo capaci di salvare altre donne, ma di certo un video come questo potrebbe far riflettere, uomini e donne, su un terreno diverso….
      a presto cara Emy e benvenuta nel blog!

      • Emilia Capasso

        Direi che la maggior parte degli uomini sono terrorizzati e non puoi dargli torto. Adesso basta un messaggio in più e si prendono una denuncia per stalking! Per il resto sono d’accordo.

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