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Paolo Poli, una genialità che ci manca

 

 

Di recente la Fondazione Teatro Due di Parma ha pubblicato su YouTube una meravigliosa intervista al grande Paolo Poli, cui avevo dedicato, nel 2015, una buona parte di questo articolo.

Nei commenti al video alcuni sottolineano la scarsa qualità della ripresa, fatta in modo casalingo e quasi spontaneo, che però è capace di rilevare gli aspetti salienti del Poli che io ricordo sempre con affetto: la straordinaria capacità di improvvisazione, la sua spregiudicatezza, la sua esplicita espressione di ciò che è vero, non solo per se stesso ma per ciò che viviamo ogni giorno.

In questa piacevole intervista, che è in realtà occasione per un altro palcoscenico, persino più prossimo e familiare all’attore, Paolo Poli se la prende con “la Ratzinger”, Oriana Fallaci, i Savoia e molti altri.

Con il suo fare schietto e diretto mostra di essere un attore immenso, di cui, inspiegabilmente, non si parla più.

Così, lo faccio io. Un po’ linkandovi il video in questione e un po’ riprendendo le ragioni di quell’articolo di cui parlavo all’inizio del post, scritto di getto con affetto e gratitudine qualche anno fa.

L’arte è così. Non muore. Non muore mai.

Paolo Poli, una genialità che ci manca

Paolo Poli

Figliole, siamo tutte vecchie! Non dovete avere paura della morte. Finché ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte, non ci siamo più noi. Non ci si incontra mai. E’ un appuntamento sempre rimandato

— Paolo Poli

Una domenica di fine estate mi capita una di quelle giornate casalinghe che mi godo di rado. Scrivo, leggo, corro,. Poi, accendo la tv.

Rai tre. Pino Strabioli conduce E lasciatemi divertire (di cui la Rai ci offre la visione on line).

E’ una replica, ma io non lo so ancora, non guardo troppo la televisione ultimamente.

Ospite fisso è Paolo Poli, da quarant’anni assente dalla televisione. E’ in ottima forma, lucido, sembra appagato. Lo ricordo appena, un uomo distinto nella vita e sempre travestito in scena, teatrante, artista a tutto tondo, splendido esempio di chiarezza e trasparenza.

Una cultura immensa, probabilmente frutto di genitori ottocenteschi e  insegnati montessoriani, lui stesso insegnante poi attore di teatro. E nel teatro è rimasto.

La televisione lo ha espulso dal palinsesto, come già ha fatto con molti altri grandi. L’epoca del varietà, mi direte, è finita, non è un caso che i miei ricordi di lui risalgano alla mia infanzia.

Difficile rivederlo, se non nel suo teatro.

Eppure oggi, guardando questa trasmissione, mi ha fatto sentire l’urgenza di riproporre figure nobili e alte come queste, che hanno il dono del parlar chiaro, senza infingimenti.

Quel suo modo di entrare piano sulla scena, senza marcature inutili, lo fa grande.

Da piccina non avevo la più pallida idea che fosse gay per quanto mi importasse….

Oggi è per me abbastanza evidente, e d’altra parte lui nemmeno lo nasconde, come capita ad altri.

Adesso è così, ma quanto deve essere costata in altri tempi questa identità? Non so misurare, ma in quel volto segnato da mille personaggi interpretati c’è anche la sua vita e credo siano le rughe più profonde quelle che la rappresentano.

Paolo Poli è un genio della comunicazione verbale e non verbale.

In un modo singolarmente chiaro mette lì sul tavolo della discussione temi difficilissimi: il ricordo di Anna Magnani che va a teatro a vederlo e alla fine, a scena aperta, si alza in piedi e urla, con il suo inconfondibile e caratteristico accento romano: “Ma quanto sò bravi stì froci”.

E il ricordo di quando era insegnante e spiegava ai ragazzi la poesia, senza nascondere nulla, di quando portava le sue alunne a visitare le case chiuse (“perché i ragazzotti coi brufoli le avevano già viste”) e faceva loro intervistare le “lavoratrici del sesso” e le faceva divertire, mentre sprofondava tra i loro seni, probabilmente come se fossero morbida panna.

E raccontava, quando parlava di poeti, di come “quella tra Verlaine e Rimbaud non era solo amicizia, si inchiappettavano“.

Troppo esplicito? La verità non si tace quando è vissuta intensamente. La verità non fa male, se la accompagna la dirittura e la chiarezza di un intelletto fuori dal comune.

Non c’è altro modo per celebrare Paolo Poli se non quello di farlo ora, che poi è tardi e non si piange sul latte versato. Credo lo meriti. Per intanto mi sento di dirgli grazie, perché la sua testimonianza, la sua arte e la sua chiarezza sono un tutt’uno. Fari nella notte buia della nostra piccola esistenza.

Care Volpi, spero abbiate apprezzato. Che ricordo conservate di Paolo Poli?

9 Comments

  • newwhitebear

    Poli? Un attore elegante, fuori dagli schemi. Ecco il mio ricorso.
    O.T ricevo anche una mail per i tuoi post ma ultimamente hanno qualcosa di strano. O manca il link al post oppure come in questo caso Firefox e Google segnalano che l’indirizzo è contraffatto In effetti non riesco a copiarti il link. Provo a trascrivertelo parzialmente perché è piuttosto lungo e sospettohttps://elenaferro.us11.list-manage.com/track/…
    Per il momento conservo la mail. Poi mi dici cosa devo fare.
    Anche il post Estata, Cascarà e altre novità presenta la stessa anomalia.

    • Elena

      Ma Gian io non so proprio cosa sia successo, so solo che mi spiace molto. Grazie per la segnalazione, cercherò di capire cosa è successo

  • Giulia Lu Mancini

    Ricordo di averlo visto da Fazio alcuni anni fa e mi piacque molto, lo trovai divertente ed elegante. Immagino quanto sia stato difficile per lui essere se stesso negli anni passati (anche se oggi sembra dura lo stesso…)

    • Elena

      Io lo ricordo da bambina. Si travestiva da donna e mi faceva sorridere ma anche pensare. Un istrione, un signore. Di certo avrà patito e sempre oggi fosse tra noi spenderebbe più di una parola tranchant sull’orribile spettacolo che il Parlamento sta inscenando su una legge di dignità. Che tristezza questa classe politica inadeguata e ignorante

  • Brunilde

    Non lo conosco bene come artista e intellettuale ed è sparito da parecchio dai palinsesti rai. Il ricordo più vivo è la sua eleganza. Vestiva in modo classico e raffinato era misurato nei gesti e nel modo di parlare. Rimpiango quel genere di garbo e di raffinatezza ,esteriore e interiore. Ora siamo sommersi dal trash…

    • Elena

      Credo sia percepito come personaggio scomodo, proprio per la sua abitudine ad andare “piatto” sulle cose. In modo elegante, come affermi tu, non le mandava a dire. Il video che ho postato è un pò lunghetto e purtroppo non di gran qualità ma offre un assaggio goloso di quanto fosse intelligente, sagace e disinibita. Suppongo non fosse affatto facile rapportarsi con lui al di fuori della scena. Perché di certo era un eccellente professionista…

    • Elena

      Dici bene Brunilde, mentre ammiri i fisici scolpiti dei tuoi adorati bronzi di Riace! Siamo pieni di trash, modaiolo e intellettuale. Poli è fuori dai palinsesti perché a mio avviso è un personaggio scomodo, strabordante. Ma vero è che se c’è un posto in cui si può ancora trovare qualcosa del suo far spettacolo è proprio la RAI ovvero RAI Play , come testimonia il link che ho messo nell’articolo. Alla fine nonostante tutte le polemiche è pur sempre una rete plurale. Non trovi?

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