Vi ho raccontato cos’è per me il Natale in questo articolo, e ora che è passato posso dire che ho avuto ciò che mi aspettavo.
Un pranzo lungo e movimentato, con la famiglia al gran completo compresi i nuovi ingressi che nel corso dell’anno si sono fatti avanti.
Per farla breve, a luglio c’è un matrimonio in vista, non vi nascondo che l’argomento ha occupato gran parte del pomeriggio.
Qualche ora dopo l’evento possiamo fare un bilancio, o meglio, una riflessione. Perché le feste o sono vissute con gioia o è meglio evitarle.
Almeno così la penso io.
Cosa significano per voi le feste natalizie?
Un momento di gioia da condividere con le persone che amate oppure un periodo cupo e triste che ha il solo scopo di farvi sentire più soli o di farvi tornare alla mente epoche andate in cui la famiglia era al completo e si aveva l’impressione di essere tutti più felici?
Qualunque sia la vostra risposta, se in questi giorni state più male che bene allora per voi è giunto il momento di Ribellarvi al Natale!
Non a ogni aspetto del Natale, ma solo a ciò che sta diventando davvero insopportabile, almeno per me.
Vi faccio alcuni esempi.
Che ne dite degli acquisti compulsivi che le feste producono?
La fiera del “non serve a nulla ma lo prendo lo stesso perché è carino e poi non so cosa regalare” oppure delle code ai supermercati, ormai aperti giorno e notte (essenziali solo a chi soffre d’insonnia, costa meno un tranquillante) e in cui spesso lavorano persone precarie con orari e condizioni massacranti.
Per non parlare di regali riciclati. Quest’anno li ho scampati, ma quanti ne ho visti in giro, care Volpi!
E le abbuffate cui dobbiamo sottoporci solo per compiacere?
Cene aziendali o con amici che non vedi mai (forse una ragione ci sarà), aperitivi e visite di cortesia a persone che cortesi non sono.
Quest’anno la palma d’oro della molestia l’hanno vinta i messaggi whatsapp con foto o gif natalizi.
Ma dico, se ti sei davvero ricordato della sottoscritta, spendi due parole speciali solo per me invece di cavartela con una foto che mandi in massa a tutta la tua rubrica pensando di fare bella figura.
Non pretendo di parlare a nome di altri ma di sicuro a me cose del genere lasciano indifferenti.
Ho ricevuto soltanto due messaggi evidentemente personalizzati.
Tutti gli altri erano massivi. Inutile dirvi quanto abbia apprezzato quei due semplici auguri e ignorato gli altri.
Certo è un pò dissacrante, me ne rendo conto.
Vivere le feste natalizie secondo i dettami che la Società dei Consumi ci ha inculcato sin da quando siamo piccoli, plasma consumatori dai comportamenti prevedibili e funzionali, persone aggressivamente felici ma intimamente fragili, solitudini più o meno esplicite che chiedono solo di essere ascoltate.
Se viviamo questo periodo dal cuore, corriamo il rischio di farci più male del necessario e allora tanto vale cambiare le regole del gioco.
Troppo spesso il periodo delle festività natalizie non è silenzio, ascolto e comprensione, ma compulsione, ritmi frenetici, corsa ai regali e al menù più prelibato.
Tutto per rendere il 25 dicembre di ogni anno più speciale, anche se abbiamo passato ogni giorno in una specie di zattera di salvataggio che ancora non ha trovato un approdo.
Io adoro il Natale.
Per me questi giorni di festa hanno un significato profondo: la condivisione
Essa può emergere dal rumore di fondo prodotto dal Natale dei consumi e pervadere il nostro ambiente di gesti semplici e gratuiti capaci di cambiare radicalmente l’umore delle persone che ci stanno intorno, non importa se le conosciamo oppure no.
Uno di questi gesti è il sorriso
Uno vero, che venga dal cuore.
Che significhi “ti comprendo” per chi si sente solo, “ci sono per te” a chi ha paura del domani, “ti voglio bene” a chi non ha più niente e nessuno.
Un sorriso è capace di cambiare il mondo
E’ il gesto di ribellione più potente che possiamo agire, in un mare di ipocrisia e solitudine
14 Comments
Marina Guarneri
Brava Elena, condivido ogni parola. Questo è il motivo per cui nei giorni chiamiamoli strettamente natalizi evito di navigare nei social e il mio wapp è sordo. Un mare di auguri che pescano a caso fra le migliaia di utenti sul web.
Pensa che per me Natale vuol dire solo una cosa: la messa di mezzanotte alla quale non manco nemmeno fossi a cena dal presidente della Repubblica. Mi rammarico solo di non riuscire più a coinvolgere i miei figli, ma lo trovo normale, hanno l’età in cui le feste sono momenti di condivisione con gli amici e li capisco.
Ti auguro un anno sereno, Elena, di giuste battaglie, di risultati conseguiti con successo, di propositi sempre nuovi, soprattutto di salute. 😉
Elena
Vivere il Natale con animo aperto e autentico è qualcosa di cui essere fiere. Le nostre tradizioni e valori, se solide, trovano prima o poi il modo di essere comprese. O rispettate. Più di tutta la superficialità delle cose che oggi son di moda e domani chissà. Teniamoci strette le cose che amiamo non ci tradiranno mai. Grazie per i graditi auguri che ricambio. Hai trasgredito la regolare dello stop festività, le Volpi ringraziano
Marco Amato
Io sono un po’ tardo ormai con i blog, ma a volte arrivo.
Non ti faccio gli auguri di Natale, perché farli dopo ha sempre quel sapore posticcio: oh, visto che ci siamo faccio gli auguri anche a te.
Con la vecchiaia, oltre alla serenità dei rapporti, sono diventato più tollerante con gli altri e le loro manifestazioni ipocrite. Per fortuna sono free da gruppi wa, però ormai sorrido benevolo agli auguratori seriali. Certo, ho bannato un mio zio, ma semplicemente perché le sue gif di auguri erano una al giorno per 365 giorni. Che povero, ammiro anche lo sforzo di trovare e catalogare tutte queste immagini, ma dato che il risveglio al mattino è un momento intimo fra te, la sveglia e la passione del vivere, quelle gif come primo messaggio dal mondo, diventavano moleste.
Mi piace molto il tuo modo di sentire il Natale, perché in fondo la differenza fra il vivere in apnea fra doveri e rancori e serenità e gioia, sta proprio nella sensibilità del sentire le cose.
Io ad esempio, grazie alla narrativa, ho anche trovato il mio equilibrio di vita. L’analisi dei conflitti dentro le storie, mi ha portato a comprendere i conflitti che arrovellano i nostri giorni con familiari, amici o colleghi.
Il conflitto regina fra i rapporti umani è ad esempio l’aspettativa o il pretendere qualcosa dagli altri o dal mondo. Un genitore che pretende qualcosa dai figli (e giù liti e incomprensioni), i figli che si aspettano che i genitori facciano o non facciano qualcosa. Idem nell’amicizia, nel lavoro. Ci si aspetta sempre qualcosa dagli altri e l’insoddisfazione che cova è la lama che sfilaccia i fili del voler bene la vita così per com’è. Certo, in questi casi il problema è la molteplicità dei rapporti, perché se io ho compreso che pretendere qualcosa dagli altri può portare a un rapporto tossico, gli altri sono ancora distanti da questo equilibrio e pretendono qualcosa da me e in qualche modo resto incastrato in dinamiche che magari avrei preferito evitare.
Ok, la chiudo che io non commento, ma se mi capita ho il vizio di diventare prolisso.
Gli auguri di fine anno te li anticipo, anche perché spero di tutto cuore che i bagliori della gioia e della speranza si possano concretizzare per te. Per il nuovo lavoro e per il manoscritto presso le mani sagge di CMB.
Tanti auguri Elena!
Elena
Caro Marco, intanto ben tornato! Conosciamo la tua natura alterna e schiva coi blog e ci va bene così! Grazie per gli auguri, mi auguro davvero che tutto fili per il verso giusto. Anche per me è tempo di grandi riflessioni, aiutata persino dai sogni. Viva l’inconscio, peccato che resto silente molto a lungo! Hai toccato un tema importante, quello dei conflitti. Qui hai trattato una parte del problema, quello delle aspettative. Mentre ti leggevo mi tornava in mente una mia riflessione di tempo fa. Quanto le aspettative nei miei confronti siano dannose e creino realtà parallele e spesso molto scomode se non dolorose. Dovremo riparlarne caro Marco. Per ora buon relax e buona letteratura e auguri per un anno pieno di energia.
Grazia Gironella
Sposo, anzi, ho sposato da tempo l’idea che non abbia senso sottoporsi a tortura per certi falsi doveri, perciò ho abbandonato molti rituali, natalizi e di altro tipo. Quello che invece ha un significato resta. La condivisione mi sembra un Significato con la maiuscola. 🙂
Elena
Ciao Grazia, sopravvissuta anche tu? I rituali sono importanti per mantenere e rinsaldare cultura e relazioni. Ma se sono vissuti come costrizioni, meglio abbandonarli e lasciarli ad altri. Durante le feste solo cose che ci piace fare! Abbracci e buon proseguimento di relax
Banaudi Nadia
Innanzitutto complimenti per il restiling del blog, dal nuovo corpo carattere ai libri che hai messo a lato che spiccano in bella mostra nei formati digitale e cartaceo. Hai lavorato dunque! E il risultato mi piace un sacco.
Passiamo al testo del post.
Mai come quest’anno ho detestato l’aria “si fa perché è Natale” che sento in giro, forse anche per questo motivo mi sono presa l’influenza e fermata a letto. Forse mi sono proprio impuntata. Io nel carrozzone così fan tutti non ci sono mai salita figurati se alla matura età raggiunta cambio atteggiamento. Natale mi ha visto leggere un sacco e mangiare poco, osservare gli altri aprire i regali che ho cercato con cura per tempo e condividere un clima sereno ma pacato di una festa che sembra distante anni luce dalla sua creazione. Ho smesso di sopravvalutare le feste, le giornate a tema e soprattutto le occasioni che ci vogliono vestiti con una maschera, preferisco di gran lunga quello che hai scritto tu, tutti i giorni, anche tre volte al giorno come si fa con la prescrizione del medico.
Elena
Natale tre volte al giorno, non sarebbe male! Sono sicura che a guardar bene, di regalino ne riceviamo tanti, ogni giorno! Felice ch’è il tuo Natale sia passato sereno e tra i libri, la tua passione. E grazie per i complimenti per il restiling del blog! Tra le foto in 3D suggerite da Maria Teresa e il resto gli ho dato una bella ripassata per l’anno nuovo. E sto a che preparando una nuova newsletter via mail… Insomma, anno nuovo, vita nuova. Passa una splendida giornata
BRUNILDE
Il Natale a volte affatica o irrita. Mi godo la mia soffice nuvoletta di serenità : ho messo a tavola la famiglia allargata senza tensioni accettando ognuno per come è. Ho trascorso S.Stefano con la mia migliore amica e con le nostre figlie che abbiamo reciprocamente aspettato insieme e viste crescere. Ho avuto altri momenti speciali con persone che hanno problemi ma che affrontano la vita con coraggio e con il sorriso nonostante le loro infermità. E ora mi sto godendo due giorni di acqua calda e bollicine alle terme ! Vivo un attimo alla volta con gratitudine: pazienza per i messaggi in serie e qualche invadenza consumistica. Hai detto bene Elena:condivisione . È l’unica cosa che conta. Facciamone la nostra parola chiave! E grazie per il tuo post .
Elena
Ciao Brunella, che fai meravigliosi momenti hai passato tra Natale e Santo Stefano! Trasudi serenità e pace. Faccio mia la tua indicazione di fare del 2019 l’anno della condivisione. Magari ci lancio un Meme, chiedo lo sa. Buon proseguimento di relax alle terme (tu si che sai trattarti come una regina )
silvia
Mi hai fatto sorridere quando dicevi dei messaggi di auguri in serie. Personalmente non amo nemmeno gli auguri postati sui gruppi. Per me non hanno alcun senso. Se vuoi farmi gli auguri, falli a me, non a un gruppo generico, soprattutto se non è un gruppo di amici ma un gruppo di lavoro o di persone che condividono uno specifico interesse.
Io credo che tutto questo sia semplicemente frutto di poca riflessione e della costante distorsione dell’uso di certi social come FB o whatsapp. (Forse) ci arriveremo, prima o poi…
Elena
Brava Silvia, avevo dimenticato gli auguri di gruppo! Ah, benedette chat, che sciagura, anche durante le feste . Sai cosa penso? Che oltre alla scarsa riflessione e a un uso impropriamente dei social ci sia trascuratezza e Superficialità. Si buttandosi li gesti senza dare loro alcuna importanza. Altro che condivisione, siamo al “ciapa lì che cho daffare “. Comunque per non predicare bene e razzolare male ti faccio un cesto di auguri personalizzati tutti per te! Buon post Natale
Sandra
Questo post è un vero pugno nello stomaco provato dal cibo 😀
Mi illudo di pensare che uno dei messaggi personalizzati fosse il mio…
E vedo che ti sta talmente a cuore tutta la faccenda natalosa che hai scelto di interrompere le ferie del blog, condivido ogni singola virgola, e di sicuro appena finisco di pulire casa ti faccio un vocale.
Un abbraccione, cara Volpe
Elena
Cara Sandra, di certo l’ultima cosa che desidero è darti un pugno nello stomaco! E dire che ci sono andata giù leggera! Il Natale, come ogni momento che richiama alla condivisione, è per me oggetto di attenzioni e riflessioni. Scruto di continuo il mio retrocranio per sincerarmi che ciò che mi accade sia autentico e non il frutto di convenzioni. Quando accade, perché talvolta succede, mi piace esserne consapevole. E poi, vuoi mettere il fascino del Natale? C’è chi ancora da adulto non apre i regali ricevuti perché attende la mattina del 25! Diamo forse bambini mai cresciuti? Un abbraccio grande anche a te cara orsacchiotta