Femminile, plurale

Tutto ciò che ho perso, tutto ciò che ho guadagnato

Venerdì scorso, quasi di soppiatto, si è consumato il giorno del mio cinquantacinquesimo compleanno. Un giorno come gli altri, passato nei luoghi che ho scelto per la mia esistenza. Venerdì mattina in piazza con i Fridays For Future torinesi, per lo sciopero globale per il clima, e al pomeriggio con un pranzo coccola in compagnia e un giro per negozi. Senza acquistare niente. Volete sapere il perché? Non ho bisogno di nulla.

La verità è che avrei cancellato a piè pari quel giorno. Quest’anno il compleanno me lo sono proprio trovato tra i piedi quando la mia testa era impegnata altrove.

Non so se sia giusto o sbagliato, opportuno o una grossa perdita di tempo, rasserenante o ansiogeno. Il fatto è che questo è l’anno dei bilanci tra tutto ciò che ho perso e tutto ciò che ho guadagnato fino a questo momento.

E’ di questo che scrivo oggi.

Tutto ciò che ho perso, tutto ciò che ho guadagnato. Il bilancio del mio cinquantacinquesimo compleanno

Stefania Bertola, neo autrice della mia biblioteca (grazie a Sandra Faè e al suo blog per la dritta) nel suo Le cure della casa, sostiene che il lavoro permetta di

USCIRE e RIENTRARE, cambiare dimensione, mettere distanza fisica fra le diverse componenti della vita, respirare 

Ma per respirare meglio bisogna usare entrambi i polmoni; il lavoro può rappresentarne uno ma l’altro, l’altro sono le relazioni, le persone, quelle che scegli di avere intorno, che decidi di coltivare nonostante la stanchezza e qualche volta le differenze.

Quelle che ci sono per lunghi periodi della vita e poi spariscono, perché crescere o invecchiare se preferite è anche questo, prendere coscienza del cambiamento e di ciò che ci fa ancora bene e quello che no, ci sta danneggiando oppure è inerte. A me l’inerzia non è mai piaciuta.

Qualche volta tutto ciò riguarda persone anche molto vicine.

Come scrivevo più o meno un anno fa sul blog (qui)

La vita è fatta di numerosi intrecci di cui governiamo pochissimi fili

Che ci piaccia o no, non possiamo far altro che lasciar andare.

Cosa manca? Il tempo

Se c’è una cosa che davvero mi manca più delle altre è il tempo.

Non potendo comprarlo cerco di spenderlo al meglio, ma non sempre ci riesco. Ho un cruccio che non so risolvere: me ne resta poco, troppo poco, per me. Ed è una continua rincorsa.

Posso regalarmene un po’, magari sottraendolo ad altre attività supposte urgenti o necessarie. Con il tempo si impara a dire dei no e a reggerne le conseguenze e dopo un paio di volte non ci fai nemmeno più caso e ti godi la scelta.

Non ho più intenzione di sprecarlo rispondendo a domande inutili che riguardano il giorno della tua nascita quando moriamo ogni giorno, migliaia di volte.

Ci avevate mai pensato?

Cosa farai per il tuo compleanno? Come festeggi? Cosa ti regali?

Per carità.

Cosa ho apprezzato, invece? I gesti inattesi che riconoscono il valore della relazione speciale con te, come un pacchettino infilato di nascosto nello zaino perché altri non vedano, o un mazzo di fiori giunto dall’altro capo d’Europa da chi non può dimenticarti anche se è lontano.

Sapete qual è la domanda giusta da porre?

Cosa facciamo, insieme, per celebrare il tuo compleanno?

Questa è la domanda fondamentale, quella che scioglie ogni tensione di qualunque natura, ogni ansia o sofferenza per la vita che passa e qualche volta fa male, ogni dubbio irrisolto.

Non te ne frega niente se “tutto” sta cambiando in meglio o in peggio, perché il bilancio non è mai definitivo. Ti importa solo di quella domanda, di quel gesto, di quel pensiero speciale.

Tutto ciò che ho perso

E mentre maneggi l’oggi, in quel giorno, il giorno del tuo compleanno, non puoi non guardarti indietro. E così indugi a mestizia e guardi a una gioventù che è solo più dentro di te e ti vive aggrappata al collo, disperata, mentre la corrente del tempo la trascina via e lei fatica a non lasciarsi trasportare altrove.

Ho perso un volto turgido che ora lancia sguardi calanti, la capacità di reagire a lunghe e faticose manifestazioni senza soffrire di dolori articolari per molte ore seguenti, gli amici di una vita che un tempo era obbligatoriamente da condividere con il tuo “gregge di pari”, con i quali tutto, ma proprio tutto, si faceva assieme e oggi invece ti senti come un agnello smarrito e invece sei la pecora quando non il lupo.

Ho perso le serate e la musica fino a tarda notte, le feste e i momenti di condivisione in una famiglia sempre più assottigliata dal tempo, i cui legami sono gradualmente più eterei, diluiti, incapaci ormai di offrire quel sostegno morale cui dopo un po’ ci si abitua.

Ho perso perché non è più.

E insieme a ciò che non è più, ho perso anche ciò che è ancora ma che non fa più per me. Ho scelto la via chiara, quella in cui non c’è posto per gli infingimenti.

Ogni scelta significa lasciare da parte qualcosa. Non è detto che si possa ritrovare qualcosa di simile. In fondo è il bello delle biforcazioni che si incontrano. Ti ricordano che qualcosa devi lasciarla andare.

Cinquantacinquesimo compleanno

Tutto ciò che ho guadagnato

Per contro so di aver guadagnato tanto. Soprattutto una consapevolezza che mi riempie di gioia anche adesso che la sto condividendo con voi.

Mi sento la versione più bella di me degli ultimi quarant’anni. E’ un’idea così positiva da riempire un giorno intero di promesse.

Un’idea che se ne infischia delle rughe e dei rotolini di troppo o dei capelli, volutamente bianchi da ormai due anni, o delle cose che facevo e che non faccio più perché non mi va più di farle.

Questa idea, che chiamo consapevolezza, nasce dal fatto che tutto ciò che è accaduto ha lasciato su di me un segno indelebile: mi ha reso libera.

Di dire no, di cambiare e guardare lo smarrimento negli altri che ti vorrebbero sempre uguale a te stessa, per calcolo, abitudine, convenienza.

Mi ha regalato l’amore, mi ha regalato la libertà di pensare per prima a me senza sentirmi in colpa o egoista. Mi ha regalato la bellezza di scoprire tutto ciò che stavo celando, nascondendo, diminuendo, rimaneggiando, perché fosse più compatibile con l’idea di me che ho conservato da troppo e tempo e di quella che gli altri amano (o hanno bisogno) di avere di me.

Ho guadagnato la libertà. Di avere paura. Di superarla. Di cadere e rialzarmi. Di amare ed essere riamata. Di scegliere e sbagliare, per poi correggere. Di vivere la mia vita tagliando ciò che non mi serve. Di farcela senza il bisogno di un nucleo familiare che supporta perché quel nucleo sono io.

Sono semplicemente Elena. C’è un modo migliore per festeggiare il mio cinquantacinquesimo compleanno?


Sentite anche voi di avere perso qualcosa e di aver guadagnato qualcos’altro? Il bilancio è positivo?

16 Comments

  • Luz

    I miei auguri te li faccio in ritardo ma spero ti arrivino carichi di stima. Dalle tue parole traspare tutto ciò che ti sei guadagnata, la saggezza che sanno donarti questi anni. Io ne ho 52 e i miei pensieri sono simili ai tuoi, credo sia inevitabile. Penso molto, anche troppo, al mio personale bilancio, mi tengo stretta quest’ultima giovinezza piena di cose da fare e progettare, ma sento anche il peso degli anni, il cambiamento fisico e la necessità di lasciare andare quel qualcosa che anche tu percepisci come assottigliato. Mi sarebbe piaciuto vivere una famiglia unita, entusiasta nel ritrovarsi, la volontà di tenere in vita certe buone abitudini, ma ho finito col crederci solo io. Pazienza. Guardare avanti è l’imperativo categorico. 🙂

    • Elena

      Quanto ti capisco, cara Luz, soprattutto nel desiderio di famiglia che scopriamo perseguire soltanto noi. Però c’è qualcosa di bello anche in questo: crederci, avere dei valori, provare a realizzarli. Quante persone possono dire lo stesso? Grazie per gli auguri. Questo blog mi ha regalato splendide relazioni e conoscenze che porto nel cuore. Grazie per esserci splendida cinquantaduenne

  • Giulia Mancini

    Aliena nel senso che quando mi lamento della mancanza di tempo molti mi guardano come se fossi matta, “eh ma prenditi delle pause, rallenta, non stressarti ecc” in realtà quando hai delle scadenze, non puoi semplicemente fregartene…non so se mi sono spiegata.

    • Elena

      Ahhhhh ora ti ho capita benissimo, mi suona eccome. Però al di là della forma, che le persone certe volte dicono cose che paiono giuste e opportune per il senso comune ma sono prive di concretezza, in sostanza un po’ di ragione ce l’hanno… Dobbiamo rallentare Giulia. Non c’è alternativa

  • Amalia

    Carissima Elena, auguri di buon compleanno, anche se in ritardo. ti ricordo sempre con tanto affetto. Un abbraccio fortissimo. Amalia

    • Elena

      Amalia carissima grazie per gli auguri e il pensiero meraviglioso. Bello sentirti, ti ricordo anche io con tanto affetto e spero che i tuoi progetti stiano progredendo come desideri

  • Giulia Mancini

    Cara Elena, prima di tutto buon compleanno!
    mi colpisce molto la tua ammissione sulla mancanza di tempo, perché é qualcosa che sento anch’io ma a volte mi sento un po’ aliena ed evito di parlarne per non sembrare un disco rotto che ripete sempre le stesse cose.
    Gli anni che passano regalano per fortuna una nuova consapevolezza di se stessi e questo è fantastico e fa si che il bilancio, al di là di quello che sembra perduto, sia comunque positivo.

  • Grazia Gironella

    A volte penso di tornare a scriverci, ma credo che dentro di me sia rimasto legato all’altro tipo di scrittura, quello che per ora non pratico. Il tempo che si è liberato lascia spazio ad aspetti della mia vita cui sto prendendo gusto. La libertà ha un ottimo sapore! Meglio della disciplina, che ho applicato (con piacere) per tanto tempo, vedendo frutti limitati. Grazie per avere chiesto. <3

  • Grazia Gironella

    No, cara Elena, davvero non c’è un modo migliore per festeggiare. Quello che è andato è andato, ma, anche, doveva andare. Come si dice, non si può versare niente in una tazzina piena. Tanti auguri e un abbraccio forte. <3

  • newwhitebear

    Auguri Elena! In ritardo ma sono fatti col cuore. Il mio compleanno? C’è già stato e sono tanti ma pazienza la ruota del tempo gira. Il mio bilancio? In parità. Un altro anno si aggiunto agli altri, un altro anno si spalanca davanti a me.

    • Elena

      Mi piace l’immagine di una porta spalancata pensando al nuovo anno che mi aspetta. Mi apre il cuore. Grazie per gli auguri che sento cari e sinceri

  • Sandra

    Auguri in ritardo dunque.
    Sono assai felice di veder incluso in questo post il mio consiglio di lettura, tra l’altro – pensa te le connessioni – ho regalato questo libro giusto oggi per un altro compleanno. La signora Bertola andrebbe informata (non è su Instagram altrimenti l’avrei già fatto).
    Prossima, tra 2 mesi e 1 giorno, al tuo stesso traguardo, quasi quasi mi pesa più dei 50, quindi ispirata da te credo che mi soffermerò su quanto guadagnato, che in effetti è moltissimo. Anche se, come dici giustamente tu, la tentazione di guardare indietro è inevitabile.

    • Elena

      Hai ragione, non avevo pensato di segnalarle il post, ma non so come fare. Se qualche Volpe ha idee si faccia avanti. So che sta arrivando anche il tuo di compleanno, sono felice di averti offerto un punto di vista utile ad affrontare questo guado che si fa sempre più…sfidante, diciamo 😉

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