
Da qualche giorno ho un tarlo che mi si è conficcato nel cervello e non se ne va più. Si tratta di qualcosa che mi hanno raccontato. Poche parole, ma ben fissate nella mia immaginazione.
E poiché non c’è modo migliore di togliersi dalla testa un pensiero fisso se non quello di dargli concretezza, ho deciso di scriverci sopra una storia e di raccontarvela. Siete pronti?
Si chiama “Uno strano scherzo del destino“. E vediamo se produce lo stesso effetto anche a voi. Buona lettura!
Uno strano scherzo del destino
Geo e Gea sono insieme da quando erano ragazzini. Gea è bella e attraente, nonostante sia ormai in pensione da una decina di anni. Ama molto uscire e stare in mezzo alla gente, d’altra parte lo ha fatto per tutta la vita, era una brava insegnante.
Gea è sposata con Geo, anche lui insegnante in pensione. Il suo carattere burbero però non gli ha mai permesso di condividere con la moglie una qualche passione in comune che lo portasse fuori dal seminato e così la loro vita si è trascinata per anni su strade parallele.
Lui vive praticamente tutto il giorno nella stanza dove ha installato la sua radio, con la quale ascolta e parla con altri amici radioamatori, mentre lei è la regina del salotto, dove si rintana a leggere quintali di libri e a scrivere decine di lettere che non spedirà mai.
Gea e Geo vivono così da una decina di anni. Piano piano si sono allontanati, l’uno dall’altra. Niente di personale, solo un graduale lasciarsi andare alle proprie passioni parallele.
I nipotini di Geo e Gea, quando vanno a trovarli a casa loro, si sentono un pò a disagio. Geo sta con loro il tempo della merenda e poi si rintana nella sua stanza, ricominciando a contattare persone da tutto il mondo.
La nipotina più grande, che va già alle scuole medie, ogni tanto lo raggiunge e gli chiede se quelli siano i suoi amici. Geo risponde di sì. Ma lei non capisce come si possa essere amici di qualcuno che non si è mai incontrato.
Gea è solita preparare torte e biscotti ed è felice quando vengono a trovarla i suoi nipoti. Le sue gambe ormai non le permettono più tanto spesso di girovagare per la città in cerca di luci e rumori, insomma, di un pò di vita.
Così i nipoti, per farla contenta, le regalano libri che lei non ha mai letto e leggono le lettere che lei non ha mai spedito.
Poi però tornano a casa loro. E Geo e Gea restano soli con le loro vite separate dal muro della sala. Si preparano la cena, si salutano e ciascuno prosegue nel dedicarsi alla sua passione parallela.
E così ogni giorno della loro esistenza.
Fino a quando uno strano e crudele scherzo del destino non si affaccia alla loro tiepida vita
Gea sta chiamando Geo per la cena urlando sempre più forte. Il volume della radio ormai è così alto che i vicini, gli unici con cui ogni tanto scambino qualche parola, da settimane tengono loro il muso per il continuo disturbo dovuto a quel volume così alto.
Gea è preoccupata e decide di chiamare il medico per programmare una visita. Cerca dappertutto i suoi occhiali, senza di essi non riesce a leggere nulla. Li cerca continuamente ma non li trova. E’ disperata. Si porta le mani in viso e, inspiegabilmente, gli occhiali sono lì proprio dove dovrebbero essere! Sul suo naso!
Ma allora perché non vede nulla?
Sorretta solo dalla forza della memoria, Gea si avvicina alla stanza di Geo. Lo chiama forte, ma Geo non sente, forse ha le cuffie. Gli tocca delicatamente la spalla ma Geo, inspiegabilmente sorpreso, si volta di scatto.
“Non ti ho sentita arrivare Gea, accidenti a te!”
“Ed io non ti vedevo, Geo, scusa”.
Geo si alza insospettito e guarda la moglie per la prima volta dopo tanto tempo. Gli occhi di Gea sono smarriti, dietro le lenti inspessite dagli anni. Le sue labbra si muovono in una danza garbata che gli ricorda le parole, ma non può più udirle.
Il cuore di Geo batte forte. Gea non può vedere la sua espressione terrorizzata ma può senitire il suo cuore. Avvicina una mano al suo petto e lui gliela stringe forte forte.
Si prendono per mano e si mettono a sedere sul divano tentando di scambiarsi, in un modo o nell’altro, le proprie terribili sensazioni. Ma è così bello sentire il calore delle mani.
Ci voleva uno strano scherzo del destino per farle incontrare di nuovo
Et voilà, eccovi la storia. Vi è piaciuta? C’è una morale secondo voi?
A me comunque ha fatto bene scriverla e prima ancora immaginarla….
E se vi è venuta voglia di leggere altri racconti, navigate sulla pagina dedicata a questo link.
2 Comments
Raffaello
Mia moglie ha fin da piccola dei problemi alla vista; io, dopo anni di lavoro fra rumori assordanti mi sono rovinato l’udito. Scherzando, ma non troppo, diciamo che il vivere insieme ci rende complementari. Da questo prendo spunto per rilevare una certa morale nel racconto di Elena. Possiamo vivere vicino anche se distanti a causa dei propri interessi, ma nel momento del bisogno ritroveremo la necessità e il piacere di tenerci per mano per proseguire, insieme, il percorso che avevamo iniziato in coppia.
Elena
Ciao Raffaello, grazie per il tuo commento e benvenuto nel blog! È incredibile la similitudine tra la tua esperienza e questa storia…. l’idea che mi ha spinto a scrivere questa storia è proprio quella che hai suggerito tu. Spesso ci allontaniamo, ma qualcosa, io lo chiamo Universo , ci mette di fronte qualcosa di chiaro e inevitabile. È la nostra occasione…..