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25 aprile: la Resistenza deve continuare


Abbiamo combattuto assieme per riconquistare le libertà per tutti: per chi c’era, per chi non c’era e anche per chi era contro

Arrigo Boldrini, detto Bulow

Buon 25 aprile care Volpi! Questo è un giorno importate per me, è il giorno dei partigiani, il giorno della Resistenza! Uno degli ultimi che possiamo celebrare avendo accanto a noi gli eroi di quei giorni.

Come tutti gli anni, anche in questo 2023 denso di nubi voglio celebrare la data simbolo della nostra libertà, la data della Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo.

Sono convinta che la Resistenza sia stata l’unica, grande esperienza di lotta collettiva fondativa del nostro vivere insieme e di una democrazia che deve ancora identificarsi pienamente nella Costituzione.

Questo è un anno in cui più di altri occorre affermare che il 25 aprile è la data che ci ricorda che la Resistenza deve continuare.

Un dovere che sento. Ogni sincero democratico dovrebbe fare lo stesso.

25 aprile: la Resistenza deve continuare

E’ vero che non abbiamo fatto i conti con la storia, collettivamente, come comunità. Il fatto che il 25 aprile venga vissuto da alcuni come una festa “divisiva” lo testimonia.

Eppure la Resistenza fu un evento straordinario messo in campo da donne e uomini tutto sommato ordinari. Nessuno aveva avuto una preparazione ad hoc, se non coloro che già militavano in formazioni politiche o sindacali e che pagarono un prezzo altissimo.

Furono tuttavia molte le persone comuni che nel momento in cui compresero che il fascismo era contro di loro e che avrebbe portato l’Italia oltre che in una tragica guerra anche a condizioni di miseria, si schierarono dalla parte giusta.

Povertà per le classi sociali più deboli e privilegi per pochi quando non prerogative e in taluni casi a vere e proprie immunità per chi, come le squadracce, esercitava il controllo dei quartieri con metodi violenti e violenti assassinii.

Ricordare che ci sia stata e c’è una parte e un’altra parte non è un atto divisivo ma una presa di coscienza che sola può sostenere la lotta quotidiana di tante e tanti per tenere ben saldi i diritti e le libertà nate dalla Resistenza. Il principio di uguaglianza che tanto ci è caro nasce qui, tra questi giovani ed eroici partigiani.

Torino e la Resistenza: gli scioperi del 18 dicembre e l’ordine Aldo dice 26 x 1

La mia città, Torino, è Medaglia d’Oro della Resistenza. L’hanno guadagnata i partigiani che il 26 aprile del 1945 ricevettero l’ordine in codice del CLN, Aldo dice 26 x 1 e scesero dalle colline per liberare la città, prima che arrivassero gli alleati.

Ma fu il 18 aprile la data più significativa per Torino, quella degli scioperi pre-insurrezionali che furono proclamati in tutta la città, FIAT compresa e che diedero il primo segnale forte al regime. Solo una settimana prima del 25 aprile, come un preambolo.

Quella medaglia, di cui vado fiera, se la sono meritata le tante operaie e operai che in quel giorno aderirono allo sciopero sfidando la repressione fascista, condotta sparando sulla folla. Furono loro a respingere insieme ai partigiani gli attacchi delle milizie, tra il sollievo della gente che stava a guardare.

La Resistenza è figlia della lotta operaia. Aderirono per ragioni politiche, etiche, familiari. Personali.

E diedero vita a una lotta diffusa e silenziosa, che con piccoli grandi gesti quotidiani compiuti correndo terribili rischi, permetteva il passaggio di informazioni e viveri, o di compiere sabotaggi e azioni di cura.

Il 25 aprile è stata una Rivoluzione a metà

L’insurrezione che portò questo paese alla libertà e alla democrazia Costituzionale, fu una Rivoluzione a metà. I principi nella Carta descritti, frutto del lavoro preciso e puntuale di donne e uomini figli del Comitato di Liberazione Nazionale, il CLN, sono ancora largamente inapplicati o applicati solo parzialmente.

Per questa ragione la Resistenza deve continuare.

La forza e il coraggio dei partigiani era stato possibile perché mosso da un’intima volontà di cambiare lo stato delle cose: impedire lo sfruttamento del lavoro, colmare le disuguaglianze economiche e sociali, cancellare le orribili leggi razziali e le discriminazioni, ovvero tutto ciò che il fascismo era stato.

Ecco perché oggi è semplicemente indecente non dichiararsi apertamente antifascisti. Perché siamo noi i suoi figli e non ci saremmo se quel movimento diffuso non avesse sconfitto il fascismo.

L’antica simpatia italica per l’uomo forte, la diffusa perdita di cultura e conoscenza, la tentazione, con il passare del tempo, di ridurre a piccoli errori responsabilità politiche serissime e così evidenti ci devono suggerire attenzione e presenza.

Si dice che siamo un paese senza memoria.

Coltivare la memoria significa mantenere interesse per lo studio e l’approfondimento di cui la Storia rappresenta uno dei primi doveri civici e morali. Le massime cariche dello Stato dovrebbero esserne consapevoli e sottomettersi alla verità della Storia.

Non si può giurare sulla Costituzione senza conseguentemente dichiararsi apertamente antifascisti.

Il rischio dell’oggi

Alcune intenzioni del Governo mi preoccupano perché vanno nella direzione opposta a quanto affermato dalla nostra Costituzione.

Mi pare vi sia l’intenzione di dividere: il nord dal sud, con la scelta dell’autonomia differenziata; le lavoratrici e lavoratori, riducendo la progressività della tassazione e introducendo privilegi fiscali.

Tornare a giustificare le gabbie salariali, perseguitare i poveri perché la colpa della povertà è loro e non di un sistema che, pur dovendo, non è in grado di supportarli con un lavoro, una casa, un posto dove andare a curarsi.

E poi governare a pugno duro, senza mediazioni, con il disegno del Presidenzialismo.

Ma la via breve verso l’autoritarismo non funzionerà se il Parlamento rivendicherà il suo ruolo, ne sentto urgente il bisogno.

Per esempio per contrastare l’ignobile trattamento riservato ai profughi, costretti a incomprensibili e lunghe rotte in mare per essere tratti in salvo e di cui troppo spesso il mare ingoia ogni ricordo.

O sulle nuove povertà, sul diritto alla salute nostro e dell’ambiente in cui viviamo.

La Resistenza deve continuare perché c’è ancora bisogno di giustizia e di libertà di cui dovremmo essere testimoni mai ciechi.

E questo è il fiore che questa lotta rappresenta.

25 aprile: la Resistenza deve continuare

E voi care Volpi, come vi apprestate a festeggiare il vostro 25 aprile?


8 Comments

  • Luz

    Forse mai come quest’anno la riflessione sul 25 aprile è stata importante. Sarà che la destra è al potere e questo ci induce ad approfondire, chissà. Mi sono piaciute moltissimo le parole di Mattarella a Boves. Mi è parso molto risoluto sul ribadire la distanza della repubblica italiana dal fascismo. Una distanza che non è stata ben rappresentata dalle forze di destra, ma era logico.
    (mi piace la nuova grafica del blog)

    • Elena

      Ciao Luz, parentesi glamour : grazie! L’avevo voglia di cambiare le mie competenze sono estate sfidate ma alla fine mi sembra che sia carina l’a nuova copertina, mi rappresenta. Quanto al 25 aprile, abbiamo un capo dello Stato che tiene il punto, sempre. Lo ha fatto anche ieri sul tema lavoro. Non sempre lo ascoltano…

  • Brunilde

    E’ stato un 25 aprile con il freno a mano tirato, perchè al governo, col consenso popolare, c’è una forza politica che ha sempre giocato con le parole, sul filo dell’ambiguità.
    Non è un fenomento solo italiano, su questo ci dovremmo interrogare.
    La memoria sfuma, i testimoni in carne ed ossa sono rimasti ormai pochissimi, e spesso vengono considerati personaggi fuori dal tempo, dischi rotti di scarso interesse. L’individualismo, la scarsa coscienza sociale, l’esasperazione dei toni stanno modificando il tessuto sociale e umano del nostro paese, e non solo. Dobbiamo dare la colpa ai social, alla tecnologia così invasiva che ha reso tutti noi appendici dei nostri smartphone, ormai depositari della conoscenza del mondo ? O c’è qualcos’altro che lavora, modificando la percezione della realtà e dei valori, e spingendo il consenso popolare in Italia e in Europa ( ma anche negli USA direi ) sempre più verso una destra affamata di rivalsa e portatrice di concetti e valori che si credevano ormai superati dalla storia e dal buon senso ?
    Sono smarrita e confusa, davvero, e ho vissuto questa festa con malinconia e disagio.

    • Elena

      Scusa cara @Brunilde per il ritardo con cui rispondo a questo tuo bel commento. Capisco il tuo smarrimento ma sono sicura che dentro di te hai ben saldi i valori che il 25 aprile sottende. Sono tata a lungo anche io preoccupata di ciò che viene avanti dagli USA, a partire da Capitol Hill per capirci, ma ho anche visto segni di censura: come ad esempio la condanna per oltraggio al congresso per Steve Bannon e le indagini sul pannocchione. Da noi le cose sono differenti, non c’è dubbio. Ma il capo dello Stato veglia senza abbassare la guardia, anzi. Ne è la prova il suo richiamo contro la precarietà alla vigilia del tanto propagandato decreto del 1 maggio che sarà come leggiamo pieno di ulteriore impoverimento e abbassamento dei diritti per chi lavora. Prima o poi lo capiranno tutti. Intanto io domani per ogni evenienza sarò in piazza ;). Buon 1 maggio a te e a tutte le Volpi!

  • luca

    E da festeggiare e da ricordare.Il pericolo di un ritorno al ripetersi di un nuovo ventennio,è sempre dietro l’angolo ,e sottovalutare o minimizzare certi rischi è pericoloso

    • Elena

      Buona sera Luca e benvenuto nel blog. Concordo su ogni parola che hai scritto. Questo è l’ultimo o quasi 25 aprile in cui i protagonisti di quei giorni sono ancora con noi. Bisogna raccogliere il testimone e tenerlo il più alto possibile affinché tutti lo scorgano.

    • Elena

      Ho letto le dichiarazioni della Meloni sul Corriere. Un passo avanti, ma non è abbastanza. Io e te abbiamo tante cose in comune, cara Giulia e le stiamo scoprendo tutte, una per una, grazie ai blog. Che bellezza!
      Grazie per l’apprezzamento e per aver condiviso il post su Facebook e buon 25 aprile!

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