Quando incontri la vela, non torni indietro
Che idea bizzarra pensare di passare una giornata in spiaggia, come facevo fino a 10 anni fa.
Una spiaggia particolare, d’accordo. In mezzo al verde, sul mio lago, Viverone, dove il fresco si può assaporare sotto una pianta frondosa o su un prato tagliato di fresco.
C’era una volta una spiaggia
Che idea bizzarra quando sognavo, durante le settimane calde della città, uno sdraio al sole, un bagno in acqua salata entrando in acqua da riva, una distesa di sabbia calda e pruriginosa, una bibita fresca a portata di mano.
Poi le voci, la musica. L’odore delle sigarette a tradimento, l’immondizia, il caldo afoso, la battaglia contro il vento che ti sposta l’ombrellone.
Quello stesso vento che laggiù all’orizzonte, in mezzo a quel mare specchiato, fa muovere già le vele e condurre le barche. Quelle barche che guardavo con entusiasmo e timore, incredula di come potessero davvero muoversi sinuose e veloci, silenziose e colorate.
Quando annusi il vento è difficile tornare indietro
Quando si prova a navigare, è difficile tornare indietro. C’è una dimensione del prima e una del dopo. C’è una dimensione in cui sei una donna di terra e una in cui sei una donna di mare.
E ti scopri a pensare che, ecco, hai trovato quello che sentivi mancante dentro di te, da molto tempo. Il mare, il vento, la furia e la dolcezza degli elementi. Eccoli diventare parte di te, per sempre.
Così, quando la vita ti conduce verso la parte di te che risponde al lato donna di terra, ti sorprendi a guardare fisso verso il lato dello sdraio che da sull’acqua. A cercare da dove arriva il vento, a cercare le vele bianche che bordeggiano più in là e sentire dentro un senso di inquietudine.
E un desiderio irrefrenabile di essere altrove, a inseguire il vento.
Scoprire che indietro non si torna
Quando il vento ha scolpito le tue mosse e l’acqua dondolato il tuo stomaco almeno una volta, quando le tue mani hanno indossato i guanti per proteggerti dai calli e i tuoi occhi si sono abituati al sole e al vento e ai riflessi dell’acqua. Quando hai imparato a sentire il vento sulla tua pelle come se fosse un gigantesco anemometro.
Allora, cari marinai, solo allora saprete che indietro non si torna.
Navigare non è uno sport o un modo per passare una lieta giornata, o fare un bagno dove gli altri non arrivano, in una bella cala solitaria.
Navigare ti entra sotto pelle e la sua assenza brucia più del sole
Ed io che un giorno ho pensato di tornare ai tempi delle spiagge assolate, poi mi sono seduta all’ombra del bar, ho piazzato la prua (ops, il mio naso) all’orizzonte e tutto ciò che sono riuscita a pensare è “domani vado a vela”. Punto.
Ho pensato:
Sono grata all’universo per questa giornata di calma ma domani, domani sarà un vecchio laser o forse un First 21.7 che mi porterà in giro in attesa che la mia Roc Nére II riprenda a bagnarsi le zampe.
Domani io vado a navigare.
Perché indietro non si torna.
E sono pronta a scommettere che anche per voi, cari marinai, sia esattamente lo stesso.