Passione vela

Vela: Rio 2016, ripartire da capo

Vela: Rio 2016, ripartire da capoNon erano ancora terminate le gare per le barche a vela alle Olimpiadi di Rio 2016 che già infuriava la polemica tra i velisti di terra, di mare e del web.

Chi chiede un repulisti (riferendosi alla dirigenza), chi invoca l’avvento salvifico degli sponsor, chi si concentra sulla mancanza di stimoli per i ragazzini, futuri campioni e, mi augurerei, atleti a tutto tondo.

Facile farlo ora, quando il doppio mandato del Presidente FIV è in scadenza……..

Comunque, si tratta di riflessioni comprensibili a valle di un’Olimpiade che per la vela oggettivamente ha fruttato poco o niente.

Con le nostre zero medaglie in saccoccia, siamo tornati a casa in sordina, dimenticando che nelle condizioni date, partecipare e non sfigurare è stato il primo risultato raggiunto.

Certo, qualche scelta tattica sbagliata c’è stata, per non parlare della scarsa attenzione che le dirette Rai hanno concesso agli eventi. E i commenti, che non hanno certo aiutato il pubblico meno esperto ad entrare nel mondo della vela.

Tutto ciò è il segno tangibile che nel nostro paese questo sport è considerato uno sport minore

Bisognerebbe dirci la verità: oggettivamente i nostri atleti nel confronto internazionale non si sono dimostrati all’altezza degli altri.

Sono stati bravi, generosi, hanno investito tanto, ma non ce l’hanno fatta. Lo sport è così. Le medaglie non ci sono per tutti e uno sportivo si vede sia quando vince una medaglia che quando fallisce una prova.

Il punto è se alla domanda “perché il medagliere è vuoto?”,  la risposta debba ricadere solo su di loro, sugli atleti. Credo proprio di no.

Guardate quest’uomo nel video che vi propongo tra poco, sintetizza perfettamente cos’è la vela per me.

 

I due campioni sono Santiago Lange, 54 anni, e Cecilia Carranza Saroli, rispettivamente timoniere e prodiera di uno splendido Nacra 17 che ha vinto l’oro con la bandiera Argentina sulla randa e nel cuore.

La testimonianza di quest’uomo vale per me più di mille parole. La passione, la vela come riscatto, la tenacia e l’abnegazione.

Ho visto quelle regate, hanno tenuto duro fino alla fine, anche quando erano tra gli ultimi.

Ma in particolare mi ha colpito la semplicità di queste parole, pronunciate da un equipaggio che vive la vela come dovrebbe essere vissuta: farne una straordinaria esperienza di vita.

Un’esperienza che può tenere la vita appesa ad un filo di speranza.

Saremo capaci di comprendere cosa deve cambiare profondamente nel nostro modo di concepire e di organizzare la vela?

Io mi auguro di sì. Vedo che la discussione è aperta. Offrire il proprio punto di vista dovrebbe essere la via principale in questo momento per fare quello di cui secondo me c’è un gran bisogno: ripartire da capo.

Passione, accessibilità e cultura dello sport velico diffusa sul territorio.

Questi per me i punti da cui ripartire.

Un’ultima cosa

“La #vela deve diventare uno #sport davvero per tutti #velaolimpica #rio2016”

La strategia fino ad oggi è stata quella di finanziare, promuovere e sostenere i ‘campioncini’, quando si riescono a trovare, s’intende.

Bene.

Ma questo non significa che dobbiamo abbandonare il resto, compreso la vela amatoriale, quella che pratichiamo ogni settimana con regate e allenamenti e meeting

Abbiamo un’infinità di tipologie di barche a vela che possiamo mettere in campo per stimolare, ricercare e testare la capacità degli atleti, usiamole ovunque, rendiamole parte della quotidianità dei giovani e non più giovani velisti nei circoli.

Le risorse, che ci sono, usiamole per questo. Favoriamo lo sport della vela a tutti i livelli

Cominciamo da subito a lavorare per la prossima Olimpiade, che il pragmatismo distoglie l’attenzione dalle polemiche.

Che spesso si rilevano inutili, se restano fini a se stesse. O dannose, se perseguono fini che sono estranei a un autentico spirito sportivo.

Buon lavoro a tutti e buon vento, marinai!

 

2 Comments

  • Domenico Liguoro

    Salve. Lo sport della vela, come tutti gli altri sport, è sacrificio, rinuncia ma anche passione impagata. Al centro di ogni sport e specialmente quello dilettantistico. vi deve essere l’uomo che lo pratica e non il dirigente, il presidente di Circolo ecc. Purtroppo nella Vela accade il contrario e ciò è controproducente. Domenico

    • Elena

      Domenico buona sera e grazie per questo contributo. Chissà se sei un velista professionista o un appassionato, sta di fatto che la tua idea di sport la condivido. Lo sport per me è il mezzo attraverso il quale ci esprimiamo. Per poterlo fare deve esserci uno spazio adeguato per gli atleti, dilettanti o professionisti. Credo che per la vela questo spazio si stia restringendo, come sostanzialmente sostieni tu. Non so se a favore dei dirigenti, ma forse un pò di iniziativa in più non guasterebbe, da parte di tutti, in primis della FIV. E un pò di burocrazia e merletti in meno…

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