Ci sono barche che assomigliano a certe signore cui non saresti mai capace di attribuire un’età precisa, perché sembrano sempre giovanili, anche se non è così.
Quando guardo ai Fireball è questa la sensazione che provo, perché è una deriva che non porta addosso i segni degli anni che passano, che quest’anno sono diventati 50.
A guardarla in acqua non sembrerebbe.
E si sa, una signora i suoi 50 anni li festeggia alla grande e nello specifico la Classe Fireball ha deciso di farlo tornando là dove la deriva ha conosciuto la sua stagione più lunga e fortunata, sul Lago di Viverone.
Tre Circoli si sono uniti per promuovere una regata Nazionale il 29 e 30 aprile con l’ausilio della classe e dei suoi giovani e non più atleti.
Il Fireball, una signora sinuosa e gagliarda
Peter Milne ha presentato il progetto del primo Fireball nel 1963. Questa deriva, largamente diffusa nei paese anglosassoni, è una deriva “bagnata” in grado di navigare anche in condizioni estreme. Una barca per vento fresco.
Secondo la Scala Beaufort, il vento fresco è quel vento che viaggia tra i 17/21 nodi, ovvero 30/39 km all’ora. Le onde si increspano e diventano quasi cavalloni e a terra fate fatica a tenere l’ombrello dritto e vedete i rami degli alberi piegarsi sotto la forza di Eolo.
Lo scafo, prevalentemente in legno, è lungo 4.63 metri, bordo libero molto basso e uscita di poppa piatta, il tutto per un peso ridotto all’osso, solo 76,4 kg, compensato da un piano velico generoso, composto da 11.43 mq di randa e fiocco e 13 mq di spi.
Per tenere questa gazzella robusta serve un prodiere tosto al trapezio, e la barca, se ben portata, plana già a 10 nodi con lasco e 14 nodi di bolina.
Ma la caratteristica più originale del Fireball è la prua troncata, che è un ottimo ausilio alla planata, così come lo spigolo appiattisce lo scafo e l’equipaggio può surfare sull’onda.
Fireball in azione a Viverone
Se vi sporgete dalle colline sul lago, in un ambiente naturale che in questa stagione è particolarmente pregevole, riconoscerete i Fireball da un inequivocabile simbolo: una palla rossa sulla penna della randa.
Sì, avete immaginato bene, proprio come il simbolo giapponese del sole, usato nell’antichità da daimyo e samurai come vessillo di guerra. Ma non preoccupatevi: la classe Fireball si caratterizza per un fair play invidiabile che gli è riconosciuto su tutti i campi di regata.
Del sole di fuoco ha preso solo l’energia.
Sabato 29 e domenica 30 aprile regate di rilevanza nazionale per i 50 anni del Fireball con base all’AVNO (Associazione Velica Nord Ovest).
Il 1 maggio invece si disputerà la regata “Primo Trofeo Giorgio Rigazio” presso il CNT, (Circolo Nautico Torino). Sostiene le manifestazioni anche la Lega Navale di Torino.
Tutti i bandi della manifestazione a questo link.
La sorte ha voluto che Giorgio non possa vedere la prima regata del Trofeo che aveva promosso con tanta passione, com’era solito fare per ogni cosa che riguardasse la sua barca preferita, il Fireball appunto.
Una ragione in più per celebrare tre giorni di vela e passione nautica, insieme a tutti gli atleti e gli appassionati che non vedono l’ora di sfidarsi sulle acque del Lago. E che il vento ci assista.
Vi è venuta la voglia di provare questa deriva? Perché non ne adottate una?