Passione vela

Come si impara la vela d’altura

Vi siete mai chiesti che cosa contraddistingua la vela d’altura dal resto?

Io molte volte. Troppo spesso siamo talmente abituati a chiamare le cose in un certo modo che ne smarriamo il significato.

Così, quando la Lega Navale di Torino ha lanciato il suo primo Corso d’Altura mi è venuta voglia di rinfrescarmi la memoria.

Come si impara la vela d’altura

  • E’ un tipo di navigazione lontano dalla costa, che si svolge prettamente in mare aperto
  • Non si utilizzano i punti cospicui a terra come riferimento per la navigazione, sono quindi richieste ottime conoscenze di carteggio
  • Navigando lontano dalla costa, bisogna conoscere e avere a bordo tutte le dotazioni di sicurezza previste per la navigazione d’altura
  • Dovreste avere una buona conoscenza delle manovre, in particolare uscita/rientro in porto, recupero uomo a mare, navigazione d’altura
  • Occorre saper navigare in autonomia

Altro discorso riguarda le Regate d’Altura, per le quali la nostra Federazione Italiana Vela ha previsto una Normativa specifica che ti invito a leggere e ad approfondire.

Non fa alcuna differenza il navigare di giorno o di notte, ciò che cambia è il tipo di imbarcazione, le sue dotazioni e naturalmente l’equipaggio.

L’importanza della formazione e della preparazione degli istruttori

Sono molto attenta alla formazione e alla preparazione dei formatori, come già saprete, se avete letto il mio post a proposito della formazione nel settore della vela.

Ritengo importante seguire corsi specifici, perché la navigazione d’altura non si improvvisa e il livello dell’insegnamento e la formazione degli istruttori è fondamentale. Per fortuna la FIV ce li garantisce ed è l’intero CONI a riconoscercelo.

Come è strutturato un corso di vela d’altura

Proprio uno di questi istruttori qualificati, Paolo Sasso, ha appena terminato il corso d’altura organizzato dalla Lega Navale Italiana Sezione di Torino (ma non ne troverete notizia sul sito, questo è un vero peccato).

Si è tenuto nei primi giorni del luglio 2016 nelle acque tra la Liguria e la Corsica.

I partecipanti

Tutte le foto di questa avventura

I partecipanti hanno storie comuni:

Raffaela è stata allieva del corso derive presso il lago di Viverone. Pur avendo la patente nautica, ha sentito il bisogno di imparare a navigare. Il suo entusiasmo l’ha portata a scoprire la navigazione di altura sotto tutti i punti di vista, dalla cambusa, al timone, dalle manovre in porto (sia benedetta l’elica di prua) alla tesoreria.

Fabrizio dal corso patenti è uscito con tanti interrogativi e si è iscritto per capire che cosa aveva studiato. Entusiasta e gran lavoratore, a bordo ha potuto sperimentare le sue conoscenze di carteggio ben bene, perché si usava solo il compasso e le carte nautiche e si faceva il punto nave ogni ora!

Roberto aveva “bisogno” di imparare perché ha capito che la patente nautica gli serviva a poco senza pratica. Ha comprato un Oceanis 331 che è fermo in cantiere da mesi, non avendo nemmeno il coraggio di trasferirlo dal cantiere al porto.

Così si è iscritto alla Lega Navale e ha fatto la tessera FIV per lui e per suo figlio, Umberto, un dodicenne windsurfista con doti naturali da timoniere.  Ora si sentono pronti a partire per una crociera che li porterà a Iz Veli (150mg) dove lasceranno la barca per l’inverno 🙂

La barca – scuola

Che ne dite di Red Erik V, un Oceanis 532 con tutti gli optional per imparare a navigare? Per i miei standard un pò troppo comoda (ha persino la lavatrice e la lavastoviglie, per non parlare del dissalatore e dei winch elettrici) ma con i suoi 16,70 mt di comodità  si è rivelata molto utile, anche per approfondire e conoscere come si gestiscono gli impianti a bordo.

Sebbene il vento non sia stato generoso, il corso si è concluso con successo.

E voi marinai alle porte dell’estate, cosa aspettate a farvi avanti per completare il prossimo corso?

Che ne pensi?

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