Quest’anno il Covid19 ci impedisce di navigare come avevamo sognato. Così ho deciso di sollecitare la memoria e riproporvi le tappe del nostro meraviglioso viaggio in Croazia a bordo del Fun Roc Nere II. A puntate, sul blog
Non pensavamo di riuscire ad arrivare così a sud e invece, aiutati da un vento in poppa sostenuto, abbiamo navigato sotto spinnaker oltre Losinji.
Il paesaggio da quelle parti è molto bello, unica pecca il caldo tremendo che ci regala un’insolazione.
Dopo la cenetta in rada di ieri sera (da quali cibi è composta la cambusa del Fun? Ve l’ho raccontato qui!)
Ma vedere le isole che appaiono subito dopo l’affollatissimo capo di Ilovik sono uno spettacolo indimenticabile.
Una di seguito all’altra, creano un’atmosfera quasi lunare. Decine di punte rocciose di un verde impressionante che calano ripide verso il mare, giocando coi colori. Turchese, verde, blu.
Sotto spi verso Silba, Signora delle Vespe
L’acqua è così trasparente che anche con 30 metri di profondità si riesce a vedere il fondale e i suoi abitanti.
Abbiamo avvistato seppie, stelle marine, capesante, branzino e occhiate su un fondo pulitissimo.
Per fortuna qui non galleggiano borse di nylon, lattine, bottiglie di plastica ecc.
Siamo in un altrove che è persino difficile raccontare.
Peccato per il rumoraccio dei soliti ferri da stiro plananti (non mi dite che vi piacciono i motoscafi…) che sfrecciano come se non ci fosse un domani, lasciando scie nere di fumo su acque chiare e trasparenti e odori di gasolio bruciato. Mah…
Perché non mi piacciono?
L’impressione è che non assaporino nulla, con quella fretta di arrivare e mostrarsi…
Inoltre, mentre macinano miglia disturbano il canto delle cicale e il nostro navigare lento e costante tra questi tesori della natura.
Una natura birichina
Le ho chiamate mica per niente le “Signore delle Vespe”!
Premuda, Silba, Olib, le piccole Greben e Ilovik, sono bellissime ma letteralmente invase da questi piccoli e operosi insetti che non rinunciano a continue incursioni in barca e sotto coperta.
Ormeggiamo accanto a una vecchia barca tedesca su cui una coppia di anziani marinai si è ingegnata con una serie di trappole a bottiglia, ma non possiamo fare lo stesso.
Cerchiamo dunque di resistere, il mare è così bello!
E poi, siamo a casa loro. Ma la pazienza vale a poco se non puoi fare un movimento senza temere di pizzicarne una (ed essere punta, ovviamente). Piccoli inconvenienti della vita in mezzo alla natura.
Ho dovuto tenere non poco sotto controllo la mia proverbiale fobia per api e vespe, un esercizio piuttosto complicato in un metro x tre di pozzetto… Superabile grazie alla bellezza dei luoghi.
Consiglio le rade nell’isola di Premuda esposte a O/ SO, con acque cristalline. E poi Silba, una vera perla grezza. La caletta di Pernestica toglie il fiato, ma è molto aperta al quadrante NO, okkio.
Ci hanno parlato molto bene dell’isola, così decidiamo per un’incursione a terra.
A Silba c’è il divieto di approdo con auto e persino con biciclette. Nessuna ruota insomma solo piotte (piedi in piemontese), quindi finalmente possiamo sgranchire le gambe, non ci sono scuse!
E la vita inevitabilmente rallenta. Anche qui si mangia discretamente ma toglietevi dalla testa la Croazia di qualche anno fa… È caro, e ogni volta che ci sediamo da qualche parte andiamo via piegati 🙄
Ma al rientro in barca la compagnia delle vespe si fa insopportabile.
Addio Silba, perla dell’avamposto delle Kornati! La natura è bella ma quando è troppo è troppo!
Navighiamo verso nord tentando di ripararci da un sole cocente. D’altra parte la vacanza sta per finire e quest’isola è quella più lontana da Monfalcone dove abbiamo carato il Fun che raggiungeremo.
Con la nostra risalita comincia il lento ma costante ritorno… 😐
Mentre sono al timone, ho di fronte una di quelle isole rocciose e volitive di cui vi ho parlato poc’anzi. Mi si stringe il cuore.
Non vorrei lasciarle, e giuro che il nostro è solo un arrivederci.
In allora credevo davvero che vi sarei tornata l’anno successivo, ma le cose non vanno sempre come vogliamo.
Ma una promessa è una promessa e sono certa ritornerò.
Rientro verso nord
La nostra risalita sarà piuttosto faticosa. Faremo fermate solo di notte e navigheremo il più possibile. Abbiamo davanti cinque giorni di tempo per rientrare, dovrebbero bastare ma la nostra dotazione a motore è scarsa e se il vento fa brutti scherzi la nostra marcia potrebbe rallentare troppo e non possiamo permetterci ritardi.
Così scorriamo la costa, passiamo accanto a luoghi che all’andata abbiamo solo immaginato, evitiamo le piogge restando in porto e risaliamo la cartina geografica verso l’Istria.
C’è anche l’occasione di scrivere al rientro un racconto dopo aver visto una delfina accudire con amore il suo piccolo cui un motoscafo ha tranciato una pinna.
Una tragedia del mare che colpisce ancora più forte se a guardarla sei soltanto a venti centimetri dalla superficie del mare.
Il racconto “Mare di notte” lo trovi qui.
Ogni tanto lo rileggo, anche questo è un modo per mantenere la mia promessa!
Siamo quasi alla fine del viaggio, per oggi ora è tutto. Passo e chiudo!
5 Comments
Luz
Queste tue avventure sono a dir poco meravigliose. Il fascino della navigazione. Sai che mi accingo a scrivere uno spettacolo teatrale con tema “mare e oceano”? Dovrò imparare un sacco di termini tecnici. 😀
Elena
Sono felice che ti piaccia! E sono a disposizione per darti una mano sul tuo testo se ti serve. Anche quella sarebbe un’avventura
newwhitebear
sembra di essere in barca con te. Quella fotografia sembra una delle molte immagini che mia figlia ci ha mandato durante il suo viaggio in Croazia di quest’anno con la barca a vela di una copia di amici. Non chiedermi tipo di barca hanno gli amici ma è abbastanza capiente per sei persone.
Leggo molta nostalgia nelle tue parole, vuol dire che ci hai lasciato il cuore.
Peccato che stia finendo.
Elena
Caro Gian la nostalgia è duplice. È tanto tempo che non vado in mare. Dopo quel viaggio l’anno dopo non avevamo le ferie e poi poco prima di natale ho avuto il distacco totale dei tendine. 3 anni per rimettermi in sesto. Quest’anno avremmo potuto, ma… Ho ri viaggiato sul blog. Anche qui è navigare . Grazie per avermi accompagnata
newwhitebear
insomma quattro anni duri.
Un sorriso