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Il Premio Strega e un libro da “provare a leggere”

Anche quest’anno si è consumato il rito del settantasettesimo Premio Strega, vinto da Ada D’Adamo con il suo Come d’aria. Una scrittrice descritta dalla critica come “una quasi dilettante”, una di quattro donne in gara, le altre ben più affermate di lei. Una svolta democratica?

Sembra di sì, almeno in apparenza.

Lo conferma anche la casa editrice che ha pubblicato il romanzo vincitore: romana, piccola e semi sconosciuta come la sua autrice, la casa editrice Elliot, che ora chissà quanto tempo ci metterà per prendere il volo.

Anche perché la D’Adamo, che come sappiamo è appena scomparsa e non ha potuto godersi il premio, ha battuto il romanzo edito dalla ben più influente Feltrinelli, in concorso con Mi limitavo ad amare te, di Rosella Postorino.

Che dire: è un libro che proverò a leggere. Provare oggi sembra essere davvero di moda e soprattutto in linea con il rinnovato programma governativo.

Il Ninfeo di Villa Giulia, splendida cornice per una gaffe

Pare sia stata una bella serata nella consueta cornice del Ninfeo di Villa Giulia a Roma.

Dice di questo luogo Bartolomeo Ammannati, in una lettera a Messer Marco Mantova Bonavides, il 2 maggio 1555:

“In questo medesimo piano vi son due belle loggette, l’una all’incontro dell’altra, e riccamente ornate di stucchi con figure e festoni a bellissime foggie … Ed in ciascuna facciata di questa loggia vi è un nicchio grande in mezzo a due piccoli: nel grande, Ercole; negli altri Mercurio e Perseo. Vi sono all’incontro tre altri nicchi simili a questi: nel maggiore, Cerere: negli altri Apollo e Giacinto. All’incontro dell’entrata, nel grande vi è Venere, ne’ piccoli Adone e Cupido”. 

Il Ninfeo è un luogo speciale: un ventaglio di marmi policromi, dal giallo antico al verde e pavonazzetto, venati di bianco, massima espressione di raffinatezza nella moda del cinquecento. Le otto Cariatidi erette a emiciclo di cui le quattro in seconda fila già ridono palesemente, sembrano la cornice perfetta per una gaffe memorabile.

Immaginate che questo fu il luogo in cui si celebravano i banchetti di Papa Giulio III, che ospitava geni dell’arte come il Vasari, Michelangelo e altri altissimi intellettuali.

Tra questi, senza ombra di dubbio oggi il Ninfeo può annoverare anche il Ministro Sangiuliano, membro della giuria del Premio Strega e promulgatore dell’iniziativa Se leggi sei forte! un programma appena rilanciato dal Ministero dell’Istruzione.

Il Premio Strega e un libro da “provare a leggere”

Un libro da provare a leggere

Sangiuliano è il Ministro che ha appena chiuso la settimana della lettura 2023, forse il premio Strega avrebbe dovuto tenerne conto.

Come sappiamo e come sa ormai tutto il paese, intervistato dall’ottima Gepi Cucciari il Ministro si dichiara apertamente ignaro del contenuto dei romanzi in gara. La sua affermazione auto proditoria, “Le storie raccontate dai romanzi arrivati in finale fanno riflettere, proverò a leggerli”, ha lasciato un nanosecondo di esitazione in Gepi che ha reagito cercando di chiarire, ma, come spesso accade, la toppa è apparsa peggio del buco.

Il Ministro si salva grazie a una conduttrice capace di portare subito l’attenzione altrove. Ma resta il fatto e due questioni sulle quali mi voglio soffermare.

Quando la classe politica è imbarazzante

La prima questione riguarda la classe politica al governo di questo paese. Qui me la cavo con poco. I fatti che stanno accadendo in questi giorni non sono che la punta di un iceberg portato a galla da comportamenti inadeguati e a tratti indecenti. Informazioni riservate che circolano tra le mura di appartamenti condivisi come ragazzotti all’università, padri che difendono l’indifendibile e si ergono a magistrati raffazzonati, manager in evidente conflitto di interesse che evadono le tasse. Ma qui torna in mente il concetto di “pizzo di stato” già espresso dalla Premier. Si suppone che nessuno sia a disagio tra i suoi più stretti collaboratori, visto il suo colpevole silenzio.

Un’ombra sul Premio Strega?

La seconda questione invece riguarda il Premio Strega. Questa vicenda getta un’ombra sulla sua onorabilità

Come componente di una giuria che ha appena espresso il suo voto, il Ministro Sangiuliano come tutti gli altri dovrebbe aver letto i romanzi in gara, ma la sua improvvida dichiarazione mostra con tutta evidenza il contrario.

Importa poco la sua scarsa propensione alla lettura, come si fa a leggere qualcosa mentre si è occupati a gironzolare su e giù per lo stivale a parlare di cultura eccetera eccetera. C’è da capirlo. Proverà a leggere è già abbastanza, visto l’andazzo.

Provare a leggere significa esprimere un’intenzione, buona per lo più, assegnata a un tempo indefinito, una promessa che sarà quasi certamente disattesa ma che nell’istante in cui viene formulata assume quasi il senso liberatorio dalla pena di non averlo ancora fatto e dalla certezza che non lo si farà mai.

Una ricerca di assoluzione per una colpa, considerata veniale, giustificata e giustificabile.

E poi, su, ma chi legge davvero i libri in questo paese? Il Ministro ne è lo specchio, in qualche modo rappresenta l’italiano medio che legge nemmeno un libro al mese.

Ma parlavo di un’ombra. Ebbene, viene da chiedersi, uscendo dalla polemica:

  • Chi li giudica questi libri se chi dovrebbe farlo non li legge nemmeno?
  • Chi decide?
  • Chi assegna, davvero, il Premio?

Le cariatidi del Ninfeo che dietro la prima fila sorridono sembrano saperlo.

E visto che si parla da tempo di democratizzazione del Premio Strega, che con questa edizione sembra meglio affermarla premiando un’autrice semi sconosciuta che parla di morte e di dolore pubblicata da una piccola casa editrice, occorre prendere questa intenzione sul serio.

E affermare che la democrazia richiede trasparenza e rigore, delle norme e della sua applicazione.

Se vogliamo difendere davvero la letteratura italiana, in primo luogo dobbiamo preservare la serietà con cui a essa occorrerebbe accostarsi.

E sembra un paradosso ma non lo è che questa serietà sia stata volutamente richiamata da una donna che si è affermata come comica e che, come ogni comico che si rispetti, coglie il lato oscuro di ciò che di solito non possiamo o non vogliamo vedere.

Insomma, provate a leggerli i libri. Ma davvero. Le conseguenze dell’astinenza sono fin troppo evidenti.


Che ne pensate di questo Premio?

Quali sono i libri che “proverete a leggere” quest’estate e quali leggerete davvero?

23 Comments

  • Giulia Mancini

    Il nome della rosa l’ho amato, ne ho parlato bene, ma quando l’ho letto non sapevo fosse un premio strega

  • Giulia Mancini

    La faccia di Geppi Cucciari quando il ministro ha detto la frase è bellissima, fantastica la sua battuta, “approfondirà oltre la copertina”. Che dire siamo all’assurdo “a 360 gradi” per usare un’espressione abusata dalla premier.
    C’è stato un tempo in cui leggevo quasi sempre il libro che vinceva il premio strega, parlo di parecchi anni fa. Uno di questi è uno dei miei libri preziosi che resta da sempre nella mia libreria e ogni tanto vado a rileggere alcune pagine, è Passaggio in ombra di Maria Teresa Di Lascia, premio strega 1995, anche questo premio postumo alla morte dell’autrice, ma quando l’ho letto non lo sapevo, citato anche dalla Bignardi nel suo ultimo romanzo.
    Tra i premi strega che ho letto e che mi sono piaciuti annovero Il nome della rosa, La solitudine dei numeri primi, La grande sera di Giuseppe Pontiggia e poi quelli letti nel tempo senza sapere che fossero un premio strega La bella estate di Pavese, la ragazza di Bube di Carlo Cassola (Il gattopardo letto l’anno scorso e non sapevo fosse un premio strega postumo).
    Un premio strega che non mi è piaciuto é La ferocia di Nicola Lagioia, una storia bella ma con una scrittura faticosa e spesso incomprensibile.
    Negli ultimi anni questo Premio ha perso appeal per me, certo con l’uscita infelice del ministro ancora di più. Tuttavia se un libro mi ispira, premio strega o no, io lo leggo e me ne faccio un’idea personale.

    • Elena

      I Premi sono competizioni divertono nella misura in cui ti appassiono ai pretendenti e alle loro storie. Ogni anno oltre al libro che anche una storia dietro costruita ad arte in un modo o nell’altro. È il business. Certo hai citato libri che invece io ho apprezzato molto. 1uando ai parlato, non bene, del nome della rosa ho avuto un sussulto. LO ADORO

  • Sandra

    Non mi piace la formula per cui Gli amici – mi pare si chiamino della domenica ma forse mi confondo – propongano un titolo. Un’oligarchia evidentemente basata su rapporti pregressi, per cui basta appunto che uno proponga un libro e già potrà fregiarsi della celebre fascetta “candidato allo Strega” anche se poi non entrerà nella dozzina e men che meno nella cinquina. Lo scanso quindi con indifferenza, l’unica volta in cui mi ci appassionai fu per la sfida Teresa Ciabatti – Cognetti perché avevo conosciuto la Ciabatti a una presentazione privata de La più amata e mi era piaciuta tanto. Ma a livello editoriale sono passati anni luce, tutto mi sembra precipitato. In quanto all’episodio è l’ennesimo scivolone di questo governo che a furia di “avete frainteso” mette insieme una serie di disastri per cui non c’è mai fine al peggio in ogni campo.

    • Elena

      Inventiamoci un premio noi blogger : nominano i libri preferiti dell’anno e poi mettiamo in concorso i titoli. Votano i nostri lettori e chi prevale rilascia interviste, pdcast ecc ecc. Facciamo? Che ne dite blogger?

  • Luz

    Anch’io non ho fiducia nel Premio Strega. È ormai sempre più evidente che si tratti di un accordo fra editori. Comunque è utile nel momento in cui riesce a segnalare buoni romanzi. Io ho “provato a leggere” quello della Postorino, ma ho abbandonato dopo un cinquantina di pagine noiose e senza alcun coinvolgimento, ciò dovuto a personaggi abbozzati, una realtà storica neppure accennata se non a tratti, mancanza assoluta di solidità nello stile. Era perfino fastidioso. Eppure acclamatissimo, pubblicizzatissimo, in librerie di Roma la gigantografia ovunque di quella copertina ecc. È stato evidente il battage pubblicitario finalizzato alla segnalazione, l’ingresso nella cinquina e poi lo sfiorare la vittoria, poi assegnata a una donna che ahimè è stata sfortunatissima (anch’io ho colto una volontà di omaggio nella scelta). Tanto più che Postorino è sparita nei giorni successivi, almeno un paio di giorni in cui non si è palesata (immagino lo chock), mentre la brava Calandrone ha scritto un post davvero stupendo per ringraziare tutti.
    Il ministro è stato a dir poco imbarazzante. Quando vanno a rivestire ruoli senza esserne capaci né consapevoli poi si fanno ‘ste figuracce.

    • Elena

      E intanto Sangiuliano continua allegramente il suo giro per la penisola sbagliando nomine e celebrando i Frecciarossa (nei giorni delle lunghe code e a 24 h dallo sciopero dei trasporti di cui nemmeno una parola). Non legge perché la sua realtà è più originale di qualunque fantasia

  • Marina

    Non ho stima di questo Premio già da tempo: non vedo chiarezza e trasparenza nella sua gestione. Ho sempre l’impressione che sia una manifestazione di facciata, che tutto sia deciso dietro le quinte, che ci sia l’interesse all’equa spartizione della qualifica di vincitore. Naturalmente parlo delle case editrici in gioco: a chi tocca quest’anno il Premio? Poi, ogni tanto, viene fuori la novità, tipo questa piccola realtà editoriale, però io sono molto cattiva e penso che abbiamo voluto rendere omaggio a una scrittrice, brava, che purtroppo non c’è più: una gratificazione per la commozione suscitata dalla sua triste storia di vita (e già il romanzo biografico è un bel pugno allo stomaco, che io nemmeno proverò a leggere, per non angosciarmi).
    Detto questo, che gran bella figura sto ministro! mamma mia, che gaffe imperdonabile! E questo, dunque, la dice lunga a proposito delle mie suddette impressioni

    • Elena

      Cara Marina penso tu abbia ragione. Non è cinico tutto questo? Non è un prezzo troppo alto scambiare la vita di una persona con un premio? Siamo caduti così in basso? Come ho già detto, per me non è il momento di leggerlo. Altri lo stanno facendo, ci racconteranno. Aspettiamo che @Brunilde finisca la lettura e se vorrà ne riparleremo, anche qui. Tanto ci è abituata, ormai le Volpi sono casa sua!

  • newwhitebear

    Infatti Elliot ha un profilo tutt’altro che basso. Per il ministro… 😀
    Forse sarebbe meglio che li leggiamo noi per lui, perché poverino è troppo impegnato a correre per l’Italia a promuovere la cultura.

  • Marco Freccero

    L’impressione è che in generale lo Strega sia un rito sempre uguale a se stesso, senza mai un guizzo, con gli editori ben attenti a non tentare qualcosa di nuovo, di vivace, o chissà che cosa accade. Mah!

    • Elena

      Ma questa volta il guizzo c’è stato! Piccola CE, autrice semi sconosciuta. Dopo aver letto il romanzo ti dirò meglio. Quando lessi uno dei vincitori del Dea Pianeta, di cui ho parlato qui https://www.elenaferro.it/romanzo-che-ha-vinto-il-dea-planeta/, ebbi una impressione diversa: una autrice fuori ma già dentro. Qui c’è qualcosa di oggettivamente nuovo, tranne la scarsa propensione alla lettura (anche una scheda libro evidentemente non è abbastanza)

  • mewwhitebear

    Il ministro aveva dichiarato pubblicamente che durante l’estate avrebbe letto un libro al mese che ben si accoppia col ‘proverò a leggere’.
    Elliot è una piccola casa editrice molto attiva e con un ricco catalogo. Ha ripubblicato molti autori stranieri di cui erano scaduti i diritti d’autore.

    • Elena

      Le piccole case editrici non sono sinonimo di basso profilo, di sicuro non è il caso della Elliot che ha infilato questa straordinaria vittoria. Fidiamoci di Sangiuliano: i libri sono cinque, uno al mese per Natale li avrà letti tutti. Appena in tempo per il prossimo premio Strega…

  • BRUNILDE

    Avevo un amico, libraio indipendente, che si atteggiava a intellettuale, nella sua libreria dava consigli di lettura, con motivazioni articolate.
    A parte la spocchia, mi resi conto che era astutissimo: sfruttava una ristretta cerchia di persone, me compresa, lettori forti, facendo domande molto specifiche sui libri che stavamo leggendo, e con nonchalanche poi ” rivendeva ” quanto gli raccontavamo, consigliando i libri che in realtà avevamo letto noi, non lui, che invece era rimasto a “Il manuale delle giovani marmotte”, o similari.
    Ho cambiato libreria.
    La disonestà intellettuale è qualcosa che mi irrita nel profondo.
    Non ci sono ulteriori commenti da fare su questo ministro, che poteva almeno prendersi il disturbo di leggere le schede dei singoli romanzi, giusto per avere almeno un’idea, e fingere, per carità di patria, di averli letti: era più furbo il mio amico libraio!
    Quanto ai romanzi, nessuno della cinquina mi ispira, ma un’amica mi ha appena regalato quello vincitore. Non ho resistito è l’ho iniziato: ho letto le prime trenta pagine e sono già stordita da tutto quel dolore, da tutta quella tragedia.
    Non mi permetto di giudicare, ma in questo caso è impossibile scindere l’opera letteraria dal contenuto, testimonianza di tanta straziante disperazione. Per carattere, io privilegio il pudore dei sentimenti, la riservatezza nelle vicende personali, anche dolorose.
    Leggendo, mi sono sentita colpita da un cazzotto in pieno viso.
    Arriverò in fondo, e ne riparleremo…

    • Elena

      Cara Brunilde, anche io penso di leggere il vincitore, anche se onestamente sono convinta che la vicenda personale dell’autrice abbia in qualche modo valorizzato ulteriormente la storia. Ma se dalle prime pagine già siamo al pungo nello stomaco e al troppo dolore, dovrò ricredermi o perlomeno leggerlo in un momento della mia vita in cui la sofferenza possa essere accolta come un fatto normale e distante, non troppo, dalla mia vita. Così non è ora, o meglio, non lo è ancora, ci sto lavorando. In ogni caso ogni storia forte mi interroga su quale sia il discrimine tra stupore e qualità. Cioè, un libro che stupisce, colpisce, sconvolge, è anche un buon libro? Forse è una domanda stupida ma me la pongo spesso… Quanto al tuo libraio, era uno capace di cogliere ogni opportunità e piegarla al proprio interesse. Tutto regolare, purtroppo… 🙁

  • Paolo Perlini

    Ha detto “Proverò a leggerli”. Proverò, come dice il ripetente di prima, quello che ha già collezionato otto insufficienze, pure in ginnastica. Quello che non gliene frega niente. Quello che quando i genitori e gli insegnanti lo invitano a studiare di più, dice: “Proverò…”
    Almeno avesse detto: “Li leggerò!”
    No, “Proverò a leggerli”, e già sappiamo che non sarà così

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