Vi siete mai chiesti cosa beve Papa Bergoglio quando tiene in mano una zucchetta dalla quale spunta una specie di cannuccia metallica?
Si tratta di una bevanda tipica del Sud America, in alcuni paesi assunta addirittura a bevanda nazionale: Argentina, Uruguay, Paraguay parte del Cile e Brasile del sud.
E’ il mate, le cui proprietà ho descritto in questo post.
Se non avete mai avuto a che fare con argentini, uruguaggi, sudamericani et alii (ma ho scoperto che persino in Siria lo bevono) allora siete giustificati.
Per capirci, se noi italiani abbiamo una cotta per il caffè, altri ce l’hanno per il mate.
In verità si tratta di qualcosa di più di una cotta, tanto che viene consumato di continuo: in ufficio, in strada, in spiaggia.
Se dovesse capitarvi un viaggio in quei paesi, fateci caso. Vedreste di sicuro uomini e donne con le loro fiaschette di acqua calda nello zaino e un mate in mano, accompagnato dalla sua bellissima bombilla.
Se non l’avete ancora assaggiata, dovreste procurarvi tutto l’occorrente, perché i suoi benefici sono eccellenti.
Certo, al palato potrebbe apparirvi leggermente amara (né più né meno come il caffè) ma sono sicura sarà capace di appassionarvi non potrete più farne a meno. A me è capitato così.
Per questo ho deciso di parlarvi delle tradizioni e della storia legate al mate. Una storia ‘mitica’, tutta da raccontare.
La yerba mate, tra mito e cultura
La yerba mate ha qualità notevoli e berla comporta il rispetto di un rituale assolutamente affascinante.
Sebbene fino a qualche anno fa fosse piuttosto complicato trovare in Italia il necessario per preparare un buon mate (che si pronuncia màte), oggi in realtà la yerba si trova abbastanza facilmente. Uno degli effetti della globalizzazione.
I miti legati al mate sono numerosi, segno del grande radicamento sociale di questa abitudine e del legame ancestrale con la terra degli indiani Guaranì, uno dei popoli che anticamente abitava l’area intorno i fiumi Paranà e Uruguay.
Un popolo autoctono che subì il pesante impatto dei colonizzatori, che, accolti come amici, si comportarono ferocemente. Sottomissione e sfruttamento.
Gli usi e i costumi locali furono ampiamente sottovalutati nella loro portata culturale e sociale e non incontrando i gusti dei colonizzatori furono pressoché ignorati.
Non si innestò quel meccanismo che portò ad esempio alla coltivazione intensiva di caffè, cacao e mais. La yerba mate così non entra nell’uso quotidiano dei colonizzatori. Forse per il suo gusto forte che la rende tanto speciale.
I Gesuiti, presenti in Sud America con le loro missioni sin dalla prima ora, invece la consumano e infatti hanno contribuito non poco a diffondere questa abitudine india.
E anche un figlio di migranti piemontesi in Argentina, gesuita, consuma quotidianamente la sua dose di mate e non ne rifiuta mai uno quando gli viene offerto.
Per colmare una conoscenza solo superficiale del mate, vorrei ripercorrere con voi la strada del suo significato atavico o mitico se volete, che ha a che fare con la generosità, l’accoglienza, l’amistad.
La storia di Yasi e Arai, il mito del mate
I miti legati al mate lo testimoniano. Ce ne sono molti, ma la storia che mi è piaciuta di più è quella di Yasi e Arai, due divinità disobbedienti che sfuggirono al controllo degli dei del cielo per girovagare sulla terra.
Un giorno, nel loro vagare, incontrarono un minaccioso giaguaro che le attaccò. Intimorite e sole, furono salvate da un anziano cacciatore che dopo averle liberate dalla minaccia, le condusse in salvo nella sua capanna.
Una capanna modesta dove viveva con la moglie e la giovane figlia. Il vecchio cacciatore offrì alle due divinità affamate due tortillas di mais. Yasi e Arai le divorarono e si misero a riposare.
Il giorno dopo si resero conto che il cacciatore aveva dato loro da mangiare tutto ciò che possedevano. Erano infatti molto poveri. Allora, commosse da tanta ospitalità e generosità, decisero di fare un dono a quella famiglia.
Durante la notte Yasi cominciò a saltellare qua e là per il bosco gettando semenze di caà (la yerba mate, pianta benefica e protettiva) mentre Asi fece cadere una pioggerellina costante per tutta la notte.
Al mattino, il vecchio cacciatore si risvegliò e trovò di fronte alla propria casa una pianta verde con foglie scure e rigogliose, con splendidi fiori bianchi già formati. Di fronte allo stupore del vecchio, Yasi si rivelò come la dea della luna e mostrò loro il dono che le due divinità avevano preparato per loro.
La yerba mate, la pianta dell’amicizia e della riconoscenza, simbolo di accoglienza e di rispetto per l’ospite. Corroborante e dissetante. Alcuni sostengono addirittura che sia capace di ridurre lo stimolo della fame! Altro che Hara Hachi Bu!
Anche le altre storie mitiche, sebbene si differenzino per alcuni particolari tra di loro, hanno questi tratti in comune: il legame con la tradizione della terra, la funzione corroborante e rinforzante della yerba, la povertà e il dovere dell’accoglienza.
Il mate, che in quechua significa “contenitore” o “bicchiere”, diventa quindi il simbolo dell’amicizia e dell’accoglienza.
Ed è talmente radicato nella cultura che non è inusuale che vi venga offerto in casa di amici o anche di semplici conoscenti. Se siete i benvenuti c’è sempre del mate per voi. Considerate questo aspetto prima di rifiutarlo.
La cultura del mate
Il mate è una zucchetta svuotata, di dimensioni variabili che in genere si attestano per un mate medio per due persone, sui 100 cc di capacità, in cui si colloca un’adeguata quantità di yerba che, alla pari del tè, viene raccolta ed essiccata a lungo.
Poi si aggiunge acqua calda (ma non bollente!) da bere attraverso la bombilla, una speciale cannuccia.
Guardate questo video, se volete ulteriori suggerimenti 😉
Dove bere il mate
La prima volta che ho messo piede in Argentina pareva un’ossessione.
Tutti, ma proprio tutti, dal meccanico che ripara l’auto, al commerciante che vende il pane, dall’anziano che attende qualcuno sulla panchina dei giardini alla famiglia che ti accoglie dopo un lungo viaggio, tutti hanno in mano un mate e lo bevono anche rumorosamente.
In qualunque casa c’è l’occorrente per fare un buon mate, statene certi.
E visto che è facile acquistare il necessario, ho pensato di accompagnarvi per qualche settimana in un viaggio su come, perché e quando tomar mate (bere mate, ndr).
Restate connessi e faremo insieme un viaggio in questo meraviglioso mondo ricco di cultura, valori e benessere.
Non ci farà certo male. Un buon mate è senz’altro meglio di troppe sigarette o di troppi caffè.
Salud, Zorros mateadores!
Ti interessa l’argomento? Dai un’occhiata a quella che ho chiamato la Trilogia del mate:
2 Comments
Elena
Muchas gracias! Sta arrivando un secondo articolo, non te lo perdere! Continuiamo a conoscere meglio il mate
Carlos
Eccelente artículo, como no se te ocurrió antes carajo!