Femminile, plurale

Befana sarai tu! 3 ricorrenze che non sopporto

 

Come mai mi sono decisa a parlarvi delle 3 ricorrenze che non sopporto? La ragione è che ultimamente sono refrattaria alle convenzioni, di qualunque natura esse siano.

 

Ve ne sarete già accorti leggendo Ehi bambole, cambiamo le regole del gioco  oppure  Basta Milf! Rivoluzioniamo il linguaggio che racconta le over 35

 

Le festività a comando mi riducono proprio come una gatta cui hanno appena fatto la doccia. Specialmente per quanto riguarda le ricorrenze che campano sulle spalle di noi signore.

 

E’ per questo che il 6 gennaio, ricorrenza che tutti conoscono come la Festa della Befana, dal profondo del cuore vorrei dire a tutti coloro che stanno scervellandosi per inventare divertenti (?) messaggi di auguri, filastrocche tanto articolate da far morire d’invidia Gianni Rodari o a scovare le foto più belle che ritraggano scope e e cappellacci, una sola, semplice, frase:

Befana sarai tu!

 

Befana sarai tu

 

 

Befana sarai tu! 3 ricorrenze che non sopporto

 

La Befana non è l’unica festività che ha fatto “il suo tempo”. Ce ne sono altre e, guarda il caso, si trovano tutte collocate a calendario nella prima metà dell’anno.

 

Si tratta del 14 febbraio, nota festa degli innamorati, e, udite udite, accettando il rischio di camminare su terreni scivolosi così usuali per le Volpi, l’8 marzo.

 

E sapete il perché proprio non le sopporto? Perché hanno perso la loro autenticità.

 

La tradizione della Befana, il senso di una festa

Sia chiaro che non ho nulla contro la tradizione, anzi. L’Epifania per taluni è cosa seria, nella religione e nella vita, dunque voglio trattare il tema con rispetto.

 

Un tempo le donne delle famiglie più in difficoltà passavano a bussare alle case dei ricchi per ricevere qualche avanzo o qualche soldo per poter svolgere, anch’essi una sorta di festa rimediata, insomma per tirare a campare. C’è chi dice che la tradizione della Befana arrivi proprio da qui.

 

Alcuni sostengono invece che la tradizione della Befana derivi dalle antiche celebrazioni a favore di Madre Natura, utili a propiziare le stagioni del raccolto, durante le quali piccole fate alate si aggiravano svolazzando sui campi per fecondarli e dunque assicurare una buona messe.

 

Moltissimi popoli hanno affidato a miti come questo la produzione e riproduzione del raccolto, miti in cui fatine o comunque figure femminili fecondano il terreno e lo preparano al riposo e poi alla semina e al raccolto.

 

Tempo fa, parlando della tipica bevanda argentina, il mate, ho raccontato di un mito che a mio modo di vedere ha alcune similitudini con queste leggende: Il mito di Yasi e Arai, di cui abbiamo già parlato nell’articolo Tutti pazzi per il mate.

 

Ma il perché da noi la figura femminile per eccellenza, l’unica che esista nel nostro panorama mitico, sia vecchia, arcigna e bitorzoluta mi è ignoto.

 

Somiglia più a una strega, non trovate? Una una strega spesso dipinta cattiva.

 

La Befana, amica/nemica dei bambini

Ci avevano provato a usarla come deterrente la Befana, quando ero bambina. Mia madre mi raccontava che la Befana giudicava il comportamento dei bambini e si comportava di conseguenza. L’esito di quell’esame avveniva proprio il 6 gennaio di ogni anno. Se eravamo stati bravi bambini ci spettavano i dolcetti nella calza, se eravamo stati cattivi avremmo trovato del carbone.

 

All’inizio ci ho creduto, come credo ciascuno di voi.

 

Ma quando ho scoperto che il carbone di cui sopra era dolce e prelibato e che era di gran lunga preferibile alle caramelle, ho cancellato il senso di quel monito e ho cominciato ad attendere il 6 gennaio come un extra Natale, e chi si è visto si è visto.

 

Se il senso della feste si perde, è solo un giorno di festa in più

Alla fine dei conti il 6 gennaio è semplicemente l’ultimo giorno di festa. 

 

Chiudiamo il lungo periodo di tranquilla operosità che rappresenta la fine dell’anno, disfiamo l’albero di Natale (per chi lo fa), smantelliamo l’impianto delle luminarie, chiudiamo i tendoni del palco e si torna al quotidiano tran tran.

 

Per molte di noi il quotidiano tran tran non si è mai fermato, perché la scopa la imbracciamo ogni giorno e a volte anche l’atteggiamento giudicante di una Befana, lo ammetto.

 

Ma non è da noi, ci scappa 🙂

 

Quali sono le atre due ricorrenze da mettere nel cassetto?

Che ne dite dell’inutile quanto efficace capolavoro di marketing pubblicitario che è il 14 febbraio, ovvero il giorno di San Valentino? Chi può si arrabatta a cercare l’idea grandiosa per non scontentare la spesso incontentabile amata, dopo aver sgomitato per giorni con l’intenzione di riservare un posto in un ristorante chic che di esclusivo non avrà nulla, datosi che ci hanno pensato tutti.

 

E poi chi l’ha inventato doveva odiare profondamente i single, condannati alla serata fintamente anticonformista fatta di un divano, la tua serie televisiva preferita, un gelato confezione maxi e le coccole del tuo gatto (beh, queste valgono davvero la pena 😉 )

 

Sull’8 marzo ci ho scritto un post.

 

Per intanto vorrei solo osservare che la gigantesca operazione commerciale che è stata messa in piedi ha due, enormi, svantaggi: il primo è che il mondo si ricorda che le donne esistono per potersene dimenticare durante tutto il resto dell’anno.

 

E secondo che se l’immagine delle donne trasgressive si identifica con le serate a caccia di modelli modelli maschili, da emulare o agguantare, beh no, grazie, non fa per me.

 

Ci si può nascere donne, ma poi occorre diventarlo, davvero. Essere donna è qualcosa che comporta una scelta quotidiana, richiede energia, coraggio e autenticità. Non è cosa per tutte. Qualche volta accettiamo che qualcuno usi l’ironia con noi, lo facciamo per guardare più a fondo nel fardello che ci portiamo dietro ogni giorno.

 

E se qualche volta vi sembra che non abbiamo il senso dell’umorismo è perché il sacco pesa.

Volete farci gli auguri per la Befana o volete fare a mezzo?

Che significato ha per voi il 6 gennaio? Befana o Epifania? O nessuna delle due?

6 Comments

  • Elena

    Si Marina, se possiamo permettercelo è decisamente l’ideale. Una sana dose di anticonformismo, con buona pace del business che ci gira intorno

  • Giuseppe Marino

    Per me il giorno dell’Epifania è, prima di ogni altra cosa, una ricorrenza religiosa. Nel mio paese attendiamo con ansia e con gioia l’arrivo di questo giorno poiché nel pomeriggio si svolge la tradizionale “Calata dei Magi”: una manifestazione religiosa-folkloristica che risale al Medioevo. Fa parte del patrimonio storico-religioso-culturale del mio paese. E tutti siamo impegnati.
    In secondo luogo questa ricorrenza ricorda la mia fanciullezza. Che bei ricordi! La befana che doveva arrivare di notte scendendo dal focolare e ci portava tanti giocattoli. Una volta, quando ancora Babbo Natale non esisteva dalle nostre parti, era una festa che, noi bambini, aspettavamo impazienti. C’era molto più poesia, sicuramente. Oggi non è più la stessa cosa: è solo consumismo, business. Ovunque si leggono frasi offensive e irriverenti. Noto che oltre alla figura della befana la società ha partorito anche la figura del befano.

    • Elena

      Ciao Giuseppe, apprezzo che tu abbia compreso il significato di questo post. E poi hai aperto una finestra sulla tradizione, quella genuina… grazie! Scusa la domanda ma.. Non esisteva Babbo Natale? Di che periodo parli?

  • Emilia Capasso

    Per farti capire in breve come la penso io: stamane ci siamo svegliati e i mieindue pargoli di 8 e 9 anni, non hanno fatto alcun accenno al giorno della Befana, nè tantomeno io ho comprato alcuna calza. Che senso avrebbe? Hanno cioccolata e caramelle di ogni tipo tutti i giorni o quasi… Anni fa poteva avere senso, quando si aspettavano i giorni di festa appunto per far strage di dolcetti oppure per ricevere un giocattolo, adesso i bambini hanno persino il cellulare, ma non hanno il tempo per giocare con gli amichetti. I tempi sono cambiati, ora è puro consumismo. Io ne sto alla larga e ne tengo alla larga loro. Oggi festeggeremo perchè non si lavora e non si va a scuola ( che nel mio caso coincide), ma a modo nostro, senza spendere inutilmente.
    Buona befana!

    • Elena

      Cara Emilia, mi auguro che la vostra giornata sia passata tanto bene come è cominciata! Ma in definitiva, come si passa l’Epifania in una casa non consumista?

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