Diario della quarantena
Scrittura creativa

Diario della quarantena: chi lo sta tenendo?

 

Mia madre sta reggendo l’urto dell’isolamento alla grande.

Non so come sia stato possibile, ma tutti i cedimenti avuti prima dello scoppiare dell’epidemia sono svaniti nel nulla e lei è tornata quella di sempre.

Una donna forte, volitiva, indomabile.

Questo non mi solleva dale preoccupazioni per la sua malattia che è ancora presente, abbiamo solo interrotto le visite, perché gli ospedali sono chiusi ai pazienti non in emergenza.

Di certo però mi aiuta ad andare avanti più serena in questa valle di paura e dolore. Se di serenità si può parlare.

Ma sì che si puo’, anzi, si deve.

In una delle nostre quotidiane conversazioni telefoniche (ci sentiamo due volte al giorno, la mattina e la sera, prima di cena)  talvolta arricchite da divertentissime video chiamate (mia madre riesce sempre a inquadrarsi la fronte o il soffitto, ma va bene così) ecco che se ne viene fuori con un suggerimento che mi ha colto alla sprovvista.

Mi ha sopresa, lo ammetto. Ma non perché sia insensato, tuttaltro.

Ma perché mi ha proposto qualcosa che pur appartenendomi non mi era ancora venuta in mente.

Tenere un diario della quarantena.

Eppure sono io quella che scrive e che ha sempre scritto in casa 😕 

 

Leggi anche Guarire con la scrittura. La WritingTherapy di Rosalia Pucci

 

Diario della quarantena

 

Le sue esatte parole:

 

Fate il diario della quarantena.

Scrivete le vostre emozioni, fra qualche anno leggendo vi ricorderete cosa state passando.

Scrivete, perché tutto passa troppo in fretta

 

Mia madre ha ragione, specie sull’ultima affermazione.

Le cose passano troppo in fretta e tutto ciò che ora ci sembra spaventosamente presente nella nostra esistenza, come la perdita dei legami con le persone, la prigionia, la paura della morte, l’angoscia per ciò che vediamo intorno a noi, l’ansia che qualcuno dei nostri affetti si ammali e che si possa perderlo, la gioia inattesa per una giornata di sole passata sul balcone…

Tutto passerà, così in fretta che nemmeno ce ne accorgeremo.

Sarà necessario ricordare,  altrimenti prevarrà l’euforia di dimenticare ciò che ci ha fatto soffrire.

Le cose che lasciano un segno, specie se un segno doloroso, ci spingono a passarci sopra, dimenticare.

Ma non solo ciò non è utile. A lungo andare puo’ rappresentare persino un danno per noi e le nostre esistenze.

Perciò è giusto scrivere, o ricordare.

Esercitare la memoria.

 

Diario della quarantena: chi lo sta tenendo?

 

Sono molto avvezza ai diari.

Il mio primo diario lo cominciai alle superiori, ma già durante le medie ne sperimentai uno in forma epostolare.

Avevo un’amica conosciuta tramite un giornalino per bambini, un tempo si usava, e ci scrivemmo per più di dieci anni.

Attraverso quelle lettere tenni il primo diario della mia vita, la puntuale rappresentazione del mio vissuto di nerd, di bambina che si  faceva ragazzina misurando una distanza con i suoi coetanei molto profonda.

Poi venner le superiori e io cominciai a tenere un diario vero.

Ce n’erano cose da raccontare a quei tempi 😀 

In seguito abbandonai questa abitudine durante gli anni dell’università, per poi riprenderla molti anni dopo.

Dapprima durante i miei viaggi a Cuba (da cui nacque poi la mia prima pubblicazione, Il futuro di Cuba c’è, potete acquistarlo subito a questo link)  poi quando mio padre si ammalò.

Inutile dire che mi hanno aiutato più di chiunque altro a sopravvivere.

Sarà per questo che li conservo tutti forse è per questo che mamma ha pensato di suggerire un nuovo inizio.

Un nuovo diario, il diario della quarantena. Qualcuno di voi lo sta tenendo?

Per parte mia ci sto pensando. Non so davvero se raccoglierò il suo invito, penso che forse è tardi per  cominciarne uno o forse semplicemente non ne ho la forza e nemmeno il coraggio.

Ma ciò che non riesco a togliermi dalla testa è il fatto che ancora una volta mia madre mi ha ispirato qualcosa di buono, di importante.

Come quella volta che mi aiutò a cambiare radicalmente il mio modo di scrivere i racconti, il giorno in cui divenne la miglior editor che conosco.

Chissà.

Intanto mi godo questa bella sensazione di avere qualcuno che sa esattamente chi sei e che ogni tanto te lo ricorda.

E voi care Volpi, state tenendo un diario della vostra esperienza in questi giorni terribili?

Come procede il vostro rapporto con la signora scrittura?

 

23 Comments

  • Barbara

    E mi ci manca solo il diario! XD
    Nel senso: sono già abbastanza compressa così, quindi no, non tengo il diario, però cerco di scrivere ugualmente qualcosina da parte. Avevo un diario in adolescenza (e a rileggerlo oggi mi vengono i brividi per la marea di sciocchezze, ovviamente però allora non erano sciocchezze) e poi all’epoca universitaria avevo invece un’agenda dove scrivevo i sogni, le sensazioni, ciò che ricordavo. Alcuni di quei sogni sono diventati racconti stupendi, ma non ti dirò mai quali. 😉
    Però, se non avessi il blog e anche le mail personali, dove comunque il tema virus e l’impatto sulla nostra vita è ben presente, probabilmente ascolterei il suggerimento di tua madre. Un giorno sarà una testimonianza importante.

    • Elena

      La generazione che questo è virus sta tentando di spazzare via ha molto da dire. E se è vero che la storia ché ricordiamo è quella collettiva, non significa che le storie individuali un giorno non dicano dio più di tutto ciò che sta capitando intorno… E poi come è stato già osservato, il blog è un diario, in fondo

  • Rebecca Eriksson

    Non tengo un diario delle mie giornate: al di là degli spostamenti che si sono bloccati la mia vita scorre all’incirca allo stesso modo e con la stessa routine.
    Ma mi annoto delle riflessioni: alcune le trasformo in articoli di blog, altre le incamero per poi trasformarle in emozioni nei racconti.
    Per scelta cerco di parlare del Corona virus il meno possibile, ma ci sono molte cose che possono essere generalizzate in questo periodo e tornare utili per occasioni future.

    • Elena

      Molti stanno tenendo un diario e lo comprendo, mi pare persino utile, una sorta di contributo personale a una storia collettiva. Io, al pari di te, no. Non ci riesco, nonostante la familiarità con lo strumento. Ma annoto le riflessioni sul blog. In fondo, è lo stesso. Ho dato un’occhiata al tuo blog, molto carino complimenti!

  • Giulia Lu Dip

    No, non ho un diario, ma nel mio blog ho già parlato ben tre volte di questa emergenza, quindi in un certo senso è come se tenessi un diario, anzi nel blog rivelo molto di me e dei miei pensieri…questo periodo non lo dimenticheremo. Comunque mi sta girando in testa una storia un po’ legata a questi giorni…

    • Elena

      Sai @Giulia che io non volevo proprio scrivere nulla del virus sul mio blog. Poia che io ho ceduto. Il blog, come tu stessa affermi, è una sorta di nostro diario pubblico e inevitabilmente deve parlare di ciò che viviamo. Non mi piace molto esporre le aprti più intime di me, le Volpi fino ad ora sono rimaste molto abbottonate da questo punto di vista. La pandemia ha cambiato anche questo: sono più disponibile a raccontarmi. E non me ne pento. Quanto alla storia… anche a me sta frullando in testa qualche cosa, ma non tratterà di temi legati al virus… Ma muoro dalla voglia di saperne di più 😀

    • Elena

      Non è l’unico refuso, se vuoi correggo. Ma io detesto le maestrine con la penna rossa che segnalano gli errori. SO bene che ormai scriviamo tutti da smartphone e in modo affrettato (non certo aiutate dal T9 a volte :D) così non ci faccio nemmeno caso.
      Qui non superiamo nessun esame e nessuno ha dubbi sulla tue capacità di scrittura 😉
      Buona giornata
      Elena

  • newwhitebear

    nessun diario. Mai tenuti anche nel passato. Come me la passo. Esco una o due volte la settimana – si deve pur vivere visto che la spesa on line è ko – per il resto tra piccoli lavori in casa, letture e rispondere ai miei follower mi passo il tempo. Dimenticavo. Scrivo una nuova storia dopo aver aggiornato le vecchie

  • guchippai

    Buongiorno! Io tengo un diario (anche se in maniera discontinua, perchè in certi periodi scrivo tutti i giorni, in altri magari una volta a settimana) dall’età di sedici anni (sono al mio 157° quaderno adesso) per cui ho certamente annotato pensieri ed emozioni di questo periodo, ma l’avrei fatto comunque, quindi non lo considero un diario della quarantena, semplicemente è quello che faccio sempre.

    • Elena

      Buon giorno a te cara @Guchippai! Finalmente qualcuno che tiene di norma un diario! Informo subito mia madre sono certa che sarà per lei fonte di speranza!

  • Banaudi Nadia

    No, niente diario giornaliero. Da quando sono mamma tengo solo un quadernone dove cerco di fare il punto della situazione di ciò che è accaduto negli ultimi periodi, in modo che ai bambini restino le date e gli avvenimenti anche quando saranno adulti e cercheranno di conoscere la loro storia.
    Scrivere di oggi è dura, come chiudere gli occhi dopo aver sentito o visto certe notizie a cui temo di fare l’abitudine. Però è doveroso annotare quel che succede, non bisogna dimenticare ma imparare, apprezzare e lodare la vita, perché mai più di oggi fino a che c’è è preziosa.

    • Elena

      Cara Nadia, che bella idea il quadernone! Ho talmente tante curiosità sul mio passato che oggi se potessi consultare un quadernone come il tuo lo sfoglierei di continuo! In fondo è un diario di servizio per i tuoi figli, un atto di straordinaria lungimiranza e amore

  • Sandra

    Nono sto tenendo un diario, come sai scrivo altro.
    Ma le nostre mamme sono coetanee, da sole, la tua con un problema di salute, la mia con un intervento rimandato ed entrambe stanno reggendo inaspettatamente bene. Considera che la mia non ha neppure uno smarphone, quindi telefonate ma non ci si vede manco in schermo.
    Lei mi ha detto una cosa: io ho fatto la guerra, ero bambina, ma i discorsi di mio padre quando non gli darono più lo stipendio me li ricordo bene, e lo zio più giovane disperso in RUssia, e mia nonna che si fece Alessandria – Imperia in bici in cerca di olio barattando galline sono state la sua palestra. Ora avrebbe preferito non vedere tutto ciò, perché ne ha già passate, ma ha una forza che molti giovani si scordano.
    Una settimana fa ha fatto una cosa che non dimenticherò mai: è scesa in edicola a ricaricarmi il cellualare, nel mio contratto ho 4 gica e minuti illimitati, ma gli sms li pago parecchio e in pratica li mando solo a lei. “Così puoi mandarmi quale messaggio in più!” Perché io ricaricato per il mese sono spesso senza credito e invece del messaggio la chiamo.
    Mia mamma mi farà ancora incavolare mille volte, ma è un grande esempio ora, come la tua.
    Abbiamo molto in comune, cara Elena e ne sono felice.

    • Elena

      Cara Sandra, che sia il destino che ci ha fatto incrociare sui nostri blog? . Ogni giorno penso alla fortuna che ci è capitata. Mia madre ha una malattia autoimmune che sta controllando. Avessero avuto qualcosa di più aggressivo e subdolo, oggigiorno non scriverei nulla, né blog né diari… Sono generazioni insostituibili, ecco perché questo virus è particolarmente insopportabile : le sta falcidiando. Per questo il suggerimento di mia madre è da cogliere. Loro sono la nostra memoria. Quella che ci ricorda la fame, la sofferenza, la guerra. E che rende questa quarantena inevitabilmente sopportabile. Abbracci

  • Marco Freccero

    I diari non mi sono mai piaciuti molto (non so perché), quindi non ne ho mai tenuti, né inizierò a tenerne uno. La scrittura procede come al solito, con ordine e senza fretta. Mi pare che le rondini stiano tardando, quest’anno, ma forse è lo stare in casa che ci impedisce di vederle.

    • Elena

      Ciao Marco, le rondini tardano per forza, con questo freddo! Quanto ai diari, non mi capacito che uno come te rinunci alla memoria. Devi avere altre strategie che ci tieni nascoste

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