
Capita che un mercoledì sera ci si imbatta in un luogo aperto di Torino come il Barrito, una di quelle “case del quartiere” che fortunatamente stanno riaprendo nella nostra città, e si passi l’intera serata a tenersi la pancia dal ridere o ad asciugarsi le lacrime agli occhi per l’autentica gioia.
Cosa c’era? Ma il live di RobaForte, il varietà trasmesso da Radio Flash (sui 97.6) che qui si può godere dal vivo e, credetemi, è un vero spasso. Il Dottor Lo Sapio – aka Vito Miccolis – lo “stilista” Savino Lo Bue e Mao – aka Mauro Gurlino – aka l’uomo con la chitarra – danno il meglio di sè. 90 minuti di risate a crepapelle, con un pubblico affezionato e appassionato che segue Vito da moltissimo tempo, anche perché è stato capace, negli anni, di inventare decine di personaggi diversi senza mai perdere lo smalto. Dai tempi di RadioTorinoPopolare, vent’anni fa, quando gli amici Salvatore Pes e Umberto “Lu” Papa Luciani intervistavano il Dottor Lo Sapio durante il programma “Popolar la notte”, fino ad oggi.
RobaForte ha più o meno lo stesso taglio: tra una canzone (di qualità) e un’altra, on air viaggiano le gag della squadra tragicomica più forte di Torino, veri e propri fenomeni.
Sempre in stretta sintonia con le contraddizioni di una città che vorrebbe ma ancora non può, il Dottor Lo Sapio è uno e centomila personaggi tutti diversi, di matrice profondo sud (strano perché lui è proprio proprio piemontese), che insieme ai suoi sodali mette in piedi uno spettacolo di varietà da dieci e lode. Il Dottor Lo Sapio fa ridere perché rappresenta con ironia e sarcasmo il lato oscuro di noi. Come una zecca, le sue battute ti si ficcano sottopelle e ti obbligano a pensare. Vito Miccolis è un artista a tutto tondo, scrive testi come nessuno (e vi sfido a tradurre le domande del quiz al pubblico, nemmeno un pozzo di scienza potrebbe…) canta senza cadere nemmeno su una nota (tranne quando si intromette Lo Bue, ovvio), gioca con la voce creando personaggi che ogni volta ti stupiscono per la loro genuinità e autenticità.
Il Dottore è un trasformista, solo che invece di giocare con i travestimenti gioca con le corde vocali e con l’intelligenza fina fina, che sotto la pelata straborda in modo inequivocabile.
Suggerimenti: procuratevi dal sito i podcast delle puntate precedenti e riascoltatele TUTTE. Di seguito vi linko alcuni filmati youtube: dalle imprese del detective Tony Ginko, americano della Grande Vela, alle preziose e imperscrutabili dissertazioni teologiche del Reverendo Destiny, fino alle pillole di scienza offerte da Leopardo Scicolone, professore dell’Istituto di Zooprofilassi di Roma. E se avete in programma un bel week end fuori porta, ascoltate le previsioni del tempo del Generale Marcello Fiasconaro.
Lo so, vi starete chiedendo perché non lo vediamo e ascoltiamo dovunque, un talento così. E che ne so, me lo chiedo anch’io da vent’anni! Una domanda capace di far passare le notti insonni a tutti i suoi fans. Ma la risposta non c’è, non esiste. Se non lo vediamo sfondare in tivvù o scritturato nei teatri di tutta Italia è perché lui non lo decide. E non pensiate sia per timidezza, noooo. E’ per via della sua generosità: regala la sua splendida arte solo a noi torinesi e a pochi altri, dovremmo essergli riconoscenti (magari presentategli qualcuna).
Io lo sono. Passare una serata di autentico divertimento, guardando tre/quattro amici che lavorano con grande professionalità dietro una scrivania improvvisata, giocando e divertendosi pure, è una autentica chicca. Voglio augurare a Vito, Mauro, Savino e Fabio, che questo feeling con il loro pubblico, che solo può nutrire davvero gli artisti, possa durare per sempre (ma continuate a portarci le caramelle, ok?).
E a voi, care Volpi, una raccomandazione: non privatevi della gioia di assistere a un loro live, ma se proprio non ci riuscite, seguite i nostri eroi tutti i lunedì dalle 16 alle 18 su Radio Flash e il sabato in replica alle 8.50.
Non mi resta che augurarvi buon ascolto e mi raccomando, tenetevi la pancia! Ma che sia una pancia abbondante… come dice il Dottor Lo Sapio: Aria ‘d filura, aria ‘d sepoltura.