Parte la serie di appuntamenti formativi per noi Ufficiali di Regata, programmati dalla XV Zona FIV per proseguire l’approfondimento in merito alla conduzione di Regate di Altura e al sistema di compensi ORC.
L’altura è un tema che mi interessa molto, perché tiene insieme le mie grandi passioni: la vela, la direzione delle regate e il mare aperto. E anche se fino ad ora ho potuto sperimentarla solo sui laghi, continuo ad approfondirla perché, prima o poi, al mare ci arrivo :).
E partecipando al seminario ho cominciato a ragionare su un paio di questioni: perché la formazione è importante e come scegliere quella giusta. Ecco quello che ne è venuto fuori.
Perché la formazione fa bene?
Tutti parlano di formazione, ma quanti possono o decidono di praticarla? Io stessa ho frequentato meno moduli formativi di quanti avrei voluto.
Eppure non vi è modo migliore di approfondire un argomento se non quello di affrontarlo in aula e poi, e questo per me è tassativo, praticarlo. Perché praticare il tema è l’unico modo per tenerlo vivo, davvero, nella nostra testa. E per imparare. Vale per tutto, che si tratti di sport, di vita professionale o di crescita personale.
Secondo me la formazione “fa bene” perché ci aiuta ad imparare qualcosa di nuovo o a conoscere meglio qualcosa che pensavamo di conoscere bene. La formazione è quello spazio che dedichiamo a noi stessi per comprendere fin dove siamo arrivati e dove possiamo ancora arrivare. E’ un processo che bisogna tenere vivo e aperto durante tutto l’arco della nostra vita.
Ma come faccio a sapere quando è il momento di fare formazione?
Che domandona! Ci saranno sicuramente molti modi, io intanto suggerisco di monitorare il nostro livello di ‘sono a posto così’ :
Se vi scoprite a pensare di conoscere molto bene o addirittura tutto di un determinato argomento, beh allora è molto probabile che abbiate bisogno di fermarvi un attimo e riprendere a studiare/riflettere/precisare le vostre conoscenze in merito.
E’ un suggerimento che applico quotidianamente, mi pare funzioni abbastanza bene!
Come faccio a verificare la qualità della formazione che devo ricevere?
Intanto, selezionate l’argomento con attenzione. Poi rivolgetevi a un Ente riconosciuto e autorizzato. E infine assicuratevi che chi sta in aula abbia i titoli e le competenze per farvi formazione.
Essere formatore infatti è un mestiere e come tale richiede una specifica competenza e professionalità. Non basta improvvisare e nemmeno conoscere perfettamente un determinato argomento. Bisogna essere in grado di trasmetterlo a chi si ha di fronte. Il modo in cui “si tiene” l’aula infatti determina la differenza tra l’apprendimento e la confusione
Dopo aver frequentato un corso per me molto significativo di cui ho parlato nel post Della formazione e dei ching, ho aggiunto questo elmento di valutazione:
La formazione è un percorso di trasformazione che intercetta l’assoluto umano. I cambiamenti personali determinano tutti gli altri cambiamenti. Se un corso non tocca le corde intime che erano tese e le scioglie, significa che non ha raggiunto il suo scopo.
Come seleziono il modulo formativo che più mi si addice o abbisogna?
Leggete con attenzione la proposta formativa e comparatela con altre simili. Ma soprattutto, appurate che il focus del seminario sia effettivamente ciò di cui avete bisogno.
Non abbiamo una memoria inesauribile o un hard disk illimitato! Selezionare l’offerta formativa giusta per noi significa non perdere tempo, non demoralizzarsi e ricevere esattamente ciò di cui abbiamo bisogno
E aggiungo:
non siete un pozzo senza fondo. Alcune cose vi servono ed altre no, alcune cose riuscirete ad apprenderle altre no. Non vi preoccupate e datevi tempo. Se il seminario è tenuto come si deve vi torneranno in mente cose dapprima incomprensibili che magicamente e improvvisamente vi si chiariranno nella testa
Conviene fare domande o stare zitti, durante una sessione formativa?
Se non si è compreso un concetto, sempre chiedere di essere più precisi o di ripetere l’informazione. Sul resto… dipende dalle domande! Non è che sia un gran che parlare tanto per manifestarsi. Ma se avete questioni che derivano da vostre esperienze dirette, positive o negative che siano, discutetele e chiedete un orientamento al formatore in proposito
Solo chi ha “praticato” un determinato argomento sarà in grado di offrirvi un suo speciale punto di vista (che potrà essere confrontato con quello di altri) che inevitabilmente, sia che si stia parlando di un comportamento o di una scelta vincente oppure no, sarà occasione di apprendimento collettivo
Cosa faccio quando la formazione è conclusa?
Ringraziate chi ha dedicato la sua giornata a farvi fare un passo in avanti! E poi provate a fare un bilancio con gli altri partecipanti alla formazione, ma anche a casa, un bilancio solo per voi (come ho fatto io, e poi ne è venuto fuori questo articolo 😉 )
Ricordate: siete in formazione continua, sapere dove si è arrivati e cosa ancora dobbiamo imparare è fondamentale. L’apprendimento è un processo di stratificazione progressiva di nozioni. Non è bene saltare dei passaggi ma nemmeno soffermarsi inutilmente sugli stessi argomenti. Un pò come una scala, di cui saliamo un gradino ogni volta.
Ed io, tornando a casa, ho fatto proprio così, ho fatto un bilancio personale. E anche se è stato faticoso dedicare un’intera giornata, sono soddisfatta per esserci stata e per quello che ho imparato.
Che cosa ho imparato sulla vela d’Altura e sull’ORC
Che le regole ORC sono utili per fare in modo che tutte le barche possano partire in condizioni di oggettiva parità.
Che ogni cabinato che abbia voglia di regatare un po’ seriamente dovrebbe richiedere il suo certificato all’ORC (ha un costo davvero accessibile per un equipaggio), perché offre un rating così accurato e sostenuto da formule matematiche in continuo aggiornamento che sono in grado di farlo regatare comparando le sue prestazioni con quelle di altri, anche se non si possiede la stessa tipologia di barca.
Insomma, è utile anche ai così detti cabinati della domenica che arrivano sempre in fondo alla classifica. Per forza, se non c’è un sistema di rating compensato, una vela nuova, una barca più performante, qualunque altra miglioria alla barca condanna chi ha barche meno prestanti alla sconfitta (e alla demoralizzazione). Capitto, amici del Lago di Viverone????
Okkio però, il certificato ORC non compensa l’equipaggio, ma fornisce i dati della massima prestazione possibile per la barca in ogni situazione meteo-marina. Quindi bisogna darsi da fare a bordo, perché siete voi che potete fare davvero la differenza. In pratica, si regata contro se stessi, per raggiungere quei target definiti dal certificato! Bello, no?
Nell’ORC poi ci sono molti modi per fare le classifiche. Quello più indicato è il percorso costruito, perché consente di monitorare la prestazione di ogni singola barca su ogni lato del campo di regata, in base alle condizioni effettive del vento, alla lunghezza del lato e alle condizioni della barca stessa.
Allora amici, vi è venuta voglia di fare un po’ di formazione?
E siamo alla fine dell’articolo, cari naviganti del web, affezionati o dell’ultima ora. Vi è piaciuto? Cosa ne pensate?
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E se avete domande, commenti o necessità di approfondire qualche argomento più “tecnico”, fatevi avanti! L’apposita sezione commenti, che si trova più in basso, vi aspetta!
Intanto alla prossima, Volpi marittime!
2 Comments
Mariano
Ottimo articolo, come sempre. Non sono molto d’accordo con te,però, quando dici di cercare i formatori nelle aziende certificate. Essere certificati non da garanzia. Purtroppo la certificazione sovente si acquista un po’ come il mercurio d’oro di buona memoria. Io per la scelta sovente mi affido al passa parola e devo dire che non mi sono quasi mai sbagliato. Questo vale per la formazione come per la scelta di un professionista qualsiasi, dal medico all’imbianchino.
Elena
Ciao Mariano, grazie per il complimento! Per quanto riguarda la tua giusta osservazione.. capisco cosa intendi, non basta un timbro per qualificare una buona formazione ma garanzie di qualità, e il passa parola, cioè l’esperienza positiva di qualcuno che conosci e di cui ti fidi, può senza dubbio condurre a qualche buona scelta. Ma visto che hai avviato la discussione vorrei entrarci dentro. Ipotizziamo di rivolgerci a qualcuno che ci forma perché “sa”, e che non arriva da canali ufficiali. Il problema è il seguente: se qualcosa non funziona, se il formatore fa qualche errore o dice qualche strafalcione (e in certi ambiti è piuttosto pericoloso) che ti conducono a qualche errore in seguito, chi si assume la responsabilità? E in secondo luogo: se il formatore non fa parte di un circuito ufficiale o comunque “istituzionale”, le informazioni che assimilo, come e quanto sono spendibili?
Comunque, spesso le cose più grandi le impariamo da persone che non si sognerebbero mai di farsi chiamare formatori….
A presto Mariano, buona notte!