Il guest post di oggi è a cura di Giacomo Papasidero, mental coach di Diventare Felici, un sito che ha l’ambizione di essere scuola di Indipendenza Emotiva.
Qualche tempo fa mi sono iscritta alla sua mailing list e un giorno nella mia casella email c’era una newsletter che parlava di emozioni e di relazioni, di indipendenza e benessere, di quanto superarle dipenda da noi.
La gestione delle emozioni è una delle parti fondamentali del mio manuale “Tecniche di oratoria. Guida all’arte di parlare in pubblico” così come della vita di uno scrittore, che attraverso le emozioni comunica con il suo pubblico, nella forma scritta e, quando presenta un suo romanzo, attraverso le parole e la sua fisicità.
È stata questa suggestione che mi ha portato a proporre a Giacomo un guest post che parlasse di relazioni interpersonali e di benessere.
Se siamo in equilibrio, se stiamo bene con noi stesse, ogni cosa che facciamo ne trarrà giovamento, compresa la nostra scrittura.
Conforntandoci sul tema, Giacomo mi ha proposto un guest post che indaga a fondo su come e cosa sia davvero lo stare bene con gli altri e con noi stessi.
Perciò, bando alle ciance.
È tempo di lasciare la parola a Giacomo, che ringrazio di cuore per la disponibilità!
Le tue relazioni non devono farti stare bene
Perché iniziamo, continuiamo o finiamo le nostre relazioni?
Intendo ogni tipo di relazione, anche se questa cosa la noti tanto
in quella di coppia, vale sempre e comunque. Per tutti di solito.
Allora, partiamo dal principio: perché iniziamo una relazione?
Per provare emozioni positive.
Non c’è altro motivo.
Possono essere “dirette”, cioè stare con quella persona ti fa stare bene.
O “indirette”, ossia quella persona ti permette di ottenere qualcosa che ti fa stare bene.
Alla base, quindi, c’è questo: emozioni positive.
Per cui noi iniziamo una relazione quando contiamo che questa sia fonte di benessere.
O ci eviti del malessere.
E questo lo vedi soprattutto se pensi alle relazioni che portiamo avanti.
Le coltiviamo solo se ci fanno stare bene, in modo “diretto” o “indiretto” come detto prima, ma potremmo continuare una relazione che non ci fa stare bene se questo serve a evitare conseguenze e situazioni che consideriamo addirittura peggiori.
Così tanti genitori portano avanti relazioni di coppia disastrate per proteggere i figli.
Oppure si mantengono relazioni con parenti negativi per evitare i giudizi degli altri.
Poi, che siano relazioni esteriori, di facciata, o molto conflittuali, non toglie che continuiamo a portare avanti dei rapporti con gli altri sempre per un motivo di tipo emotivo.
Emozioni, sempre loro
E per la stessa ragione, in realtà decidiamo di troncarle.
Vuoi perché le sostituiamo con altre che ci fanno stare bene (o meglio), vuoi perché quella relazione è diventata fonte di malessere e sofferenza e ne vogliamo uscire.
Così ti rendi conto che sono le tue emozioni a determinare con chi inizierai ad avere una relazione, se continuerai a portarla a avanti, se e quando potrai decidere di chiuderla.
Il problema è che non è così semplice, e ci ritroviamo a portare avanti relazioni dannose oppure a non riuscire a coltivarne e proteggerne altre che sarebbero sane.
Ma sai dove sta il bello?
L’emozione non dipende mai dagli altri.
Così tu inizi una relazione con l’illusione che quella persona ti faccia stare bene.
O la chiudi sempre con l’illusione che quella persona ti faccia stare male.
In realtà non dipende dall’altro, ma da te.
E così le tue emozioni decidono per te chi frequenterai.
Se tu imparassi a stare sempre bene, ovunque, con chiunque e qualunque cosa tu faccia, avresti la libertà di iniziare le relazioni che sono più sane per te, o chiudere quelle dannose.
Decideresti davvero tu chi frequentare, invece di subire la dittatura delle tue emozioni.
E questo potrebbe farti creare rapporti davvero ricchi d’amore.
Perché se tu stai con me perché stai bene, significa che mi ami, o che ti servo per stare bene?
Mi ami o mi usi?
Io dico la seconda.
Così una ragazza mi chiedeva se capire quando iniziare o chiudere una relazione non dipendesse da come questa ci fa stare.
Ossia dalle nostre emozioni.
Sono quindi le emozioni che provi a dirti se una relazione va coltivata o chiusa?
Dipende.
Un tossicodipendente prova emozioni positive quando si droga.
E quando non lo fa, quando gli manca la droga, prova emozioni negative.
Le sue emozioni dimostrano che il suo rapporto con la droga è sano?
Che drogarsi, visto che lo fa stare bene, sia la cosa giusta e migliore per lui?
Ovviamente no.
Poniamo che tu debba costruire una casa.
Vai sul terreno che hai comprato, lo guardi e decidi di fare le fondamenta nel punto che ti piace di più, quello che ti sembra più bello.
Lì, pensi, provi emozioni più forti e positive che in ogni altro angolo del terreno.
L’unico inconveniente, fa notare l’architetto, è che in quel punto “così bello e positivo”, il terreno non è solido e le fondamenta di una casa non reggerebbero il suo peso.
Dove costruisci una casa?
Dove è bello o dove è solido?
Con le relazioni vale la stessa cosa.
Puoi costruire le relazioni sulla base dell’emozione positiva che provi, ignorando però che quello che provi non ti dice che la relazione sia sana e positiva, ma solo che a te piace.
Ma c’è una cosa che fa la differenza rispetto ai due esempi che ti ho mostrato.
Le tue emozioni non stanno fuori.
Come detto, di solito, iniziamo una relazione se proviamo emozioni positive e le chiudiamo se proviamo emozioni negative. Ovviamente quando il malessere è davvero tanto.
Di fatto sono le nostre emozioni che determinano le nostre relazioni.
E se le mie emozioni dipendessero da te, avrebbe anche senso fare così.
Ma siccome quel che tu provi non dipende MAI dagli altri, ecco che sbagliamo tanto.
Il nodo di fondo è capire che quel che provi per me non dipende da me, ma da te.
Da quello che tu pensi di me, dal senso che tu mi attribuisci nella tua vita.
Dipende da come tu mi pensi, dal ruolo che tu mi dai nella tua esistenza.
Non sono io a farti emozionare, sei tu ad emozionarti con me.
E questo vale con tutte le persone, senza eccezioni, che incontri.
Con tutte quelle con cui crei una relazione.
Per questo l’emozione non ti dice se quella relazione è sana: ti dice se a te piace o non piace.
L’emozione potrebbe dirti se è sana solo se tu ti liberassi da ogni paura e stessi bene.
Sempre bene.
Quando sei sempre felice, e quel che accade non ha più il potere di turbarti, allora le tue emozioni possono diventare preziose nel farti capire la strada da seguire.
Per questo appare una contraddizione che dobbiamo essere
felici indipendentemente dalla relazione, quando sembra che sia proprio la relazione a farci provare la felicità.
Il punto è che non è quel che vivi a creare l’emozione, ma come lo vivi.
Conclusioni
Le emozioni sono utili se sono consapevoli.
Altrimenti ti faranno fare enormi errori.
Se inizi una relazione perché “ti fa stare bene”, fai due errori:
Non capisci che non è la relazione a farti stare bene.
Ti illudi che quello che provi sia la dimostrazione che la relazione sia sana e positiva.
In realtà è solo quando non ho bisogno di te per stare bene, che posso amarti.
Altrimenti, se ho bisogno di te per stare bene, finirai per usarmi come una “droga”.
Solo se stai bene a prescindere dagli altri crei relazioni sane e impari a riconoscere quelle che invece sono potenzialmente dannose e vanno limitate o chiuse.
Giacomo Papasidero è Mental Coach dal 2010
Il suo obiettivo dichiarato è “condividere il mio percorso personale per aiutare gli altri a diventare più forti di qualsiasi problema.”
Quello che propone non è un metodo o una serie di tecniche, ma un modo di vivere la vita.
Puoi trovare la sua Scuola di Indipendenza emotiva a questo link
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9 Comments
Grazia Gironella
Molto vero! Dipendenza, aspettative e illusioni non sono una base per relazioni sane. Diventarne consapevoli è importante, cambiare è una bella sfida. Parlarne serve. 🙂
Elena
Si, parlarne serve. Ogni tanto fare il punto nave è utile e nelle relazioni è un lavoro che non finisce mai
Pier Luigi
Posso essere sgradevole ma sincero? ……………se sì, dirò che “ognuno deve stare bene con se stesso”, terze persone possono essere utili, ma non devono essere considerate indispensabili, della serie meglio soli che male accompagnati, infatti chi sembra stare bene con te, ti accompagna fino a quando non trova qualcuno con cui stare meglio e quindi ………………. buona fortuna!!!
Elena
Pierone, il nostro grande saggio! Sono molto daccordo con te. Chi più di te, conoscendoti bene, può testimoniare come stare bene con se stessi sia la chiave per raggiungere una vita lunga, piena e ricca di esperienze! Quando parli degli altri, tocchi un tema delicato: molte persone del tipo che descrivi le ho incontrate anch’io, le incontriamo tutti. Sono parassiti energetici (mi permetti questa franchezza?) di cui prima ci liberiamo meglio è. Buon fine settimana
Sandra
E sul finale grande applauso.
Post su cui c’è parecchio da meditare.
Le emozioni spesso mi travolgono, ne vengo sopraffatta e questo anche se sono emozioni diciamo positive, felici, non è mai un bene. Mediamente poi il mio fisico lo sa.
Elena
Vero! Le emozioni richiedono una grande quantità di energia, sia quando sono positive che negative. Personalmente devo fare attenzione a non farmin travolgere da quelle negative. Sono come una spirale, si alimentano con episodi adiacenti che ho patito e ingigantiscono via via talvolta lasciandomi prona. Anche qui, il tema di saper controllare e gestire le proprie reazioni è fondamentale
Giacomo
Vero Nadia,
credo sia una delle cose più impegnative, me anche perché, come dici tu, non lo si impara sin da piccoli, altrimenti risulterebbe molto più naturale 🙂
Banaudi Nadia
Inutile dire quanto sia vero l’assioma delle emozioni e alttettanto quanto sia difficile da metabolizzare. Vivere consapevolmente le proprie emozioni è tra i percorsi più impegnativi in cui ci si imbatte. Perché spesso l’idea di essere una droga per qualcuno è anche piacevole, appagante cosi tanto da essere scambiata per amore. Se solo la giusta educazione emozionale diventasse materia scolastica forse saremmo individui molto più sereni.
Quanto mi è piaciuto questo guest? Tantissimo. Sbircerò con piacere il sito, grazie Elena per questa chicca.
Elena
Ho trovato inbteressante questo contributo proprio perché punta l’attenzione sulla dipendenza. Difficile rendersene conto quando si è dentro questo sistema, e difficile accettare osservazioni “da fuori”. Eppure, è un percorso possibile. Di emozioni se ne parla poco perché non sono controllabili. Sviluppare una piena conoscenza di noi stessi e delle nostre reazioni emotive è un percorso verso la libertà individuale e collettiva. Lo dico specie come donna (che mi pre siamo più coinvolte in questo genere di questioni)
In utlimo, alla scuola, cara @Nadia, serve molta manutenzione…