Avrei voluto parlarvi dell’emozione vissuta la scorsa settimana, quando ho visto per la prima volta in vita mia il vino bollire.
Raccontarvi dei colori e dei profumi che mi hanno accolta nella angusta cantina del mio vicino, dove le botti di rovere gorgogliavano sputando il mosto che presto diventerà vino.
Inebriante e viola dappertutto.
Invece sento tutto il peso di un risultato elettorale che mi preoccupa e che mi fa dire che questa volta non basterà mandare giù il boccone con un bicchiere di vino, servirà ben altro, anche se il paese ancora non se ne rende conto.
Ciò che fermenta in queste ore non è solo il dolce nettare di barolo le cui uve vedete in questa foto, ma qualcosa che cova da tempo e che si è palesato con prepotenza, complice una pessima legge elettorale colpevolmente lasciata tale e una classe dirigente incapace di ascoltare e di vedere.
Ecco le prime riflessioni incomplete mentre attendo che il mosto finalmente si faccia vino.
Qualcosa sepolto nelle cantine e negli anfratti dove si nasconde da tempo e che oggi torna alla luce.
E’ la democrazia, si dice.
Vittorio Foà sintetizzò così il senso profondo della cultura democratica nata dalla Resistenza, rivolgendosi a Pisanò, repubblichino appena eletto senatore:
« Abbiamo vinto noi e sei diventato senatore; se aveste vinto voi io sarei morto o in galera »
Non esistono risposte semplici a situazioni complesse. Meglio prendersi il tempo che serve e rifuggire dichiarazioni incomplete o frutto di delusioni più o meno cocenti.
C’è un’intera classe di lavoratrici e lavoratori che cerca da tempo la sua rappresentanza e continua ad affidarsi al “nuovo” perché il “vecchio” l’ha delusa. Non ha torto. Ma di sponda in sponda ancora non trova un approdo. Non lo troverà nemmeno con questa scelta, di questo sono certa.
Che fare di questa distanza che ha ragioni profonde e ancora del tutto inconosciute?
Interessa a qualcuno recuperarla?
Mi auguro che quando sarà il tempo di assaggiare quel vino, magari tra qualche mese, il panorama sarà più chiaro e sapremo cosa ci aspetta. Quanto a consapevolezza degli errori commessi e delle cose, urgenti, da fare per recuperarli.
Al momento ci sono tutti gli estremi per dubitare.
Per ora sappiamo che la legge di bilancio la farà il governo in carica per gli affari correnti; ho paura a dirlo ma credo sia una discreta fortuna.
Per tutto il resto dobbiamo attendere che chi ha legittimamente vinto legittimamente governi.
Sempre che la Giorgia, prima donna probabile Presidente del Consiglio in Italia, non venga travolta dagli ostacoli messi in campo dagli amici che ha più vicini.
Proprio come succede da troppo tempo nel campo del centro sinistra.
E’ questa la vera condanna del nostro paese: l’incapacità di fare squadra e di innovare davvero, partendo dai progetti e continuando cambiando le persone.
Non ci resta che resistere perché mala tempora currunt.
Per ora l’amara lezione non l’ha imparata nessuno. La distanza dalle persone è ampia, troppo ampia. E’ stato presentato il conto.
Chi lo pagherà e in che modo lo farà?
C’è una comunità che su questo tema si interroga?
Auspico di sì.
Anche perché Narciso, specchiandosi nel fiume dopo essersi innamorato della sua immagine, ci è annegato.
8 Comments
Sandra
Arrivo anch’io.
A parte che ho il blog fermo, pure io ero indecisa se parlarne o no, le mie idee sono stra note. Su Instagram mi sono imbattuta davvero per caso, ma il caso non esiste, nei Mi piace di persone che stimo alla nuova leader, con mio sommo sgomento.
Capisco tutto, capisco le ragioni di critica a una sinistra – condivido in pieno il pensiero di Giulia che ringrazio – in cui è difficile riconoscersi, è sua l’abolizione dell’articolo 18, non dimentichiamolo mai, capisco la stanchezza globale, capisco la voglia di nuove figure, capisco il voto di protesta, ma ci sono ragioni profonde e morali per cui io i programmi di alcune fazioni, peraltro di impossibile attuazione e orientati alla tutela dei patrimoni di pochi, non li considero proprio a prescindere. Perché il mio voto non potrà mai andare ai fascisti. La fiamma sul simbolo è ancora lì a memoria di chi ha voglia di non dimenticare.
Elena
Ciao Sandra, mi rinfranca un dato che in queste ore viene poco valutato: la destra NON è maggioranza nel paese. Lo è nel parlamento, ma con numeri non così favorevoli, specie al senato. E poi, le divisioni. Insomma, vedremo. Contattando molte persone percepisco che gran parte di quel 25% la Meloni lo ha conquistato “perché è nuova” (testuali parole) e perché “la sinistra ha abbandonato l’operaio”. Ora possiamo anche buttare la palla nell’altro campo per comodità, ma non possiamo uscire dal gioco senza capire quali regole abbiamo bucato. Quella che chiamo distanza è indifferenza. Anche nel linguaggio. Mentre si affina la riflessione, occorre sapere che c’è ampio spazio. Basta fare e dire le cose giuste. Speriamo che chi deve capire capisca. Intanto in Piemonte oggi la Giunta ha finanziato una legge pro vita per sostenere le donne “che abortiscono per necessità”. Insomma, hanno già cominciato. Sarà dura
Giulia Lu Mancini
Mi aspettavo e temevo questo risultato elettorale, però se ha vinto la destra è perché la sinistra è davvero deludente, non aveva un concreto programma per il paese e comunque negli ultimi anni più che aiutare e tutelare i lavoratori li ha affossati. Forse un alleanza con il movimento 5 stelle avrebbe aiutato, chissà. Io sono stata via, rientrata la sera del 25 stanca del viaggio ho fatto una gran corsa per andare a votare, nonostante non sapessi bene chi votare…ma credo nel voto e nella democrazia.
Elena
Cara Giulia, ho pensato e ripensato a lungo cosa votare, perché, come te, credo nel diritto di voto. Ho l’impressione che come me molti abbiano deciso davvero all’ultimo momento. Mi sono affidata all’istinto, ma non ho ancora metabolizzato. Ampiamente prevista, le ragioni le hai indicate con chiarezza. Ora mi auguro che questa batosta faccia riflettere. E attendo di capire da che parte dovremo cominciare a difendere. Perché i tempi saranno davvero duri… Grazie per aver detto la tua. Ero indecisa se scrivere, anche se solo poche righe, perché sono temi divisivi. Ho dei lettori fantastici che sanno distinguere anche nelle differenze. Grazie
newwhitebear
Quando nel 2018 operai e lavoratori hanno votato 5S e lega pensando che loro sarebbero stati il nuovo e li avrebbero protetti, abbiamo visto cosa è successo, Nel 2022 hanno votato la Giorgia perché è simpatica, perché è donna e non sappiamo come andrà a finire.
Però il guasto è nel passato quando il PD era più a sinistra e non ha saputo creare quel filo di raccordo con il suo elettorato, perché è stata una guerra per bande dove si preferiva annegare con tutta la baracca piuttosto che mettere da parte il proprio ego.
L’alleanza con 5S? Sarebbe stato un errore tragico, secondo me, perché avrebbe dato il colpo di grazia al PD.
Se guardiamo alla sinistra, quella che sta veramente a sinistra del PD, possiamo stendere un pietoso velo. Tra nostalgici del baffone e della vecchia Unione Sovietica, ci sono dei velleitari di sinistra che vorrebbero sfasciare tutto senza nessuna idea e che raccolgono un pugno di voti solo per stare all’opposizione, perché sono allergici a governare.
Conclusione o non si va a votare oppure si vota di volta in volta Berlusconi, Renzi, Conte Meloni con l’illusione che faccia gli interessi di chi lavora.
Elena
Oppure si vota quella sinistra di cui racconti sapendo che non porterà a nulla. Credo che questa legge elettorale stabilisse regole precise, sciocco ignorarla proprio da parte del partito che l’ha promossa. Credo che l’alleanza famosa con il M5S avrebbe ribaltato la questione ma sarebbe stata tattica, non avrebbe prodotto una ipotesi di governo credibile. La destra è apparentemente più pronta ma vedremo, la fase è critica. Resta il fatto che sui contenuti non ci siamo. E la sinistra dell’uno per cento o quella che deriva da alchimie via via più fantasiose non fa nemmeno più testimonianza. Un bel problema. Rimbicchiamoci le maniche caro Gian, c’è da fare per tutti
Franco Gabotti
L’Italia di oggi è di destra. Lo è il 40% del 60% di coloro che al voto ci sono andati. In un certo modo lo è il 40% di coloro che, aventi diritto al voto, non sono andati a votare pur sapendo come sarebbero andate le cose se avessero lasciato la decisione agli altri. A culo di ragionamento si si può dire dello stesso Letta che va al massacro quando rifiuta l’alleanza salvifica con i cinque stelle per un fatto quasi personale.
Quindi: a) sentirsi italiano e purtroppo esserlo, b) assistere allo spettacolo buffo della campagna elettorale dei sedicenti uomini di sinistra e immaginarsi di guardare il film di Bunel L’angelo Sterminatore. Il soggetto di José Bergamin racconta di una comitiva dell’alta borghesia che sontuosamente cena in una villa (guarda caso al termine di una rappresentazione teatrale) e quando si accorge della scomparsa della servitù si inquieta e decide di accomiatarsi, ma ognuno inspiegabilmente rimane prigioniero di una risoluzione che non riesce a prendere per lasciare la villa e tornarsene a casa. Ecco, quella servitù è la sinistra.
Elena
Caro Franco grazie per il tuo commento e per aver citato un film, quello di Bunuel, che amo molto e che avevo utilizzato nel 2020 sul blog, anche se con altro scopo. Ti segnalo l’articolo qui poiché ai tempi forse non mi leggevi : https://www.elenaferro.it/il-mondo-fuori-come-film-bunuel/. La critica alla società borghese ben si adatta alla tua critica alla sinistra. Che ha per me commesso l’errore più grande : ha perso il suo radicamento nella classe e dunque non può rappresentarla. Il punto non è il come ma il cosa. La sinistra e il Pd (due cose distinte) hanno molto da discutere su questo ma mi paiono impegnati in altro. Una sola considerazione : il centro destra nei voti è più debole di vent’anni fa. Ma vince perché non ha avversari