Se avessi saputo che il bosco segreto delle streghe della Val di Trana si nascondeva proprio a poca distanza da Torino, non avrei esitato a frequentarlo prima.
L’ho scoperto durante una recente spedizione SOTA (radiotelegrafia sui picchi dei monti) e mi è venuta voglia di raccontarvelo.
La foto non è abbastanza per descrivere la magia che si respira sul Monte Pietra Borga proprio sopra Sangano, alle sorgenti del Sangone, dove ho scovato questo luogo meraviglioso che un tempo era il bosco segreto delle streghe.
Boschi, segreti e masche in Val di Trana
Alzi la mano chi di voi sapeva già che sopra Sangano si trova un incredibile sito celtico che a prima vista ricorda Stonehege.
Si trova nell’area del Monte Pietra Borga, che abbiamo risalito per la nostra prima attività SOTA dell’inverno 2016.
Come non sapete nulla del SOTA? Dovreste, se siete iscritti a questo blog. Intanto, mentre compilate il form, date un’occhiata a questo articolo in cui vi spiego nel dettaglio che cos’è e come funziona.
Eh già, mentre la maggior parte delle persone che conosco la montagna d’inverno se la godono sugli sci (e così ammetto di aver fatto anche io, per molto tempo) noi esploriamo i pendii freddi e brunati riscoprendone i colori, gli odori e assaggiando il freddo pungente che l’inverno giustamente garantisce.
E scopriamo cose che altrimenti non avremmo mai visto, immergendoci nei segreti della montagna, segreti che spesso si celano proprio accanto a noi.
Silenziosi, come i nastri appesi ai rami degli alberi del sito dei Menhir di Trana, che testimoniano il passaggio delle fate in questo bosco magico, misterioso e antichissimo.
Qui le vestigia megalitiche testimoniano una presenza già dal Neolitico Finale – prima età del Rame (circa 4.000 – 2800 ac) ed hanno la caratteristica di enormi massi in sede circolare che sembra siano stati abitati a partire dalla più recente età del Ferro. Un sito di grande valore culturale e storico per tutta la valle e tutta la Regione e anche per gli amanti del mistero.
Il bosco segreto delle streghe
Qui vivevano le Masche (o almeno così dice la leggenda).
Alcune incisioni cruciformi di fattura medioevale ritrovate sulle rocce, sarebbero segni esorcizzanti del più antico culto pagano locale, quello legato alle masche, le streghe in piemontese, ed agli spiriti del bosco.
Questi menhir si trovano in collegamento visivo con altri siti risalenti al medesimo periodo, come quello di San Giorio, presso l’area Rifugio del Gravio. E’ datato al 1300 d.c.
A dire la verità, il cielo cupo e grigio di una giornata non proprio limpida, il fitto bosco, le foglie secche, gli alberi spogli e i massi megalitici costituiscono una sede che ha davvero dello spettrale…
A me è parso di vedere un’ombra fuggitiva dietro un menhir, chissà che le masche non dimorino davvero lassù :). Voi che ne dite?
La salita al bosco segreto delle streghe
Ma veniamo a noi e alla nostra gita domenicale sui pendii (lievi) del nostro amato Piemonte. Giunti ad Avigliana, siamo saliti verso Trana e abbiamo raggiunto Biellese Belvedere dove è possibile lasciare l’auto.
A piedi con i nostri scarponcini, gli zaini e i bastoncini da trekking (Nordick walking o trekking? L’importante è muoversi) ci siamo incamminati nel bosco sopra Sangano, in una zona ricca di sorgenti e di storia.
La giornata era uggiosa ma l’abbigliamento e i viveri adeguati alla sfida. Così, con nebbia alle porte e sole che ci ha salutati per soli 5 minuti, siamo giunti in cima dove davvero la vista è uno spettacolo mozzafiato.
In cima



La grande croce bianca che svetta sulla cima del monte, meta di gite ottocentesche dei torinesi, indica una vista su tutta la piana davvero straordinaria.
Spazia dai laghi di Avigliana alla piana torinese, c’è da perdere il fiato!
Appena giunti in cima, Carlos ha sistemato la sua attrezzatura, l’antenna, la radio, il tasto per la telegrafia, mentre io ho cominciato la mia esplorazione nei dintorni.
La nebbia che da valle comincia a salire non fa paura, non più dei cacciatori selettivi di cinghiali, di cui abbiamo notato i fuoristrada nei posti auto più a valle.
Accucciati accanto alla croce abbiamo resistito circa un’ora e mezza, poi siamo scesi. I sentieri sono decisamente troppo ripidi per gambe appena all’inizio della stagione delle scampagnate.
Ma scoprire borgate semi deserte perfettamente manutenute, incontrare fontane d’acqua fresca e zampillante con il tipico “bicchiere del viandante” a disposizione, baite dove davvero potrebbero abitarci le fate, abbandonate ma ancora bellissime, è abbastanza per ripagarci dal freddo patito e dalla fatica della prima camminata dell’anno.
Il bottino SOTA
E non è nemmeno andata male con i contatti! Il segnale arrivava pulito e ne abbiamo realizzati ben 36, per un totale di 16 differenti paesi europei.
Frequenze utilizzate solo di notte ci hanno fatto raggiungere molti più radioamatori di quanto la nebbiolina avrebbe fatto sperare. Anche un inglese che trasmetteva direttamente dalla sua auto!
Come al solito in fonia e in telegrafia, come ama fare Carlos. Mentre io mi godo la pace di quei luoghi, una pace che odora di agrifoglio e di cinghiale.
E di masche.
Potrebbe interessarti anche Ancora streghe, d’Pivron!
4 Comments
Roberto
Brava, bell articolo! Sono di quelle zone, ho vissuto esperienze ai limiti tra naturale e soprannaturale, ho girato piu di mezzo mondo , e ovunque vada trovo sempre quella cosa, sento sempre quella cosa… non so che cosa sia, ma é intensa e violenta, la definisco energia ma dentro di me so che é qualcosa di piu. Negli ultimi anni sto cercando di fuggire ogni qualvolta la senta, ma non é facile.
Elena
Buona sera Roberto e benvenuto nel blog. Ti ringrazio per questo tuo pensiero tanto personale. Non ti nascondo che hai suscitato in pieno la mia curiosità.. Hai viaggiato molto e più viaggiamo più conosciamo, anche di noi stessi. Non tutti però hanno la sensibilità di cogliere le “energíe” e il coraggio di parlarne. posso immaginare che non sia affatto semplice. Come le percepisci? Come ti senti quando provi a respingerle? Per intanto un caro saluto, quando ti va passa da queste parti….
Pier Luigi Ollearo
Tu dici di aver visto un’ombra di masca, invece io l’ho fotografata una masca; ci sono anche sulla collina della Serra in un ex monastero sorto nel 1555, in bellissima posizione panoramica……vista lago.
Se mi dai un recapito email, ti mando la fotografia.
Ciao, Pier Luigi
Elena
Ciao Pier, davvero? Non vedo l’ora di vedere la fotografia e penso sia così per molti di noi :). Puoi mandarla all’indirizzo che trovi al link del Menú “Contatti”, elenaferro@elenaferro.it. La aspettiamo!