Passione vela

La Barcolana dietro le quinte

La 47 Barcolana si è appena conclusa e già si pensa all’anno prossimo. Sponsor, organizzazione, dirette televisive, con l’eccezionale scelta di RAI Sport che ha trasmesso la regata in diretta.

Speriamo non sia un caso isolato, lo sport velico ha bisogno di essere sostenuto per intero, che l’attenzione per la Barcolana sia solo un punto di partenza, anche se in rete di questo evento non si trova quasi più nulla.

La vela rimossa dai network, questo sì che fa arrabbiare! 

E pensare che non esiste un solo velista, di mare e di terra, che non abbia mai desiderato parteciparvi, con la propria barca o sulla barca di qualcun altro (persino pagando)!

E chi non l’ha fatta quest’anno sta già progettando di farla l’anno prossimo, in un modo o nell’altro. I molti che sono stati a guardare, dai moli o dalle barche in acqua, staranno già meditando su come fare a portare la propria barca, piccola o grande che sia, nel golfo di Trieste per poter accettare la sfida della 48 Barcolana.

Certo che se non avete gli sghei per investire su vele, armo ecc ecc non potete nemmeno lontanamente sperare di piazzarvi.

La Barcolana è fatta dai grandi per i grandi, le piccole barche, in quell’immenso veleggiare fatto da 1700 rande al gran lasco che oggi si sono presentate sulla linea di partenza, rischiano l’oblio. È per loro che scrivo questo articolo, è a loro che dedico questa riflessione.

A quei nomi che non leggerete mai in classifica.

Quest’anno ho partecipato anche io, ed ho intenzione di raccontarvi il dietro le quinte che ho visto e che difficilmente altri vi racconteranno.

Voi lo sapete già che ha vinto Robertissima III, perciò congratulazioni alla barca e al suo eccellente equipaggio triestino, e sapete che troverete la classifica generale in questo link.

Quello che non sapete è che niente di tutto questo sare

bbe stato possibile senza il mite, costante e appassionato lavoro di tante persone che la vela la amano davvero, indipendentemente dal business che è capace di generare.

Presque Isle

Sabato 10 ottobre doveva correre la regata storica, ma a causa di una bora piuttosto forte (misuravamo raffiche dai 45 ai 60 nodi di vento, sono circa 100-120 km orari) siamo rimasti a terra.

Ero imbarcata su una splendida barca antica battente bandiera inglese, Presque Isle, una goletta aurica del 1923, lunga più di 20 metri e non stavo più nella pelle all’idea di regatare su quella che ho definito, e non me ne pento, “La Regina di Alto Adriatico”. L’equipaggio era perfetto e la barca in ordine, con le sue vele pronte per essere spiegate.

È difficile raccontare le ore che ti separano dal cannone del via, ma certo l’euforia venerdì sera si toccava con mano (l’euforia a Trieste è di casa). Ma poi al breafing della mattina il comitato di regata ha esposto N/A. Nel linguaggio delle bandiere significa che la regata è annullata, troppo vento.

Torniamo sul Molo Audace dove Presque Isle resisteva alla grande alla risacca che si era formata a causa del vento, delle correnti e del mare. Stavamo giusto studiando che fare, perché quando la risacca e il vento si sommano alla marea che cresce, stare ormeggiati all’inglese sul Molo sarebbe stato molto rischioso.

Quando si avvicina un gommone assistenza con su dei ragazzi che poi abbiamo scoperto essere allievi/istruttori delle scuole di vela della zona che in modo totalmente volontario, con grande professionalità, delicatezza e fermezza ci hanno proposto di portare la barca in una zona più protetta che la Capitaneria aveva appena reso disponibile causa mal tempo.

Questi ragazzi hanno eseguito le manovre con una tale perizia che mi sento, anche a nome di tutto l’equipaggio, di ringraziarli.

Se abbiamo potuto passare una notte serena è anche merito loro.

Essere lontani dal Barcolana Village è stato da un lato un peccato, ma dall’altra un’occasione per vivere un evento super mediatico un una forma più asciutta. Fuori le raffiche di bora schiaffeggiavano la festa in Piazza d’Italia e su quel molo alcune barche recuperavano la dimensione tradizionale di una regata.

L’esperienza della regata storica continuerà a mancare dal mio elenco, ma vedere (e sentire) la Barcolana, guardare non tra i primi, con nomi, barche e sponsor altisonanti, ma tra gli ultimi, tra quelli che ci provano comunque anche sapendo di non avere alcuna speranza, è stato molto interessante.

Mi è sembrata questa la cosa più bella della giornata e che mi porterò senz’altro appresso. La forza e l’entusiasmo di chi dal fondo non smette mai di sognare che un giorno, forse, arriverà primo.

Forse anche io un giorno potrò realizzare il mio di sogno : essere un Ufficiale di Regata della Barcolana di Trieste. Vi ho parlato del mestiere di Giudice di gara in questo articolo, dategli un’occhiata.

Perché i sogni a volte diventano realtà.

 

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2 Comments

    • Elena

      E’ in ottima forma! Ed ora è in Alto Adriatico, se non avessero annullato la regata avremmo fatto un buon risultato, vedessi che bordi venerdì… In effetti varrebbe la pena scriverci un post su questa bella signora….che ne pensi?

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