Comunicare, secondo me

La Giraglia a bordo di QQ7

A bordo di QQ7

Se non siete mai stati a bordo di una barca a vela in una delle regate più importanti del Mediterraneo, godetevi quest’intervista a Carlos Wenzel, argentino e imbarcato insieme ad altri 11 membri di equipaggio sul QQ7, un Farr 53 che ha partecipato alla 64° edizione della Giraglia Rolex Cup.

241 miglia previste, 222 effettuate a seguito di una riduzione programmata di percorso, con momenti di calma e punte di 35-40 nodi di vento. Un evento che è anche un appuntamento mondano, e che, a parer mio, poteva essere meglio “coperto” dai media. In fondo la vela interessa molte persone e meriterebbe maggior attenzione, lo dico da tempo.

Lo scopo di questa intervista è anche dare un contributo per veicolare i valori, la passione e l’amore per il mare e per il vento. Non vi resta che godervela.

Benvenuto Carlos e congratulazioni a tutto l’equipaggio di QQ7 per il piazzamento. Un risultato positivo come questo, quanto è merito della barca e quanto dell’equipaggio?

Direi il 50 e 50. La barca era in buone condizioni con ampi margini di miglioramento, specie per le vele. Nonostante l’equipaggio sia in formazione – è alle prime regate con la gestione di un nuovo armatore – a bordo c’era tanta voglia di fare bene e questo ha fatto la differenza. Col tempo diventeremo ancora più competitivi.

Toglici una curiosità: come e chi definisce i ruoli a bordo in una regata di una certa importanza come questa?

La responsabilità è dell’armatore, che può decidere di avvalersi della collaborazione di un esperto/a che li individui. Ma l’ultima decisione è la sua e, naturalmente, della barca.

Cosa intendi?

Dopo le prime regate i ruoli si definiscono da soli. La barca ci dice dove ciascuno di noi può essere maggiormente efficace in un ruolo piuttosto che in un altro. In mare le cose si mettono a posto, sempre.

Parliamo della regata Saint Tropez-Giraglia-Genova. Come l’avete affrontata?

La preparazione psicologica è fondamentale. Quando si devono affrontare più di 200 miglia e, nel nostro caso, navigare per 36 ore di seguito, occorre mettere in conto la stanchezza, la tensione, i cambiamenti meteo, le eventuali rotture a bordo. Tutte occasioni potenziali di stress. Bisogna saper governare anche quelle.

In particolare è essenziale la tattica, che occorre definire in relazione al vento, alle potenzialità e caratteristiche della barca e dell’equipaggio. Bisogna conoscere bene il contesto per poter prevedere una regata, da tutti i punti di vista.

Avete fatto una bella partenza. Con un Comitato di Regata che è parso perfettamente in sintonia con la regata

Senza ombra di dubbio. La scelta di fare tre partenze intervallate ha consentito di liberare la linea in modo chiaro e preciso. Il vento O-NO ha obbligato il Comitato a mettere la boa di bolina a circa 1,5 miglia per 290 gradi verso la baia di Saint Tropez. Una volta lasciata a sinistra la boa di bolina, mure a dritta abbiamo puntato la prua verso le secche davanti a La Mutte, in direzione SO. Poi, forse valutando lo scarso vento o a causa delle esercitazioni nei pressi dell’isola di Levant, si è deciso di ridurre il percorso di qualche miglio, posando una boa prima delle isole Formiche e facendoci risparmiare un bel pò di strada con un vento quasi inesistente.

Dopo di che con nemmeno dieci nodi siamo risaliti bolinando verso la Giraglia. Durante questo lato abbiamo fatto molte virate, nel tentativo di individuare le migliori prestazioni possibili della barca e delle vele, adattandole al mare e al target.

A proposito di vele. Quante sono in dotazione su QQ7?

Beh, la dotazione è di 25 vele. 3 rande, 7 fiocchi, 5 spinnaker, 5 gennaker, 2 code zero, 1 stay sail, 1 randa di cappa e 1 tormentina.

Le vele hanno differenti grammature e vanno cambiate secondo l’intensità del vento. Ad esempio, nel primo lato del percorso, il vento leggero ci ha convinti ad utilizzare per tutta la tratta il code zero e fiocchi leggeri. Paradossalmente è il lato su cui abbiamo guadagnato più posizioni, perché siamo stati capaci di sfruttare al massimo le potenzialità della barca.

Poi però, nei pressi della Corsica, il vento è cambiato

A circa dieci miglia dall’isola della Giraglia purtroppo abbiamo commesso un errore che ci ha portato nel bel mezzo di una zona di calma piatta. Questo ci ha demoralizzato: Vedere che tutti stanno camminando mentre tu sei fermo non è bello. Ovviamente abbiamo perso posizioni, ma ci siamo ripresi. Poi ci si è messo anche il vento, che a un miglio dalla Giraglia è di nuovo calato.

Sbagliare tattica può succedere. Ma come si esce dall’empasse?

Non bisogna lasciarsi andare. Le regate si giocano fino all’ultimo secondo. Tutta l’energia e la concentrazione dell’equipaggio vanno indirizzate all’analisi della situazione per trovare una via d’uscita. E’ in questi momenti che si fa squadra.

Cercare il vento diventa il lavoro di tutti e poi, tutti insieme, si cerca di raggiungerlo il prima possibile. Così abbiamo fatto e siamo riusciti a riprendere la navigazione e a raggiungere la famigerata Giraglia!

Come sempre laggiù ci sono stati ulteriori cambiamenti significativi di vento. Abbiamo continuato ad armare e disarmare gennaker e fiocco, fono a quando non si è stabilizzato. Poi, usciti dall’ombra della Corsica, abbiamo cominciato a camminare spediti.

E poi è arrivato, tutto in una volta, il vento che si era negato nel primo lato del percorso. Abbiamo sentito di numerosi problemi e rotture. A voi come è andata?

Premetto che in barca a vela cose come queste succedono, sono nella norma. Il vento può rinforzare parecchio, le barche sono tirate a ferro per vincere, può succedere che ceda qualcosa. Per fortuna al di là dei danni, non mi pare che ci siano stati feriti gravi. Questa è la cosa importante.

la Giraglia a bordo di QQ7
Marco, Roberto, Stefano, Ivan, Riccardo, Maurizio, Salvatore, Antonio, Roberta, Carlos e Adriana

Come dicevi tu, anche noi abbiamo avuto la nostra dose di adrenalina, chiamiamola così. Appena girata la Giraglia c’erano appena 5 nodi, poi verso Genova sono diventati rapidamente 35. Era già buio, erano circa le 20, quando lo strozzatore della drizza del gennaker ha mollato. Abbiamo sentito un colpo sordo e forte sull’albero, c’è voluto qualche secondo per capire cosa fosse successo.

Poi abbiamo intuito che si trattasse della drizza del gennaker, anche perché la vela, circa 230 mq di tela, è finita in acqua, incollandosi sul mare a prua. Questo ha rallentato la barca, ci ha fatto perdere un pò di governo e di posizioni, poi il vento ci ha fatto scarrocciare un pò.

Ciò nonostante in meno di 5 minuti abbiamo recuperato da poppa la vela, ma abbiamo dovuto issare un fiocco, non avevamo un gennaker adeguato di scorta. Una vera disdetta.

Mi risulta non sia stato “l’incidente” peggiore che vi è capitato. Sbaglio o avete tagliato la linea di arrivo con un timone…. a barra?

Sì, ce la siamo vista brutta! C’eravamo quasi… ma a dieci miglia dall’arrivo il timone a ruota girava a vuoto,  una bruttissima sensazione, credimi. Si erano rotti i frenelli della timoneria.

Con 30 nodi di vento non riesci a governare, in più un 53 piedi….. è un bel problema. Non ci siamo fatti prendere dal panico, abbiamo preso il timone di rispetto, cioè quello a barra, e lo abbiamo armato.

In qualche momento eravamo in tre a tenerlo, ma ce l’abbiamo fatta. La barca ha ripreso a navigare sulla sua giusta rotta. Naturalmente non abbiamo mai ridotto o disarmato una vela. Abbiamo navigato con tutte le vele su. Una fatica che ha pagato, poteva andare molto peggio in classifica.

Non so, ma l’idea che fossero le prime ore di un venerdì 17 mi ha fatto pensar male….

Sei superstizioso?

No. Ma la prossima volta faremo più attenzione….

Cosa ti porti via da questa regata?

Carlos al timone
Carlos al timone

Guarda, abbiamo incrociato tartarughe, tanti delfini e persino una balena, tra Saint Tropez e la Corsica, Un’esperienza unica.

Poi naturalmente il piacere di aver fatto la Giraglia a bordo del QQ7. Desidero se me lo permetti congratularmi con tutte le imbarcazioni che hanno partecipato, compresi i mini transat e chi ha navigato in solitario. Con questo vento, davvero una prova di marineria.

Mi porto via tanta fatica da smaltire ma anche gioia di poter raggiungere un obiettivo ambito insieme. Mi porto via le immagini di una festa splendida (guardate i fuochi d’artificio a questo link) e un’esperienza indimenticabile. Ho partecipato a ben 8 edizioni della Giraglia, questa è stata decisamente la più entusiasmante!

Posso Elena ringraziare l’armatore per avermi preso a bordo, i miei compagni e l’organizzazione tutta della Giraglia Rolex Cup. I giudici che hanno condotto una serie di prove in modo ineccepibile e te per la tua attenzione.

Bene Carlos, grazie a te per la tua disponibilità. Non capita spesso di poter andare dietro le quinte di una regata. Ora però aggiungo una cosa io

Abbiamo seguito QQ7 per tutte le regate. Sincere congratulazioni a tutto il suo equipaggio. Naturalmente bravi bravissimi ai primi classificati e a tutti gli equipaggi che hanno reso bellissima questa edizione.

Da Ufficiale di Regata non posso che riconoscere il lavoro pregevole dei Comitati di Regata che si sono alternati alla direzione delle regate, per le scelte precise e senza sbavature effettuate durante il corso di tutta la manifestazione. La partnership Italia-Francia può funzionare. Credo fermamente nello scambio di esperienze e di conoscenze, andiamo avanti così.

So che in molti hanno trovato complesso e impreciso il live truck (tra parentesi ringrazio tutti coloro che hanno seguito il blog in questi giorni e che si sono divertiti con me a seguire la regata).

La mia impressione? Certo un pò di home made, ma forse un truck più preciso avrebbe favorito gli equipaggi dotati di satellitare… 😉

Voi non credete?

Restate con Velaleggera.com! Come? Iscrivetevi!

Noi ci sentiamo alla prossima sfida!

Buon vento, marinai!

 

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