Mi rendo conto di essere soprattutto stanca. Il lavoro da casa, quando è possibile, non è meno stressante di quello in presenza e passare ore e ore della giornata con un monitor di fronte e fiumi di parole nella testa (che la buona abitudine della sintesi non la conosciamo proprio noi italiani) non è un gran che e comincio a sentirne il peso.
Non mi lamento perché sto bene, la mia famiglia sta bene, fatta eccezione per la mia mamma che sta patendo molto e che non accetta la sua malattia. Cerchiamo di starle vicine, io e mia sorella, ma non è semplice aiutarla. Chissà quante e quanti di voi stanno vivendo la stessa situazione.
Non ho mai reagito ai momenti di difficoltà con la cifra della disperazione.
Piuttosto mi fermo un attimo, cerco di tradurre ciò che mi sta accadendo, e poi riparto. Quest’anno sono ripartita dal coaching. Ed è una gran bella sfida che non so dove mi porterà.
Un nuovo inizio
Per fortuna qualche novità nella mia vita è arrivata lo stesso. A dire la verità, me la sono cercata, mentre aggiornavo il conto delle mie primavere a settembre, che a me negli ultimi tempi ci vuole un attimo per realizzare che è passato un altro anno, ogni volta che si avvicina ottobre.
Questo punto della situazione comincia proprio da qui, da una nuova esperienza che da qualche giorno fa parte della mia vita: il coaching.
E’ partito il Master di coaching evolutivo!
Ho cominciato il primo livello del Master per Coach professionisti, con la scuola ICF – Idee che Trasformano, sede a Roma, dove a febbraio passerò tre giorni in full immersion per affinare le tecniche che apprenderemo, manco a dirlo, on line.
Sono particolarmente contenta di questa scelta che è un mega regalo che quest’anno mi sono fatta per il compleanno, un regalone, visto i costi, ma che sono convinta farà del bene a me e forse anche a chi vive e lavora con me.
Credo che tornerò ancora sull’argomento perché quando una cosa così importante accade nella mia vita è inevitabile che cominci a parlarne, anche sul blog. E scegliere di evolvere in una direzione nuova con l’aiuto di formatori qualificati è di certo una novità di peso.
Le persone appena conosciute e che parteciperanno con me al corso mi hanno fatto una buona impressione. Insieme alla professionalità dei formatori e al buon livello umano del gruppo, qualità che mi interessa sopra ogni altra. Diciamo che siamo partiti bene.
Ho notato due cose soprattutto, alla prima lezione del corso.
La prima è che durante la breve presentazione iniziale tutti abbiamo puntato l’attenzione sul nostro lavoro, come se la nostra identità dipendesse in massima parte da questo. Io ho fatto lo stesso, pentendomi amaramente un attimo dopo di non aver detto ciò che amo e che nutre la mia anima, specie in questi giorni difficili, ovvero la mia scrittura e le mie passioni, al di là del lavoro.
Pace, ci sarà tempo e modo. Peraltro credo che sul tema della nostra identificazione con il lavoro tornerò, magari con un post dedicato.
La seconda cosa che mi ha colpito è il coaching come relazione di aiuto, cioè la possibilità per il coach di fornire al cochee non solo le motivazioni per raggiungere i propri obiettivi e quindi la vorare sul suo rafforzamento e sulla sua focalizzazione, ma anche un sostegno, emotivo, per farlo. Sarà davvero questo il coaching?
Quanto a me, ho scelto questo percorso perché ho bisogno di focalizzarmi su me stessa e affinare le mie competenze, crescere a livello personale e professionale e rafforzare la mia autonomia.
Per questo penso al coaching come a uno strumento di rafforzamento strutturale delle persone a partire dai loro talenti. Se sono sulla strada giusta o sto per prendere una grossa cantonata, lo vedremo solo proseguendo.
Mi sono annotata una frase di forte impatto emotivo pronunciata al termine della sessione da uno dei formatori:
Pur partendo da un punto comune, noi abbiamo un vantaggio rispetto a voi: sappiamo cosa diventerete
Vittorio Balbi, Trainer Coach ICTf
Una frase potente che mi ha ispirato e lasciato immaginare una versione di me che forse io ancora non conosco ma che presto sboccerà.
Non vedo l’ora.
Volete sapere com’è andata a finire?
Leggete questo articolo in cui vi racconto l’emozionde del dopo esame. E consultate la pagina del blog dedicata al coaching!
Saluti, care Volpi!
19 Comments
newwhitebear
Le tue considerazioni sono come al solito preziose, indice di un pensiero riflessivo e profondo.
Letto un po’ di fretta ma l’ho letto tutto. Dovevo mettermi in pari con tre mesi di post non letti.
Elena
Eh si, non oso pensare a quello che ti è successo e a come sei riuscito a risolvere, fosse capitato a me sarei stremata e forse anche sconfitta. Non sembra ma quando si stabiliscono delle relazioni, anche se in rete, curarle richiede molto tempo. Ma ne vale la pena. Bentornato
newwhitebear
Grazie. Sono ostinato ma il lavoro non è finito
Elena
Questo mi sorprende negativamente
newwhitebear
sono dettagli per mettere in sicurezza tutto
Rebecca Eriksson
Che belle riflessioni sul corso di coaching! Sì, è proprio vero che troppo spesso ci si presenta come una professione e non con una personalità. Credo che ora me l’hai fatto notare mi sforzerò di cambiare approccio (almeno in contesti che hanno senso).
Elena
Il corso di coaching è stato una svolta importante, chissà dove porterà (di sicuro influenzerà il blog, ho già qualche idea!). Mi hai incuriosito : di preciso come deciderai di cambiare approccio? In quale contesto?
Barbara
Ottimo per il corso di coaching, se sono realizzati bene consentono di cambiare completamente prospettiva e trovare approcci e soluzioni diverse a qualsiasi problema. Il focus sul lavoro viene spontaneo per due motivi: passiamo tanto, tanto, tanto tempo col lavoro, non sono mai le 8 ore canoniche, e in smart working non ne parliamo! Quindi è naturale che il primo “cassetto” che vogliamo riordinare è quello lavorativo. Secondo, se il coaching è fatto in gruppo viene naturale associarlo ad un coaching aziendale, anche se siete tutti estranei e di professioni differenti. E difficilmente si arriverà a condividere col coach e tutti gli altri esattamente quello che serve. Il coaching personale deve per forza essere singolo e tocca anche la sfera psicologica.
O per dirla alla Jack Sparrow: “Il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema.” Che fa ridere, ma è una verità disarmante.
Elena
Inserirò Jack Sparrow nelle letture necessarie per il mio percorso di crescita! 😉 Non so dirti al momento cosa e come si proseguirà, l’inizio è stato interessante e ha già messo in luce alcune dinamiche che di sicuro in una seduta si possono presentare. Confesso che al momento sono interessata ad acquisire gli strumenti, vedremo se mi sentirò di applicarli a un ambito professionale, sportivo, personale o chissà che altro. Insomma, è un percorso aperto. Quello che so è che sono felice di averlo intrapreso, anche se un po’ la vita me la complica. Peraltro non ho mai usufruito di seduto di coaching quindi per me è davvero tutto nuovo. Tu hai mai provato? A parte le sedute di allenamento come peaker, ovvio 😉
Giulia Lu Dip
In bocca al lupo per il tuo corso e per tutte le novità che stai affrontando per il prossimo romanzo. Io non ho grosse novità nella mia vita, sto raccongliendo le idee sul futuro, visto che il presente ci mette in stand by…
Elena
Ciao Giulia, a volte stare fermi è la migliore soluzione! L’importante è la sintonia con noi stesse. In questo periodo asseconda tutte le pulsioni positive che ho. Lo faccio per scelta, una sorta di ristoro che voglio regalarmi senza pensarci troppo su. Di certo anche tu hai il tuo angolino positivo che stai annaffiando con cura.
Grazia Gironella
Per me non è proprio un momento di aggiunte ispiranti, questo, quanto piuttosto di desiderio di tornare ad attività ora impossibili, mentre mi destreggio tra scartoffie, riparazioni e sostituzioni. Sembra che non ci sia una fine, ma so che c’è. Pazienza, pazienza… Tanti auguri a te, per tutta la tua carne al fuoco (così sembri una strega sulla pira, ma ci siamo capite). 😉
Elena
Mi piacciono le streghe! Questo momento è complicato e credo sia possibile per ciascuna di noi viverlo solo per come ci è possibile. Anche riparare le cose rotte può essere un’attività non solo molto creativa, ma anche illuminante. E poi nel tuo bosco fatato (ho sempre in mente le atmosfere di Cercando Goran quando penso a te, non c’è niente da fare) immagino che tu possa trovare molto di ciò che io stessa cerco di raggiungere nel mio quotidiano spesso senza riuscirci. Ps: Le scartoffie sono una nuova storia? 😉
Grazia Gironella
Ahimé, le scartoffie sono tasse, sanzioni, more, registrazioni… se è una storia, preferirei non leggerla! XD Però il mio bosco fatato ce l’ho nel cuore e intorno a casa, e non è poco. 🙂
Elena
Sono d’accordo 😀
Luz
Intanto se hai deciso di fare questa esperienza di apprendimento di una tecnica complessa quanto delicata, vuole dire che stai concretamente uscendo da quella famigerata “crisi”. Spero di non sbagliarmi. Questa pratica mi fu nota una decina di anni fa, quando mi imbattei in un giovane esperto. Ne parlammo a lungo, ma non volli sottopormi, perché fui un po’ scettica riguardo alla persona in sé. Avevo in mente piuttosto una sorta di guru. 🙂
Poi aspetto la pubblicazione del tuo nuovo romanzo.
Novità esaltanti nella mia vita? Di continuo. Sono un vulcano di idee. Il 2021 poi sarà l’anno del compimento dei 50, quindi DEVE essere speciale, bellissimo, indimenticabile. Ci sto lavorando. 🙂
Elena
Al coach penso da più di dieci anni. Inizialmente avevo in mente il counselling, una disciplina simile ma completamente distinta. Nascevano scuole a Torino e mi ero informata presso un paio di esse ma i corsi, in termini di programma, mi parevano scarni e del tutto sproporzionati rispetto ai costi. E poi, c’era la scusa del tempo, avanzata per “coprire” una scarsa fiducia nelle mie possibilità. Non avevo in mente la figura di un guru, tantomeno di una specie di psicologo o di sfogatoio professionale. Solo quando ho conosciuto il profilo del coach ho capito che era proprio ciò di cui avevo bisogno. Ora che quel tempo dei dubbi è passato e sono passati in mezzo questi anni in cui sono indubbiamente cresciuta, ho capito che devo abbracciare ciò che sento senza remore né giustificazioni. Di sicuro l’avvicinarmi agli anta è stato d’aiuto, paradossalmente a volte ne siamo spaventate e invece si apre un mondo. Lo stesso che sono certa si aprirà per te. La tua creatività e la tua preparazione ci riservano grandi sorprese, sarà un compleanno per i cinquanta bellissimo e tu sei troppo sul pezzo per non godertelo al meglio.
Sandra
Che post denso.
Grazie per la citazione e vento in poppa per questi percorsi che stai affrontando con entusiasmo.
La frase Pur partendo da un punto comune, noi abbiamo un vantaggio rispetto a voi: sappiamo cosa diventerete potrebbe quasi spaventare, sembra che i coach siano dotati di una sorta di preveggenza, è sempre molto bello mettersi in gioco e discussione, soprattutto ora, in un momento storico tanto delicato e faticoso in cui tutto sommato sarebbe ben più comodo e facile mettersi sul divano nel poco o tanto tempo libero che abbiamo.
Ma tu no e questo ti fa onore.
Elena
Ciao Sandra, hai ragione, di questo post potevo farne tre! Con il fatto che pubblico ormai da qualche mese solo più una volta a settimana mi sembra di non poter aspettare a dirvi tutto ciò che ho nella tesa. Che poi le idee per scrivere le avrei a frotte, il problema è il tempo. Ho iniziato a leggere, ne parleremo. Ma ieri sera ho dovuto interrompere bruscamente: alle 21 mi sono addormentata sulla poltrona. Faccio faccio e non mi fermo mai, ma ogni tanto la copertina e la comodità hanno il sopravvento sulla palpebra…