Questo mese di luglio 2021 è difficile da catalogare per me.
Sono successe cose che mi hanno messa a dura prova, come la malattia di mia madre, di cui ho accennato nel post Caregiver, e l’incredibile incidente che mi è capitato il primo giorno di pseudo vacanza.
Tutto può davvero succedere in un attimo!
Ciò nonostante, voglio ricordarlo soprattutto come il mese in cui è uscito Càscara il mio nuovo romanzo (scaricalo subito qui) , che sta incontrando un ampio riscontro tra le lettrici e i lettori, e l’anno in cui ho portato a termine un percorso che avevo cominciato in piena pandemia, lo scorso anno. Il percorso per diventare una professionista del coaching!
Il 2 luglio ho ricevuto l’esito dell’esame e l’attestato che vi mostro più in basso.
Sono felice di annunciare che l’esame ha avuto un esito molto positivo e che mi ha permesso di conseguire il Diploma del Master in Coaching Evolutivo!
Sì, avete capito: sono una coach e sono orgogliosa di esserlo!
Orgogliosa di essere una coach
I primi mesi di pandemia ho passato molto tempo a pensare con attenzione alla mia vita.
I momenti in cui ho avuto più paura, specie all’inizio quando l’indeterminatezza creava mostri, l’ho passato in due modi fondamentalmente: irrigidendomi e fissando la mia attenzione su quello che c’era, proteggendolo, oppure guardando a ciò che ancora non ero e che volevo essere, che ho sempre voluto essere e cominciare a dare forma ai miei sogni, costruirli, qualunque cosa costasse. Fino ad allora stavo vivendo in una specie di plateau . Una volta raggiunto, bisognava solo restare, crogiolarsi nella speranza che ciò che avevo conquistato durasse per sempre, restasse così com’è.
La nuova consapevolezza ha rimesso in discussione questa che alla fine dei conti era piuttosto una stagnazione che una conquista, rimettendomi in cammino sull’orografia, su sentieri, valli, pendii e discese, percorrendoli talvolta di corsa e talaltra con cautela, armata di un solido bastone verso una meta che non posso che immaginare ma che esiste per me. Lo sento.
Una volta compiuti i miei cinquant’anni su quel plateau, inconsapevolmente, c’ero rimasta troppo.
Così sono grata alla pandemia per avermi buttato giù e avermi fatto riprendere in mano zaino e scarponcini per ricominciare, con fatica, a mettermi in cammino.
In primo luogo sono stata la coach di me stessa!
Perché sono una coach
Una cara amica che frequentavo una decina di anni fa, Nadia (non so se leggi ancora il mio blog, ma mi è piaciuto citarti perché ti ho sempre in mente, cara Nadia) era stata testimone del mio travaglio interiore che non aveva sbocco.
In allora non sapevo affatto cosa fosse il coaching. Sentivo dentro di me di dover mettere a frutto una caratteristica, forse addirittura un talento che sentivo vivissimo nel mio cuore e che non riusciva, nelle cose che facevo e faccio, ad esprimersi compiutamente.
Volevo aiutare le persone a fare un balzo evolutivo, a crescere, ad accettare le proprie sfide e a vincerle.
Nella mia ricerca personale di espressione e trasformazione, cominciai ad accarezzare l’idea di frequentare dei corsi di counseling, come sbocco “energetico” efficace per questo bisogno inespresso che sentivo crescere dentro di me.
Mi informai, ci sono parecchie scuole a Torino che lo praticano, ma non riuscivo a decidermi. Forse il counseling non era per me.
Il costo dei corsi era piuttosto proibitivo, si sarebbe trattato di un sacrificio che avrebbe messo in difficoltà il mio menage familiare di allora. E poi la frequenza in presenza non era compatibile con il mio lavoro, cui tengo analogamente tanto.
Ma soprattutto sentivo che quella era solo una prima, incompleta, risposta al mio bisogno di dare, non certo quella definitiva. Non quella che mi avrebbe, una volta palesatasi nella mia vita, accesa come una lucciola nella notte.
Per questo continuai ad accarezzare l’idea, senza mai praticarla.
Nel frattempo continuavo a pensarci e più ci pensavo più sapevo che le caratteristiche del counseling erano sempre più distanti dal mio sentire. Una relazione di aiuto, di consulenza in casi di disagio personale o della presenza di un “problema” non è quello che volevo fare.
Quello che desideravo era sostenere, accompagnare, camminare insieme.
Credo nelle persone, ho fiducia nelle loro capacità. Avevo bisogno di una professionalità che rafforzasse questo sentimento e questo pensiero, lo radicasse in me e nelle persone che ho intorno.
Pr questo quando ho conosciuto il coaching ho capito subito che era fatto per me. Una lunga ricerca, terminata quando ho incontrato la scuola Idee Che Trasformano.
Cos’è il coaching per te, Elena?
Un mestiere che sento nelle mani
Un mestiere che sento nelle mani
Così pensavo a dare finalmente una forma ai miei sogni.
Acquisivo la consapevolezza di quanto fosse importante essere in totale sintonia con le mie aspirazioni, anche se talvolta ho bisogno di molti anni per decifrarle, ma che poi, in un dato momento, si concretizzano , assumono una forma e una sostanza, un sapore che resta in bocca, giorno e notte, e che non va più via.
Per questo ho scelto.
Di dedicare ancora del tempo a me stessa. Alla mia formazione, alla mia crescita personale, umana e intellettuale
Non sapevo ancora quanta fatica avrei fatto per portare a termine questa impresa, non sapevo quanto bene avrebbe fatto a me stessa prima ancora di potermi sperimentare nel rapporto con gli altri.
Le prime considerazioni a caldo erano state ispiranti: Il bello del coaching lo avevo intuito subito
Ora che il viaggio è finito, un po’ mi manca.
E’ stato bellissimo, perché mi ha fatto incontrare persone meravigliose, sia nel panel dei trainer coach che nelle relazioni umane che ho intrecciato con i compagni di corso, oggi tutti coach come me ai quali auguro un futuro professionale radioso.
Ma il ricordo più bello, non me ne vogliano, è per la “triade”, il gruppo di tre di cui ho fatto parte per tutta la durata del training e con cui ho condiviso ogni momento, formativo ed emotivo del corso.
Cari tutti, vi porto con me ovunque andrò.
Nel test finale dell’esame alla domanda cos’è per te il coaching ho arrischiato questa risposta, fuori dallo schema dell’apprendimento recepito:
Il coaching è un processo capace di generare consapevolezza intorno alla bellezza che c’è in ciascuno di noi
Confermo, anzi, ne sono ancora più convinta. Questa è esattamente la natura di questa professione o perlomeno di come desidero farla io.
E intendo cominciare un percorso che possa aiutare le persone a manifestarla la propria bellezza, a realizzare i propri obiettivi, in una parola, a crescere nella propria direzione di marcia.
Ma ci sarà tampo.
Intanto mi godo questo risultato, lasciandovi con un’immagine di me che mi piace ricordare in relazione a questa esperienza:
Vorrei essere come l’acqua di un torrente di montagna. Fresca, dissetante, capace di prendere per un istante la forma di ciò che incontra e poi abbandonarla, portando via qualcosa di coloro che incontra e lasciando qualcosa di sé.
E voi care Volpi, quale importanza date alla vostra formazione permanente? Quali sogni tenete in un cassetto pronto per essere spalancato?
14 Comments
Amalia
Carissima Elena, è stato davvero un piacere conoscerti. L’idea di “casa emozioni” continua a ronzarmi nella testa. Ho però bisogno ancora di tempo. In questo momento ho tante idee ma non riesco a focalizzarle bene in maniera da compiere le prime azioni. Ti penso sempre con tanto affetto. Farai il corso avanzato? Un abbraccio forte forte. Amalia
Elena
Carissima Amalia, che meravigliosa sorpresa vedere questo tuo commento, benvenuta nel mio blog! L’esperienza di questo corso è stata così bella anche per la vostra presenza, anche se sempre on line, he disdetta. Ma avremo modo di incontrarci, ne sono sicura. Ti penso sempre anche io e mi chiedevo proprio se quella idea, casa emozioni, fosse ancora in pista, oppure se avevi maturato altro. Dopo un’esperienza così intensa io ho preso una pausa da tutto, anche per via di alcuni problemi che le lettrici affezionate del blog conoscono bene, relative a mia madre e a qualche piccolo intralcio nelle mie vacanze :D. Sono felice di sapere che hai molte idee, non è facile averne e con tutta questa abbondanza, sarà anche più semplice scegliere quella che fa per te! C’è tempo. Ad ogni modo se vuoi sai bene che io per te ci sono sempre. Ci vediamo al corso avanzato. Se comincio una cosa la voglio fare la meglio. Ti abbraccio forte forte, a presto
Barbara
Congratulazioni!! E’ sempre una bella soddisfazione terminare un percorso di studi, con esami annessi, e più è difficile, più ci teniamo, più l’entusiasmo liberatorio al brindisi è immenso! 😀
Sul mio cassetto dei sogni… il baule vorrai dire! In teoria con l’età adulta, ascoltando quelli più vecchi, si doveva ridimensionare, invece sempre baule è. Ogni tanto qualche sogno esce da solo (tipo andare a guidare una Ferrari in pista…mi sono dimenticata di specificare che la Ferrari doveva essere di mia proprietà, mannaggia! XD ), qualcuno mi coglie alla sprovvista (tipo cambiare lavoro e ruolo dopo 16 anni nella stessa azienda), qualcun altro fa lo sgambetto improvviso (accettare le cattiverie di Madre Natura è difficile), e qualche altro ancora si fa desiderare a lungo con le scartoffie burocratiche in ritardo (accidenti ad Agosto e tutta Italia ferma per ferie…) Ma tutto sommato sto seguendo una direzione precisa, anche se il percorso è a zig zag, la bussola punta sul desiderio giusto, come quella di Jack Sparrow. 😉
Elena
Cara Barbara, tu sai bene cosa significa raggiungere obiettivi faticosi ma entusiasmanti, perché ne hai raggiunti tanti e ancora ti aspettano altre sorprese: nuovo lavoro, sempre più ingaggiata nelle peakers… Insomma, condividiamo questa voglia di crescere, di andare avanti. Fa bene, molto bene. Sì, sono contenta di me e di quello che ho potuto raggiungere, spero in questo agosto in cui la burocrazia si ferma (il nostro progetto nuova casa ne è una vittima) per riordinare le idee e capire come avviare questa nuova professione. Avere una bussola è molto, molto importante! Buona navigazione agostana!
Luz
Un bel traguardo, Elena, la tua gioia traspare da ogni parola. Mi colpisce il fatto che dieci anni fa tu fossi del tutto “smarrita”, perché anch’io mi trovavo in una condizione simile. Stavo malissimo. Mi ero imbattuta in persone a dir poco tossiche (forse dovrei scriverne sul blog prima o poi, sulla tossicità di certe persone) che in certo senso avevano plagiato i miei sentimenti, la mia ingenuità nel credere nella parte buona delle persone.
Uscirne non è stato facile. È stato come un travaglio lungo e molto molto faticoso.
Mi sono aiutata anche con tante letture sulle nostre insite potenzialità, ma soprattutto mi sono allontanata da quella tossicità. Col tempo, ho guadagnato nuovamente stima in me stessa. È stato significativo che questo corrispondesse coi i miei più grandi successi teatrali, fra il 2016 e il 2018. Due anni in cui ho consolidato moltissimo la mia autostima. Il resto è stato sempre come un percorso di costruzione, oggi a 50 anni posso dire di avere imboccato la strada giusta.
La tua è stata una vera e propria vocazione verso questa competenza. Sarai un’ottima professionista.
Elena
È bello quando siamo in sintonia con il nostro sentire e la nostra vocazione. Non importa quanto tempo o fatica ci chiederà stare su quella strada, perché sappiamo che prima o poi arriveremo. Questo è stato il sentimento con cui 10 anni da cominciavo a ragionare nelle mille difficoltà e nei mille impedimenti che avevo. Il tempo ha permesso un processo di maturazione di un’idea che oggi è concretezza. Come immagino sia per il teatro : prima dobbiamo immaginare, sognare, tratteggiare nella mente, poi scrivere e infine rappresentare
. Un percorso appunto che nel nostro caso si è concluso positivamente. Ti sembrerò presuntuosa ma penso circa il mio che non poteva essere diversamente. Ma anche tu non scherzi a pervicacia. Scrivi delle persone tossiche. Io l’ho fatto qualche anno fa in questo post https://www.elenaferro.it/10-ladri-di-energia-nella-scrittura-le-persone-tossiche/, ormai più di 3 anni fa. Sarò lieta di leggerti presto per capire qual è il tuo punto di vista. Grazie per l’incoraggiamento!
Giulia Lu Dip
Prima di tutto complimenti per il traguardo, era qualcosa che desideravi e hai fatto bene a fare il corso, ti sento ben motivata! In bocca al lupo per il proseguimento di questo percorso: hai conseguito il diploma che suggella l’inizio di una nuova consapevolezza e attività.
Invece per la tua domanda riguardo a me, negli ultimi sei anni, pur non facendo corsi ufficiali, mi sono dedicata moltissimo alla scrittura, leggendo manuali e documentandomi per ogni cosa potesse aiutarmi nel processo scrittorio. Mi sarebbe piaciuto fare un corso di editing o qualcosa del genere, ma alla fine ho sempre rinunciato a causa del lavoro fagocitante. Nel 2017 poi c’è stato un cambio di settore, quasi imposto dall’altro, che mi ha prosciugato ogni energia, lavoravo 12 ore al giorno ed è stato un miracolo riuscire a continuare a scrivere. In questo momento, superato il momento nero lavorativo con più tempo da dedicare a me stessa (non so quanto durerà, temo poco) le mie priorità sono cambiate, non penso più a fare corsi collegati alla scrittura, probabilmente continuerò a fare l’autodidatta. Il mio sogno nel cassetto, che era quello di affermarmi nella scrittura, l’ho abbandonato, non mi sembra più tanto significativo, ora vorrei solo avere del tempo per me da passare in serenità con il mio compagno…
Elena
Cara Giulia, la chiosa di questo commento è molto significativa. Non so se sia la pandemia (perfino Sorace sembra aver cambiato il suo modo di vivere i sentimenti ) che ci porta queste nuove consapevolezze ma io come te mi sono non direi arresa piuttosto attestata sulle cose più importanti. La famiglia, il mio compagno e il mio nostro menage, mia madre, hanno assunto centralità anche nei confronti delle mie aspirazioni professionali o delle mie passioni come la scrittura. Tutto assume una nuova importanza. Il lavoro è stato il mezzo che ci ha permesso di affrontare senza problemi questa fase ma non deve chiedere troppo. Sono contenta che sia stato ridimensionato e che il tuo tempo si sia liberato perché fosse dedicato ad altro. Ed poi molti non hanno frequentato corsi di scrittura creativa e ci sanno fare lo stesso. C’è tempo per tutto ma non tutto deve avvenire subito. Chissà cosa ci riserva il futuro. Intanto godiamo la bellezza che abbiamo in questo momento… Un caro saluto
Grazia Gironella
L’unica cosa che mi vieme da dire è: che meraviglia. Alla fine aiutare gli altri è l’unica cosa per cui valga la pena di cresceere (ma ho appena bevuto l’aperitivo e quindi potrei dire scemenze). Ti seguirò, come no. Con affetto. 🙂
Elena
Intanto mi sembra una cosa bellissima che tu ti sia regalata un aperitivo e, non paga dell’effetto piacevole del tuo drink (ma non ci hai detto cosa bevi , mascherina ) leggi i post del mio blog! Oggi mi state dando belle soddisfazioni :D! Sì Grazia, ormai mi conosci. È proprio il mettere a disposizione degli altri questa scoperta che mi motiva ed entusiasma. Vediamo. Grazie per la fiducia e l’affetto che percepisco da qui e che ti rinvio, ancora più forte
newwhitebear
complimenti Elena. L’hai voluto con fermezza e adesso hai nuovi stimoli.
Elena
Ciao Gian, si davvero, una faticaccia. Ma ora, mille idee in testa! Come stai tu? A cosa stai lavorando?
guidodamiano
Ciao Volpe,
ormai non mi affaccio più molto sui blog, ma non potevo trascurare la notifica trovata nella mia mail questa mattina che parlava di te e del tuo traguardo.
Traguardo che è soprattutto un inizio.
Ricordo qualche tuo post, che andrò a rileggere, e qualche scambio fatto via commenti. Ricordo di aver molto apprezzato i tuoi post e la Elena che ho disegnato nella mia mente alla loro lettura.
Ho subito pensato, prima che tu stessa lo dichiarassi nel post, che la prima tua consulenza sia stata per te e per questo percorso.
Con rinnovata stima ti auguro il meglio.
guido
Elena
Caro Guido, ti ringrazio per i sentimenti che esprimi in questo tuo commento. È bello sapere che mi leggi e che accogli le notifiche del blog con curiosità, mi sembra di poterti e potervi dare il buon giorno o la buona sera ogni volta. Un modo per esserci. Si, hai ben colto, questo percorso di studi è stato utile soprattutto a me, a noi che lo abbiamo frequentato. È naturale che sia così ma a mio avviso non scontato. Diventiamo qualcuno o qualcosa troppo spesso per compiacere o dimostrare qualcosa agli altri o a noi stessi. Essere una coach è differente. Cambia il tuo modo di pensare e di stare nella vita che già possiedo . Io l’ho definito un balzo evolutivo. Mi pare altrettanto naturale, per come sono fatta, desiderare ora questo stesso risultato per gli altri. Per questo voglio mettermi in gioco e per questo voglio provarci. Il meglio è già qui con me. Auguro lo stesso a te con tutta l’energia che posso. La stima è reciproca