Sapete già che amo la radio.
Si può ascoltare dovunque e con qualunque mezzo.
Più che le immagini, le voci e i suoi racconti mi fanno volare verso lidi sconosciuti.
Mi rapiscono.
Mi è capitato in questi giorni incredibili in cui affrontiamo qualcosa che la nostra generazione non aveva mia visto, quando alla ricerca di un po’ di svago dal mainstream intorno al #coronavirus, sabato mattina mi sono imbattuta in un podcast veramente interessante.
Godevo del meraviglioso sole primaverile in quel di Viverone, sulla panchina del Ricetto con vista lago e Castello di Masino, e ascoltavo i racconti di Rai Radio 1 e di Radio di Bordo, con gli occhi semichiusi e la mente aperta.
Racconti di mare e naviganti.
Verso la Vendée Globe a bordo di… una radio!
- La trasmissione si chiama Radio di bordo, che ha questo peritesto:
Dove vanno i marinai… e non solo loro.
Voci dal mare, tra grandi avventure e momenti di vita quotidiana.
Racconti di chi vive sulle coste e tra le onde per passione o per necessità, per svago o lavoro, sport o turismo.
Un ambiente da rispettare e difendere.
Una costa da riscoprire e valorizzare.
Una cultura che affonda le proprie radici nell’abilità dei navigatori.
La presentazione del programma mi è piaciuta così tanto che ho voluto salvarlo tra i miei preferiti e sono quasi certa che tutt* i lettor* delle Volpi amanti del mare faranno altrettanto.
Ma cosa esattamente ha rapito la mia attenzione?
Il racconto di un sogno: la navigazione in solitaria e la Vendée Globe.
Girare il mondo in barca, in solitaria
Il giro del mondo in solitario è uno dei sogni ricorrenti di ogni uomo/donna di mare.
Il fascino della sfida, a sé stessi e alla natura, il silenzio e la solitudine, la gioia infinita di scoprire il proprio limite e superarlo, a costo della vita, e l’avventura, che è anche scoperta di luoghi e spazi meravigliosi.
Le regate intorno al mondo è questo che permettono: andare oltre noi stessi e toccare quella parte che non saziamo mai.
La sete di avventura, di conoscenza, di crescere.
Di sentire l’adrenalina scorrere e urlare, di ammirare il sole da tutte le angolazioni e assaporare i venti che scorrono, lenti o violenti, sulle nostre teste.
Qualcosa del genere almeno, visto che la navigazione di altura in solitaria non è un’esperienza che posso permettermi.
Ma sognarla, sì.
E allora, care Volpi, sognamo.
Facciamolo con Giancarlo Pedote, che è pronto al varo del suo sessanta piedi Prysmian Group, con il quale a novembre prenderà parte alla Vandée Globe.
Tra allenamenti di nuoto e corsa a piedi, sedute tecniche estenuanti e “passeggiate in cantiere”, Giancarlo si sta preparando per la grande regata della vita.
Sostenerlo è un piacere!
Dal suo profilo Instagram ecco uno scorcio della barca, Prysmian Group, con cui affronterà la prossima sfida in solitaria.
Non è fantastica?
Girereste il mondo su una barca del genere, se aveste Giancarlo Pedote al vostro fianco?
Noi lo abbiamo intervistato!
Leggi (e ascolta) le sue risposte a questo link: Giancarlo Pedote on air!
Verso la Vandée Globe
La Vandée Globe (clicca qui per andare al sito ufficiale) è una regata per barche a vela in solitaria che consiste in una circumnavigazione completa in solitaria senza possibilità di attracco o assistenza, pena l’esclusione.
Il colpo di pistola, ovvero la partenza della regata, è prevista per le ore 12.02 di domenica 8 novembre 2020, da Les Sables-d’Olonne, dove è anche previsto l’arrivo nel mese di febbraio, in modo che le barche, rigorosamente di classe Imoca 60 ex Open 60, monoscafo, dovrebbero giungere dopo una lunghissima e sfidante navigazione sfruttando l’estate australe per navigare nei Mari Antartici.
Giancarlo (l’unico italiano che si sta preparando per la partenza) affornterà la regata lasciando a sinistra il Capo di Buona Speranza, l’Australia e la Tasmania, per arrivare a Capo Horn e da lì risalire l’Atlantico per tornare al punto di partenza.
Una rotta difficile, in cui la capacità di previsione, di resistenza e di intervento, nonché doti di self control e di gestione di situazioni complesse ed emergenziali fanno la differenza, oltre alla capacità di navigazione e alla resistenza fisica.
Una sfida resa ancora più pericolosa in quanto le rotte (e i venti) spingono spesso i regatanti verso rotte molto distanti da qualunque possibilità di intervento rapido in caso di problemi in mare.
Per questo i velisti che vi partecipano non svolgono soltanto una grande preparazione fisica generale e di resistenza, ma anche tecniche di rilassamento, di self control insieme a tutta una serie di tips che aiutano a vivere meglio da soli.
Si dice che i velisti di altura sappiano dormire quasi a comando a blocchi di dieci minuti per recuperare le forze senza perdere il controllo della barca e a dialogare con la loro compagna di viaggio preferita ascoltandone ogni minimo rumore, alla ricerca di ciò che va per il verso giusto e tentando di anticipare le – inevitabili – situazioni critiche che la navigazione in altura sempre propone.
Se vi ho incuriosito almeno un po’ vi invito a visitare il sito di Giancarlo Pedote, dove ci racconta un progetto che sta diventando realtà.
E quanta fatica si fa per prepararlo al meglio.
E naturalmente, vi invito ad ascoltare il podcast di RaiRadio1, che per comodità vi linko qui sotto.
Buon vento, care Volpi marinare!
Radio di Bordo – puntata del 7 marzo 2020 – Imprese veliche in solitaria
3 Comments
newwhitebear
interessante. Non conoscevo questa radio. Per giancarlo un bel in bocca al lupo.
Elena
Un programma molto bello. Tutti i canali Rai sono buoni, poi ora che ci sono i podcast li puoi ascoltare quando vuoi. Sto cercando di contattare Giancarlo per ospitarlo qui, spero di farcela!
newwhitebear
sarebbe bello