Passione vela

20 miglia per Lussino a bordo del Fun

Quest’anno il Covid19 ci impedisce di navigare come avevamo sognato. Così ho deciso di sollecitare la memoria e riproporvi le tappe del nostro meraviglioso viaggio in Croazia a bordo del Fun Roc Nere II. A puntate, sul blog

 

Il mattino dopo il risveglio a Pula, con la traversata con venti nodi che vi ho raccontato qui che si faceva sentire nella stanchezza delle mani e delle braccia, in Adriatico soffiavano ben 30 nodi di bora.

 

La bora è quel vento temuto che a Trieste combattono con scorrimani e maniglie in ogni dove cui appendersi quando soffia forte, perché è in grado di portarti con sè.

 

Mancano 20 miglia per Lussino e a bordo del Fun tutto freme per la partenza.

 

Noi abbiamo una barca che non è in grado di sostenere una navigazione con un vento così forte. Essendo diretti a sud con vento da nord – nord est dovremmo viaggiare di poppa, andatura che richiede molta più attenzione, perché i rischi di rotture e strapogge aumentano.

Avete mai preso un boma in testa per una strambata involontaria? Non è bello 😯

Io l’ho visto ricevere da un ignaro randista troppo distratto alla regata di Primavera in Croazia. Grossa crisi e tanta paura.

 

Così abbiamo deciso di attendere che il vento si calmasse un pò per proseguire da Pula verso sud senza rischiare di farci male.

 

20 miglia per Lussino, l’isola cui puntiamo dopo la traversata in cui lasceremo Medulin a sinistra, località molto rinomata e davvero bella, ci sta una tappa al rientro se ripasseremo da qui.

 

Ripartiamo solo nel pomeriggio, quando i nodi sono 23 e il vento è girato al traverso, andatura che prediligiamo, per cui tutto sotto controllo

 

20 miglia per raggiungere Lussino a bordo del Fun

 

20 miglia per Lussino a bordo del Fun
La nostra barca alla fonda in una mattina di vento e mare calmo

 

Ormai la pelle ha preso l’abitudine al sole che ci batte in testa tutto il santo giorno.

 

A poco è valso lo sforzo del capitano di attrezzare la barca con teli ombreggianti, da fissare a seconda delle andature, per evitare insolazioni.

 

I nostri cappelli di paglia o i turbanti rabberciati fanno quel che possono e noi proseguiamo la nostra vacanza en plein soleil 🌞🌞🌞

 

Oggi navigare è meno faticoso, forse ci stiamo abituando.

Senza bimini, tendalini o amenità del genere, la nostra barca da regata vuole correre. E corre, accidenti se corre!

 

Certo portiamo il nostro Fun con una certa dose di orgoglio: quando vediamo barconi da rivista con solo una mezza vela issata navigare a motore mentre noi ci diamo dentro di cazza e lasca e passiamo sopravvento a tutte vele, il cuore ha un sussulto e l’adrenalina sale alle stelle. 

 

Siamo due amazzoni (almeno io lo sono) e non c’è modo di fermarci. Vogliamo arrivare prima possibile a Lussino. Con due mani di terzaroli affrontiamo l’ultimo tratto dell’Istria.

 

Tappa a Veruda prima di raggiungere Lussino

 

Prima di affrontare il Golfo, decidiamo di ormeggiare in rada a Veruda. Scegliamo una tappa sicura e paghiamo con la presenza di molte barche che insieme a noi decidono di passare la notte da quelle parti.

 

Veruda è una località piuttosto di richiamo in Istria.

 

La baia è protetta, l’ambiente verdeggiante, si può fare un giro a terra e in poco tempo raggiungere il vicino campeggio dove c’è un piccolo supermercato.

 

Dev’esserci anche un bar, perché abbiamo sentito la cagnara delle bevute tardive fino a notte inoltrata.

 

Noi come al solito siamo scesi a terra, ma non come tutti gli altri velisti.

Noi a terra ci scendiamo… a nuoto!

Abbiamo delle sacche stagne in cui riponiamo un portafogli, un cambio e una bottiglia di acqua dolce per la doccia. Una volta raggiunta terra con una nuotata, apriamo la bottiglia, ci togliamo il sale di dosso, cambiamo il costume e ce ne andiamo in paese o dove ci pare.

 

Davvero divertente. Posso tranquillamente lasciare il tacco dodici a Torino per una vacanza come questa, non serve di certo 😀 

 

Finalmente si parte per Lussino

 

Il mattino dopo, reduci da una serata tranquilla con ricco aperitivo, ci siamo svegliati con calma e abbiamo disegnato una rotta verso sud.

100 gradi bussola con vento di bolina larga e mare ancora formato. 15 nodi di vento, così, dopo un altro bagnetto, alle 11 abbiamo deciso : si parte per Lussino!

 

Affrontiamo la traversata del golfo in tutta tranquillità, anche perché il mare nel frattempo si è leggermente appiattito e con i nostri 5/6 nodi di velocità veleggiamo alla grande 😀 

 

Attraversare il golfo è stata un’esperienza splendida. Un po’ come passare dall’altra parte, andare in un altrove in cui nessuno ha mai messo piede.

 

Ma è soltanto un’impressione, perché al di là barche ce ne sono, eccome!

 

Durante il viaggio di ritorno assisterò in queste acque a una scena delicatissima e tragica nello stesso tempo, nella solitudine di un fine agosto quasi privo di turisti.

 

Una delfina che sospinge il suo piccolo falciato dal motore di un motoscafo verso terra.

 

Un’avvistamento che mi ha colpito profondamente e che mi ha dato il la per il mio racconto più lungo, Mare di notte.

Lo trovate a questo link.

 

La traversata sarà di 21 miglia, belle, tese, così dopo qualche ora arriviamo alla splendida Unije.

 

Lì abbiamo trovato una caletta meravigliosa e abbiamo sistemato la barca per un lungo bagno.

 

Sulla costa rocciosa abbiamo trovato delle cozze e le abbiamo subito cucinate insieme a un bel piatto di spaghetti! Insomma, a noi non manca proprio niente a bordo!

 

Purtroppo un fronte nuvoloso piuttosto ampio e sospetto e non previsto dal meteo ci ha fatto cercare una rada più protetta dove passare la notte.

 

Curiosi di sapere come si ormeggia un Fun in rada? Andate a leggere l’articolo che scrissi a proposito qualche anno fa… 

 

 

Dopo 20 miglia, nei pressi di Lussino ci concediamo una serata in rada!

 

Dicevamo, la rada.

 

Essendo piccini, ci muoviamo molto di più intorno all’ancora degli altri, bisogna tenerne conto. A volte è meglio trovare un ridosso ben protetto per dormire meglio.

 

Così abbiamo fatto quella sera, disormeggiando prima di cena e arrivando in una spettacolare baietta molto ben protetta dove abbiamo fatto un fresco bagno.

 

Non vi ho ancora detto che il Fun non ha un gavone a prua dove sistemare l’ancora o la catena o altro.

 

Ne abbiamo predisposto uno auto costruito prima di partire, e a volte ci serve anche come panchetta durante la navigazione.

 

Tutto a bordo di un Fun viene eseguito a mano.

 

La manovra di ormeggio in rada la eseguiamo navigando con vento in poppa. Una cima collega da poppa a prua la catena, così non abbiamo problemi a lanciarla in acqua.

 

Come ancora abbiamo una Danforth con 30mt di catena e 25mt di cima. Di solito basta una meno pesante, ma in mare abbiamo voluto stare tranquilli.

 

Nella baia scelta per la notte c’è una sorpresa: è piena di pesci!

 

Carlos tira fuori la vecchia canna da pesca e la getta in acqua. C’è da dire che la portiamo con noi da anni e non abbiamo mai preso niente o quasi.

 

Ma quei branzini che circolano sotto la barca fanno proprio venire l’acquolina in bocca e così ci impegniamo per qualche ora, prima di consolarci con un sorso di liquore sloveno regalatoci da un caro amico incontrato sul nostro cammino.

 

Quello e un cielo di stelle, non ci serve altro.

 

E fa niente che qualche goccia di pioggia faccia capolino.

Rende tutto più speciale…  

 

La prossima volta raggiungeremo la tappa più a sud del nostro viaggio ma anche la prima brutta sorpresa di tutta la vacanza!

 

Ahi, la natura!

 

Ci vediamo venerdì, intanto, buon ultimo vento d’agosto, marinai!

 

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