Buon giorno Volpi, oggi torno a parlare di comunicazione ‘pratica’ o ‘pratica della comunicazione’, fate voi, lo faccio partendo da un esempio concreto, proprio come era capitato quando ho scritto 10 cose che Muhammad Ali sapeva sulla comunicazione.
Questa volta però è più difficile perché la persona in questione, una donna, non ha il riconoscimento universale che aveva Cassius Clay: si tratta infatti di Milagro Sala di cui mi sono già occupata in questo blog e le cui qualità comunicative mi consentono oggi di sviluppare il tema del parlare in pubblico sotto un altro punto di vista. Vediamo perché.
Chi è Milagro Sala
E’ la donna che un anno fa, esattamente il 16 gennaio 2016, fu arrestata con l’accusa di aver organizzato un sit in, durato 52 giorni, per protestare contro la fine dei finanziamenti da parte del Governatore della Provincia di Jujuy al suo popolo, gli indios. Milagro Sala, capo dell’Associazione legata ai Tupac Amaru, attiva nel nord dell’Argentina, veniva arrestata senza prove di accusa. Per questa ragione in molti denunciarono questa ingiustizia, per lo più ignota da queste parti.
Lo feci anche io, nel mio piccolo. Raccontai la sua storia a gennaio del 2015 in questo post Milagro Sala, la donna che ha diviso l’argentina, date un’occhiata se vi va. Per scriverlo cercai in rete e trovai un po’ di materiale in castigliano. Lo tradussi e mi feci un’opinione, leggendo tra le righe come sono abituata a fare. Le detenzioni ingiuste mi repellono.
Recentemente, il 28 dicembre ultimo scorso, il Tribunale che sta seguendo il caso di Milagro, l’ha condannata a 3 anni di domiciliari.
Non torno sulle ragioni politiche che secondo me stanno alla base di questa detenzione, perché ne ho già parlato e potete approfondire anche altrove (in fondo al’articolo vi suggerisco qualche sito), oggi voglio concentrare la mia attenzione sulla forza della comunicazione di Milagro, che consente di mettere in luce caratteristiche del femminile che ritengo preziose e che troppo spesso perdiamo di vista.
Le parole di Milagro
Prima di ascoltare la sentenza che l’avrebbe condannata a ulteriori 3 anni di carcere in attesa di formulare specifiche accuse, Milagro sceglie di rilasciare una dichiarazione davanti alla corte.
Lei non parla un perfetto castigliano perché non appartiene alla stessa classe sociale dei togati, anche se non sono madrelingua, dal video che ho postato più avanti potrete rendervene conto voi stessi.
La stessa posizione in cui la fanno sedere segna evidentemente una condizione di subalternità, giuridica, sociale e culturale. Lei infatti è una indio, di quelli che nella nuova Argentina trovano sempre meno spazio e che sono oggetto quotidiano di una massiccia e incontrastabile campagna di denigrazione al fine di sostenere l’arresto suo e dei suoi compañeros.
In questo contesto difficile, emotivamente e politicamente, Milagro, visibilmente provata, sceglie di parlare ai suoi accusatori con grande dignità.
Queste parole mi sono piaciute a tal punto che ho deciso di farle mie e di renderle fruibili a tutte le Volpi. Mi scuso se la traduzione non è perfetta, nemmeno il mio castigliano è buonissimo 🙂
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Le 3 lezioni di Milagro: calma, visione e tempismo
Sono essenzialmente queste le 3 cose che mi hanno colpito ascoltando e riascoltando questa dichiarazione di Milagro.
In primo luogo soffermiamoci sul tempismo, ovvero la scelta di quando parlare. Qualunque cosa dobbiamo dire, se detta nel momento sbagliato assume un significato totalmente differente. Ricorderete che Milagro rilascia questa dichiarazione prima di conoscere la sentenza. Ebbene, in questo modo ottiene a mio modo di vedere due risultati:
- si prende uno spazio in cui sottolinea alcune questioni politiche (la necessità di indipendenza dal potere politico che i giudici che la stanno giudicando dovrebbero avere e che , secondo lei, non hanno) che altrimenti non avrebbe potuto sottolineare, stante la condanna confermata, sebbene con arresti domiciliari.
- Non commentando la sentenza, nei fatti non la riconosce. Coerentemente con il suo atteggiamento che ha tenuto in questo anno.
Se ci concentriamo sui toni, sulla posizione del capo sulle parole che scandisce e gli spazi che interpone tra una e l’altra, siamo in grado di sentire la sua energia.
Utilizzando un tono di voce calmo e costante, senza alcuna flessione acuta o lamentosa, testimonia due cose:
- la calma interiore che ha saputo mantenere, nonostante la galera. Leggi: non mi avrete mai, non mi avete fiaccato, non ho perso la testa
- La fermezza delle sue idee. Sostenere le cose che Milagro sostiene con un tono di voce persuasivo, calmo e profondamente toccante, le consente di ottenere attenzione e di suscitare dubbi. Non tanto nella Corte, che ovviamente ha già deciso, ma negli altri, il pubblico per esempio. Tenete conto che la dichiarazione si è svolta pubblicamente e tutta l’Argentina ha potuto conoscerla (e ora, la conosciamo anche noi!)
Ma la cosa più importante a mio modo di vedere è che Milagro ha proposto una visione, un progetto chiaro. Sulla sua idea di società, sugli obiettivi della sua associazione, sulla loro missione. e dunque sul perché si trova lì, in quel momento. A un certo punto lo afferma
Mai mi sarei immaginata che questo sarebbe stato il prezzo da pagare
Non chiede scusa su nulla, non china la testa. Continua ad affermare le sue ragioni, con pacata fermezza.
In conclusione, cosa trattenere di questa lezione?
Quante volte nella nostra vita quotidiana siamo stati formalmente o implicitamente messi sotto accusa? E quante volte, quando prendiamo la parola in pubblico, siamo messi in discussione, attaccati, spesso derisi?
Accade continuamente, è un modo per metterci in difficoltà e quando qualcuno ci riesce noi siamo muti, arrossiti, in una parola sedati.
La lezione di Milagro ci insegna a non fornire il fianco, a non perdere la calma e la pazienza, perché questo ci consente con forza di ribadire la nostra convinzione nelle cose che facciamo, pensiamo, proponiamo.
Se quando parlate in pubblico qualcuno vi accusa di qualunque cosa inerente il vostro lavoro o il contenuto del vostro speech e voi reagite malamente, alzando i toni, muovendovi in modo scomposto, l’unica reazione che otterrete è qualcosa del genere:
“L’ho preso in fallo” – segue una risatina di soddisfazione.
La capacità di una grande oratrice, specie quando è in difficoltà, è quella di mantenere la calma. Talvolta è l’unica arma che abbiamo per uscire da una situazione difficile. Sebbene non si vinca sempre.
E per la cronaca Milagro non ha vinto.
Nonostante la sua visione, la sua calma, le sue parole, la Corte continua a dubitare di lei. Non hanno prove, solo sospetti, ma continuano a trattenerla.
Ma crediate che il suo messaggio sia caduto nel vuoto? Non nell’Argentina che ha visto Videla e i colonnelli, che ha conosciuto Menem e il kirchnerismo. In quella Argentina, questo messaggio è arrivato, forte e chiaro.
La giustizia argentina farà il suo corso, mentre il paese, ora governato da Macri, vola verso un’inflazione che supera il 40%, la povertà che cresce ogni giorno, l’aumento del prezzo della benzina e la ovvia riduzione dei consumi, anche di beni di prima necessità.
Quanto questa condizione potrà riguardare solo gli indio – los negros, come loro stessi si definiscono?
Fino a quando ci sono visioni e parole, la partita non è mai chiusa. Questo insegnamento ci può servire parecchio, non trovate, care Volpi?
Approfondimenti
Sul mio blog: Chi è Milagro Sala, la donna che ha diviso l’Argentina
Milagro Sala ancora agli arresti
7 Comments
Marina Serafini
Seria, altera, un pò incazzata… Bellissima!
Ps. Ma perchè l’articolo correlato (la donna che ha diviso l’argentina) si interrompe a mezza frase?
:O
Elena
Marina, ma dove sei stata tutto questo tempo? 🙂 Grazie per la segnalazione. Inspiegabilmente si era cancellato più di metà post. Chiedo scusa a tutte e tutti per l’inconveniente… ora dovrebbe funzionare. Peraltro sto cambiando il servizio di hosting, speriamo che non ci siano ulteriori problemi…..
marina serafini
Bene, ora il post funziona… Ma non i commenti..Ahahaha..
Mah, ho avuto anche la conferma via mail di avertelo inviato, ma qualcosa non ha funzionato. Vabbè,comunque, ribadisco che è bene che l’articolo sia di nuovo leggibile, perchè vale la pena di leggerlo.
🙂
Un abbraccio
Elena
Cara Marina, grazie per la tua pazienza ed amicizia! Da qualche giorno stavo cercando di trasferire il sito da un servizio di hosting a un altro, e viste le mie immense competenze informatiche ci ho messo un tot a capire come funzionasse la faccenda! Pensa che ho scoperto solo un’ora fa che la mail non era più attiva (ovvio dirai tu, dovevi trasferire anche quella!). Ho persino deciso di scrivere un post per avvisarvi, perché so che molti commenti sono andati persi e anche bozze di articoli, purtroppo, che ora piano piano riscriverò o forse no, vedremo. In ogni caso adesso i commenti ci sono anche sul post di Milagro. Sono felice che tu lo abbia apprezzato… sai bene che qui si scrive solo per amore… E speruma bin per tutto il resto ! A presto
marina serafini
Beh..Di ovvio, con l’informatica, c’è ben poco… Almeno per me!! Ho impiegato ore per capire come inserire i feed nel mio blog e ancora non ho capito se ci sono riuscita fino in fondo. Mi sono dovuta aiutare con ricerche qua e là..Confesso di aver fruito anche di un paio di tutorial su Youtube!!!
Possibile sia così difficile scrivere un manuale comprensibile su cosa sono i feed, come si inserisce il servizio su un blog, e come se ne possa fruire??? :O
Ah, la comunicazione!!!!!
🙂
(Riscrivi i pezzi perduti, riscrivi…magari esce qualche nuova riflessione particolare sull’esperienza cubana….
;P
Ciaooooo
Elena
Marina prima o poi li pubblico il diario di viaggio a Cuba, te lo prometto. Tu tieni duro con i feed e se hai bisogno scrivi.. Qualcosa ho imparato….
Marina Serafini
Ok, credo che ne approfitterò… . Grazieeee
🙂