Comunicare, secondo me

Blog: qual è la chiave per comunicare efficacemente?

Blog: qual'è la chiave per comunicare efficacemente?Qualche giorno fa Rosalia Pucci mi ha invitata a scrivere un Guest Post per il suo blog, Scrivere la vita. Tutti i colori della vita tradotti in parole.

Mi ha chiesto di parlare di comunicazione e di blog ed io ho accettato volentieri la sfida, il tema mi appassiona.

Così ho lavorato intorno alle caratteristiche a mio avviso fondamentali per poter far un buon lavoro di comunicazione e ne ho individuate 4:

intimità

responsabilità

contenuti

cura

Ne ho parlato ampiamente nel post di cui sopra,  alla cui lettura vi rimando, lo trovate a questo link.

Come spesso accade, le riflessioni sono come le ciliege: una tira l’altra. Così, dopo aver pubblicato l’articolo, ne sono emerse delle altre che ho deciso di condividere con voi, ringraziando Rosalia per lo stimolo e l’ospitalità!

Oggi è molto semplice incorrere in pericolose semplificazioni quando approcciamo il tema della comunicazione. Per il solo fatto che abbiamo imparato ad utilizzare una piattaforma, ovvero uno strumento per poter scrivere ed essere letti on line, e dunque essere sui social, immaginiamo di comunicare in modo efficace.

Il mezzo funziona, è cool, dunque anche noi funzioniamo, ne consegue che siamo anche noi cool. Ottimo.

Ma perché abbiamo scelto il blog come mezzo di comunicazione?

Non ho pretese di dare risposte universali, ovviamente. Tuttavia a me pare che questa domanda fondamentale sia davvero la chiave per comprendere la nostra presenza e la nostra voglia di comunicare sul web attraverso le nostre “case virtuali”.

Sono le nostre motivazioni profonde, possibilmente oneste, a descrivere la strada che il nostro blog prenderà, prima o poi, definitivamente.

Scriviamo perché abbiamo una competenza e vogliamo metterla a disposizione di tutti?

Perché vogliamo guadagnare con un blog?

Perché sappiamo scrivere (o almeno pensiamo di saperlo) e dunque è ovvio che curiamo un blog?  

Oppure dobbiamo far conoscere il nostro inestimabile lavoro letterario o abbiamo qualcosa di importante da dire?

E chissà quante altre domande vi sono venute in mente!

Scriviamo perché ci piace scrivere non è una risposta che mi ha mai convinto. Qui c’è qualcuno che legge e il nostro bisogno va più in là di un semplice esercizio divertente, formativo, liberatorio, eccetera eccetera. Noi vogliamo che le persone sappiamo cosa abbiamo da dire, anzi, che lo commentino, lo discutano e sotto sotto lo apprezzino e lo valorizzino.

Per ottenere questi risultati, ci serve una cosa, l’autenticità.

Il blog deve rispecchiare chi siamo veramente

Magari stiamo solo solleticando il nostro narcisismo, argomento delicato che ho già trattato nel post Ho incontrato un narcisista. Magari vi farete una risata o magari ci rifletterete un po’ su.

Se ogni giorno avremo cura del nostro blog, l’idea che i nostri lettori si faranno di noi sarà di un certo tipo, non trovate?

E’ solo un esempio che serve a dire che nulla, ma proprio nulla, viene consapevolmente o inconsciamente tralasciato da chi ci legge. Ogni cosa ha un significato!

Come si fa ad originali, in un mondo che sembra già molto affollato?

E’ talmente semplice.

Siate voi stessi

Emozionatevi ed emozionate. Il fine della comunicazione è trasmettere un contenuto emozionando, io ci ho persino scritto un manuale sopra!

 E per favore, lasciate perdere i numeri!

La fissa delle statistiche ci distoglie da questi nostri obiettivi. Quando teniamo un blog, spesso la cosa che ci preoccupa di più è la riprova sociale: quante visualizzazioni e quante conversioni dei nostri articoli su Facebook  o altrove siamo in grado di ottenere?

In una parola, la domanda che ci poniamo e che ci crea ansia è.

Quanto siamo riconosciuti?

Io rispondo così:

Per quanta verità c’è nelle cose che scriviamo

L’emozione e la sintonia faranno il resto.

Dunque qual’è la chiave per comunicare efficacemente con il vostro blog?

Per me la chiave della comunicazione efficace attiene alla sfera della relazione che si stabilisce con il lettore o la lettrice:

E’ la capacità di creare sintonia e intimità con l’altro

E voi? Cosa ne dite in proposito?

Avete mai pensato a cosa caratterizzi davvero il vostro blog rispetto agli altri?

19 Comments

  • mattinascente

    Ho aperto il mio primo blog (Mattinascente) per il bisogno di focalizzare periodicamente, prima di tutto a me, su quanto di positivo c’è a questo mondo. Ho pensato che, forse, poteva essere il mio piccolissimo contributo a far stare un po meglio alcune persone. Con questi presupposti le statistiche non mi interessavano per niente: anche avessi avuto solo un commento positivo, la mia missione sarebbe stata salva. Diverse sono le motivazioni per il secondo blog (Dollsbsartoria), dove volevo supportare la mia nuova attività, ma, alla fine, in forma un po’ diversa, mi sembra di trasmettere ancora lo stesso messaggio: positività e passione per le piccole cose di tutti i giorni. Questa sono io e questo penso di comunicare. Grazie per la riflessione e buona serata.

    • Elena

      Buona sera Sabrina, una motivazione molto nobile la tua! E’ curioso come qualunque progetto stiamo seguendo o mettendo in campo, anche apparentemente diverso, segua una traccia precisa… Sei l’esempio più lampante di ciò che intendevo con l’essere se stessi fino in fondo. Anche vendendo splendidi abitini per bambole fatti da te :). In fondo crei bellezza. Anche il buon umore o un risveglio felice è bellezza… Buona serata

  • mariateresasteri

    Nel tempo ho scoperto che le motivazioni per cui avevo il blog sono venute a cadere. Si può dire dunque che io stia passando un periodo ibrido, in cui sto cercando ancora di scoprire nuove ragioni, nuovi modi di comunicare perché non mi ritrovo più nei vecchi. Il fatto è anche che il numero dei blog aumenta, quindi diventa davvero prioritario essere se stessi come hai detto, trovare un proprio personale approccio per distinguersi.

    • Elena

      Beh da quel che ne so io, i periodi di crisi sono sempre forieri di grandi progetti e di importanti cambiamenti… Chissà cosa ti aspetta e cosa di conseguenza aspetta noi 🙂
      Certo curare un blog, scrivere romanzi e vivere (che occupa un sacco di tempo sottratto alla letteratura, accidenti!) richiede molta energia e pratica quasi zen…. Ogni tanto possiamo anche mandare qualcosa a farsi benedire, o no?:)
      D’altra parte, Quando è troppo è troppo ;))))

  • Grazia Gironella

    Ciao Elena! 🙂 Racconto la mia esperienza personale: ho aperto il blog per una matassa ingarbugliata di motivazioni, tra cui promuovere i miei scritti, aiutare a scrivere meglio le persone che non amano maestri e manuali, fare quattro chiacchiere e adeguarmi a un must molto diffuso (“bisogna” avere un blog!). Nel tempo alcune di queste motivazioni si sono sgonfiate naturalmente. E’ difficile vendere i propri libri tramite blog, e obbliga a manovre e strategie che non fanno parte di me. Amen! Criteri SEO, consigli dei guru e must di ogni genere, adieu (fatti salvi i più basilari). Per farla breve, cosa resta oggi? Il piacere dei contatti umani e il desiderio di essere di aiuto a chi legge, con grande libertà in materia di frequenza di pubblicazione e argomento. E’ l’unico modo per godermi il blog, invece di viverlo come l’ennesimo impegno. Non si può piacere a tutti, ma di sicuro non si può piacere per quello che non si è.

    • Elena

      Buon giorno Grazia e benvenuta tra le Volpi, è un piacere averti qui!
      E’ interessante come le esperienze, per quanto possano essere personali dunque specifiche, soggettive, abbiano comunque tutte qualcosa in comune: sono vive. Io stessa, che ho cominciato per ragioni non dissimili dalle tue, ho modificato più volte la storia breve di questo blog: nella grafica (un’altra news di questi giorni), nella tempistica di pubblicazione, nei contenuti. Se dovessi dire qual’è la cosa che ho trovato più complicata da fare è stato selezionare gli argomenti. Avevo (ed ho) talmente tante cose da dire che abbracciano l’intera mia esistenza, che selezionarle, incanalarle senza che esse diventassero un coacervo di esperienze confuse, è stato per me personalmente molto complicato. Oggi il blog sta assumendo un’identità specifica, ha trovato un suo canale espressivo, perché io l’ho trovato e lo sto vivendo. Detesto chi programma il suo blog come se fosse un’impresa. Un blog è questo, se si desidera promuovere o vendere o altro, allora dovremmo più correttamente parlare di sito.
      Un sito può contenere un blog, ovvero una sorta di storytelling aziendale (parolona). Ma non sarà mai un blog , personale, didattico o formativo quanto volete, di scambio o semplicemente di racconti. Ma nostro, che non risponde a nessun richiamo che non sia la nostra libertà.
      Ti aspetto presto Grazia, faccio un giro su Scrivere Vivere… A presto

  • Marco Freccero

    Mi chiedo spesso se chi plana sul mio blog ha idea di cosa io parli. Credo di sì, immagino di avere costruito, in questi anni, una creatura abbastanza interessante, con una sua personalità che mi rispecchia. Il resto, be’: ci sto ancora lavorando 😉

    • Elena

      Ciao Marco, il tuo blog è riconoscibilissimo, così come il tuo modo di essere…. Sempre sicuro di te stesso :).. Le tue guide per l’auto pubblicazione le ho apprezzate tantissimo!

  • Barbara

    La chiave per comunicare efficacemente dipende… da quale porta vuoi aprire! Ovvero a quali lettori vuoi comunicare. Perché la modalità dipende sempre dal pubblico, no?
    Il blog al momento è ancora lo strumento migliore se vuoi che i contenuti non vadano persi, perché è casa tua, soprattutto se si ha un dominio e hosting proprio (se si è ospitati sotto siti terzi… penserei ad una migrazione 😛 ) Gli altri siti possono sempre svegliarsi la mattina e dirti: sai che c’è? oggi chiudo tutto, fatti un backup e tanti saluti.
    Il blog è un sito dinamico che consente un flusso continuo di comunicazione col lettore, che non vada perso nel mare magnum dei social o che non sia troppo categorizzato come una vetrina aziendale (tant’è che ad oggi le aziende cercano di avere uno spazio blog nei loro siti istituzionali). L’altra scelta sarebbe il forum, ma è pensato per community, quindi comunicazione n to n, non 1 to n, per capirci. Altrimenti ci sarebbe la newsletter, che però non consente una comunicazione bidirezionale, quella che nel blog scaturisce dai commenti.
    Insomma, ad oggi il blog è l’unica via. 🙂
    Sul siate voi stessi hai ragione. Del resto, sul lungo termine, qualcuno che cercasse di essere ciò che non è quasi sempre si tradisce in qualche particolare. E la rete ha una memoria di ferro.
    Non lascerei da parte numeri e statistiche. Non sono da guardare tutti i giorni, però aiutano anche ad avere il polso quando, nonostante ci siano pochi commenti, il blog viene comunque letto e apprezzato.
    Cosa caratterizza il mio blog rispetto agli altri? Che è il mio, quindi ci sono i miei racconti, i libri che studio, i miei esperimenti scribacchini, pure qualche craniata sul muro 😛 (anzi, alla carena, visto che idealmente webnauta è una barca)

    • Elena

      Cara Barbara, condivido. Il blog è oggi l’unica via. Ti confesso che all’inizio, quando il mio blog era in cerca d’autore, mi ero prefissata di individuare un target, un pubblico. Ragionavo e scrivevo per raggiungerlo. Ma più proseguiva la mia storia qui, più gli articoli volevano scappare dal recinto che avevo disegnato per loro ed anche i lettori o le lettrici si facevano avanti, ma non erano quelle che avevo per così dire “chiamato”… Insomma, alla fine il blog è diventato materia viva alla quale altra materia viva ha risposto… ed ecco cosa è diventato…
      Non c’è dubbio che ciò che rende un blog diverso da tutti gli altri è l’animo di chi ci scrive. Articoli, ma anche commenti. Un blog in fondo siamo noi…

  • Marina

    Come ho detto altre volte, non insegno nulla attraverso il blog, né mi permetterei di dare consigli senza essere qualificata a farlo. Mi esprimo, chiacchiero, prendo appunti, rifletto, faccio considerazioni che mi piace condividere, perché apprezzo il confronto, sono interessata alle opinioni altrui, colgo spunti, attingo dalle esperienze altrui e offro le mie: queste sono le ragioni dell’esistenza del mio blog, nato per “mettere in vetrina il mio romanzo, quando è uscito e poi messo subito a riposo per mancanza di ispirazione o meglio di motivazioni valide. Poi conosci le persone con cui ti imbatti in modo virtuale (capita anche di conoscerle di presenza ed è sempre una grande emozione) e allora si crea anche empatia, quando scrivi ti sembra di entrare in contatto con loro, di offrire da bere a tutti, di organizzare un party aperto dove ogni ospite risulta gradito. A me sembra di avere sempre la casa piena di gente, quando mi affaccio in rete dal mio blog ed è una sensazione che amo molto. Fatta questa lunga premessa, pensa che interesse potrei avere io per statistiche e numeri: nemmeno so quanti sono quelli che si sono iscritti alla newsletter, non ho pulsanti che calcolano chi viene chi va, non ho alcun interesse a misurare l’indice di gradimento. L’unica cosa che mi Regala una grande soddisfazione, lo ammetto, è ricevere i commenti: per me è sempre un onore potere interagire con chi ha avuto il piacere di passare a salutarmi.

    • Elena

      Cara Marina, è un piacere ritrovarti qui… Sei un esempio di come la motivazione forte superi ogni calcolo. Dalle tue parti i numeri non hanno molto significato, a meno che non si tratti di quelli dei commenti….!!! Quando si ricevono più di 60 commenti per articolo significano due cose: o davvero paghi da bere a tutti (Che voglia di una birra ghiacciata sta sera!) oppure a casa tua si sta davvero bene… E io sono felice perché ho cominciato timidamente ad affacciarmi all’uscio… e ciò che vedo mi piace :).
      Qui qualche volta io offro la mia esperienza.. per il solo piacere di condividerla… I numeri ogni tanto li guardo perché me li spara Jetpack 😉

  • mikimoz

    E’ una riflessione interessante.
    Non saprei nemmeno cosa rispondere, sinceramente.
    Io ho aperto un blog ma sin da piccolo di divertivo a creare riviste-contenitore con le mie passioni (fumetti, giochi, riassunti di cartoon).
    Cosa voglio comunicare? Non ho, forse, una missione vera e propria, io voglio solo che i ricordi della mia generazione non siano persi!

    Moz-

    • Elena

      Caro Moz, ma quella che hai appena dichiarato è una mission importantissima! Non scherzo affatto, come spesso capita tra noi, perché la testimonianza di ciò che si è vissuto è davvero importante. Oggi non avremmo una chiave di lettura del disorientamento della nostra generazione (tu sei un pò più giovane, d’accordo) se non ricordassimo cosa siamo stati quali erano i valori e i costumi cui siamo stati legati. Insomma, svolgi un ruolo importante. D’altra parte se non fosse così non saresti in prima linea da così tanto tempo….

  • Banaudi Nadia

    Sono andata a leggere il tuo guest sul blog, ma il commento è andato in moderazione, come è ovvio che sia per i nuovi arrivati. Quindi mi ripeterò anche qui.
    Il blog anche a mio avviso è il biglietto da visita del suo autore, lo rappresenta in modo intimo dando coraggio e voce ai pensieri più timorosi. Rispetto a qualunque altro social il blog è completo e duttile, ma per me resta il diario pubblico bello da sfogliare e arricchire.

    • Elena

      Ciao Nadia, ora il tuo commento è pubblicato anche lì. Brava, hai sottolineato il tema del coraggio, lo aggiungo senza dubbio alla mia lista, perché trovo che davvero ce ne sia bisogno quando si scrive. E per essere se stessi fino in fondo ce ne vuole altrettanto, a mio avviso. Un abbraccio

  • Rosalia Pucci

    Buongiorno Elena, io ringrazio te per la citazione e per l’articolo molto interessante. Hai pienamente ragione quando parli di cercare le motivazioni, questo discorso è valido anche per chi, come me, scrive narrativa. Perché scrivo? E’ una domanda che mi pongo spesso al fine di definire lo scopo. Per il blog, mi sembra ancora più urgente, si tratta pur sempre di un mezzo di comunicazione: cosa voglio comunicare?
    Agli inizi dell’avventura, volevo crearmi un bacino di lettori per un’eventuale pubblicazione. Poi c’è stato il periodo di pausa, due anni senza aggiornamenti, ero esausta. Quando sono ripartita, da qualche mese, mi sono data delle regole precise che cerco di rispettare. Per me il blog ora è soprattutto un mezzo per parlare di scrittura, la mia passione, e condividere le letture che faccio. Inoltre mi piace perché ogni tanto mi vengono a trovare persone interessanti e simpatiche come te, e virtualmente parlando, ci facciamo due “chiacchiere” in completo relax 😀

    • Elena

      Ciao Rosalia, hai aperto un filone di indagine 🙂
      Mi sono chiesta molte volte perché scrivo. In definitiva anche io sento l’urgenza di comunicare la mia esperienza, e come dici tu, trasmettere la passione.
      Anche io, curiosamente, ho cominciato a bloggare per promuovere il mio libro. Se devo dirti la verità , non ricordo esattamente quando e come mi è venuta questa “strampalata” idea, anche perché non frequentavo affatto blog e mi limitavo ai più rinomati social. Eppure adesso questo incidente piacevole di percorso (la promozione del libro è mooolto sotto traccia) oggi è una necessità.
      Buon ritorno dunque a te dopo il tuo periodo di lungo silenzio… ;). Al tuo rientro hai trovato una nuova amica per il tuo caffè virtuale . E io pure .

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