Il messaggio di Greta Thunberg a Torino
Il mondo con i miei occhi

Il messaggio di Greta Thunberg a Torino

 

La scorsa settimana per Torino è stata davvero speciale: martedì 10 sono arrivate le #Sardine, con la loro carica di speranza e di voglia di partecipazione che ha trascinato moltissimi torinesi.

E venerdì 13 è arrivata Greta Thunberg, lasciando un messaggio a Torino a partire dal suo vissuto privato.

In piazza con le sardine eravano tantissimi, qualcuno sostiene 40.000!.

Le ho raggiunte perché credo fortemente nella bellezza di questa nuova generazione che si affaccia alla discussione politica con toni, argomenti e modi  ben distinti dalla violenza cui certa politica ci ha abituati.

Si cantava Bella ciao (ecco la storia di questa magnifica canzone) come in tutte le altre piazze analoghe, ed erano presenti molte generazioni diverse, classi sociali diverse, allegria e voglia di dire

“ci sono, e ho ancora voglia di lottare”

Un sentimento diffuso che mancava da tempo, anche nella mia città.

 

Il video non è gran che ma trasmette l’idea che volevo: la manifestazione è stata aperta da una ragazza di 19 anni

Greta Thunberg a Torino

 

Poi, un venerdì 13 cominciato con la neve e con la sorpresa che vi ho raccontato nell’ultimo post, nel pomeriggio è arrivata Greta Thumberg, in piazza Castello, con la sua cerata gialla stile pescatore d’altura (ovvio che mi piaccia 😀 ) e un cappellino in testa, che poi durante il comizio si è tolta.

Ad ascoltarla cinquemila persone.

Il primo #FFF cui ho partecipato era stata una vera e propria fiumana, con il concentramento in una Piazza Statuto stracolma di persone (un miracolo che sia andato tutto bene).

In allora i Presidi delle scuole avevano dato copertura allo sciopero, garantendo la partecipazione di molti, moltissimi studenti.

Venerdì le cose erano differenti. Si trattava di un pomeriggio di freddo invernale in una Torino già ubriaca di gente il martedì precedente. Ma la partecipazione, sebbene non straordinaria, era sincera, vera.

Non solo curiosi, insomma. In piazza tantissimi giovani, anziani, famiglie con bimbi piccoli.

Greta mi appariva come la figlia di ciascuno di noi, una figliola che compie ciò che di solito è compito dei genitori: redarguire i propri figli se non rispettano le regole, non compiono il loro dovere, non hanno cura di ciò che li circonda.

E invece lei, con la sua vocina ferma e perentoria (quel “Siete con me?” ha gelato e scaldato la piazza allo stesso tempo) insieme agli altri ragazzi del #FFF, ha schiaffeggiato tutti noi, generazione di molto antecedente alla sua che pur avendo provato a combattere per il clima e la tutela ambientale, non ce l’ha fatta.

 

Greta mette in discussione il sistema, il sistema si ribella

 

Gli strumenti che la mia generazione ha costruito non funzionano.

Il sistema non funziona, questo è più che evidente, ne è una dimostrazione il modo in cui la maggior parte delle persone guarda al caso Ilva, come a un problema economico, quando c’è molto di più, la salute di un intera regione e il futuro di migliaia di persone.

Oppure l’ultimo esempio de la COP 25 di Madrid, il summit mondiale sul clima tenutosi in Spagna ma già previsto in Cile, spostato all’ultimo momento perché qualcuno si è accorto che quel paese sudamericano sta calpestando i diritti umani e la democrazia nell’indifferenza di tutti.

Anche questa una scelta a metà: si toglie la sede al Cile ma il Paese mantiene la Presidenza della Cop 25.

Un modo di fare politica incomprensibile, un messaggio ambiguo e proprio per questo fallimentare.

 

Istituzioni inadeguate

Questi fatti mi paiono un segno inequivocabile dell’inadeguatezza delle istituzioni internazionali nel combattere le battaglie per il clima e l’ambiente, perché si collocano in un quadro di compatibilità con gli equilibri esistenti, equilibri che Greta e la generazione che la segue ci chiedono di rompere.

Sono d’accordo con loro.

Greta e i ragazzi del #FFF non appartengono a questa compatibilità.

Per la verità non appartengono a nessuno schema, anche se ripetutamente i soloni della politica, che si sentono minacciati e sconfitti, provano a classificarli e a giudicarli.

La loro forza sta nella loro fragile ma ferma voce, quella di chi non ha mai cambiato parole nè atteggiamento.

Da quando Greta se ne stava da sola con il cartello SKOLSTREJK for KLIMATET (sciopero nella scuola per il clima) in un angolo della piazza della sua città, è passato un anno.

Un anno in cui è successo l’impossibile. A uno a uno altri studenti hanno cominciato a seguirla raccogliendo il suo messaggio e lo hanno portato in quelle case dove ormai si discute solo più dell’ultimo modello di smartphone da regalare a Natale.

 

Il messaggio di Greta Thumberg a Torino

 

Ma la forza vera che Greta esprime possiamo coglierla nel messaggio che lancia nel suo privato, oltre i microfoni e le interviste sul tema che tanto le sta a cuore.

A Torino ha pranzato nel foyer del Teatro Regio, circondata da una pletora di persone che la accompagnano (e ci mancherebbe, è minorenne). Consuma un pasto quasi frugale.

Forse è suo padre l’uomo che le sta intorno, ma mai addosso. Forse no, ma poco importa.

La frase che consegna, quasi senza darci troppo peso, al giornalista che la sta intervistando, mi ha colpita profondamente più del suo messaggio ambientale.

Perché ne spiega il senso profondo.

 

Se potessi scegliere vorrei vivere come un’adolescente normale, andare a scuola. Ma questa non è una situazione normale. Tutti devono essere disposti a trovarsi in situazioni in cui non si sentono a proprio agio

 

Credo che la forza di Greta stia tutta in questa dichiarazione.

Ci sta chiamando ad abbandonare quell’agio cui siamo un po’ tutti abituati.

Lei lo ha fatto, esponendosi a critiche e giudizi immeritati di cui francamente non sentivamo il bisogno.

Lei, con la sua treccia e il viso pallido di ghiaccio, come una volpe nel deserto attraversa la pochezza della nostra vita e la scuote con una semplice considerazione.

E forse è questo “non detto” che trapela dalla sua scelta totalizzante quello che ci colpisce al cuore e, se siamo fortunati, mette un po’ in discussione anche noi.

 

Che ne pensate, care Volpi?

 

11 Comments

  • Banaudi Nadia

    Ho sempre e solo visto Greta in TV o sui giornali e credo sia molto piu intenso vederla dal vivo. Da mamma mi sento di dire che una bambina come lei mi ispira protezione e anche rispetto. Da donna la percepisco come forte e motivata. Per il resto tutte le cose che fanno troppo clamore le considero costruite e poco spontanee, ma il tema dell’ecologia mi sta a cuore quindi spero sensibilizzi chiunque ne abbia ancora necessità.

  • newwhitebear

    Credo che quanto siamo stati inadeguati quelli della nostra generazione sia sotto gli occhi di tutti. Voler cambiare l’inerzia di un percorso malsano è da parte nostra difficile. Le nuove generazioni hanno capito che saranno loro a patire le conseguenze della nostra ignavia e cecità e quindi tentano di porre un argine a tutto questo.
    Quando Greta urla che ‘ci avete tolto il futuro’ credo che abbia ragione.
    Per quanto riguarda Ilva o ex ma è la stessa cosa i problemi non si risolvono ora al massimo di possono attenuare. Credo che l’esempio di Bagnoli sia illuminante. I costi altissimi per tutti noi sono il simbolo della nostra sconfitta. Ripetere lo stesso errore a Taranto sarebbe deleterio. Il problema dell’inquinamento da parte dell’industria siderurgica è stato altrove affrontato e risolto da tempo cosa che non è stata fatta da noi.

    • Elena

      Siamo un paese di ignavi, dediti alla procrastinazione e con maggioranze talmente fragili che è impossibile programmare alcun che. Mi viene da pensare che anche questo sia cercato, voluto, perché permette il mantenimento dello status quo. Greta e le Sardine invece lo mettono in discussione. Per questo sono vergognosamente attaccate. E per questo sono dalla loro parte

  • Grazia Gironella

    Abbiamo sicuramente bisogno di darci una svegliata su questo tema, o saremo ancora a cincischiarci mentre succederanno fatti gravi, che per ora ci sembrano soltanto parole. Mi piacerebbe che di Greta si parlasse soltanto per discutere il suo messaggio e portare altri ragionamenti, anche in contrasto, se serve, e non per criticare la sua faccia, la sua coerenza, la sua simpatia. Mi sembra un po’ come se si stesse giudicando un assassino e ci si perdesse in disquisizioni sulla sua pettinatura.

    • Elena

      Sto guardando la replica di Report che sta parlando dei allevamenti di pesce. Orribile i modo in cui li trattiamo, alimentiamo e poi li consumiamo. Ci stiamo uccidendo e qualcuno perde tempo a disquisire sulla pettinatura. La verità è che nessuno è disponibile a rinunciare alla quantità in favore della qualità. Sono nauseata

  • Luz

    Credo che questa ragazzina rappresenti un simbolo troppo importante e irrinunciabile. Credo anche che sia scandaloso tutto quello che viene detto su di lei. Il problema ambientale è di una tale gravità da indurci piuttosto ad ascoltare queste voci. Io dal mio mestiere faccio il possibile, ma so che potrebbe essere fatto molto di più, a cominciare dalle grandi imprese globali. Se restano sordi loro, allora siamo nei guai.

    • Elena

      Il tuo mestiere cara @Luz è fondamentale. Abbiamo perso qualche generazione ma ora forse recuperiamo. Ho fiducia nei giovani, molto meno negli adulti indifferenti o che sanno solo dire “sì però”. Non lo trovi irritante ?

  • Barbara

    L’entusiasmo delle sardine mi sembra lo stesso di qualche anno fa dei Vaffa Day. E di qualche decennio prima dei Girotondini. Ciclicamente le persone scendono in piazza a protestare in massa, poi però nel segreto delle urne elettorali si votano sempre gli stessi. O peggio alle urne non ci si va e non cambia nulla. Senza contare gli eletti che cambiano sponda, per coscienza dicono, per portafoglio pensano gli altri.
    Greta invece l’adoro. Ho paura ad affezionarmici per non restare delusa, ma l’adoro. Soprattutto non è italiana, e magari da fuori ci riusciamo a cambiare un po’ le cose.

    • Elena

      È vero che di tanto in tanto si scende in piazza. Ma io non ho mai sentito il bisogno di condividere né con il Vaffa né con i girotondini. Invece queste sardine mi piacciono, sono fresche e autentiche. Mi sento affine e spero che insieme ai ragazzi del #Fff cambiano la narrazione in questione paese perché ne abbiamo davvero bisogno.

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