Il mondo con i miei occhi

Transizioni

Per me è difficile aggiornare questo blog così come smettere di farlo.

E’ una dinamica di sensazioni opposte, tensioni e transizioni, in cui ristagna oggi l’intera mia esistenza.

Vi aggiorno su mia madre: è ancora qui, sempre più debole, sempre più disorientata. L’ospedalizzazione per i malati anziani è una sorta di carcere senza via di uscita, in cui l’assistenza è ai minimi termini causa carenza di personale, le ipotesi diagnostiche scarseggiano e l’impressione è che manchino veri e propri percorsi per pazienti di questo tipo.

E’ come se fosse sola davanti al suo destino, con noi a rincorrere qualche speranza, accontentandoci di qualche sottile sorriso o istante di lucidità.

Mi tornano in mente le parole scritte l’anno scorso e gioisco, perché è ancora con noi.

Arrendersi è impossibile.

In una società in cui gli adulti superano di gran lunga i giovani che li sosterranno e che dagli adulti sono sostenuti, la civiltà è al suo appuntamento di transizione verso una società vecchia nel suo significato più ampio.

Ci vorrebbe rispetto anche per coloro che “La loro vita in fondo l’hanno già fatta” perché chi può arrogarsi il diritto di determinare quanta e quale vita sia degna di essere ancora vissuta?

La cosa importante è esserci, anche in queste contraddizioni. Perché anche se si tratta solo di un’ora, magari la sera, a fine giornata, è comunque una finestra sulla vita di mia madre che si riapre, talvolta solo socchiudendosi, per tenere vivo quel qualcosa là dentro che c’è, lo so che c’è, devo solo riuscire a raggiungerlo.

Rassegnarsi, accettare, le parole chiave di queste transizioni. Qualche volta l’impulso a lottare torna, un’illusione, forse, che aiuta a vivere.

Il mio lavoro mi aiuta, gestendo questa parte di me che resiste e convertendola in qualcosa verso cui quella energia è utile, funzionale.

Transizioni

Il congressificio

Sono passata attraverso il quinto livello congressuale, con attività di dibattito ed elezione dei gruppi dirigenti annessa e connessa.

Dopo più di 140 assemblee di base, abbiamo celebrato il congresso provinciale della categoria a dicembre, quello regionale a gennaio, quello della Camera del Lavoro a gennaio, appena terminato quello regionale, quello della categoria nazionale appena terminato, a Bergamo.

Non esagero se lo chiamo il congressificio.

Tutto subito non mi andava di partire tre giorni, perché ti viene un senso di colpa o forse di attaccamento, ma poi sono andata, organizzando una presenza costante al posto mio grazie al mio compagno, a mia zia e a mia cugina che mi hanno supportata nell’assistere mia madre dando una mano a mia sorella.

Bergamo è stata una bella scoperta. Non è affatto come me l’aspettavo: la parte alta della città è meravigliosa e merita una visita ad hoc. Scendendo a piedi verso il basso, la vista della piana con la città bassa è magnifica.

Promesso a Carlos che torneremo, insieme, per un week end solo per noi. Bergamo si presta.

Mi resta ancora da celebrare il Congresso della CGIL a Rimini a metà marzo e a questo giro vinco il premio congressista dell’anno!

Scherzi a parte, la democrazia ha riti e costi e la CGIL è ancora una organizzazione democratica, ne faccio parte con grande orgoglio.

Transizioni: letture e scrittura in cambiamento

Per me resta poco spazio e poco tempo, potete immaginarlo.

Riesco però a leggere, sebbene con ritmi molto lenti, mentre sento l’urgenza di terminare il mio libro sul cambiamento ma mi manca il tempo e qualche volta l’energia per farlo.

Ma sono molto focalizzata sul tema e finalmente ho chiarito dentro di me qual è l’obiettivo, non desidererei altro che correre e raggiungerlo, invece posso solo procedere piano. Meglio che stare ferma.

Come letture ho terminato La vita degli animali di Audur Ava Ólafsdóttir, uscito nel novembre 2021. Mi è stato consigliato caldamente da un’amica e mentre leggevo mi chiedevo costantemente il perché. Poi, a metà libro, ho capito.

L’ostetrica Dyia ha dedicato la sua vita a far nascere i figli degli altri. Un giorno trova gli appunti di una zia che faceva il suo stesso lavoro, anche lei senza figli, in cui scopre che ha dedicato molta parte della sua vita alla ricerca del significato della luce e della vita degli animali.

Da quelle pagine Dyia comincia un viaggio su cui mi riservo di tornare, perché questo libro è stato una bella scoperta.

Subito dopo ho cominciato Le notti della peste, di Orhan Pamuk, ancora in lettura, ma senza entusiasmo.

Camus sulla peste ha già scritto tutto il necessario e francamente non so proprio perché mi sia lasciata attirare da questo romanzone sul tema che mi ricorda quarantene e pandemie appena vissute cui non aggiunge nulla di nuovo.

Anche la scrittura mi lascia perplessa, vediamo al termine cosa resterà dell’ennesimo acquisto compulsivo e ahimè deludente.


E’ tutto, care Volpi. Si va avanti per vedere più in là cosa c’è.

Vi abbraccio forte e a tutte e tutti gli innamorati auguro una settimana piena di ❤️❤️❤️

7 Comments

  • Giulia Lu Mancini

    Sono sicura che tua madre sente la tua vicinanza e capisce anche quando non puoi esserci con costanza perché lavori. È un momento difficile che stai vivendo però con lo spirito combattivo e dolce che ti contraddistingue. Posso solo dirti che gli ultimi giorni accanto a mio padre sono stati preziosi. Un abbraccio

    • Elena

      È così Giulia ci sono molte cose che in questi ultimi mesi sono per così dire andate a posto. Non so se mamma mi sentiva ma io ora sento lei anche se non c’è più. É una sensazione bellissima

  • newwhitebear

    Assistere un anziano nel suo fine vita è un autentico calvario per loro e per chi lo deve assistere. Quindi ti capisco perfettamente e capisco come sia dura per tutti.
    Un abbraccio

  • Brunilde

    Anch’io , come Grazia, sono certa che, in qualche modo, tua madre ti sente. E questo tuo esserci è la cosa più bella che puoi fare per lei.
    Certo, quelli che ” la loro vita ormai l’hanno vissuta ” sono dei privilegiati, rispetto a chi è sceso dalla giostra molto, troppo presto…
    Ma aver ricevuto il dono di una lunga vita vissuta non annulla il diritto a una fine dignitosa, umana.
    Il fine vita, in ogni sua declinazione, è un tema che non viene trattato dalla politica, ed è riproposto all’attenzione della società solo in casi eclatanti ( i viaggi in Svizzera di Cappato & Co, i casi di cronaca di grandi vecchi famosi, come la Lollobrigida e Vattimo ).
    Auguro a te e alla tua mamma di vivere questa difficile transizione nel modo migliore possibile. E a tutti noi, di essere più concretamente sensibili a questo argomento. Rabbrividisco pensando a tutti gli anziani e i malati soli, che non hanno amici e famiglia, e affrontano tutto questo in balia di un sistema inadeguato e inumano.
    Un grande abbraccio

  • Grazia Gironella

    Quella che coinvolge i vecchi e le loro famiglie è una situazione difficile, cui non so quale possa essere il rimedio. I fondi non sono infiniti, sono mal gestiti, certo, ma una parte del problema è implicita nel fatto che la vita si allunga (per fortuna), scivolando spesso verso la semplice sopravvivenza, spesso in situazioni di ospedalizzazione “povera” e di isolamento. Grande tu, che riesci a stare vicina alla tua mamma anche lavorando. Sono sicura che nel suo smarrimento la tua presenza le è di conforto. Ti abbraccio forte.

    • Elena

      Me lo auguro, cara amica mia, in ogni caso non farei altro, anche se so che non sente. E’ chiusa in sé stessa, nei suoi dolori, nei suoi terribili e incomprensibili pruriti. E io che le metto Mina sperando che una canzone possa farla tornare e stare un po’ meglio. E’ dura.

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