Non so come voi selezioniate i libri da leggere, io in genere li acquisto di getto.
Ma ogni regola ha la sua eccezione e il romanzo che oggi è protagonista delle Pillole d’Autore mi è stato suggerito, udite udite, da una editor, Stefania Crepaldi, per aiutarmi a ragionare sui differenti punti di vista in una storia e su come costruire una struttura funzionante con una pluralità di protagonisti, il genere di romanzo che piace a me.
E devo ringraziarla, non solo perché ne ho tratto ispirazione, ma perché il romanzo della Chevalier mi è piaciuto molto.
Per questo che è diventato parte delle Pillole d’Autore ;)!
Tutte le dame di Tracy Chevalier
La Dama e l’unicorno è proprio questo: una costellazione di personaggi, principalmente femminili, che si raccontano in prima persona, ciascuno con i suoi colori e le sue caratteristiche, con i suoi sguardi su se stesso e sugli altri protagonisti. Un’interessante geometria incrociata di caratteri, dialoghi e punti di vista, appunto.
Tuttavia non è la cosa che più mi ha colpito di questo romanzo, che inizialmente, lo ammetto, mi ha dato del filo da torcere.
Non riuscivo proprio a ingranare nella storia, ma dopo poco mi ci sono appassionata. A volte superare un ostacolo può riservare piacevoli sorprese….
Le figure più belle? Ma quelle femminili! Di differente ceto (siamo nella Parigi di fine ‘400) carattere, audacia, bellezza e sagacia.
La Chevalier nel rendere al meglio il complesso universo femminile è stata davvero insuperabile.
Il personaggio che lega la storia è Nicolas des Innocents, un pittore un po’ sgualcito che si guadagna da vivere facendo insegne e qualche ritratto e che per pura sorte viene incaricato di eseguire un dipinto per un grande arazzo che un signore di Parigi, in cerca di consolidamento per la propria posizione sociale appena acquisita e di emulazione per i nobili parigini, ha la necessità di esporre nella sua sala più grande e fastosa.
Desidera una scena di caccia, ma Nicolas, conosciuta la figlia Claude, lasciva e a suo modo pericolosissima, se ne invaghisce e propone un altro soggetto da lei suggerito. Ne viene fuori un affresco in cui il pittore vedrà continuamente le donne che via via incontrerà in questa sua avventura tra Parigi e Bruxelles.
L’arazzo, che ritrae una dama che incontra e addomestica un unicorno, è un’allegoria della vita di quelle dame, cortigiane e signore, tessitrici di trame di lana e di vita.
Il brano che vi propongo, uno sguardo sulla vita di Aliénor de la Chapelle
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Mi accorgo che la scelta della parola ‘sguardo’ appena usata è al limite dell’ironia, perché Aliénor, la protagonista del brano che avete appena ascoltato, è una giovane ragazza non vedente. La Chevalier ci accompagna nella sua apparentemente modesta vita con delicatezza e leggerezza, alla scoperta di ciò che non si può vedere con uno sguardo, ma con le mani, l’olfatto, l’udito, l’anima.
La forza del femminile in una società patriarcale in cui le donne non hanno alcuna volontà, regine, monache o serve, in un modo o nell’altro sono sottomesse al volere dei loro uomini, dei loro vescovi, dei loro padroni, siano essi il capo famiglia, il padrone della bottega o il ricco signore benefattore di conventi.
E’ la forza del romanzo la rappresentazione della capacità di sopravvivenza di queste donne, alle prese con l’amore e le sue conseguenze.
Vi piace questa chiave di lettura? Conoscevate già questo romanzo? Che ne dite di ciò che avete ascoltato?
Per quanto riguarda me, ora che sono quasi al termine di questo articolo, mi accorgo di essere molto attratta dalla cecità. Non è un caso che recentemente abbia recensito un altro romanzo, da me amatissimo, Cecità, di José Saramago. Andate a risentirne i brani da me scelti,anche io lo farò.
3 Comments
Giuseppe
Della Chevalier ho letto “La vergine azzurra” e “La ragazza con l’orecchino di perla”. Mi piace come scrittrice. Il romanzo di cui parli in questo post non ho avuto ancora la possibilità di leggerlo. Ma anche negli altri due romanzi si parla di donne.
Elena
Ciao Giuseppe, avrai capito che anche nei libri mi interessano le tematiche femminili. L’orecchino di perla l’avevo regalato a mia madre, ma io, chissà perché, non lo avevo letto.
Devo dire che la Chevalier è molto brava, anche se l’idea di partire da un dipinto o da un arazzo per raccontarne la storia , dopo la prima volta appare un po’ scontata…..
newwhitebear
della Chevalier ho letto tutti i romanzi. Tra storia e fantasia e tanto al femminile. Questo forse è quello che mi è piaciuto di meno. Forse la storia, forse l’uso smodato dell’io. Non so. Qualcosa non ha funzionato. Due sono i romanzi preferiti L’ultima fuggitiva e Strane creature.