Coaching,  Scrittura creativa

Far valere le proprie ragioni o lasciare andare?

La scorsa settimana ho approfondito il tema del blocco dello scrittore, sfiorando un argomento che poi mi ha “tenuto compagnia” per tutta la settimana; vorrei riprenderlo con questo articolo perché riguarda l’importanza di far valere le proprie ragioni, di affrontare gli obblighi che ci assumiamo, talvolta così onerosi da non lasciare spazio ad altro.

La riflessione è legata al tema della scrittura, ma penso sia valida per ogni obiettivo o finalità che ci sta a cuore.

A voi: buona lettura!

Far valere le proprie ragioni o lasciare andare?


“Paga i tuoi conti per tempo. Chiedi quello che ti spetta a chi è in debito con te oppure scegli di lasciar perdere se vedi che è impossibile ottenerlo”. Dalai Lama


Far valere le proprie ragioni


Ho letto queste parole in un momento di difficoltà e mi sono state utilissime.

Sono contenute due grandi verità:

  • occorre far valere le proprie ragioni
  • occorre lasciar andare quando è del tutto impossibile farle valere

Solo a pronunciarle provo già un gran sollievo! Trovo che permettano all’ansia che ci cade addosso di volare via. Quando i conti in sospeso, obblighi, impegni assunti, promesse, generano stress cominciamo ad esaurire il carburante principale per ogni obiettivo sfidante che abbiamo di fronte: l’energia.

Quanto è vero per chi scrive, ma anche per chi vive sempre alla ricerca del prossimo obiettivo sfidante!

Mettere ordine tra i nostri conti serve a discernere tra ciò che dobbiamo fare e ciò che possiamo fare, tra ciò che occorre tenere fermo e ciò che è bene lasciare andare.

Come nella scrittura di tanto in tanto mettiamo ordine nei nostri abbozzi, riorganizzando scene, capitoli, progressioni temporali, personaggi, così nella vita quotidiana la pulizia dei pensieri che la mente ci propone fa spazio al nuovo. E’ una iniziativa sana e non procrastinabile.

La scrittura guarda avanti e ha bisogno di una mente libera da condizionamenti e blocchi energetici per poter progredire.

Prima di far valere le proprie ragioni, fare i bilanci


Quando è opportuno fermarsi a riflettere su quello che stiamo facendo?


Ognuno di noi ha il “suo” momento buono, quando il flusso delle nostre riflessioni, che solitamente sottrae una quantità enorme di energia, riesce a produrre qualcosa di positivo.

Per me si tratta della fine del pomeriggio, quando il bilancio della giornata emerge spontaneo.

In quei momenti misuro ciò che ho portato avanti secondo le previsioni e ciò che è rimasto in sospeso e faccio i conti con il delta che c’è e che a volte è esso stesso produttore di ansia e preoccupazione.

La parte di me più intima paga il prezzo più alto di questo bilancio.

Le cose che avevo immaginato di fare per me e per me soltanto di solito non trovano molto spazio nella giornata e durante il bilancio pomeridiano questa lacuna emerge.

E’ in quel momento che i conti cominciano a farsi severi.

Capita anche con la scrittura, cui dedico tempo la sera, dopo il lavoro e le faccende quotidiane. Un tempo molto limitato e perciò ancora più prezioso.

Come posso renderlo ottimale?

Trovo utile fare bene i bilanci di fine giornata!

La prima cosa che ho imparato è che non devo guardare indietro a ciò che non è accaduto bensì a ciò che c’è e che può esserci ancora e godere dei sui frutti.

Potete anche richiamare alla memoria il vecchio detto del bicchiere mezzo pieno.

Se guardo alle cose conquistate, realizzate, imbastite durante la giornata (e durante la mia scrittura) piuttosto che a quelle non portate a termine, quell’ansia non trova spazio perché il cuore è occupato da un forte senso di gratitudine.

Nella scrittura questo escamotage mi permette di proseguire nella stesura di un saggio sul cambiamento nelle organizzazioni che mi sta appassionando molto ma che spesso è soggetto al tipo di blocco descritto nell’articolo già citato (eccolo), nello specifico il numero quattro, la difficoltà di portare a termine gli obiettivi per mancanza di tempo.

Questa tensione consuma energia.

Energia sottratta alla scrittura anche a causa di persone tossiche  e della rabbia che possiamo usare come energia creativa nella nostra scrittura.

Farci valere o lasciare andare? Illusioni e scrittura

Sono tutte le promesse che ci siamo fatti:

sarà un successo, lo finirai entro l’anno, sarà proprio come lo volevi.

Quante asticelle così alte da non poter essere saltate che diventano da impegni a debiti.

Tappe di un percorso che avete avviato per rendervi la vita più facile e arrivare più speditamente alla fine della vostra storia, ma che incalzano la vostra scrittura ogni giorno, sottraendovi energia.

Quando fissiamo la nostra attenzione su qualcosa e ci convinciamo che sia il bene assoluto, siamo orientate a fare di tutto per ottenerlo.

Se fatichiamo a mandare avanti gli impegni presi, forse dobbiamo chiederci se siano ancora funzionali.

Se sono ancora la soluzione migliore per scrivere la parola fine a una storia.

Vale anche per la vita.

Ogni tanto quella pulizia di cui parlavo all’inizio va fatta per liberare spazio e tempo da dedicare al settaggio delle cose che facciamo con la nostra esistenza.

Guai a sbagliare da questo punto di vista. La frustrazione (e il senso di colpa) è dietro l’angolo.

Rispettare gli impegni rispettando noi stesse è il miglior modo che conosco per raggiungere gli obiettivi cui teniamo di più.

È un po’ come ricominciare a correre: se partite sfiancandovi con ritmi e tempi non corrispondenti alla vostra preparazione fisica e mentale (la corsa è soprattutto quest’ultima cosa) state certe che in poco tempo troverete una qualunque scusa per smettere. 

Se invece cominciate gradualmente, assegnandovi obiettivi raggiungibili, che non vi impediscano poi di deambulare per l’intera giornata, allora avrete messo delle buone basi per la vostra salute e la vostra costanza nell’allenamento. 

Fatevi rispettare. Per far ciò dovete prima però rispettare voi stesse!

Lasciare andare? Dice il saggio…

Ed eccoci a bomba all’insegnamento del Dalai Lama. Se non è più possibile, lasciate stare, lasciate andare, sembra dirci il saggio maestro.

A volte siamo convinte che con il nostro impegno possiamo modificare ogni cosa. Ma non è così.

La vita è fatta di numerosi intrecci di cui governiamo pochissimi fili.

Quando ci troviamo di fronte a una situazione che non può essere modificata, a un “debito” non pagabile, o perché la persona non è più disponibile o non ha più la possibilità di onorarlo, dobbiamo avere il coraggio di passare oltre.


E voi care Volpi, avete fatto i conti con voi stesse?
Quali sono gli obblighi che sentite come un peso e che vorreste riconsiderare?
Quali invece gli impegni che con entusiasmo state continuando a onorare o vi prefissate di farlo?

Come sempre, attendo le vostre specialissime opinioni!

Vi saluto riproponendovi un vecchio video sul mio canale YouTube ormai quasi dimenticato ma con qualche riflessione ancora buona da ascoltare 😉



16 Comments

  • franco gabotti

    Secondo Tolle, e secondo i maestri spirituali ai quali egli si ispira, l’ego è una parte di noi da tenere a bada e non è nemmeno la più virtuosa, cioè è quella che nel bambino abituato a vedersi soddisfatto ogni capriccio spesso si ingigantisce creandogli frustrazione e tristezza.
    Spesso la prima reazione che abbiamo nei momenti difficili è dovuta all’ego e costui mal sopporta i contrasti, nel desiderio impellente di vedersi rispettato anche al di sopra delle esigenze altrui.
    I no esterni e poi anche le rinunce spontanee vengono invece elaborati da un pianto intimo che forma una personalità capace di rapportarsi con il mondo. Aggirare gli ostacoli ed evitare di incapponirsi sbattendoci la testa contro è una regola d’oro per raccogliere e dare serenità.
    Nel fare i conti con te stessa Elena racconti un po’ la stessa traiettoria: tu diretta, io facendo giri lunghi.

    • Elena

      Caro Franco, la traiettoria che scorgi è tutt’altro che dritta. Frutto di molto lavoro, di sentieri più brevi ma anche fuorvianti, un viaggio fatto di tanti pensieri visti e rivisti, nel tentativo di viverli. Ammettere questa possibilità, che tu descrivi come

      Aggirare gli ostacoli ed evitare di incapponirsi sbattendoci la testa contro

      , ha richiesto grandi sforzi da parte mia che ho sempre pensato di dover, ripeto, dover affrontare ogni problema di petto e subito. Conservo ancora questo, chiamiamolo “dinamismo” ma lo tempero proprio con l’attesa. Perché l’ego vive di reazioni immediate, hai assolutamente ragione. Grazie, @Franco. Buona domenica

  • Giulia Lu Mancini

    Cara Elena sono molto in linea con la frase del Dalai Lama, il problema non è come mi pongo io rispetto alle cose ma quello che mi gira intorno, se dipendesse da me potrei vivere con relativa serenità tutti i miei obiettivi di scrittura e lavorativi, ma è il contesto in cui vivo che mi mette in un frullatore e mi fa girare vorticosamente.
    In questo momento sono in affanno su tutto e la scrittura é davvero l’ultimo dei miei problemi, con grande rimpianto.

    • Elena

      Ciao Giulia, mi spiace leggere che per te il periodo vorticoso che dura da un pò di tempo non sia ancora finito, mi auguro accada presto e non solo per la scrittura. Quanto al resto credo che il messaggio zen sia proprio quello che tu descrivi : non cosa ci accade intorno, ma come lo viviamo noi. Se ci pensi è una vera rivoluzione.

  • Grazia Gironella

    Non solo non te ne voglio, credo anche che questi argomenti siano più importanti di tutto il resto e le determinino, alla fine. Quindi… io sono qui. 🙂

  • Luz

    È come scrivi tu in questo bel post, che scorro e penso a come sono fatta io, se faccio bilanci.
    I miei non sono di fine giornata, diciamo che sono “a periodi”. Mi pongo degli obiettivi, a volte sono troppo ambiziosi ma non importa.
    Per esempio adesso sto raccogliendo i frutti del mio spettacolo teatrale, ma mi pongo nuovi arrivi dinanzi, quelli riguardanti una ricerca
    teatrale, un percorso di formazione nuovo per me. Magari virare verso un teatro “sociale”. Sto trascurando scrittura e lettura, purtroppo.

    • Elena

      Cara Luz, devo ancora leggere il racconto della tua ultima fatica teatrale sulla figura di Anna Magnani che so ha avuto una grande fortuna. Mi spiace molto non essere a Romano per partecipare dei tuoi successi
      Che dire, avete obiettivi ambiziosi è il prodromo del successo a quanto pare, almeno nel tuo caso! Quando si raggiunge uno scalino dobbiamo sapere credo che ve ne saranno altri e che molti sono stati superati. Ma anche che il nostro cammino verso la realizzazione è potenzialmente infinito o meglio dura tutta la nostra esistenza. Percorrerla con consapevolezza e buone idee (intese come idee positive, come il tuo te atro sociale) è senz’altro un viaggio meraviglioso. Brava

  • franco gabotti

    Eckhart Tolle è un fenomeno pure letterario, se vogliamo anche una tendenza di moda, ma non fa altro che riprendere concetti più spirituali che filosofici che vengono da lontano nel tempo per regalarci saggezza.
    Vivere nel presente, riconoscere le tentazioni dell’ego che si nutre di sicurezze del passato e di paure per il futuro, soprattutto imparare a respirare.
    Leggendo il tuo ultimo contributo Elena vedo l’impostazione che purtroppo ha contorto il modo di vivere “occidentale” e l’ha avvitato sulla pianificazione, sul raggiungimento degli obbiettivi e sull’ossequio delle aspirazioni dell’ego.
    A proposito di ego, non ci avevo mai pensato, ma vuoi vedere che a scrivere i romanzi è proprio lui? Questo fatto mi disturberebbe non poco.

    • Elena

      Ciao Franco, Tolle è un personaggio controverso eppure ha scritto cose apprezzabili
      Lo lessi in spagnolo molti anni fa, “Il potere dell’adesso”. Ammetto che in spagnolo suonava meglio. E si, è un adattamento di principi spirituali molto più antichi nei confronti dei quali nutro non solo curiosità ma anche un continuo bisogno di approfondimento. Certo la difficoltà sta nel comprenderli prima ancora che nel viverli
      Ma è anche una bella impresa in cui mi sono buttata volentieri. Quanto all’ego, da tanto tempo conosciamo i suoi inganni. Non so se a scrivere è Ego o Elena, devi definitivamente prendere atto che sono la stessa cosa. Tu ce ne pensi? Tipo va di spiegarmi meglio cosa nell’articolo ti ha suscitato perplessità? Mi interessa molto

  • newwhitebear

    La citazione del Dalai Lama è una verità inconfutabile. Però spesso ce ne scordiamo. O forse fingiamo di non conoscerla.
    Questo ci pone di fronte ai nostri debitori. Se non è possibile riscuotere il debito è perdita di tempo provarci. L’ho fatto spesso anche se questo agli occhi di certe persone ha rappresentato un atto di debolezza. Questo l’ho applicato nella vita e anche nella scrittura. Nel cassetto virtuale, leggi PC, ci sono spezzoni che resteranno tali. Non vale la pena di completarli.
    Fino a diversi anni fa ce ne erano ma ora non più. Il passato è passato e non torna più. Si vive il presente con un occhio al futuro.

    • Elena

      Sai Gian che, how l’impressione che ci voglia molta più energia e coraggio a passare oltre i debiti non riscuotibili che anche dannarsi per night ottenerli a qualunque costo, anche se apparentemente potrebbe sembrare il contrario. La ragione è quella che dici tu : nel caso del lasciare andare, confliggiamo con consuetudini e doveri imposti da altri. Le verità inconfutabili sono le più belle e le più difficili da mettere in pratica. Per questo di tanto in tanto provo a ricordarle ❤️

  • Grazia Gironella

    La quantità di energie che disperdiamo nell’arrovellarci invano è impressionante. Il passato da correggere (ma è già avvenuto), le cose che non vanno come vorremmo (ma non possiamo cambiarle), quelle nel prossimo futuro che non abbiamo voglia di affrontare (ma sappiamo che lo faremo comunque)… Rimuginarci su ha senso soltanto se possiamo prendere una decisione per cambiare qualcosa. Tutto il resto è vita buttata via. Impariamo, Elena! <3

    • Elena

      Cara Grazia, mi rendo conto che questi post sono scritti soprattutto per me. Non me ne vogliate. Ho molto da imparare ancora amica cara ❤️

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