Il mondo con i miei occhi

La quattordicesima estate

Ben ritrovate su questo blog, care Volpi!

Finalmente torno alla programmazione consueta del blog dopo una pausa agostana più o meno rispettata, fatta eccezione per lo sfogone politico che trovate qui.

Il mese di agosto mi ha dato tanto, compreso un bel guaio al PC che ha rischiato di allungare il silenzio di quest’estate. L’ultimo giorno utile per pubblicare oggi sono riuscita a risolverlo ed eccomi qua a raccontarvi la mia quattordicesima estate in coppia ma sola.

E’ stata questa per me la novità. Volete sapere come me la sono cavata?

Ora ve la racconto…

La quattordicesima estate

Io e il mio lui non siamo particolarmente dediti agli anniversari. Celebriamo i compleanni, ma trascuriamo quasi tutto il resto, dicendoci che alla fin fine per noi è festa ogni giorno dell’anno.

Ma quando l’anno scorso ci siamo dimenticati di festeggiare il nostro anniversario, mi sono sentita disorientata, come se in una regata mi fossi dimenticata di passare una boa di percorso dalla parte giusta.

Il 23 agosto 2021 infatti non ci siamo nemmeno fatti gli auguri, e qualche giorno dopo, quando ce ne siamo accorti, abbiamo provato a rimediare, ma non è stato lo stesso.

Colpa della maledizione del numero tredici? Siamo sopravvissuti lo stesso.

Quest’anno però volevo a tutti i costi rimediare. Appena è cominciato il periodo festivo ho deciso che non avrei dimenticato due date importanti di agosto: il mio onomastico e il nostro anniversario.

Mi è riuscita l’impresa solo per la seconda. Ma ringrazio chi mi ha fatto gli auguri lo stesso per Sant’Elena, il 18 agosto. Sono stati graditi!

Purtroppo il 23 agosto, data fatidica che segna il conto delle nostre estati insieme, insieme non eravamo. Ci siamo riabbracciarci solo qualche giorno dopo, quando Carlos è rientrato dal suo lavoro all’estero. Una festa doppia!

Qui posto la vista che abbiamo apprezzato dal locale in cui abbiamo festeggiato l’anniversario. Una delle poche fotografie che ho scattato quest’estate, fatta di pausa anche con le diavolerie tecnologiche!

La quattordicesima estate
Lungo Lago romantico

Superare le convinzioni limitanti sulla solitudine in vacanza

Valeva la pena celebrare questa quattordicesima estate, e non solo per la nostra relazione, capace di rinnovarsi sempre e di sfidare il tempo.

E’ stata per me l’occasione per superare alcune convinzioni limitanti che da tempo mi impediscono di stare bene in vacanza da sola.

Questi pensieri mi hanno sempre assalita in situazioni come queste, lo ammetto. “Mi annoierò un sacco”; “che paura stare da sola in un luogo che non è la casa cui sono abituata”; “che peccato sprecare il tempo così senza divertirsi” oppure “avrei preferito fare viaggi stratosferici e serate esaltanti”.

Quest’anno è stato diverso. Sapevo già che avrei dovuto fare i conti con la solitudine e non mi sono tirata indietro.

Ho pensato che fosse per me un’opportunità e ho deciso di coglierla. Sono grata agli amici che mi hanno rivolto inviti al mare o in montagna che ho declinato. Hanno compreso il mio bisogno, la mia sfida con me stessa. Voglio loro bene più di prima.

A contatto con la natura, dentro e fuori

Ho vissuto a contatto con la natura nella mia casetta di campagna a Viverone, occupandomi dell’orto, imparando a raccogliere le patate (che fatica!), bagnando con moderazione pomodori e ripiantando fagiolini e insalata.

Ho tirato fuori la mia vecchia bicicletta e con tanta fatica ho cominciato a risalire con il rampichino le colline dell’intorno, per poi sorprendermi a sognare l’acquisto di una più efficiente bici elettrica.

Dopo un inizio stagione “stitico” le mie trombette hanno prodotto frutti abbondanti e dolcissimi che ho messo via in tutti i modi possibili e immaginabili. In salamoia, sott’oilo, sotto aceto, in pesto.

La mia cucina è piena di barattolini da assaggiare, che bailamme!

Mi sono regalata splendide passeggiate che mi hanno fatto toccare con mano la misura della crisi ambientale che stiamo vivendo e che sembra così lontana dalle preoccupazioni di tutti: campi di grano turco bruciati, terreni spaccati dalla siccità, laghi arretrati di metri e falde asciutte come non si vedevano da settant’anni.

E poi animali selvatici alla disperata ricerca di cibo e acqua. Una grande tristezza.

Questo toccare con mano la realtà mi ha resa più consapevole.

Ho cominciato a risparmiare e a usare in modo più morigerato le risorse. Ci prepariamo a un inverno difficile, fatto di speculazione sulle tariffe energetiche e tanta, tanta, povertà.

La vita di campagna insegna. Sono felice di averne saggiato la bellezza e la semplicità.

Farla franca con la solitudine

La solitudine è stata una dolce compagna. La presenza di qualche amica vicina ha permesso qualche momento di scambio, sempre piacevole. Ma nei fatti la famosa quattordicesima estate in coppia me la sono vista con me stessa e il rapporto è andato bene.

Insomma, ci piacciamo io e me e questo permette di scegliere l’altro con ancora più convinzione, consapevolezza, amore.

Sarà che prima di partire avevo visto per caso uno dei video che il dottor Morelli pubblica su YouTube per la rivista Riza psicosomatica (lo trovi qui)…?

Le sue parole mi hanno sollecitato una riflessione: non basta riposare occorre rinnovarsi.

Per farlo dobbiamo cercare ogni giorno qualcosa di nuovo, di mai fatto o mai visto, da inserire nella nostra routine di vita quotidiana.

Si può dire che ho colto i suggerimenti alla lettera 🙂

Mi sono occupata dell’orto, ho raccolto le patate (che fatica!), protetto le poche pesche dalle api con una rete che avvolgeva l’albero di tabacchiere come una bomboniera, ho messo le tendine nuove alle finestre di casa e organizzato il mio angolo per la scrittura, sperando di produrre qualcosa di buono.

E’ andato tutto bene tranne che per la scrittura.

Per i primi quindici giorni non ho nemmeno aperto il PC o il taccuino degli appunti.

Poi, in una giornata tremenda di mal di stomaco e di preoccupazioni (questa storia che lo stress arriva in vacanza è proprio vera!) ho preso in mano un taccuino, una penna, e quella idea su cui stavo penando da tempo perché non riuscivo a trovare la chiave giusta per trattare l’argomento che avevo in testa ha preso forma.

Ho cominciato a scrivere, non un romanzo, piuttosto un saggio divulgativo che prova a tenere insieme la mia attività di sindacalista e il mio percorso evolutivo attraverso il coaching.

Vedremo fin dove arrivo.

La cosa bella è che dopo tutto quel silenzio la mia mano sembrava guidata da una musa, ero un fiume in piena!

Bello riscoprire la scrittura manuale (una risorsa in più per lo scrittore di cui ho già parlato qui) e la facilità con cui, attraverso questo metodo, i pensieri trovano spazio sulla carta senza soluzione di continuità in un flusso costante generatore e rigeneratore.

Una sensazione bellissima che mi auguro si possa percepire anche nello scritto, non solo nell’atto di scrivere.

Letture: poche ma corposette

Ho portato a termine la dilogia di Grossman di cui Vita e destino è il secondo volume, appena terminato, che mi ha colpito molto e di cui vi parlerò presto nel blog.

Stalingrado l’ho recensito qui, se ve lo siete perso. Non sarò mai grata abbastanza all’articolo di giornale su Domani che ne ha parlato suscitando la mia curiosità. Era proprio il momento di leggerlo.

Totale dei due volumi: 1950 pagine! Una maratona praticamente.

Poi è stata la volta de “Il bosco delle volpi impiccate”, di Arto Paasilinna. Iperborea offre sempre soluzioni esclusive e una boccata di aria fresca di neve!

Qui le volpi rischiano il collo in Lapponia (ma non è che una piccola porzione della trama, divertentissima. Dopo i due tomi, ci voleva!)

Le mie letture proseguono con la raccolta, pubblicata di Einaudi, degli scritti e interviste più significative di Enrico Berlinguer, curate da Miguel Gotor nel saggio “La passione non è finita”.

E di passione ce ne vorrà tanta per reggere quest’inverno!

Ma sono pronta, grazie alla mia estate campagnola. In attesa che diventi presto la mia realtà (ci sto lavorando) questa, come qualunque altra vita, riserva sorprese e consapevolezze esaltanti.

Dobbiamo solo restare in ascolto e fare pace con noi stesse.

Se mi manca il mare? Tantissimo. Davvero tanto. Magari arriverà. E quando arriverà sarò pronta.


E voi care Volpi, come avete passato quest’estate caldissima? Avete raggiunto anche voi la vostra pietra miliare come è accaduto a me per la mia quattordicesima estate?


Fatemi sapere. Intanto buon inizio di settembre a tutte e tutti!

14 Comments

  • Franco Gabotti

    La tua passione per l’orto merita di essere incoraggiata. Per consigli e acquisti di trattamenti troverai soluzioni recandoti in una delle sedi del Consorzio Agrario, se vuoi una soluzione tradizionale e sicuramente ecologica contro l’oidio eccotela: devi spruzzare sulle foglie (anche utilizzando un normale spruzzatore di prodotti per la casa) una soluzione preparata con un cucchiaio di bicarbonato di sodio per un litro d’acqua; la settimana successiva ripeti con un cucchiaio di aceto sempre in un litro d’acqua. Se piove a distanza di due o tre giorni puoi ripetere. Giù in pianura le zucchine dovrebbero avere ancora un discreto scampolo di stagione, perciò vale la pena provare un salvataggio, certo che come piante necessiterebbero di abbondanti innaffiature.
    Il Premio Calvino è stato di parola nel rilasciare la scheda di lettura di “?otipac iah”, seppure ridotta ad una mezza paginetta, ma gli esempi di passaggi sui quali intervenire sono stati puntuali con tanto di citazione della pagina. Gli elogi, come puoi immaginare, mi hanno elettrizzato e sono stati estesi a tutta la scrittura attribuendo alla stesura grande (sì, grande) profondità e coerenza nello studio psicologico: “una scelta intelligente della voce narrante, una terza persona partecipe che mantiene la focalizzazione sull’eroina”.
    Ciao Elena, vado a raccogliere le patate.

    • Elena

      Grazie per i consigli per le zucchine Franco, proverò senz’altro! MI sono emozionata io stessa nel leggere questi apprezzamenti, ancora complimenti! Certo che il titolo… 😀
      Ps: Patate raccolte ormai da tre settimane, stavano germogliando. Erano piccolissime. Ma sai che buone? Però con st pala, che fatica… Buon lavoro nell’orto!

  • Franco

    Bello averti come collega ortolana, se ti va possiamo parlare di zucchine, del mal bianco che aggredisce le loro grandi foglie raspose, delle dorifere con la divisa della Juventus da combattere, meglio quelle scure o quelle striate verde chiaro? Scherzo. Però l’orto va frequentato quotidianamente se si vogliono buoni risultati, perciò anch’io ho lasciato la scrittura nel suo cassetto ma mi ha fatto felice ricevere la scheda di lettura del Premio Calvino: praticamente la sostanza c’è ed è buona, la forma non sempre, insomma il manoscritto semplicemente non è pronto ma la protagonista crea molta empatia con i lettori.
    Temevo bacchettate per il finale, che pare quello di un altro racconto, invece no, è stato capito.
    Ciao e buon ritorno al lavoro.

    • Elena

      Ciao Franco, congratulazioni per la scheda di valutazione del Premio e grazie per esserti ricordato di raccontarmi. Credo sia un grande risultato l’apprezzamento di quei lettori specializzati, un invito a fare meglio. Io non so mai quando un manoscritto pronto. Sono convinta che anche dopo l’ennesima revisione potrebbe apparirmi tale. A un certo punto bisogna mettere la parola fine e farlo leggere a qualcuno che ne capisce come hai fatto tu. Mi auguro che ti abbiano dato suggerimenti utili che possano aiutarti a proseguire il tuo lavoro. Il finale naturalmente mi incuriosisce ma immagino che lo leggerò a finale compiuto 😉
      Quanto alla verdura, caro collega ortolano, se hai la soluzione magica contro il mal bianco te la copio. Le mie meravigliose trombette sabato sono apparse a me con le loro grandi e carnose foglie tutte picchiettate di bianco! La pianta a mio avviso sta morendo, ma offre ancora generosa molti frutti. Li godo fino all’ultimo, inventando ogni settimana nuove ricette. Poi si vedrà. Il nostro orto fa miracoli, perché noi, come immagini, non riusciamo a curarlo ogni giorno e quest’estate con questa terribile siccità ha molto sofferto. Avevo piantato dei fiori meravigliosi per la prima volta e stavano venendo su bene, ma il sole ha seccato anche quelli.
      Ci riproverò l’anno prossimo con rinnovato impegno ed entusiasmo.

  • Grazia Gironella

    Estate viva, la tua! Un po’ meno la mia, forse. Dopo avere finito la prima stesura del nuovo romanzo, ecco che si apre la classica voragine da abbandono. E adesso? Nel mio adesso, per ora, non ci sono programmi, ma il bisogno si sente. Chissà se arriverà qualcosa di buono, prossimamente. In bocca al lupo per il nuovo progetto, che nasce con tanta energia in corpo. <3

    • Elena

      Cara Grazia, conosco bene il senso di vuoto che descrivi e so anche che è necessario. Sai cosa faccio io in quei momenti? riprendo in mano qualcosa che per la scrittura avevo trascurato e mi ci butto a capofitto. Poi, quando la mente è spazzata dalla scrittura, mi arrivano nitide alcune cose che possono migliorare la stesura. Insomma, senza programmi si piò stare bene, recuperando cosa amiamo fare oltre la scrittura. E tu hai tante tante passioni, lo so bene ;). Grazie per l’incoraggiamento sulla scrittura. Sta andando avanti anche se ho ripreso il lavoro, con la medesima concentrazione. Un buon segno! In blocca al lupo anche a te per il tuo progetto che presto vedrà la luce.

  • Giulia Mancini

    Io ho avuto una estate faticosa per il caldo e per il lavoro, un luglio infinito proseguito fino all’otto agosto quando finalmente sono andata in ferie. Purtroppo non faccio molto nel mese di agosto perché, a parte il viaggio in Puglia da sorelle e nipoti, non faccio grandi vacanze. A parte la veloce settimana di giugno, non ho visto mai il mare e quindi per me non è vera vacanza (lo so ognuno ha le sue fisse), unica nota positiva gli ultimi giorni di ferie, rientrata a Bologna, ho ripreso a scrivere. Sono tornata al lavoro già da metà della scorsa settimana con lo spirito sotto i tacchi, anche perché le prospettive future – in generale – non sono incoraggianti (a proposito del tuo post politico).
    Comunque ho scritto un post in cui sei stata citata, se vuoi andare a leggere.
    Buona ripresa cara Elena

    • Elena

      Cara Giulia, vado subito, che onore! Leggendoti mi rispecchio totalmente nella tua descrizione della fase pre estiva, ma d’altra parte ci siamo già scambiate idee e sensazioni nelle settimane precedenti. Giugno ha salvato anche noi con il viaggio in Umbria, ma accidenti, sembra già così lontano… Riposarmi per bene spero, come speri tu, che mi abbia riservato una quantità di energia accumulata da spendere a partire dai prossimi giorni, perché sarà dura, a Bologna come a Torino.
      Anche io come hai letto ho ripreso a scrivere all’ultimo giro di vacanza, vedi che con tutto che ci dividono più di trecento chilometri siamo molto affini… E sono d’accordo con te: alla fin fine senza mare non sono vacanze. Ci rifaremo! Un caro saluto anche a te

  • newwhitebear

    certamente ho raggiunto una pietra miliare ques’estate. 50 estate insieme. Comunque leggo che ti sei organizzata bene nella casetta in campagna. Ortolana e igienista.
    La vita di campagna ti fa bene.
    A leggerti presto

    • Elena

      Beh Gian, di fronte ai vostri 50 noi siamo proprio dilettanti! Augurissimi di cuore, storie come questa riempiono davvero di speranza. Mi piace la definizione di ortolana e igienista. Ero circondata da così tante zucchine che ho dovuto inventare mille modi per cucinarle e conservarle! Ma ti dirò tra qualche mese se ci sono riuscita, all’assaggio 🙂 Un caro saluto, a presto

  • Luz

    Anch’io da oggi torno alla consuetudine e fra pochi giorni inizierà il nuovo anno scolastico (per noi insegnanti dal 1° settembre, fra collegi docenti, consigli di classe e riunioni dipartimentali oltre a tutto il resto da programmare). Riguardo all’anniversario, pensa che io faccio fatica a ricordare proprio il giorno, perché vicino alla nascita di mio nipote. Io ho sposato il 30 agosto e lui è nato il 31 e a volte inverto le due date. Proprio oggi, oltretutto, io e Dolcemetà compiamo niente po po di meno che 25 anni di matrimonio. Nozze d’argento, insomma, che non festeggeremo perché il solo pensiero di mia madre gravemente inferma in un letto mi toglie il desiderio di fare festeggiamenti. Per altri aspetti, penso che festeggiare il 25 anni sia una consuetudine che pone l’accento sul matrimonio ignorando del tutto quello che c’è dietro. E in effetti noi siamo insieme da 36 anni, siamo praticamente cresciuti insieme. Per me tutto ha avuto inizio nel 1986, insomma.
    Buon inizio, cara Elena!

    • Elena

      Ciao Luz! Ben ritrovata! Beh in effetti per chi è sposata vale di sicuro la data del vostro incontro d’amore, anche se non ancora codificato dal matrimonio. Nel mio caso non ci sono differenze, in quanto non siamo sposati ma lo stesso abbiamo sempre ricordato quell’avvenimento perché è stato per moi davvero l’incontro della vita che ci ha cambiati in meglio. Ma non pensare a festeggiamenti smodati. CI basta celebrare la nostra vicinanza e il nostro amore con un ricordo un calice e magari una cena speciale. Mi rammarico molto per la salute di tua madre, capisco bene e conosco la sofferenza che ne deriva. Posso solo dirti coraggio, ti sono vicina. L’inizio della scuola spero ti porti un po’ di quella freschezza di cui i ragazzi dispongono in abbondanza, anche se dopo due anni e mezzo di DAD, lezioni difficili e crisi per insegnanti e allievi il mondo della scuola mi pare più una sorta di terreno su cui si consumano tutte le contraddizione del bel paese democratico in cui viviamo. Dai Luz, che di insegnanti come te ce n’è un gran bisogno. Buon inizio anche a te!

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