Ecco perché avrei scelto il tema su Malala
Femminile, plurale

Se fossi in voi… Maturità: ecco perché avrei scelto il tema sulla storia di Malala

Aveva solo 11 anni quando Gul Makai, aka Malala Yousafzai, passò alla BBC il suo diario di bambina della Valle di Swat in Pakistan, sotto il regime talebano. (qui trovi qualche estratto del suo diario).

Un racconto lucido che giorno dopo giorno ha proiettato milioni di persone nell’incubo della repressione talebana che ha colpito in modo particolare le donne a partire dal diritto all’istruzione.

La scuola sempre e comunque si rivela strumento principale per la definizione di una società, in Pakistan come in Italia, ieri come oggi.

La ragione è semplice: il sapere ci mette al riparo dalla supina accettazione dei dogmi, delle imposizioni, delle facili strumentalizzazioni. Ci aiuta a scegliere, liberamente. Per questo è un rischio per taluni, perché ci rende liberi. Per questo va difeso, per questo è un diritto.

Il tema

La traccia numero sei consegnata oggi agli studenti che hanno affrontato la prima prova della maturità (quanti ricordi, sigh!) parla di lei, di Malala. Di una bambina che ama i libri e l’istruzione a tal punto da non cedere ai ricatti del regime talebano in Pakistan, che vive con una famiglia che la comprende e la sostiene, orgogliosamente ma nel riserbo, per non metterla in pericolo, che sfida le temibili restrizioni religiose nei confronti delle donne studentesse, alle quali presto i talebani vieteranno di frequentare le scuole.

Lei non rinuncia mai alla sua identità, va a scuola quando la metà delle bambine non si presenta più per paura delle minacce e delle conseguenze, ci va indossando il suo vestito preferito, un abito tradizionale di colore rosa.

Doveva essere bellissima Malala quella mattina che si è presentata a scuola e ha sentito, dalla bocca del preside, le notizie che forse, dopo le vacanze, non ci sarebbe più stata lezione per loro. Ordine del regime, ordine della sharia. Malala reagisce semplicemente vivendo la sua vita come la desidera.

Con un diario e una penna in mano. Sfida il regime, che non le perdona la resistenza alle minacce.

E così un giorno di ottobre, nel 2012, una pallottola la raggiunge alla testa mentre viaggia sull’autobus della scuola. Un commando formato da dieci talebani, ferma l’autobus, sale, la riconosce e la colpisce. Fortunatamente vive. Il commando viene fermato, ma otto di quei dieci uomini sono stati da poco assolti dai giudici e liberati in gran segreto. Un affronto che Malala è in grado di superare. Forte del suo Premio Nobel per la Pace, conseguito nel 2014, che dice di condividere con tutti i bambini che non hanno voce, affamati, schiavi, emarginati, usati come soldati, come carne da macello.

A suo modo è sempre stata un simbolo per i diritti dell’infanzia. Ma un nobel a 17 anni è qualcosa di più. E’ una sorta di riconoscimento a chi sceglie la libertà, a qualunque prezzo. Penso che Malala sia il simbolo di una generazione che può provare a sfidare con coraggio tutti i totalitarismi e che può costruire in Pakistan le basi per un futuro differente, non solo in quel paese. Ma è anche un esempio e una forza per tutti i ragazzi che oggi si sentono un pò in disparte, inutili, incapaci di cambiare le cose che non vanno.

Malala può rappresentare la voglia di reagire, di operare per un mondo migliore, più giusto, in cui tutti abbiano il diritto di esprimere il proprio pensiero e di agirlo. Malala ci ricorda che non serve la forza bruta per cambiare le cose, ma il coraggio dell’anima per testimoniare il cambiamento che solo così può compiersi. Il bello è che questo coraggio risiede in ciascuno di noi. Non è impossibile riconoscerlo.

Avrei scelto la storia di Malala perché parla al futuro, cioè a quelle ragazze e a quei ragazzi che oggi mettono i primi piedi fuori dal mondo protetto della scuola e si affacciano alla vita. Siete disorientati e forse sfiduciati, troppo occupati da distrazioni più o meno sane e con una voglia di scoprire appieno la vostra identità.

Per noi ragazze quella porta era come una magica soglia che portava al nostro mondo speciale” , diceva Malala in una pagina del suo diario parlando della scuola.

Ecco ragazze e ragazzi, sognate. Abbiate una visione forte e magnificente del vostro, del nostro futuro. E abbiate fiducia. Come lei l’ha avuta in se stessa e nel mondo che le stava attorno, pensando che poteva essere cambiato. Malala per me è stata una fonte di ispirazione. Mi auguro possa averlo fatto con molte e moltissimi ragazzi quest’oggi. Per loro ho un solo augurio: fate che anche voi possiate diventare il cambiamento che desiderate. Cominciate da adesso. Adesso è il vostro momento ragazzi. Buona vita!

Fatemi felice, scrivetemi le vostre opinioni in merito ma soprattutto….. Chi di voi ha scelto questo tema? E perché? A voi la parola….e il futuro …. io ho scritto come lo vedo in questo post

One Comment

Che ne pensi?

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.