Care Volpi, si avvicina l’estate e le vostre affettuose visite si rarefanno.
Per parte mia, nonostante una certa stanchezza, non ho perso la voglia di raccontare, che in questi giorni mi pare più fervida che mai. Ma terrò conto dei segni che arrivano 🙂
In fondo è estate.
Un’estate di luminosa bellezza che voglio assaporare come un’apertura.
Sono serena e guardo alla vita con semplicità, senza aspettarmi nulla. Non ho bisogno di nessun rito propiziatorio in questo solstizio d’estate 2022. Mi limito a osservare. E ciò che vedo, dentro e persino intorno a me, mi piace.
Solstizio d’estate
Qualche goccia di pioggia ha rinfrescato qui da noi l’aria calda e afosa di una fine primavera nefasta: la guerra che non accenna a finire, la pandemia che torna e ora persino la siccità, con il rischio di scarsità di acqua e di cibo che queste tragedie si portano appresso.
Cose che quest’inverno si sapevano già, almeno la siccità intendo, per via delle scarse nevicate e per la totale assenza di un piano di razionamento graduale dell’acqua, che richiederebbe forme organizzative e responsabilità che troppo spesso si tende a tralasciare.
Nulla è in grado di offuscare la serenità che sento dentro di me.
Alcune cose accadute in questi giorni sono così piccole che occorre tanta attenzione per vederle, eppure sono così belle da aver occupato uno spazio sempre più grande dentro di me.
Ho avuto la possibilità di aiutare un adolescente uscito a pezzi da un percorso di studi penalizzato dall’isolamento e dalla paura dell’ignoto. Il rischio DAD. L’ho fatto con gli strumenti che ho appreso durante la lunga fase della pandemia, quelli che mi ha messo a disposizione il coaching.
Una frase che ha detto l’ultima volta che ci siamo visti, “devo rinascere” ha avuto una tale risonanza dentro di me che ancora mi nutre e so che sta nutrendo anche lui.
Ciò che facciamo, per quanto rocambolesco e improbabile possa sembrare, se fatto seguendo il nostro istinto più profondo, quello dettato dal cuore, porta sempre a una fine positiva. Ecco una parte consistente della mia serenità. Essere in sintonia con le mie aspirazioni, i miei sogni, le mie visioni, i miei valori.
La gioia di sostenere è così grande che dev’essere condivisa con altri. E’ qualcosa che nutre giornate stanche e di attesa per ciò che verrà, anche se ancora non so bene di cosa si tratti.
Intanto mi preparo a quello che mi aspetta a settembre, il congresso della CGIL.
Davvero servirà la magia del Solstizio d’Estate!
Arrivo lunga, lo so. Nell’ultima settimana si sono susseguite due date importanti: il 21 giugno, il giorno più lungo dell’anno, e il 24 giugno, il giorno di San Giovanni, patrono di Torino e ispiratore di rituali e di tradizioni popolari ancora molto vive, come ci racconta Giampaolo Marcolongo nel suo Una notte magica San Giovanni.
La danza degli Amphimallon
Giorni magici dunque. Non la sentite, la magia?
Io vi racconto un episodio che mi ha incantato.
Nei fine settimana mi godo la stanza studio che abbiamo finalmente ricavato nella nostra casetta di campagna.
Dall’angolo in cui ho posizionato la mia piccola scrivania, o meglio, il tavolino su cui ho sistemato un tappetino per il mouse, la mia solita pila di carta riciclata piena di appunti e il caricabatterie del telefono, posso guardare attraverso la finestra che dà sul prato.
Sbircio, mentre scrivo i rumori del tramonto e ne assaporo i colori, sollevando appena un po’ il capo, in modo da vedere il giardino e i miei bellissimi fiori. Bellissimi per me che li ho coltivati, per la prima volta! Eccoli:
L’altra sera, umida di pioggia, la mia attenzione è stata attirata da un movimento sincopato raso prato. Centinaia di animaletti dai colori sgargianti che parevano pasticche di bronzo riflesse al sole, si inseguivano facendo giravolte, rincorrendosi, concentrandosi d’improvviso in uno stesso punto. Il tramonto era appena cominciato e già immaginavo l’interesse che quel movimento avrebbe suscitato nella civetta, che so abitare in questo luogo, anche se riesco a vederla di rado e la sento soltanto di notte.
D’apprima pensavo si trattasse di vespe o api e un po’, confesso, mi sono allarmata. “Per fortuna sono in casa” – mi sono detta, anche se la curiosità era tanta. Alla fine sono uscita fuori. Che bailamme!
Avvicinandomi piano piano mi sono accorta che quei piccoli insetti bronzei non erano né api né vespe, ma coleotteri e più in particolare scarabei.
Per loro la magia del solstizio d’estate stava per compiersi: era il tempo dell’accoppiamento per gli Amphimallon, che attendono a lungo, sotto forma di larve, questa notte del solstizio d’estate, la loro splendida occasione d’amore.
L’erba pareva viva e i rumori di quelle centinaia di bestiole diventavano uno solo, come un canto. Un canto d’amore.
Grazie alla potenza incredibile di Google Lens ho potuto saperne di più su di loro (vi invito a cliccare al link qui sopra per approfondire) e soprattutto sulle loro abitudini, così come delle conseguenze che probabilmente il mio prato misurerà, nei prossimi mesi.
Le femmine infatti depongono una quarantina di larve proprio sotto le zolle dei prati, dopo aver ricevuto il maschio sulla propria groppa, mentre si tengono abbarbicate a un filo d’erba per reggerne l’impeto.
Larve che passeranno alcuni anni sottoterra prima di diventare a loro volta splendidi insetti volanti.
Imparerò che la magia del solstizio d’estate non è solo la prevalenza della luce sulla notte più buia, del sole sulle tenebre, del bene sul male, ma anche il momento in cui tutto è portato a compimento, come le larve di questi insetti insegneranno.
Ed io, ricordandomi di questa notte, misurerò ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, le conseguenze dell’amore.
D’altra parte, non è ciò che facciamo ogni giorno?
Non siamo forse impegnate ogni giorno per sopportarne le conseguenze?
Notizie sparse
Ho cominciato a leggere Vita e destino, di V. Grossman. Come per Stalingrado, non so se riuscirò a non parlarne fino a quando non ne avrò portato a termine la lettura (quasi mille pagine).
Infatti l’ho già fatto, offrendo ai miei followers della Pagina Facebook di Volpi che camminano sul ghiaccio una gustosa citazione, mentre sto ancora riflettendo se pubblicare, per esteso, la famosa lettera della madre di Viktor Strum, Anna Semenovna, giunta a lui dal ghetto in cui fu deportata e di cui si è fatto mirabile cenno proprio in Stalingrado e che qui, nel naturale prosieguo della storia, è svelata.
Splendida, commovente. Forse dovrei.
Meglio sarebbe che, con i vostri tempi, trovaste il modo di leggerlo da voi.
Non ve ne pentireste. E se ciò accadesse, in ogni caso il suo potente messaggio avrà avuto l’opportunità di scavare il solco in cui forse, un giorno, potrà essere deposto un seme.
Con questo post solstiziale comincia l’estate del blog. Ci vedremo, ci sentiremo, ci scriveremo, con i tempi che questa stagione porta con sé. Vuol dire che forse non uscirò più tutti i martedì o forse accadrà in un giorno differente.
Prendiamo fiato, vi va?
E voi come vi state preparando all’estate?
Con quali bagagli vi metterete in viaggio verso la stagione più calda e generosa dell’anno?
9 Comments
Luz
Cara Elena, no ahimé. In tavernetta non ho il mio studio ma solo un divano comodo e il televisore (oltre al tapis roulant). Ho spostato il pc dallo studiolo nel sottotetto (nel quale c’è un caldo inverosimile, segno che il tetto sarebbe da rifare, è proprio arrivato) al piano terra, nel soggiorno. La tavernetta è la salvezza, come scrivevo. In questo momento in soggiorno, malgrado l’orario ci sono 29°!!!
Elena
Adoro l’idea di una tavernetta fresca in cui rifugiarsi la sera, dopo le lunghe giornate di lavoro oppure fare un po’ di esercizio fisico (il tapis roulant però non mi sta da nessuna parte, uffa!). Anche se in questo periodo con questo caldo non ho voglia di fare nulla. E la siccità mi scuote dentro (qui alle 7 di mattina 27 gradi, ieri sera alle 23 32. Fai te)
Grazia Gironella
Bellissimi i tuoi fiori! Anche nella mia zona (e nel nostro giardino) quest’anno sono comparse frotte di questi maggiolini, che i friulani chiamano “scussòn”. Sono bellissimi, e anche un po’ importuni, egoisticamente parlando, perché in pratica mi rendono impossibile portare fuori Maya la sera, quando fa più fresco. Sono così tanti, e mi vengono a sbattere addosso… batto in ritirata, lo ammetto. 🙂
Elena
Eh in effetti sono proprio una bella truppa, chissà se hanno colonizzato con le loro uova il mio prato! Ti saprò dire. Certo che vivere in mezzo alla natura ti permette di riappropriarsi di cose che abbiamo perduto. Qui a Torino insetti, a parte le zanzare, non ce ne sono proprio più. Nemmeno passerotti. Una tristezza infinita. Ecco perché ogni piccola cosa di campagna mi stupisce. Un caro saluto, felice che un fiori ti piacciano è la prima volta che li coltivo
Luz
Acc, non riesco a vedere l’immagine, forse è la mia connessione. Eh sì, visite molto ridotte anche da me, è fisiologico. Io comunque penso di mantenere il ritmo di un post a settimana per tutto il mese di luglio. L’estate, benché io sia nata proprio il 21 giugno, non è la mia stagione prediletta. Se non avessi il mio seminterrato a tenermi al fresco, sarebbe un guaio. Nell’appartamento avevo il condizionatore e non sentivo il danno che il caldo provoca sui miei neuroni. Se non scendo al piano inferiore, resto intorpidita per tutto il giorno, è una pena perché non vedo l’ora che passi e non si può vivere così l’estate. Nelle prossime settimane io e mio marito faremo due brevi viaggi, di quelli mordi e fuggi, andremo a Spoleto e poi giorni dopo a Venezia. Due fuori porta che proprio ci vogliono perché sono anni che non ci muoviamo (a parte Torino e la Calabria fino all’anno scorso). Insomma… siamo qui, cara Elena, che l’estate, malgrado tutto, sia con noi. 🙂
Elena
Cara Luz, bello esser messa a conoscenza dei vostri progetti vacanzieri, grazie e buon viaggio e divertimento. Due mete molto belle che vi riempiranno occhi e cuore. Io non ho mai condizionamento in casa ma in ufficio si, aiuta a rendere più sopportabile il lavoro molto teso in questo periodo in cui gli effetti dell’inflazione e della perdita di potere d’acquisto sia sentono. La tua tavernetta odora di buono. È lì che hai sistemato il tuo studio, dove scrivi e immagini nuovi adattamenti teatrali? Comuqnue sia, se ti va proveremo a tenerci compagnia anche in questo periodo di basse vibrazioni. Non credo terrò la consueta programmazione, ma ho imparato che non bisogna dire mai. Un abbraccio fresco fresco!
Giulia Lu Mancini
Molto belli i tuoi fiori e che meraviglia la danza degli insetti dorati, penso che nella vostra casa in campagna possiate vivere degli splendidi momenti, è stata un’ottima scelta. Mentre era in corso il solstizio d’estate ero in vacanza, sono stata via una settimana e mi é servita per staccare dallo stress della vita e del lavoro. Mi aspetta un luglio torrido di lavoro, ma sono serena, riposarsi serve molto.
Ti confesso che l’estate non è la mia stagione preferita, amo la primavera con le temperature più miti e meno soffocanti, ma la primavera praticamente non c’è quasi stata, invasa dal caldo estivo con troppo anticipo…
Elena
Bentornata cara Giulia, in forma e riposata. Ci vuole. Per conto mio, adoro queste piccole fughe anticipate per pregustare le vacanze estive! La nostra casina è un rifugio prezioso, dorato come gli scarabei, e diventerà sempre più bella perché, finalmente, abbiamo trovato un architetto che ci ha capiti e ci ha proposto un progetto di ristrutturazione top. Bisogna solo avere pazienze e procedere un po’ per volta, ma poi, relax, verde, tranquillità e molta bellezza. La stessa che auguro a te per questa estate davvero afosa. E vai di ventilatore (dei condizionatori sono anni che ne facciamo a meno :D)
newwhitebear
col solstizio d’estate mi è tornata la voglia di scrivere qualcosa. Idee molte ma tempo scarso. Vediamo come evolve.
Ti leggo rilassata. La casetta in campagna ti fa bene.
Per la siccità non si vuol fare nulla: l’Italia è il paese delle emergenze. Emergenza gas, energia elettrica, covid, ecc.. l’elenco diventa lungo. L’acqua va conservata quando c’è e non quando non c’è. D’inverno gli invasi, leggi canali, stagni, ecc d’inverno sono quasi secchi e si vogliono riempire quando scarseggia con ovvi risultati. Si pianta il mais cento giorni a maggio per averlo pronto ad agosto. Si sa che richiede molta acqua e guarda caso quando scarseggia.
Bellissima l’immagine