Nemmeno un mese e ricomincerà l’iter dei temuti esami di maturità, croce e delizia di studenti e insegnanti e naturalmente di famiglie.
Apprensive o speranzose? Dite voi.
Non so quanti vivranno come genitori questa sfida. Io sono ormai osservatrice esterna da sempre e come tale scrivo questo articolo.
La mia maturità, lontana e mai dimenticata
Lo ricordo come se fosse ieri il giorno del mio esame di maturità.
La notte passata a studiare e le occhiaie del mattino, i caffè per stare sveglia e le valeriana (sono sempre stata una brava ragazza) per tranquillzzare i nervi.
Poi la lunga attesa il giorno dell’orale (ero l’ultima interrogata della giornata).
Ricordi ancora sotto pelle.
Gli ultimi mesi di scuola
Gli ultimi mesi di scuola li passai tra l’ansia per l’imminente esame e la voglia disperata di saltare il fosso, di togliermelo dai piedi, anche se non sapevo bene cosa avrei dovuto aspettarmi dalla vita.
A diciotto anni sei padrona del mondo, pensi al futuro ma allo stesso momento sei attanagliata dai dubbi e da scelte che sono oggettivamente più grandi di te.
Per tutto il periodo delle superiori avevo pensato soltanto al presente, mentre quel maggio del 1987 improvvisamente il futuro stava irrompendo nella mia vita. E io dovevo scegliere.
Studiai insieme a ragazze come me che frequentavano scuole private e che realizzai fossero molto meno preparate di me.
Mi rinfrancò l’idea che la scuola pubblica, nonostante tutti i limiti, fosse ancora in gradi di offrire l’eccellenza.
Chissà se è ancora cosi?
Bisognerebbe incrociare qulcuno che ha figli maturandi e chiedere se il primato della scuola pubblica sia ancora tale.
Così, pensando in questi giorni a quelli di allora, il mio pensiero va a quei ragazzi, cui, nonostante gli anni, mi sento ancora molto vicina.
Stanno affrontando le stesse paure e le stesse emozioni che provammo noi.
Per qeusto scrivo questi 4 passi verso la maturità . Ma lo faccio anche per me e per la mia generazione.
In fondo abbiamo ancora molto da imparare.
Ma di sicuro abbiamo compreso che un esame non è un punto di arrivo ma un punto di partenza, per affrontare un percorso durante il quale non possiamo mai smettere di studiare.
4 passi verso la maurità. Come prepararsi all’esame, a scuola come nella vita
Primo, valutare il percorso che vi ha portati fino a qui, secondo sfruttare al meglio gli ultimi giorni di scuola e il periodo pre-esami, terzo affrontare le prove scritte esercitandovi nello scrivere il miglior tema della vostra vita, quarto imparare a esporre le cose che avete imparato alle prove orali.
1 Fate il bilancio di ciò che conoscete
Vi sembrerà strano che io abbia deciso di cominciare da qui. Qualcuno potrebbe obiettare che l’acqua passata non macina più, e ha assolutamente ragione!
Non serve a nulla recriminare, o, per stare nei proverbi proverbiali, a piangere sul latte versato. Frasi tipo “avrei dovuto studiare di più” oppure ” se solo avessi accettato quell’invito a studiare insieme oggi avrei le idee più chiare“, oppure “se non avessi passato tutte quelle notti attaccato al computer oggi saprei cosa è successo nel 1945 ” e così via, non voglio nemmeno sentirle. Non pronunciatele o tappatevi le orecchie se qualcuno ci prova.
Se vi state mangiando le mani è certamente perché qualche rimorso ce l’avete e qualche errore l’avete fatto. Il trucco adesso è individuarlo, riconoscerlo!
Per cominciare a investire tutta l’energia che avete per rispondere a questa domanda: ora come rimedio?
Fate un bilancio di ciò che conoscete e di ciò che invece dovete recuperare. In una parola, dovete sapere a che punto è la vostra preparazione. Fatevi aiutare. Sono sicura che i vostri insegnanti ci avranno provato a mettervi sulla buona strada, ma chissà se avevate voglia di ascoltare….. Ora però non potete più farne a meno, perciò cercate qualcuno che vi aiuti!
Se non avete chiaro come siete messi sulle materie oggetto d’esame, me lo dite come fate a rimediare alle lacune e a prepararvi bene? Imparate a fare i bilanci. Se non l’avete mai fatto, sappiate che la vita ve lo chiederà ancora molte volte, tanto vale cominciare ad esercitarsi.
1.2 Fatelo insieme agli altri
Confrontatevi con amiche o amici, magari anche di altri istituti, di altre sezioni della vostra stessa scuola. Non abbiate timore. Tutti hanno paura, tutti sono in ansia, anche quelli che ostentano sicurezza. E’ facile parlare quando si ha l’esame di maturità alle spalle, ma ciascuno di noi, se ha la memoria buona, ricorda bene lo stato emotivo di quei momenti…..
In questo scambio di idee emergeranno i vostro punti forti e i vostri punti deboli per ciascuna materia “sotto osservazione”. Cominciate a segnarveli.
2 Appuntate i vostri progressi
Che ne dite di tenere sempre con voi un quadernetto (che chic la Moleskine) per segnarvi ciò che scoprirete di dover approfondire? O magari ciò che sapete proprio bene….
Quando il panico vi assalirá, perché di sicuro lo farà, voi consulterete il vostro quadernetto che vi ricorderà che quel problema l’avete già risolto, si tratta solo di rispolverarlo, magari avrete anche descritto come.
Non avete idea di come sia più semplice, con una sola occhiata, rintracciare un contenuto sfuggente se lo avrete scritto di vostro pugno, rigorosamente a mano.
Una delle cose più importanti da portare con sè quando si deve affrontare un esame, così come un discorso in pubblico, è la fiducia in noi stessi.
Qualcosa sapete. Partite da lì e non scoraggiatevi. Ci sono tante pagine bianche su cui scrivere.
Colmate lacune, chiarite i dubbi e appuntateveli. Sono chiarimenti che non vi lasceranno più.
Già, ma come?
3 Imparate a focalizzare i contenuti e ad assimilarli
Che succede se il bilancio è pericolosamente in rosso? Si corre ai ripari!
Probabilmente significa che vi servirà tutto il tempo che potete dedicare ma anche un buon metodo. Ecco il mio:
leggevo tutto di un fiato. Poi mi fermavo a riflettere e cercavo di individuare il focus, il centro, la parte più importante di ciò che avevo appena divorato leggendo.
La domanda a cui rispondere è: di tutte queste parole, di tutti questi concetti che ho appena letto, quali sono quelli essenziali?
Essere in grado di isolare da subito il contenuto principale e fondamentale aiuta a sistematizzare l’apprendimento, a sedimentare la comprensione e a ottimizzare la risorsa memoria.
Una volta trovato il contenuto essenziale, se avrete tempo potrete arricchirlo con tutto ciò che gli sta intorno. Ma ora sapete ciò che è determinante e cosa no.
La parola d’ordine è selezionare i contenuti e organizzare la conoscenza
4 Stabilite un obiettivo quotidiano
Potete appuntarlo su un post it e appiccicarlo sull’anta del vostro armadio preferito. “Oggi studierò almeno tot pagine e selezionerò almeno tot argomenti”. Ricordate? La programmazione e l’organizzazione sono tutto. Ma anche lo studio serve 😉
Ed ecco che, senza nemmeno accorgervene, avrete compiuto il #primopasso. La vostra “valigia” è ora piena di consapevolezza.
Non abbiate dubbi che quello che state facendo sia utile.
Lo fate per voi stessi. Cercate di non dimenticarlo. Un regalo di cui non vi pentirete mai.
Un ultima cosa
Trovate il tempo di leggere almeno due quotidiani al giorno. Non la cronaca o lo sport o gli spettacoli, ma l’attualità, nazionale e internazionale.
Se non l’avete mai fatto è un’abitudine sana che potrete portarvi dietro per sempre, ma in questo periodo vi terrà aggiornati e in un battibaleno vi suggerirà temi, argomenti che con qualche probabilità vi ritroverete nero su bianco alla prova scritta. Vuoi un esempio?
Ecco perché ho scelto il tema su Malala.
E allora sarete in vantaggio sugli altri 😉
Allora, siete pronti per il vostro prossimo esame?
Poi verrà il dopo.
La vostra vita dovrete prenderla in mano e condurla. Prima lo fate e meglio è!
Buona fortuna!
15 Comments
mattinascente
Alle elementari ho litigato con il maestro, alle medie con la commissione, alle superiori … il bravissimo membro interno si è raccomandato che rispondessi “sì” a qualsiasi provocazione del presidente di commissione e, con molta ironia è riuscito a far scorrere tutto in modo liscio!!! (Anche qualche goccia, nei giorni precedenti, somministrata da mia madre, ha contribuito alla buona riuscita. AhAhAh) Con mia figlia l’ho vissuta molto più tranquillamente, infatti l’ho raggiunta solo quando era già entrata e l’ha accompagnata invece sua sorella che, affronterà la maturità il prossimo anno. Interessanti i tuoi consigli, ma penso che rispecchino l’iter di uno studente che si è sempre impegnato, che, cosa strana, spesso è anche quello più in ansia. Chi non sa, poco gli interessa, dimostrando di interessarsi molto poco anche al suo futuro: “Tanto …” Il miglior augurio è forse proprio quello di non lasciarsi guidare da “Tanto …” e di avere fiducia. Un caro saluto.
Elena
Ciao, è possibile. D’altra parte li ho scritti io che in effetti allo studio ho sempre tenuto molto e non me ne sono mai pentita. Non avevo considerato il punto di vista di un indifferente, grazie per il suggerimento. Chissà, magari le testimonianze degli altri lo spronano a riconsiderare il suo punto di vista . Quanto a te di fronte a un esaminatore sono sorpresa. Ti immaginavo più mite
mattinascente
Mite sicuramente, ma non sono mai riuscita a tacere davanti alle ingiustizie. Ora, con l’età e un po’ meno di timidezza, riesco a fare valere le mie ragioni in modo più “controllato” … Non arrossisco nemmeno più ahahaha. Buona serata.
Elena
Che fortuna Sabrina, io invece arrossisco ancora ma non me ne importa un accidente. Ci ho anche ricamato su un pezzo del mio manuale per parlare in pubblico . Piuttosto con l’età anch’io divento meno paziente e più incline a scrollarmi di dosso ciò che non mi piace. Non è un problema, anzi!
Barbara
Gli esami… che incubo. Nel senso vero: ho sofferto di incubi per parecchi mesi dall’esame. Mi pare ne avessi già scritto qui: sono arrivata all’orale troppo stanca e troppo carica di aspettative (altrui), nonché con al responsabilità estrema sul mio futuro (già al termine delle medie qualcuno voleva spedirmi in un laboratorio maglieria – tutte fallite ad oggi – e dopo le superiori in banca – un altro settore in crisi… che poi io ci vado in banca, tutti i giorni, da remoto, sui sistemi informatici! 😀 ) La prendo in ridere oggi, ma allora è stato un disastro, e gran parte del risentimento che porto nello zainetto è dovuto a scelte sbagliate che mi sono state imposte. Ogni tanto nella mia mente sgorga la frase “Chissà dove sarei ora…” Insomma, alla maturità scena muta, puff, tabula rasa, i neuroni incapaci di connettere, blocco mentale, alle domande cercavo l’informazione ma questa non c’era più dove stava la sera prima. Mi sono salvata per la media, per cui non hanno potuto abbassare troppo. Chi ha sempre studiato meno di me è venuto fuori con lo stesso voto. Ero una di quelle secchione chiuse in casa tutto l’anno, costretta. Ed ecco il bel risultato, bravi, applauso. Mi sono poi ripresa all’Università, perché ho imparato la lezione (e ti sfido a non dire che non sia così anche nel mondo del lavoro): non è sempre importante sapere, a volte bisogna essere pure bravi di fingere di sapere (o vendersi bene quelle quattro cose che si sa).
L’unica cosa che mi sento di dire è che… è solo un numero e a lungo andare conteranno molto di più i fatti. 🙂
Elena
Certo Barbara, ricordo molto bene quando hai parlato delle costrizioni subite. Immagino le ferite facciano ancora male e ci credo. Quando le costrizioni ostruiscono i nostri percorsi è un problema che ha effetti a lungo termine. Gli incubi sono pasati ormai e tu hai affermato le tue capacità grazie all’ostinazione che abbiamo imparato a consocere qui e su Webnauta. Forse la secchiona non faceva per te e lìuniverso te l’ha segnalato. Magari in un modo un po’ feroce, ma pensa se non ti avesse fermato, in un modo o nell’altro. Oggi avremmo un’altra plurilaureata incapace di prendere una decisione (ne conosco tanti). Ecco perché misurarsi con una prova è smpre un momento di crescita, indipendentemente dal numeretto o dal voto, se preferisci. E’ un grande momento di verifica. Anche dopo, perché dobbiamo mettere in campo tutte le nostre risorse per uscire dalla gabbia ed essere noi stesse. Promossa, Barbara!
Banaudi Nadia
Per ora ho solo ricordi ormai antichi della mia maturità, giorno in cui mia madre mi ha accompagnata su per le scale delle magistrali ascoltando il mio intemperante umore che passava dal “non so nulla” al “farò una figura pessima, quel prof mi stronca. Lei se la rideva e continuava a starmi dietro. So solo che è entrata con il resto degli amici e ha tenuto il silenzio perfetto, applaudendo solo alla fine dove, quando mi sono girata e li ho visti, ho provato un tuffo al cuore. Non ricordo nulla dell’esame, solo questo e la sensazione di leggerezza una volta terminato.
Quando toccherà ai miei figli sono certa che sarò più in tensione di loro, ma chissà se potrò ascoltare da un punto remoto della stanza.
Elena
Ciao Nadia, sentir dire a te che sei una giovinetta che i ricordi della maturità sono antichi stride un poco :D, sei una giovanotta! Sai che penso che sia una forma di trauma psicologico per alcuni che poi la mente cancella, per difendersi. immagino davvero la tua ansia e la fermeszza di tua madre che ti teneva salda sulle tue conoscenze che infatti poi sono state premiate.
Credo che assistere all’esame di un figlio sia una delle cose nel contempo più favolose e più terribili della vita. Ai miei tempi (adesso tocca a te redarguirmi) non si poteva assistere all’esame, in ogni caso non mi accompagnò nessuno. Mi trovai con le mie compagne dic lasse preferite un’ora prima e ci sostenemmo a vicenda, prima e dopo. Ma ricordo bene lo sguardo di mio padre quando discussi la tesi. COntestai un’affermazione del mio controrelatore e mio padre (questo me l’hanno raccontato) si coprì il volto con le mani e pianse. DI sicuro pensava che con la mia solita testa calda avrei rovinato tutto. Non fu così. <rifarei ogni cosa, perché questa testa calda è nata e cresciuta con me. E in fondo le sono affezionata 🙂
Grazia Gironella
Per quanto suoni banale, gli esami non finiscono mai, ma per fortuna non sempre ci si trova nella situazione di obbligo dell’esame di maturità. Per me fu un’esperienza spiacevole ma utile: dopo avere fatto cinque anni di liceo scientifico al top e un buon esame (si disse), mi beccai un voto mediocre-scarso che mi ostino a non ricordare… chissà perché! Sul momento mi consolai pensando che ero proprio capitata con una commissione di s*****i, che tra l’altro si erano inventati di bocciare un mio compagno che aveva sempre avuto la media del sette in tutto (la nostra insegnante membro della commissione disse che si sarebbe sdraiata davanti alla scuola e sarebbe rimasta lì fino a quando non avrebbero cambiato idea, e la spuntò!). Adesso capisco che la lezione era un’altra: a me spetta fare del mio meglio, il resto non è nelle mie mani. A volte è difficile da mandare giù, ma mi sembra una consapevolezza tra le più importanti. In bocca al lupo ai ragazzi sotto esame e alle loro famiglie! 🙂
Grazia Gironella
Avrebbero cambiato idea? Mettiamo un “avessero”, che è meglio… 🙁
Elena
Tranq. Io non faccio il correttore di bozze di mestiere 🙂 buon pomeriggio!
Elena
Beh Grazia, devo dire che ne ho sentite tante intorno alla maturità ma bocciare un ragazzo con la media del 7 proprio è la prima volta. Può darsi che fosero davvero degli s…..i i tuoi commissari di maturità, ma devo dire che la nostra mente a volte ha una memoria selettiva e inq uesto caso direi che casca a a fagiulo. D’altra perte, perché tornarci sopra, in fondo acqua passata non macina più. Sono sicura ch ein seguito ti sei fatta valere e hai riguadagnato i punti che quella commissione maldestra ti ha fatto perdere.
Io al contrario di te avevo una media buona ma all’esame , nonostante l’ansia e la preparazione che, ne sono certa, non era completa come avrebbe dovuto, ho fatto un exploit. La qual cosa mi ha provocato le invidie di tutte le secchione della classe. Io avevo fatto molte cose in quinta, niente di che , scioperi, manifestazioni, sit in, insomma, mi davo da fare, e loro avevano passato l’anno chiuse in casa o in prima fila a secchiare appunto. Devo deire ch eper me è stata una bella soddisfazione, per loro credo un po’ meno. In fondo gli esami a volte sono un terno al lotto. Io pensoc he prima o poi tutto si riequilibra, e in effetti in seguito ho subito alcuni torti che di sicuro hanno rimesso in pari le cose.
In ogni caso, credo che sia il periodo più bello nella vita di una persona. Il tuo augurio lo rilancio a tutte e tutti. Che la vita vi sorrida (ma studiate, altrimenti… )
Rosalia pucci
Buongiorno cara Elena. Io ho vissuto la maturità tre volte: una personalmente e due da genitore. Posso assicurarti che la mia in confronto è stata una passeggiata. Ero spaventata ma anche consapevole della mia preparazione, o forse la dose di incoscienza tipica dell’ età alleggeriva il carico emotivo. Per i miei figli, ho vissuto il periodo della maturità con grande apprensione fino al giorno degli orali. Se la sono cavata bene entrambi, hanno imparato molto dalla prova in termini di capacità critica e di gestione delle emozioni. A riprova di questo, dopo l’esame li ho visti più maturi e più responsabili, capaci cioè di prendere il volo senza paura. Dico ai giovani di sfruttare questo periodo prezioso come volano per le scelte future. Buona giornata☺
Elena
Buon giorno Rosalia, diciamo che tre voltet è un bel repetita, ma sono sicura che soffriamo di più per gli altri che per noi stesse. Non ho figli come sai, ma penso di comprendere una madre che desidera il meglio per loro, che sa cosa li aspetta e che pensa che quel passaggio possa aiutare. In effetti la maturità è a tutti gli effetti il nostro rito di passaggio dall’età fanciullesca a quella adulta. Sinceramente mi rinfranca pensare che non sia tempo perso. Per me non lo è stato, ma me ne sono accorta dopo molti anni… io che non amo gli esami , ci sono sottoposta non dico quotidianamente ma quasi…
Direi che è un esercizio o un rito un pò pesantino a volte, bisogna saperlo prendere 🙂
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