Futuro prossimo
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Futuro Prossimo

Futuro prossimo

Un paio di mesi fa capitai per caso sul sito di Morena Fanti. Il suo ultimo post, Futuro prossimo, aveva appena lanciato un gioco letterario per il 2019, dedicato alla nostra personale visione del futuro tra 35 anni, nel fatidico 2054.

Avrò 86 anni.

Da tempo avevo un post in bozza su un argomento simile, a proposito di come immagino il mio futuro tra qualche decennio.

Ho pensato che fosse tempo di riprendere in mano quell’idea e trasformarla in ciò che Morena chiedeva, un racconto.

Ho commentato e ho deciso di aderire (c’è ancora tempo, per i ritardatari, seguite il link).

Il racconto del futuro

Ciò che tutto subito non avevo considerato, era il fatto che per partecipare al gioco la modalità con cui descrivere la nostra idea di futuro era un racconto.

Un racconto non è un saggio sulla deriva tecnologica, sul disastro ambientale, nè tantomeno sulla dissociazione che oggi registriamo ormai sempre più pesante nella società.

Un racconto è una storia. La mia storia.

Così mi sono messa a pensare a due cose:

  • innanzitutto, che io a 86 ci voglio proprio arrivare, e mi impegnerò a fondo per farlo 😀 
  • in seconda battuta, ho proiettato in quel contesto un’anima come la mia.

E’ venuto fuori il racconto, sabato mattina, in preda all’influenza. Perché una persona scriva mentre sta male è facile scoprirlo, è l’unico momento in cui sono a casa :mrgreen: 

Il racconto non è il genere letterario che prediligo.

Ne ho scritti una decina, li trovi a questo link, con qualcuno ho persino partecipato a un concorso lanciato dal blog Webnauta (vinto dal giovane copyrighter del blog) e un altro promosso da Gente di Mare, vinto da me.

Nonostante non sia il mio genere d’elezione, mi ostino a praticarlo.

Sono fatta così, una testa dura!

Ho scritto di getto. Tempo di revisionarlo per bene e lo manderò a Morena per il suo gioco anonimo, ragione per cui non vi anticipo nulla.

E incrociamo le dita. Cosa si vince? Un bel niente!

Ma cosa c’è di più gratificante di scrivere qualcosa che piaccia ai nostri lettori?

Che li trastulli per qualche minuto, li faccia riflettere, piangere, sognare?

Non per la ricchezza, ma per la gloria!

 

E veniamo a voi, care Volpi.

In attesa di ritornare sul lungo elenco di domandone sul perché scriviamo (in questo articolo originario) venerdì prossimo,

siete ottimisti o pessimisti sul vostro/nostro futuro?

Come ve lo immaginate?

21 Comments

  • Barbara

    Scusa Elena, una precisazione dovuta, che le parole fanno presto ad essere male interpretate: il contest di Webnauta è stato vinto da una ragazzo che ha partecipato inviando via mail il suo racconto. Non è in alcun modo legato a me, e no, non è un copywriter del blog, nemmeno un collaboratore occasionale, manco un amico. Io l’ho conosciuto quando l’ho premiato, organizzando l’incontro con la madre, e nemmeno lei conoscevo.
    E per la cronaca: che scrivo nel blog sono io, tranne quando c’è scritto “guest post” e allora c’è una scheda bio ben definita, anche quando per privacy richiedono l’uso dello pseudonimo. 🙂

  • Calogero

    Riguardo il futuro mi dico… realista! (Arriverò a domani?)

    Incrociamo le dita per il concorso e per i futuri 86 anni, Elena.

  • Giulia Lu Dip

    Ti auguro di arrivare a 86 anni (e me lo auguro anch’io), anch’io non prediligo la scrittura dei racconti però mi è piaciuto molto partecipare alla sfida di Morena, ci sono anch’io. Come immagini il mio futuro tra 35 anni? Spero in vita e in buona salute, voglio essere ottimista!

    • Elena

      Ciao Giulia, benissimo! Allora ti leggerò presto, sebbene in incognito! Ti ringrazio per l’augurio io ce la sto mettendo tutta.

  • Rosalia Pucci

    Stranamente sono ottimista sul mio futuro. Quando si ha avuto che fare con un malattia grave si smette di pensare al futuro e ci si concentra sul presente. Ma da qualche tempo invece penso alla vecchiaia: mi piacerebbe arrivarci lucida mentalmente e serena, insieme a marito, figli e nipotini. Tutto il resto non conta)

    • Elena

      Finalmente un pò di ottimismo! Certe esperienze, per quanto dure, ci fanno prendere le misure delle cose. La vecchiaia può essere qualcosa di stimolante. Mi accorgo che il corpo è cambiato, ma soprattutto, che io sono cambiata. Mi piaccio e mi sento più salda. Vorrei arrivare così tra 35 anni, circondata dalle persone che amo e che mi amano. Con l’età si scopre che il numero non è così ampio come lo immaginavamo, ma forse è meglio così. Buona giornata!

  • newwhitebear

    sul mio futuro sarei ottimista ma è sul futuro che volente e o nolente sono costretto a subire molto meno.
    2054? una data irraggiungibile per me. ;D
    Però il racconto l’ho scritto lo stesso. Non potrò commentarlo tra 35 anni ma fa lo stesso.

  • Luz

    Stuzzicante domanda. Proverò a rispondere. Dico anzitutto che mi capita di pensarci.
    Fra 35 anni ne avrò quasi 83, e anch’io faccio in modo di arrivarci.
    Mi chiedo se il compagno di una vita sarà ancora con me, visto che è più vecchio di 5 anni, ma spero di sì. Siamo praticamente cresciuti insieme e un pezzetto di vita senza lui accanto sarebbe inimmaginabile.
    Mi immagino in una casa con giardino (sarà quella che abbiamo comprato da poco e che stiamo ristrutturando? Chissà) e in un enorme caffettano, capelli cortissimi come è nel mio stile, bianco platino.
    Mi immagino essere diventata una persona nota in campo teatrale, con tanti progetti realizzati, i miei ragazzi di un tempo che vengono a trovarmi. Il teatro me lo immagino molto facente parte della mia vita, così come i libri, i viaggi, la serenità interiore. Speriamo. 🙂 Quello che so, è che in gran parte siamo artefici del nostro destino.

    • Elena

      Tanta voglia di farcela in questo commento Luz! Anch’io immagino la mia vita con l’uomo che amo accanto e piena di soddisfazioni. In parte le ho già e mentre scrivo mi accorgo che il mio futuro è già qui, tra le mie mani… Ps: patinata no, ma un bel grigio.. Venduto!

  • Brunilde

    Ecco…avrò 94 anni quindi mi sembra azzardato fare progetti. Certo vivere a lungo mi piacerebbe ma il mio vero obiettivo è vivere con pienezza. Quindi se avrò questa grazia mi vedo ultranovantenne sempre vanitosa con i capelli platinati ( mai bianchi!) gli anelli sulle dita artrosiche occhiali sul naso e un gatto in grembo a leggere a più non posso. E se riuscirò ad avere vicino mia figlia ( ultracinquantenne ) e qualche persona cara ( superstite ) la vita sarà una festa comunque!

    • Elena

      Viva l’ottimismo Brunilde! Mi piacciono le donne con i capelli argentati o platinati, le trovo affascinanti. Dunque per te un futuro di bellezza. Cosa potremmo desiderare d’altro?

  • Marina

    Intanto, vado a visitare il link di Morena, questo suo post dev’essermi sfuggito.
    Scrivere di generi che non bazzico normalmente mi viene davvero difficile, accidenti! Significa triplicare gli sforzi che già normalmente faccio per scrivere una cosa “normale”. Mi sto invecchiando: ecco, potrei raccontare di come all’età di 85 anni ( ne avrei tanti anch’io per il 2054) non riuscirei nemmeno a scrivere “Mi chiamo Marina Guarneri” senza pensare di avere sbagliato qualcosa! 🙂

  • Banaudi Nadia

    Ti leggerò molto volentieri in questa nuova versione. Sono curiosa. Per rispondere alla tua domanda, ci ho pensato stamattina e mi sono detta, mi sa che sarò una ottantenne senza pensione che dovrà barcamenarsi con la vita pessima che questo e i futuri governi riusciranno a progettare per rubare ogni soldo sulla faccia del pianeta. Quello che vorrei per essere più ottimista? Che sparissero i soldi, le cose preziose, in maniera che diventi importante ciò che ora sembra ininfluente, come generosità, compassione, altruismo, e tutte le stupidaggini che fanno di quelli come me l’utopista che sono.

    • Elena

      Nonostante le difficoltà, riesci sempre a guardare il mondo con lenti rosa! Scriverò il racconto, mi serve anche come diversivo dal lavoro su Càscara che in questo momento trovo faticoso baci

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