Il romanzo che ha vinto il Dea Planeta
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Il romanzo che ha vinto il DeA Planeta

Oggi per la rubrica “Pillole d’autore” vi parlo del romanzo vincitore del DeA Planeta.

Ne abbiamo fatto un gran parlare tra di noi mentre il premio era aperto che il silenzio che ne è scaturito dopo la proclamazione della vincitrice mi ha sollecitato un’attenzione.

Così, dopo aver fatto le mie Quattro domande ai partecipanti al DeA Planeta ho deciso di andare alla ricerca della vincitrice di questo ambito premio di 150.000 euro che ha fatto gola a molti, come i commenti al mio post dimostrano.

Si tratta di Simona Sparaco, vincitrice (e non vincitore, come recita il sito 👿 ) con il romanzo Nel silenzio delle nostre parole, una storia scritta e presentata con uno pseudonimo maschile, Diego Tommasini.

Solo ora faccio caso a questa scelta, che ha spiegato con un’immagine efficace “È come andare mascherati a una festa”.

Mi ha fatto subito pensare a una scelta opportunistica, che in qualche modo esplicita un pregiudizio sulla scrittura femminile che mi infastidisce e che vorrei espungere non solo dalle discussioni nei salotti ma nella nostra pratica rivendicativa quotidiana.

 

La vincitrice al momento della premiazione

 

Il romanzo che ha vinto il DeA Planeta: “Nel silenzio delle nostre parole”

Il romanzo che ha vinto il DeA Planeta

L’ho ordinato subito sul sito della casa editrice e ho atteso qualche settimana per riceverlo.

Appena è arrivato l’ho letto tutto d’un fiato.

Volevo rendermi conto se il Premio fosse davvero una gara di qualità e non di notorietà e oggi sono in grado di affermare che è proprio così, perché il romanzo di Simona Sparaco è molto bello, originale, moderno e allo stesso tempo antico per i valori e le storie che ci racconta.

Storie di maternità, di emarginazione, di solitudini vissute nei nostri appartamenti di città che somigliano più a conigliere in cui viviamo impilati nella totale indifferenza, gli uni dagli altri.

Proprio questa indifferenza genera il disastro che mette a rischio la vita dei condomini, mentre qualcuno che distratto non è osserva, registra, si innamora.

Hulya, che da piccola sembrava uno scimpanzè, ora ha la passione della videocamera, il suo filtro con il mondo.

Da dietro una telecamera, certe cose le erano sempre apparse più chiaramente.

 

E Hulya osserva e immagina le loro storie, come quella di Polina, di cui si innamora, che descrive se stessa come

 

una danzatrice di ceramica che cade da una credenza e si frantuma in mille pezzi.

 

Nel chiaroscuro del personaggio di Hulya ci vedo l’autrice stessa.

Una sorta di narratrice esterna che tutto vede e tutto scioglie e poi, alla fine, dipana la matassa di vite complicate dalla solitudine.

E poi c’è Matthias, che l’autrice ci presenta

 

Come una porta che si apre e lascia intravedere un luogo misterioso ma familiare, e subito si richiude.

 

innamorato di Alice, la ragazza italiana che studia in Germania, con cui passa il tempo in un appartamento spoglio tra birre e sesso e telefonate senza risposta.

Alice che scrive alla madre lettere mai spedite in cui racconta di lui e del loro amore

 

[…] io e Matthias, sopra quella balaustra, mentre Berlino si mostrava ai nostri occhi come non è più e mai tornerà ad essere, eravamo la mia scena madre, quella intorno alla quale ruoterà il resto della mia vita.

 

Alice che ha con sua madre un rapporto difficile, dalla cui descrizione emerge il titolo di questo romanzo

 

E qualche volta il silenzio delle nostre parole si fa così assordante che ho bisogno di una via di fuga.

 

E poi Bastien, che deve pronunciare parole che sua madre non vuole sentire e che lo consumano dentro, che sale gli scalini del palazzo in cui l’intera vicenda si svolge per giungere in un appartamento in cui “si sente di troppo, schiacciato contro uno dei braccioli imbottiti, le labbra arricciate in un broncio ostile, pronto in qualunque momento a togliere il disturbo, finché non prendeva

Tra queste mura che celano piccole grandi storie di dolore, scoppia l’incendio.

E la tragedia comincia là dove abbiamo creduto di trovare la fine.

Un romanzo da leggere con attenzione e di cui parlare.

Che si è bevuto in un solo sorso tutte le obiezioni sul Premio e sulla qualità di ciò che è in grado di produrre.

Mi è piaciuto, tanto e ve lo consiglio.

Lo trovate in acquisto sul sito della casa editrice, a questo link.

Oppure come sempre su Amazon

 

 

La scorsa edizione non ho potuto parteciparvi ma alla prossima, se Càscara sarà ancora libera, ci proverò.

In fondo, non può che essere un’ulteriore avventura.

 

E ora, la domandona finale:

Quanti di voi l’hanno letto?
Cosa ne pensate?

29 Comments

  • newwhitebear

    nutro dei dubbi sul premio, che nel 2019 ha premiato qualcuna che proprio sprovveduta non è.
    Poi se il testo merita, tanto di cappello ma non credo che sia alla portata di qualche sconosciuto come sono io.

    • Elena

      Ma dai, allora sono una MAGA!!!! Ahahaha. Mi sono registrata subito e se non mi arriverà una proposta migliore, iscriverò il mio newRo! E vediamo in quanti siamo a tentare!
      quanto al tuo nuovo lavoro, ti faccio i migliori in bocca al lupo! Queste sì che sono cose importanti, prenditene cura :*

  • Maria Teresa Steri

    Resto abbastanza scettica su questo premio, magari (come hai potuto constatare personalmente) è anche un bel libro, ma valeva davvero il podio? Consideriamo anche che questo romanzo è rimasto più o meno sconosciuto, escludendo il rumore fatto inizialmente per il premio e la curiosità generata di conseguenza. Sarà questo in fondo il motivo per cui non c’è stata una seconda edizione? Di sicuro non sono curiosa di leggerlo, anche se ho letto con interesse le tue parole.

    • Elena

      Anche a me @MariaTeresa ha colpito il silenzio con cui questo bel romanzo è stato accompagnato. Ho come però il sentore di una certa ostilità a proposito che non comprendo. Non so se valesse il podio, occorrerebbe avere un’idea degli altri, ma di sicuro è meritato. Toglimi una curiosità: perché non vuoi leggerlo? Cosa c’è che ti disturba di questo premio e della vincitrice, se non sono indiscreta?

      • Maria Teresa Steri

        No, ci mancherebbe, nessuna ostilità. Non lo leggerò perché ho mille letture arretrate e tanti altri libri che vorrei leggere e non trovo il tempo. Niente contro il libro o l’autrice, diciamo un notevole scetticismo (quello sì) riguardo ai concorsi in generale. Penso che se nella cinquina ci fosse stato almeno un esordiente, uno sconosciuto totale, la mia fiducia sarebbe risalita, ma così non è stato. Poi per carità, può darsi che l’edizione attuale ci riveli delle sorprese 🙂

  • Barbara

    Non credo molto all’uso dello pseudonimo per mimetizzarsi in mezzo agli altri esordienti sconosciuti. Il fatto che poi il premio succulento sia stato dato ad un’autrice conosciuta (quindi un investimento sicuro) anziché ad un esordiente senza pubblico (un salto nel buio) la dice lunga. Fosse arrivata seconda, ma proprio prima… E poi fatalità il premio non viene indetto l’anno successivo. Mentre in Spagna il Premio Planeta continua. Strano no?
    PS: Sbaglio o i tuoi link ad Amazon puntano al programma di affiliazione? C’è il tag con il tuo riferimento. Se si, lo devi inserire nel tuo modulo privacy, perché gli utenti vanno informati della profilazione che ne segue, nonché del fatto che sono previsti dei guadagni sul programma. E’ un tema che era uscito proprio tra i commenti di webnauta in prossimità del GDPR. 😉

    • Elena

      Ciao Barbara, ho aggiornato la pagina della privacy. Feci l’affiliazione molto tempo fa e me ne sono dimenticata, perché non ci ho mai guadagnato un centesimo e credo continuerà così per sempre. Non ho idea di come se ne esca ma in ogni caso sei la prima a segnalarmelo e ne deduco che non funziona poi un gran che 🙂

  • Giulia Lu Dip

    Non l’ho ancora letto ma pensavo di leggerlo, nei prossimi mesi. Il tuo post ha risvegliato il mio interesse.

  • Banaudi Nadia

    Non so se lo leggerò, ultimamente mi sono arenata con la lettura ma come per il premio a suo tempo non mi sento molto interessata. Ormai per me quando sento troppo clamore su un argomento passo oltre anche se si tratta di libri. Troppe volte sono rimasta delusa, però mi fa piacere che invece tu ne sia rimasta soddisfatta.

    • Elena

      Ricordo bene Nadia il tuo scetticismo sul premio, ma ti confermo che si tratta di una lettura piacevole e a tratti sorprendente. Solo mi chiedo se valesse la pena questo putiferio che non ha prodotto nulla. Non conosco nessuno che lo ha letto, mi pare come dice @Sandra un flop o poco ci manca

  • Marina

    Non l’ho letto. Sembra bello, però anch’io storco un po’ la bocca di fronte alla faccenda pseudonimo: l’autrice aveva bisogno di un nome maschile per presumere di fare colpo?
    Se non siamo noi, per prime, donne scrittrici, a credere in ciò che facciamo…

    • Elena

      Si mi ha colpito questa scelta, mi sono chiesta se fosse una provocazione o un escamotage per non perdere l’occasione di vincere. Se è vero che li pregiudizio sulla scrittura femminile esiste, e io lo credo, allora forse si è solo trattato di legittima difesa…

  • Sandra

    Ho letto 2 libri precedenti e mi erano piaciuti, ma questo no, non l’ho preso, magari se lo beccassi in biblioteca. La vera grande notizia è che quest’anno il DeA Planeta non è stato indetto, lo scorso anno il bando uscì il 25 settembre,
    Silenzio assordante è un ossimoro così sfruttato che ti prego infilarlo lì non mi piace per niente.

    • Elena

      Davvero lo cercheresti in biblioteca? Io ho perso l’abitudine da molto tempo di frequentare… Non sapevo che il DeA quest’anno non fosse partito… Mannaggia, ci avrei di sicuro partecipato! Secondo me hanno capito che il gioco non vale la candela. Ormai la gente paga per pubblicare, che senso ha spendere tanto per pubblicare un romanzo che è buono come un molti altri? Mah

  • Marco Freccero

    No, non l’ho letto.
    Quindi si smonta la tesi che circolava, secondo la quale era tutto già definito sin dall’inizio, per premiare il solito nome e la consueta opera di nessun valore.
    Bene.

    • Elena

      Non ho idea se la tesi che circolava sul premio in merito a un presunto “Vincitore già stabilito” sia smontata. Ma di certo il romanzo è molto buono. Mi chiedo solo se per pubblicarlo valesse la pena di montarci intorno tutto questo clamore (che poi alla fine pochi di voi l’hanno letto, ma del premio se ne è parlato tanto… L

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