La vostra scrittura è in crisi? Se avete provato il gusto amaro di una crisi, allora forse potrà giovarvi domandarvi: che cosa ho da imparare da tutto questo?
Ogni volta che ho attraversato momenti di crisi nella mia vita sono passata attraverso questo processo: prima il buio, poi il tentativo affannoso di respirare forte per risalire, poi vedere una luce senza sapere come raggiungerla e infine chiedersi, una volta raggiunta, che cosa posso imparare da tutto questo?
E’ successo anche con la scrittura, è un percorso inevitabile, doloroso ma sano in qualche misura che ci insegna qualcosa di cui parliamo spesso, la resilienza ovvero la capacità di superare una crisi rafforzando le proprie convinzioni.
Mi sono chiesta come possiamo allenare la resilienza quando la nostra scrittura è in crisi. L’articolo di oggi parla di questo. Buona lettura!
Scrittori: imparare dalla crisi la resilienza
Si dice che convenga guardare alle cose con ottimismo, e in effetti, a che serve indugiare su ciò che non va? Soltanto a farci del male, a scavare ferite di volta in volta più profonde e perderci dentro di esse.
Così anche gli scrittori dovrebbero imparare qualcosa dall’ombra della crisi che il Covid19 ha gettato sull’editoria. Anche noi dovremmo ricavarne qualcosa: imparare a superare gli ostacoli e a percorrere strade nuove.
Chi l’ha fatto è sopravvissuto e sopravviverà. Chi invece ha indugiato sarà spazzato via. Magari era la cosa migliore, magari no. Il distinguo è se sia o meno una nostra scelta.
C’è chi ha trovato il lato positivo nella crisi e ha scoperto la forza dell’autopubblicazione, con un editore o da indipendente. Oggi le piattaforme come Amazon o PubMe sono piuttosto affermate e funzionano per quello che promettono di fare.
C’è solo una cosa che può fermarci: noi stessi e le nostre convinzioni limitanti. Dunque dovremmo imparare a difenderci proprio da questo.
La pandemia ha aumentato le letture
I dati dicono che durante la pandemia abbiamo letto di più. Leggere i libri ma anche ascoltare audiobook (strumento in ascesa, dopo le difficoltà di qualche anno fa, ne avevo parlato qui) è l’attività che ha visto un maggiore incremento percentuale nelle abitudini degli intervistati, con un aumento del 36%, secondo solo allo streaming di serie video e film (+50%) e alla fruizione di programmi televisivi (+49%).
Leggere è in questo periodo di gran lunga il passatempo preferito, superando addirittura l’ascolto di musica in streaming (+23%) e alla radio (+24%).
Sono i dati diffusi ad aprile 2020 dalla Global Web Index, che ha pubblicato uno studio realizzato in 17 paesi tra cui l’Italia per analizzare l’andamento delle abitudini e dei consumi durante il lockdown.
In netta controtendenza con quelli rilasciati nei primi mesi della pandemia, quando, ne avevamo parlato qui, le vendite crollavano e le letture anche.
Ma poi si sono riaperte le librerie e tutto ha ricominciato a scorrere, anche se a mio avviso un po’ meno brillantemente del solito.
Leggere è molto utile alla scrittura ma se guardo alla mia esperienza, scrittura e lettura seguono andamenti inversamente proporzionali. Così c’è un momento in cui la scrittura va ripresa, ricoltivata, ri annaffiata, perché continui a crescere come desideriamo.
Per contrastare la negatività che ci assale e imparare a essere resilienti, ovvero a trasformare qualcosa di negativo in un’opportunità per intraprendere strade nuove altrimenti ignorate, ho seguito alcune indicazioni che ho trovato molto utili.
Le riassumo qui:
- ignorare i gufi, ovvero coloro che parlano male di voi per definizione
- parlate delle difficoltà ma anche delle opportunità nuove sulla scrittura attraverso video e post sui social. O su un blog, se, come me, ne possedete uno. Condividere le vostre intuizioni produce resilienza, in voi e negli altri
- approfittatene per imparare ad utilizzare i social, quelli che non conoscete perché “seduti” su quelli che usate bene (ma che potrebbero essere già obsoleti)
- cercate una libreria solida e adottatela o fatevi adottare
- diversificate i modelli di promozione del vostro lavoro
Diversificare i canali di promozione
Sapevate che durante il lockdown è aumentato l’utilizzo di:
- YouTube e TikTok (+8%)
- ascolto di podcast e audiolibri (+7%)
- ascolto della radio -Viva! – (+24%)
- lettura di libri, giornali, riviste (+36%)
- messaggerie – Whatsapp, Messenger – (+ 51%, una follia!!!)
- altri social media (+ 44%)
- film e serie tv on the web, es Netflix – (+50%)
Quanto allo specchietto per le allodole della promozione a pagamento: io l’ho provata solo una volta e non ho avuto alcun beneficio. Per fortuna, la cifra che avevo investito era minima. Direi che è molto meglio avere un blog.
Se hai terminato un lavoro cui tieni molto, non lasciarti frenare da nessuno e proponilo con l’entusiasmo di avere tra le mani un capolavoro. Ci pensa già il mondo a sminuirti, non farlo tu stessa. Abbi fiducia e buttati
Cosa avete imparato dalla pandemia, come persone e come scrittrici e scrittori?
Aspetto come sempre i vostri commenti qui sotto, care Volpi!
21 Comments
Barbara
Non ho scritto di aver maneggiato poco la scrittura, dove lo vedi? Ho scritto si, eccome. Non il romanzo, perché stavo comunque lavorando e dopo 12 ore al computer hai voglia di alzarti e fare altro, ma racconti sì, li ho scritti. Uno l’ho scritto in due giornie pubblicato per Pasqua, in pieno lockdown. Tanti altri abbozzati, tutt’ora in scrittura/decantazione. Forse finiranno su Confidenze, forse sul blog. Vedremo.
Elena
Bene
Barbara
Sono stata talmente bene in questo periodo, che mi sento in colpa per chi invece ha sofferto o non c’è più, e temo che il ritorno ai ritmi normali mi porterà un filino di stress e tristezza. Per lo più ho lavorato, anche se mi hanno però fatto consumare i pochi giorni di ferie accumulati (non sono l’unica, quindi temo che se aspettano gli italiani, quelli del settore turistico aspetteranno parecchio…le ferie non sono solo questione di bonus, bisogna anche potersi allontanare dal lavoro, chi ce l’ha).
Nel tempo però guadagnato dai mancati spostamenti ho fatto davvero parecchio. Mi sono concessa solo 3 torte, nonostante avessi la bacheca piena di foto di ogni leccornia. Non solo ho continuato ad allenarmi con la palestra convertita allo streaming Facebook, ma ci ho aggiunto altri allenamenti. Quindi ho mantenuto muscoli e peso.
Mi sono data alla pazza gioia dei trattamenti viso e corpo! Tutte quelle creme e maschere e campioncini, tutte cose che non mi concedevo mai per mancanza di tempo, quello di posa o di risciacquo. Ho dichiarato guerra alle doppie punte (mai avuti capelli così lunghi in vita mia) e ho scoperto l’olio di ricino per curare le ciglia.
Ho letto tanto, anche quando rimestavo la pentola sul fuoco, mi sono goduta di più il giardino e ho un discreto colore (però stile ciclista 😛 ), ho mangiato meglio perché si badava all’essenziale, e sì, sono probabilmente una di quelle che ha contribuito al +51% di Messenger, perché ho dato fondo alle videochat con amici di ogni dove.
Aggiungiamoci che Confidenze ha pure pubblicato una storia vera raccolta e raccontata da me, e capisci che mi sento davvero in colpa per tutti gli altri.
Mi mancano ecco le uscite con gli amici, un gelato, una pizza, che in teoria si può, con le dovute precauzioni. Il problema è che qui in Veneto molti, troppi, hanno già dimenticato, e le precauzioni sono solo una farsa…
Elena
cara @barbara, qualche ora dopo il tuo commento scoppiava di nuovo l’emergenza in veneto in qualche cluster oggi chiuso in lockdown. Ricordo bene due settimane fa le immagini trionfanti del governatore e le riaperture, con tanto di aperitivi all’aperto senza mascherine. Cosa che si sta verificando un po’ in tutto il paese, i risultati (purtroppo) non tarderanno ad arrivare.
Sono invece felice che tu ti sia ripresa il tuo tempo, con trattamenti di bellezza a gogo, ricette di cucina senza esagerazioni (non come me, sembravo una panettiera!) e che abbia potuto leggere e curarti di più. E poi, la pubblicazione con Confidenze, la ciliegina sulla torta!!! Vedo che anche tu, a parte la storia di Confidenze, con la scrittura hai maneggiato poco. Io dopo aver installato Bibisco ho prodotto qualcosa ma non quanto avevo in testa… Conto sull’estate! Tu non ho capito se alla fine andrai via oppure no…
Giulia Lu Dip
Brava Elena, hai fatto bene a proporre il tuo romanzo alle case editrici e quattro interessate non sono poche (e poi apprezzabile anche il fatto che Adelphi abbia risposto anche se non interessata, spesso le CE si limitano a ignorare le proposte senza neanche rispondere). Cosa ho imparato dalla pandemia? Io tutto sommato, relegata in casa, sono stata bene, anzi in un certo senso mi sono sentita liberata dall’assillo di tanti inutili impegni, il mio essere “orso” ha prevalso. Pur non smettendo mai di lavorare (un po’ in presenza e un po’ in smart working) ho avuto un po’ di tempo in più da dedicare a me stessa e alla scrittura, tanto che ho scritto un nuovo romanzo, ne parlerò in uno dei miei post futuri, spero presto.
Elena
Ciao Giulia, un interesse non significa una volontà di pubblicazione ma in barba ai pessimisti almeno qualcosa si è mosso. Ricordo bene la tua resilienza durante il lockdown e mi congratulo per la stesura del romanzo. Sei stata veloce e concludente a differenza mia che pur di avendo retto egregiamente la quarantena e la paura non sono stata altrettanto produttiva sul fronte romanzi… Mi rifarò. Attendiamo le tue notizie (peraltro non ricevo le notifiche di pubblicazione sul tuo blog eppure credevo di aver completato la procedura di iscrizione. Puoi buttare un ?)
Rebecca Eriksson
Ho imparato ad essere un po’ più egoista e ad occuparmi più di me stessa, per me stessa. Ho chiarito meglio chi sono e dove voglio arrivare ed ho iniziato a studiare su come fare per arrivarci.
Sto ancora lavorando sull’organizzazione e la gestione del tempo, perchè anche se chiusa in casa il tempo non mi è mai sembrato sufficiente. Non ho mai pensato di adagiarmi nè di tornare indietro.
Elena
Quanto hai ragione Rebecca! Non capisco chi si è annoiato, io non ho avuto tempo per fare tutto ciò che desidero! Amminsitrare il tempo è il vero valore, la vera sfida. Non bisogna disperdere le energie in cose che non sentiamo addosso. Se per egoismo intendi aver imparato a dire di no, allora ho imparato tanto tanto anche io. E mi sento meglio. Finalmente. E ho per le mani due idee per romanzi che con calma affronterò. Con calma, quella che mi merito. Abbracci
Sandra
Ma dove popular? Ahahah, fosse solo quello. è tutto il corollario familiar lavorativo. Ma oggi è un altro mese e pure la seconda metà dell’anno, sperem.
Elena
Siamo già a metà anno? Aiut!
Grazia Gironella
Non ci ho pensato, ma così sui due piedi direi che ho capito questo: 1) molte cose che sembrano necessarie non lo sono, 2) i rapporti virtuali sono rapporti, punto, 3) la vita tranquilla mi si confà. Sono contenta che l’intraprendenza ti stia portando bene. Incrocio le dita per te. 🙂
Elena
Sul punto uno cara @grazia mi ritrovo in pieno, credo sia la cosa più importante che mi ha lasciato l’esperienza del covid. La mia intraprendenza è semplicemente un risveglio dal torpore in cui da troppo tempo ero finita circa la pubblicazione. Va bene così, arriva quando vuole e bisogna prenderlo…
newwhitebear
ottime notizie per Càscara. Se non ricordo male, di avevo detto che avresti trovato l’approdo presso un editore.
Surante la pandemia cosa ho fatto? Letto ma scritto poco ma ho molto aggiornato vecchi testi, che non è come scrivere qualcosa di nuovo.
Elena
Sto cercando Gian, ancora cercando, aspettando. Con pazienza, non ho fretta. Anche io ho scritto poco, ma ho cercato di tenere viva la fantasia e l’immaginazione. Molti hanno smesso di scrivere, persino di tenere i blog. Quando lasci andare recuperare è complicato e io tengo troppo alla scrittura per poterne fare a meno
newwhitebear
Certo scrivere serve. Il blog? Se lo lascio per due giorni è un delirio di notifiche
Elena
Si vede che hai creato dipendenza…
newwhitebear
Dipendenza? No. Il blog o si segue oppure è meglio chiuderlo. Scrivere ogni tanto e non rispondere ai commenti non è mai bello né produttivo. Meglio salutare tutti e chiudere il blog. Il blog-dipendente è quello che scrive tutti giorni o più volte nel giorno.
Io mi sono dato una regola massimo tre volte a settimana ma meglio solo due. Questo in relazione ai post proposti.
Elena
Io pubblico due volte la settimana, ma in periodi preferiali come questo scendo a una. Rispondere ai commenti in tempo reale è una scelta che non mi posso permettere purtroppo. Finora nessuno si è mai lamentato
newwhitebear
certo ognuno si regola in base ai suoi tempi
Sandra
Non ho trovato una libreria amica, ma ho fatto un po’ tutto il resto.
Scritto, pubbliato, firmato contratti. Mi sono messa su Insagram dove a poco a poco sto migliorando. Ho saputo davvero essere resiliente e sfruttare il tempo. Certo, ora sto pagandone il prezzo, sono un po’ spompa per quanto si è accavallato ma se guardo indietro mi dico brava.
Bel post, Elena, grazie per aver condiviso queste riflessioni e chissà che un domani alla Piola ci possa venire per una presentazione.
Se vuoi accennare a tenere il mio romanzo sentiamoci. Grazie.
Elena
Ciao Sandra, certo che si può organizzare! Sentiamoci via mail o vocali (come al solito ). Quando penso a te più che la resilienza mi viene in mente la pervicacia, la testardaggine, l’ottimismo! Sempre un passo avanti, come i Blues Brothers! Però capisco la stanchezza, essere popular sui social è una gran faticaccia che non so mai se è poi “remunerata”. Mah