Nei prossimi giorni è prevista l’uscita del nuovo romanzo di Michel Houellebecq, Annientare. 620 pagine, pubblicato da La nave di Teseo alla modica cifra di euro 23. Il quotidiano La Repubblica ha pubblicato una gustosa anticipazione che trovate qui.
La mia decisione, tardiva, di leggere Sottomissione non è stata dettata da questa notizia, che ignoravo fino a qualche giorno fa, ma dalla pura casualità.
L’autore mi è noto, acquistai anni fa al Salone del Libro Estensione del dominio della lotta, di cui ho scritto una recensione, positiva, su questo blog che trovate a questo link.
Sono del tutto refrattaria a leggere i libri in voga in un dato momento. Di solito ne annoto le critiche, positive e negative e ne osservo le recensioni, come se alla giusta distanza potessi prendere meglio le misure al testo.
Se destano il mio interesse, attendo qualche mese, talvolta anche anni e poi li acquisto. Con il tempo il merchandising diventa fané e le cose belle continuano a brillare, ma questa volta soltanto di luce propria.
Ricordo di aver acquistato Sottomissione sotto gli occhi orrorizzati di uno dei librai più famosi di Torino, insieme a testi da lui consigliati come Il genio dell’abbandono, di Wanda Marasco, uno dei pochi romanzi mai portati a termine.
Ci sono voluti anni prima che dalla mia libreria quel titolo tanto discusso atterrasse sul mio tavolino. E’ stata una lettura illuminante che mi ha accompagnato per tutta la lunga fine del 2021.
Poteva mica sfuggirmi una copertina con ritratta una volpe 😉
Sottomissione

A Parigi, in un indeterminato ma prossimo futuro, vive François, studioso di Huysmans, che ha scelto di dedicarsi alla carriera universitaria. Perso ormai qualsiasi entusiasmo verso l’insegnamento, la sua carriera procede diligente, tranquilla e impermeabile ai grandi drammi della storia, infiammata solo da fugaci avventure con alcune studentesse, che hanno sovente la durata di un corso di studi.
Ma qualcosa sta cambiando.
La Francia è in piena campagna elettorale, le presidenziali vivono il loro momento cruciale. I tradizionali equilibri mutano. Nuove forze entrano in gioco, spaccano il sistema consolidato e lo fanno crollare. E’ un’implosione improvvisa ma senza scosse, che cresce e si sviluppa come un incubo che travolge anche François.
La trama
So che è difficile scrivere delle ottime quarta di copertina, ma questa che ha scelto Bompiani è davvero terribile!
Sottomissione è spesso “catalogato” come romanzo fantapolitico, diremmo oggi distopico, questo per gli amanti (o i detrattori) del genere.
Ambientato a Parigi, narra la presa del potere da parte del partito della Fratellanza Musulmana che candida Ben Abbes quale nuovo Presidente.
Quest’ultimo vince senza difficoltà contro una classe politica stanca e priva di riferimenti nella società e procede a passi decisi verso la piena islamizzazione. dapprima della Francia e poi dell’Europa, vero obiettivo del suo legittimo potere.
Francois, brillante professore universitario laureato con lode e decisione unanime con una corposa tesi su Huysimans, è cattedratico alla Parigi III, “meno prestigiosa della Parigi IV – Sorbona, ma situata anch’essa nel V Arrondissement a pochi metri di distanza “.
Egli assiste, apparentemente immobile, ai cambiamenti, significativi, che l’avvento al potere della Fratellanza apporta, innanzitutto nella sua vita quotidiana. L’Università infatti è ormai sotto il controllo del nuovo potere islamico e ammette solo docenti convertiti.
Apologia o denuncia?
Francois, distante da qualunque fede o forse alla sua eterna ricerca, ne è inevitabilmente allontanato, salvo destare l’interesse del nuovo rettore che prova a conquistare la sua stima e collaborazione. Ci riuscirà?
Al di là delle polemiche, la mia impressione è che l’asse del romanzo stia non tanto nella esaltazione dell’Islamismo o nella sua denigrazione, ma nella critica all’Europa decadente che si specchia nell’opera di Huysmans e al corrispettivo schema comportamentale che chiamiamo individualismo, ma che potrebbe tranquillamente essere inteso come nichilismo, un decadente nichilismo.
Non quello della società borghese dell’ottocento descritto dal suo mentore, di cui vale la pena approfondire la conoscenza, denunciata anche da altri grandi dell’ottocento, come l’amato Dostoevskji, ma quello della nostra società odierna, incardinata in alcuni “valori” che nella poetica di Houellebecq sembrano essere suscettibili di modifica e cambiamenti in relazione a certe pratiche di vita quotidiana che vogliamo sempre più comoda, sempre meno conflittuale, sempre più omologata.
La scelta di immaginare una Francia dei giorni nostri sotto l’influenza dell’Islam è visionaria ma non fantastica. Il mix di culture in Europa diventerà una ricchezza se solo saremo in grado di sfruttare al meglio gli aspetti più funzionali delle varie culture che in questa terra si confrontano.
Il mondo che descrive Houellebecq è un mondo sotto l’influsso della potenza di turno, che come sirene di Ulisse dolcemente e inesorabilmente attrae ciascuno a sé per farlo prigioniero promettendogli la libertà.
L’Islam, sono le parole del professore, impone la sottomissione dell’uomo a dio così come quella della donna alla legge.
Per un maschio, per giunta intellettuale, è una scoperta sapere di avere diritto, senza alcuno sforzo da parte sua, a tre, persino cinque mogli. Poco importa se il prezzo è l’esclusione delle donne da qualunque luogo di potere e la loro totale sottomissione.
Una scrittura precisa
La scrittura è tagliente e la storia in apparenza è quasi senza intreccio, in un susseguirsi di fatti nemmeno troppo eclatanti attraverso i quali l’autore ci regala autentiche pagine di passione intellettuale e ci invita a scoprire, o riscoprire, autori che lo hanno profondamente segnato.
La storia è come un canto di sirena, un ammonimento a cambiare strada, strategia, visione. Paradossalmente il suo protagonista, François, si adagia agli eventi e profitterà di buon grado delle piacevoli conseguenze della inesorabile sottomissione cui è destinato.
Uomini, come fa dire al suo protagonista, assolutamente normali. In fondo Sottomissione è un romanzo che parla della lenta e inesorabile decadenza di una società già morta pensando di essere ancora del tutto viva.
Sull’onda di questa emotività ho acquistato A ritroso, uno degli ultimi romanzi di Huysmans, e sono grata a Michel per avermelo presentato in modo così passionale e coinvolgente. L’ho recensito in una Pillola che trovate a questo link!
Ma la sua scrittura è indubbiamente meno attuale di quella di Houellebecq che utilizza efficacemente la prima persona facendoci percepire in presa diretta la profondità di quella normalità in cui François sprofonda.
Che fa sentire sulla nostra pelle il bisogno di omologazione di cui tutti prima o poi fanno esperienza, salvo poi negarlo quando un libro come questo ce lo sbatte in faccia.
Qui sta il grande affabulatore. Che volto gli conferiremmo, adesso?
Il brano che ho scelto per voi
Il brano che ho scelto di leggevi è tratto da una scena che si svolge alla Sorbona il giorno in cui Lacou, collega di François che ha già saltato da tempo il fosso, gli presenta Rediger, il nuovo Rettore, colui che lo accompagnerà nella mischia del nuovo sistema di potere e di cui già conosce tutte le contraddizioni.
Tratto dal dialogo tra Francois e Rediger, Houellebecq ci regala pagine pregevoli che ci aiutano a comprendere meglio il mondo in cui la Francia è immersa e forse anche un po’ il nostro. Buon ascolto!
Voglia di altre Pillole? Venite a curiosare a questo link
Vi è piaciuta la mia recensione?
Conoscevate già questo autore? Cosa ne pensate?
8 Comments
Brunilde
Non ho mai letto nulla di questo scrittore che mi ha sempre ” spaventato” un po’, temevo fosse troppo impegnativo come lettura. L’uscita del suo ultimo romanzo sta facendo molto clamore, mi sono incuriosita e ho letto vari articoli su di lui e sui suoi libri, poi arrivi tu con questo post! L’ho inserito nella mia book list, non leggerò necessariamente l’ultimo romanzo anzi, potrei sicuramente scegliere Sottomissione. Ho bisogno di libri che mi diano spunti di riflessione, chiavi di lettura del passato e del presente. Però…dato che sono curiosa come una scimmia, ho cercato su Wikipedia Wanda Marasco, mai sentita prima. In effetti il suo percorso e le sue tematiche non mi attirano, magari sarà bravissima e noi non la capiamo!
Elena
la Marasco doveva essere sua cugina, una lettura pesante e inconsistente. Invece H è interessante, ma sospetto che abbia un ottimo responsabile del marketing perché l’aura che costruiscono intorno ai suoi lavori è veramente eccessiva. Una buona ragione per farlo decantare un pò. Alla fine mi ci diverto a tenere i titoli modaioli in stand by. Comunque se cerchi spunti Sottomissione è per te. Io ci ho visto una lettura, non volutamente visti i tempi di uscita del romanzo, della nostra realtà quotidiana. Basta cambiare Islam con capitalismo o società dei consumi o perbenismo. Qualcosa su cui è “naturale” accomodarsi. Fammi sapere se lo leggi!
Giulia Lu Mancini
Sembra un libro molto interessante, non ho letto nulla di questo autore, magari lo leggerò nel corso di quest’anno. Trovo la copertina davvero bella con lo sfondo rosso e quella bellissima volpe che cammina con circospezione…
I romanzi distopici mi fanno un po’ paura in questo momento, sarà che hanno spesso “anticipato” in qualche modo la realtà ma cominciano a sembrarmi quasi reali
Elena
Ormai cara Giulia è difficile inventare qualcosa che in qualche modo, da qualche parte, non esista già, anche se sotto mentite spoglie. Non leggerlo come romanzo distopico perché in fondo è un ritratto severo e sconsolato della Francia e dell’Europa odierna.
La copertina con la volpe che cammina con circospezione… Ti adoro
newwhitebear
letto nulla di questo scrittore. Ricordo solo le feroci polemiche con tanto minacce di morte da parte dell’ISIS.
La recensione. Pulita e intelligente come ci hai abituato da tempo.
Elena
Ciao Gian, scusa per il ritardo con cui ti rispondo, mi ero persa il tuo commento. Sono felice che le mie recensioni ti piacciano. Grazie! Un sorriso
Luz
Mi ero persa questa tua recensione, che ho trovato molto interessante. Houellebecq è uno di quegli autori in cui ti imbatti da anni ma mai ti decidi a leggere. Ne parlavo con la mia collega e organizzatrice di eventi. Lui è un uomo a tratti spregevole ma la sua scrittura è ipnotica, durissimi i temi. Penso che inizierò da Le particelle elementari.
Elena
Bene, sono contenta di averti ispirata a mia volta! Non ho letto “Le particelle elementari” ma sarò felice di leggere una delle tue super recensioni!