Date un’occhiata a questi sei marinai da terrazzo. Come vi sembrano? Rilassati e felici, non è così?
E ci credo! Questa foto è stata scattata la prima sera del nostro “ritiro” a Viareggio dove abbiamo sostenuto l’esame per il passaggio di categoria da Ufficiale di Regata Zonale a Nazionale.
L’impegno era di fare una foto anche dopo l’esame, ma non abbiamo avuto il coraggio. Dopo due giornate di regate presso i Campionati Giovanili in singolo promossi dalla Federvela, condite da un prima e un dopo di aula seminariale, studio ed esercitazioni, il giorno dell’esame eravamo così cotti da non ricordarci nemmeno il nostro nome.
Sapevamo però di aver raggiunto un risultato importante: diventare Ufficiali di Regata Nazionali!
Com’è cominciata
Era una calda giornata di luglio di qualche anno fa sul lago di Viverone, quando, durante una regata, un amico mi chiede aiuto in barca comitato (la barca su cui opera in acqua il Comitato di regata, cioè noi UdR 😀 ).
Non avevo in programma di regatare, mi ero già resa disponibile per l’assistenza in acqua, così, incuriosita e impietosita accettai la sua richiesta
Dovevo solo alzare qualche bandiera a comando e prendere nota di alcuni fatti che mi avrebbe dettato lui stesso.
Non sapevo ancora che quello sarebbe stato il momento in cui il pallino dell’Ufficiale di Regata si sarebbe insinuato nel mio cervello, scavando come una goccia nella roccia.
Ricordo solo che una volta a terra gli dissi
Accidenti Paolo, ma a me piace questa roba qui. Come si fa a diventare Ufficiale di Regata?
La mia avventura
A bordo c’erano Paolo e Augusto, li abbraccio entrambi. In fondo devo a loro se oggi sono arrivata fino a qui, mentre a Carlos come sempre la coppa della pazienza e della disponibilità.
Ho cominciato come tutti da Aspirante UdR poi come UdR Zonale.
Dopo tre anni di pratica la XV Zona Fiv ha proposto a Genova la mia candidatura per il percorso di passaggio a Ufficiale di regata Nazionale.
Dopo un pò di regate e qualche dritta sono partita per Viareggio. E sono tornata a casa Nazionale (almeno uno straccio di diplomino per i nipotini però potevate darmelo 😉 )
Ufficiale di Regata Nazionale!
Passare quattro giorni insieme ai miei colleghi e al gruppo dei formatori esperti della FIV (che saluto e ringrazio per la loro dedizione e generosità) mi ha insegnato a dare la giusta importanza alle regole del Regolamento di Regata e al lavoro di gruppo.
L’esperienza in campo, se compiuta sotto la direzione di un Presidente di Comitato esperto e completamente in linea con l’insegnamento in aula da parte dei formatori, si rivela lo strumento più efficace per mettere ciascuno di noi alla prova e valutare noi stessi le nostre capacità, prima ancora che possano farlo gli altri.
Io ho avuto la fortuna di compiere la mia prova pratica sul campo degli O’Pen Bic, dove mi è stato richiesto di posare il campo di regata.
Non avevo mai condotto una regata con questa classe, mi ha fatto un’ottima impressione.
Ragazzi attenti e preparati su un doppio leggero e con vele completamente nuove da sperimentare in acqua. Peccato che abbiamo dovuto issare Sierra prima del percorso freestyle (ma siamo stati gli unici quel giorno a far regatare la nostra flotta!), perché ci tenevo a vedere come si compie questa prova fondamentale nelle regate O’Pen Bic ai fini della classifica.
Possono dover compiere tre tipologie di prove differenti: un 360°, una scuffia oppure navigare in piedi sullo scafo. Immagino ci sarà una prossima volta per me con questa classe 😉
Il secondo giorno di prova pratica l’ho effettuato sul campo Optimist, dove sono stata collocata in barca arrivi a scrivere alla velocità della luce sotto la dettatura di un Ufficiale Nazionale i numeri velici di circa 140 barche divise in due batterie.
Cosa ho imparato?
Che servono due a scrivere gli arrivi (se uno copia l’altro, il gioco non vale) e i numeri vanno letti il prima possibile.
Che i bambini nervosetti vanno trattati con rispetto ma senza sconti (Bandiera Nera).
Che occorre sempre, dico sempre, osservare il vento perché da una bonaccia può venir fuori il vento minimo sufficiente per “rubare” una prova (non è così, Gianluca 😉 ?)
Che un Comitato funziona se ogni UdR fa la sua parte.
Che due metri di onda ancora per sei ore di seguito non li reggo. Se avete suggerimenti per prevenire, fatevi avanti!
Qualcosa però la sapevo già: non sempre per imparare basta avere la voglia di farlo.
Qual è il ruolo di un Ufficiale di Regata Nazionale?
Le caratteristiche e i criteri di selezione per gli UdR sono indicate nella Normativa Ufficiale di Regata e Arbitri 2018 .
Sono tre le specialità di un UdR Nazionale:
- CdR (Comitato di Regata)
- CdP (Comitato delle Proteste)
- Arbitro
Io ho ottenuto la specialità CdR, ovvero appartengo alla schiera di coloro che consentono, disponendo il campo in acqua e dirigendo la regata, alla stessa di essere disputata, producendo una classifica.
Ogni anno le Zone possono presentare soltanto un candidato per specialità. Per accedere al percorso inoltre occorre avere un elenco di caratteristiche:
- Avere svolto almeno due stagioni di attività consecutive come UdR Zonale ed aver presieduto almeno sei Regate Zonali su nomina del CS;
- Superare la verifica di capacità ed attitudini da parte della FIV
- Presentare la domanda di partecipazione entro e non oltre il 1° dicembre dell’anno precedente a quello in cui si vuole partecipare al seminario, corredata di curriculum e titoli
- Avere praticato vela, anche a livello non agonistico
- Avere partecipato negli ultimi due anni di attività ad almeno due manifestazioni valide per la formazione ed avere ottenuto due valutazioni totalmente favorevoli dai valutatori indicati dalla Formazione FIV
- Presentare insieme al curriculum almeno 3 Moduli di Referenza redatti dal Presidente (di CdR o CdP) della manifestazione alla quale il candidato ha partecipato.
- Per quanto riguarda la categoria Nazionale (cui ora appartengo
) occorre:
- Partecipare a un seminario obbligatorio di preparazione (Il mio ve l’ho raccontato qui)
- Per la specialità CdP superare un test imperniato sulla discussione di proteste e/o richieste di riparazione e, quando necessario, un breve colloquio
- Per la specialità CdR superare un test consistente nella pratica dei compiti di un
CdR, quiz, interrogazioni e relazioni varie e, quando necessario, un breve colloquio
Vi sembra tortuoso e impegnativo? Lo è?
Il mio vissuto personale
Dopo aver passato molto del mio tempo libero ad approfondire una materia per un’attività che non comporta alcun compenso per il lavoro svolto, mi sono resa conto che la mia preparazione non era all’altezza delle mie aspettative e credo che questa sensazione sia stata abbastanza comune tra i miei colleghi aspiranti giudici nazionali.
La fatica di intere giornate in mare con due metri e mezzo di onda, anticipate e seguite da ulteriori seminari di studio teorico, esercizi a punteggio e approfondimenti vari, hanno fatto sì che giungessi al test finale piuttosto stremata.
Forse il percorso formativo per intero va ripensato, sia nella fase di selezione che di formazione vera e propria.
Per esempio organizzare momenti separati per la sessione puramente formativa (che a mio avviso deve essere pratica in acqua con debriefing post regata con un formatore presente in Comitato per fissare i punti dubbi) e la sessione vera e propria di test e colloquio.
Un escamotage che potrebbe aiutare a ottenere una maggiore lucidità e concentrazione.
Inoltre, ho toccato con mano che siamo ancora troppo disomogenei come formazione di partenza. Sarebbe utile che la FIV lavorasse insieme alle Zone organizzando riunioni congiunte dei formatori nazionali con quelli zonali per progettare la formazione che ci serve per ciascun livello di professionalità.
E definire una volta per tutte se ci sono e quali sono i testi su cui prepararsi per l’esame. Non è giusto che qualcuno abbia questa informazione prima degli altri.
Che ne pensate di un test di ingresso per valutare gli aspiranti nazionali?
Ecco, sono solo piccoli suggerimenti, come al solito la Volpe cammina sui ghiacci 😉
Il risultato all’esame
Distinto. Non posso certo lamentarmi! Sono felice di annunciarvi che dal 2 settembre ci sono 12 Ufficiali di Regata in più sui vostri campi di regata. Sapranno essere all’altezza? Mi auguro di sì.
Il grado di Ufficiale di Regata Nazionale non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Saremo in grado di comprendere l’importanza della formazione permanente?
Avremo l’opportunità di gestire regate complesse?
Domande cui solo noi stessi possiamo rispondere. Voi ve ne accorgerete, perché ne parleranno le Volpi!
Ma come farete a saperlo se non vi iscrivete al blog! Fatelo subito, compilando il modulo qui sotto!
Io intanto cerco di fare in modo che chi verrà dopo di me possa avere la migliore preparazione possibile. Chi ha qualcosa da trasmettere, lo faccia senza timore di essere scavalcato.
Grazie
A tutti coloro che mi hanno sostenuta. Chi ha pensato che potessi farcela, chi mi ha trasmesso le sue personali conoscenze, gli amici UdR che ho incontrato in questi anni di regate e che mi hanno insegnato qualcosa che non sapevo e che appartiene al loro vissuto.
Grazie anche a coloro che hanno provato a mettere qualche sassolino nel’ingranaggio. Mi hanno resa più forte e consapevole.
Non vince chi non sbaglia mai, ma chi sa comprendere e correggere i propri errori
Meditate marinai, intanto, buon vento! Ci vediamo sui campi di regata
18 Comments
Banaudi Nadia
Brava, brava, brava e ancora brava. Ma lo vedi quel sorriso che buca la foto? Sa di felicità, di ce l’ho fatta, il mondo è mio. Sono felice che la tua passione ti abbia portato a questi risultati. Oltretutto in quell’abito, che immagino sia una sorta di divisa stai benissimo. Ancora brava.
Elena
☺️ Sto benissimo? Viva! Grazie Nadia, sai sempre convincere ed emozionare con il tuo entusiasmo! Buona giornata anche a te
Domenico Liguoro
Ciao Elena
Complimenti innanzitutto. E’ sempre piu’ raro avere donne tra le ns. file come in altre attività. E’ un errore che si perpetua a livello nazionale. Mia figlia è iscritta alla Fondazione Bellisario di Donne+ che predica l’inserimento delle donne in tutte le attività. E’ una bella iniziativa, ma andrebbe pubblicizzata e fare quadrato insieme ad altre istituzioni che lottano per tale obiettivo. Sono riuscito, dopo tanti anni, a far appassionare una signora insegnante del mio Circolo al ruolo di UdR ed insieme partecipiamo a tutte le regate del sodalizio. Per un UdR Nazionale è necessario avere umiltà, spirito di comunicazione, ma soprattutto coraggio delle scelte e poi tempo, tempo e passione. Aborro le persone ( e ce ne sono tante) alle quali mancano le prime due qualità e si atteggiano a grandi maestri senza esserlo. Ne troverai sul tuo cammino, lasciali bollire nel loro brodo. Lo faccio ancora io, dopo circa 40 anni di attività. Un caro saluto dalla V Zona ed auguri vivissimi
Elena
Carissimo Domenico, grazie infinite per i tuoi auguri e i preziosi consigli! Come hai vaticinato tu stesso, di colleghi così ne ho incontrati tanti e purtroppo sono un problema non solo per me. Chi sa già tutto è incline a non imparare più nulla… Quanto alle donne UdR, capita come nella vita. Qualcuno mi ha persino detto che manco un pò di leadership. Quando ho chiesto di capire meglio cosa que significasse, hanno bofonchiato qualcosa di incomprensibile. Ho avuto l’impressione che si trattasse del solito stereotipo di genere, una donna non può dirigere una regata. Per non parlare di alcuni colleghi “anziani” che hanno accolto questo mio successo come una minaccia. Insomma, il mondo gira ancora allo stesso modo. Per fortuna ci sono UdR come te e donne come tua figlia che provano ancora a raddrizzarlo! Un caro saluto e grazie per seguirmi sempre. Chissà che prima o poi non ci si incroci per davvero sui campi di regata…
newwhitebear
unica donna tra gli uomini. Una bella soddisfazione. Percorso duro ma ce l’hai fatta, Complimenti.
Stappiamo lo spumante e leviamo i calici. Cin cin
Elena
Ciao Giampaolo, emh non è proprio così, guarda bene . Comunque grazie, le bollicine sono arrivate fino a qui! Cin cin
Calogero
Complimenti per il percorso e, naturalmente, per il risultato che hai ottenuto raggiunto il traguardo.
Ho letto da qualche parte (reminiscenze giovanili) che i marinai del ‘700-‘900, quando la nave ballava scossa dalla tempesta, per tenere a bada i sintomi del mal di mare trangugiavano bicchieri di un intruglio fatto di acqua salmastra e vino. Probabilmente nel 2018 puoi trovare qualcosa di meglio in farmacia 🙂
Elena
Ciao Calogero, grazie! Sai che questo tuo suggerimento non mi è nuovo? Qualcuno mi disse di bere acqua dì mare ma credevo scherzasse . Per ora provo con la coca cola. Quando navigo va alla grande! A presto!
heriette
Bravissima, visto che sei lanciata, prova l’Internazionale. Sei fresca di studi, Carkos ti può aiutare con carteggi e maree, ecc e vai…
Elena
Ciao Henriette grazie per l’incoraggiamento. Ci vediamo vogliono 3 anni da nazionale per tentare l’esame. C’è tempo per imparare e per capire se ha un senso. A presto
Carlos
Buon vento!… E che la lana voli sempre da boa 1…..!
Elena
Certo Carlos, altrimenti spostiamo la boa!
Grazia Gironella
Bella questa tua passione che sta crescendo… che la gioia sia sempre con te, un po’ Star Wars style. 😉
Elena
In quella foto in effetti mi sento molto principessa Leila . Grazie
Barbara
Complimenti!! (e qui ci starebbe l’emoji con l’applauso ma wordpress non ce le fa inserire)
Soprattutto mi aggiungo alla tua richiesta: ma un diplomino da incorniciare e mettere in bella vista no?! (in mancanza, fai una bella stampata ingrandita di quella foto Elena, anche se era ante-esame)
Elena
WordPress è troppo indietro per noi . Quella foto mi piace molto, la terrò da conto… Grazie Barbara
Sandra
Complimenti ma veramente tanti e di cuore!
Elena
Grazie Sandrocchia