Il nostro rapporto con il cibo
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Yoga: la scienza dell’anima

 

La pratica dello yoga e della meditazione (di cui ho parlato in questo articolo dal titolo scherzoso) mi hanno molto sostenuta in questi anni e specialmente nel lockdown.

Quando ho imparato a non controllare, nemmeno la supposta “perfezione” della pratica, queste discipline hanno cominciato a “funzionare” e a rappresentare per me una valida alternativa nonché un ancoraggio alla realtà.

Ci sono arrivata per vie molto diverse: pratica di altri, passa parola, soprattutto libri.

Uno di questi è il protagonista della Pillola d’Autore di oggi.

 

(Le altre le trovate qui)

 

Oggi parliamo di Osho e del suo “Yoga: la scienza dell’anima”.

Buon ascolto.

 

Yoga: la scienza dell’anima

 

Yoga: La scienza dell’anima è un saggio acquistato molto tempo fa, quando ho cominciato ad approfondire la disciplina vedica, prima dal punto di vista esperienziale e poi filosofico-culturale.

Osho ha guidato intere generazioni e anche se di recente lo abbiamo un po’ dimenticato, ha avuto senz’altro il pregio di diffondere i principi dello Yoga e della cultura vedica a tutti noi.

Sono stata a lungo in dubbio su quale passaggio citare, nella ormai famosa “lettura” di un brano che potete ascoltare, come – in quasi – tutte le Pillole, direttamente sul blog.

Alla fine, complice il post lockdown, ho deciso.

Il passo che ho scelto fa riflettere sul senso del rapporto tra cibo e amore.

Osho ci offre una visione legata al non attaccamento e all’importanza del momento presente, ma nel passaggio che vi offro oggi all’ascolto, che trovo illuminante, ci aiuta a comprendere le ragioni dei nostri fallimenti, con particolare riferimento a diete e cibi, argomenti che ho affrontato altre volte.

 

Leggi anche: Perché provare il digiuno intermittente a 50 anni

 

 

“Se abbiamo fame d’amore, offriamo il nostro, prima ancora di ottenerlo dagli altri” 

 

Tutto ciò che è fuori è inganno della mente.

La felicità è esserne consapevoli.

 

La Pillola di oggi: Osho

Curiosità

 

La prima cosa è il non attaccamento. Abbandona ogni desiderio.

 

Nel brano avete sentito parlare di abhyasa, che secondo Patanjali significa l’esercizio costante e ininterrotto, al quale egli associa, come elemento indissolubile, vairagya, che significa lasciarsi andare, distaccarsi.

Esercizio costante e distaccamento.

Così si pratica lo yoga della mente.

E ci si domanda il perché delle cose.

Il cibo può diventare il sostituto dell’amore…

 

 

Vi è piaciuto questo brano? Quali pensieri suscita in voi?

 

 

 

6 Comments

  • Barbara

    Ho sempre sentito dire che chi ha problemi di obesità, non dovuti a cause mediche come un metabolismo che assimila male i nutrienti, ma piuttosto perché mangiano davvero tanto, cerchi nel cibo consolazione per altre questioni. Così come ho sempre sentito dire mia nonna di una persona che mangiava poco che questa “vive d’amore” (e non credo avesse letto Osho mia nonna!)
    Tanto è vero che certe obesità gravi si curano solo con una dieta in coppia con uno psicologo, che vada sia a capire quando e come è sorto il problema con il cibo, quali altre preoccupazioni nasconde, e soprattutto lavori sulla convinzione di voler davvero cambiare vita e finalmente dimagrire. Ho conosciuto persone dove il cibo ha sostituito il rapporto con la ex moglie / ex marito, dopo che l’altro ha chiesto la separazione. Altre che si sono buttate nella soddisfazione del palato in mancanza di soddisfazioni lavorative e/o famigliari. Altre ancora che usano il cibo come una certezza solida e imperitura contro un cambiamento che non hanno il coraggio di affrontare. Poi si attuano anche dei meccanismi di dipendenza (lo zucchero abitua il corpo a richiedere più zucchero).
    Ovviamente tutto questo vale anche al contrario, nell’altro dramma sempre legato al cibo che è l’anoressia.

    • Elena

      Credo che sia proprio così, io l’ho vissuto, durante l’adolescenza. Ero turbata dai miei cambiamenti e incapace di “leggerli”. Non mi sentivo al pari delle altre ragazze e così mi sono rifugiata nei gelati, patatine e brioche. Assurda reazione che mi ha fatto aumentare di due taglie in un periodo in cui avrei beneficiato della mia figura prima longilinea. Sono convinta di quello che dici. Ma anche un pò di consapevolezza e autocoscienza serve. Os ho non è di certo l’unica risorsa… Chissà se anche lo sport soddisfa questi desideri compulsivi? Osservando amici addicted alla corsa mi verrebbe da dire di sì…

  • Brunilde

    Meditazione e Tai chi mi hanno aiutato ad aver un approccio diverso alla realtà quotidiana. Sono strumenti genitli e potenti, che davvero possono dare un senso diverso alla vita, un giorno dopo l’altro. L’autrice che preferisco e che consiglio di cuore è Charlotte Joko Beck ( Zen quotidiano, Niente di speciale , edizioni Ubaldini).
    Sono grata per aver incontrato maestri come lei e come diversi altri: Eckart Tolle e Thich Nhat Hanh ad esempio.
    Non ho mai letto niente di Osho, e confesso di essere prevenuta. La sua vita di eccessi, incluse le sue 93 Rolls Royce, mi hanno tenuta lontana dai suoi libri. La coerenza non è mai facile, ma secondo me un maestro spirituale dovrebbe dare anche un esempio di vita.

    • Elena

      Sui suoi eccessi suppongo tu abbia ragione. Ma a me sta solo cogliere qualche spunto per riflettere su me stessa, fosse anche, come hai fatto tu ora, a proposito di un tema molto delicato e importante come la coerenza. Tolle e Thich Nhat Hanh li conosco, sui testi dell’ultimo feci una settimana di yoga e meditazione guidata da un maestro suo allievo in valle d’Aosta. L’autrice invece non la conosco. Grazie per avermela segnalata. Abbracci e buona domenica

  • Grazia Gironella

    Conosco Osho meno di altri maestri come Eckhart Tolle, Sadhguru, Caroline Myss, Mikhaël Aïvanhov. La strada che tutti loro indicano, ognuno con il suo approccio personale, è sempre la medesima. Per me avvicinarmi al loro pensiero ha voluto dire capire, crescere e cambiare vita. Che dire? Sono molto grata.

    • Elena

      Esiste cara @Grazia a mio avviso un sentimento comune che supera ogni barriera e che caratterizza le persone che ricercano la verità. Non importa come ci si arriva, l’importante è il percorso. Chi è su questo percorso lo riconosciamo. Mi hai fatto tornare in mente il modo bizzarro in cui conobbi il primo Tolle. Magari un giorno ve lo racconto… Grazie per essere passata, buona domenica

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