Distribuzione e ristampa, il dilemma dello scrittore
Scrittura creativa

Distribuzione e ristampa, il dilemma dello scrittore

 

Eccoci alla terza puntata di una serie di articoli spero utili agli scrittori esordienti per navigare nelle acque difficili dell’editoria.

 

Questi sono i primi due articoli, se per caso ve li siete persi:

 

 

Distribuzione e ristampa, il dilemma dello scrittore

 

Con il post “Distribuzione e ristampa, il dilemma dello scrittore”, affronto il tema dei rapporti, difficili, tra editore e autore.

 

Buona lettura!

 

Come controllare le copie stampate e vendute

 

Quando un autore decide di pubblicare, una delle prime domande che si pone è la seguente:

 

Come posso verificare il numero di copie vendute su cui ricevere le royalties?

 

Non pensiate che questa domanda sia valida esclusivamente per le piccole case editrici.

 

La possibilità per lo scrittore di conoscere questi dati è remota, anche nel sistema “forte” dell’editoria italiana.

 

Quante volte avrete timidamente domandato all’editore di conoscere le copie vendute e non avete avuto che pallide ed evasive risposte?

 

Oppure quante volte avete cercato tra le pagine degli editori on line lo spazio dedicato alla distribuzione per capire dove, per quanto tempo e in quali quantità il vostro libro sarà distribuito?

 

Tante, non è così?

 

Domande più che legittime, datosi che l’opera, non dimentichiamolo, è vostra, cui però non avete ancora trovato risposta.

 

Un comportamento scorretto ma purtroppo normale, perché in Italia non esiste un sistema certificato che garantisca lo scrittore e gli offra sempre e in modo trasparente questo tipo di informazione.

 

Dunque se non siete precisi in fase di definizione del contratto sulle modalità e la periodicità con cui ottenere queste informazioni, sarete preda della buona volontà che in questo settore è più rara delle rose del deserto.

 

Un tempo il marchio SIAE era obbligatorio. Date un’occhiata ai vecchi libri della vostra biblioteca…

 

Come diffondere il vostro libro

 

Se poi siete tra coloro che ricevono di continuo telefonate di amici che vi chiedono dove trovare il vostro libro, avrete già sperimentato che le promesse di distribuzione in tutta Italia spesso restano vane.

 

E quando sono rispettate, le attese sono lunghe. Gli editori stampano quasi in tempo reale (che anche i magazzini di stoccaggio sono costi, ci avete mai pensato?) e spediscono di malavoglia, perché al di là del piego di libri, i costi per spedire i libri sono spesso evitati come la peste (a me è successo che non li spedissero per questo motivo).

 

Questa premessa mmi serve per dire che se non vi date da fare, pochi leggeranno il vostro libro.

 

Dovete utilizzare tutti i canali per la distribuzione promozione del vostro libro. Ne esistono molti e dovrete/potrete sfruttare/monitorare con costanza.

 

Eccone alcuni:

 

  • librerie fisiche, alle quali si arriva soprattutto se i libri vengono proposti direttamente o richiesti miracolosamente da qualche lettore
  • librerie on line, che hanno sempre il vostro titolo ma non sempre disponibile
  • il sito del vostro editore, dal quale si può acquistare la vostra copia, spesso a un prezzo più alto di quello su Amazon
  • la grande distribuzione commerciale, che acquista a blocchi indipendentemente dall’autore e da canali preferenziali perché offerti a prezzi imbattibili. Lì non troverete di  certo piccoli editori o editori self, per capirci.
  • presso qualche associazione se il vostro libro affronta tematiche di interesse sociale, o sportivo, o quant’altro.

Credo di averne tralasciati alcuni, ma sono già abbastanza e rappresentano entrambi i lati della medaglia.

 

Da un lato l’opportunità di utilizzarli tutti, dall’altro la difficoltà di monitorarli.

 

L’autore, emergente o affermato, di fatto non ha alcuna oggettiva e concreta possibilità di ricostruire il viaggio dei suoi libri in questa canea di luoghi di distribuzione.

 

Dunque è molto probabile che la sua curiosità in merito al numero di vendite effettuate sarà molto difficile da soddisfare.

 

I piccoli editori in particolare seguono un modello di print on demand:

 

L’editore non appena arrivi nella sua scuderia spesso ti dice:

 

Cominciamo con 200, forse 300, magari 400 copie. Tanto poi se servono stampiamo subito le altre.

Di solito questa sembra una cifra enorme e ben presto ti renderai conto che in effetti lo è. Non è facile vendere i proprio  romanzi se non si è persone affermate e con un largo giro di conoscenze.

 

Bene accontentarsi di questa approssimazione e, se siamo bravi, bene farla mettere nero su bianco nel contratto.

 

Ma come facciamo a verificare che ciò sia vero?

 

All’abbandono del bollino SIAE non è stata accompagnata nessun’altra strategia per tutelare gli autori. Così come si fa a sapere quante copie sono state pubblicate e vendute?

 

Non c’è alternativa, dobbiamo fidarci dell’editore!

 

Il quale a sua volta sarà in oggettiva difficoltà nel risalire al numero di vendite effettuate nei canali che abbiamo appena elencato.

 

Se è piccolo e poco organizzato, non riuscirà nemmeno a ritirare i proventi delle vendite delle librerie fisiche (a me è capitato anche questo).

 

 

Il self publishing, una possibile soluzione?

 

Da questo punto di vista le piattaforme di self publishing appaiono più organizzate, precise e trasparenti.

 

Sono in grado di monitorare, grazie alle infrastrutture informatiche, le vendite per ogni canale di distribuzione on line e rendicontarle, rilasciando direttamente sul tuo profilo autore il CUD per i redditi dell’anno precedente, molto utile in periodi di 730 come questo!

 

I tempi per incamerare i proventi sono lunghi, segno che nel mercato dell’editoria c’è un notevole problema organizzativo.

 

Pensate a un editore che deve rientrare del suo investimento. In questa canea, non riuscirà a vedere nemmeno una lira se non dopo molto tempo.

 

Lo stesso vale per lo scrittore.

 

Conoscere il numero di copie e di conseguenza monitorare le vendite a mio avviso è un diritto al momento inesigibile dell’autore.

 

Un diritto che bisogna cominciare a rivendicare con un sindacato per gli scrittori!

 

Il diritto alla distribuzione

 

Così come il diritto alla certezza della distribuzione, specie se lo prevede il contratto.

 

E qui arrivano le arrabbiature più grandi. Non trovate o non trovano il vostro libro in libreria e nemmeno possono ordinarlo on line.

 

L’avete segnalato voi stessi, nello scorso post, in particolare Alvaro:

 

Un particolare che mi spaventa molto é la disponibilità del mio racconto da parte dell’editore.

Disponibile in 15 giorni.

Non sarà il fattore negativo che influisce tra la scelta del mio o di un altro romanzo?

 

Indubbiamente la mancata disponibilità immediata è un problema.

 

Nessuno vuole attendere così tanto quando ha deciso di leggere qualcosa. Vuole farlo subito, soprattutto se si tratta di ebook.

 

Le care vecchie librerie

 

A  mio avviso, il mezzo migliore per distribuire i vostri libri è entrare in contatto con un numero più possibile ampio di librerie.

 

Potreste mandare i libri in conto vendita a quelle del vostro quartiere, tanto per cominciare, tenendo traccia di tutte le copie che distribuite in giro.

 

Mettete in conto che nemmeno le più oneste vi chiameranno per dirvi che avete venduto una copia. Dovete telefonare o passare voi ed eventualmente riscuotere.

 

La distribuzione in proprio è molto onerosa. Questo servizio è una di quelle tipiche attività in capo dall’imprenditore, ovvero all’editore.

 

E’ solo lui che è in grado di mettere il vostro libro in distribuzione in tutte le librerie, attraverso i famosi distributori, che naturalmente vogliono il loro giusto compenso.

 

Come vengono divisi i proventi della vendita di un libro al prezzo di copertina?

 

Supponiamo che siate riusciti a spuntare dal 7% al 12% di royalties per il vostro libro (e sarebbe già un colpo eccellente).

 

Significa che il 93% circa del prezzo di copertina, tanto per fare un stima, resta sul piatto.

 

Quel 93% se lo spartiscono l’editore, il distributore (con cifre anche fino al 45% o più) e il libraio (se va direttamente in libreria).

 

Va da sé che l’autore è l’ultima ruota del carro del sistema…

 

Dunque se queste cifre sono vere, quanto interesse può avere l’editore  a distribuire il romanzo se può riservare quel 45% delle royalties a se stesso in vendita diretta?

 

Ecco svelato l’arcano della distribuzione.

 

Volete verificare se il vostro romanzo è nella distribuzione nazionale? Controllate se si trova nel catalogo della distribuzione nazionale.

 

I distributori , il più grande è Messaggerie Libri, sono raggiungibili on line.

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E voi, care Volpi, quale esperienza avete con la distribuzione del vostro libro?

Siete soddisfatti dei ritorni economici o vi accontentate della notorietà che un romanzo in qualche modo vi regala?

 

 

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16 Comments

  • mariateresasteri

    La distribuzione e il controllo delle copie effettivamente stampate e vendute sono una spina nel fianco per chi pubblica con un editore, forse uno dei nodi cruciali. Secondo me vale sempre la pena prima di firmare il contratto di dare un’occhiata agli store online tipo ibs e affini per verificare in quanto tempo mandano i vari titoli dell’editore. Quando sono due o tre settimane, deve scattare un campanello d’allarme. Lo stesso vale per le librerie fisiche, dove i libri si possono sì ordinare (quasi sempre) ma poi per averlo in mano effettivamente possono passare svariate settimane. A me è capitato per il primo libro, alcune persone lo avevano ordinato in libreria ed è arrivato dopo oltre un mese, tanto da farmi chiedere se non avessero dovuto addirittura stamparlo prima di evadere l’ordine.
    Anche l’altro argomento che hai affrontato, quello della quota che va a distributore e librario, mi sembra importante. A me sembra che una fetta così grande sia esagerata, a meno che la distribuzione non sia degna di nota, e questo avviene solo con editori di un certo livello.
    Per il resto, i resoconti delle copie vendute in tempo reale che garantisce Amazon secondo me sono una cosa imbattibile, almeno puoi renderti conto senza troppi filtri di cosa funziona e cosa no nella promozione. E hai il pieno controllo della situazione.

    • Elena

      Certo, controllare prima aiuta a capire meglio in che mani finisci. Se desidero leggere qualcosa che devo attendere un mese, te lo dico sinceramente, perdo la pazienza e l’interesse. Mi capito con un libro in crowdfounding. Lo “acquistai” in un dato periodo e potei leggerlo dopo quasi un anno. Inutile dire che è stato un problema, ed era pure un ebook! Sulle percentuali di vai a spanne perché queste sono le spiegazioni che mi diede a suo tempo l’editore. Ma non credo siano molto distanti dalla realtà. Il punto non è riconoscere il giusto prezzo per un servizio, ma averlo quel servizio! Certo le pubblicazioni on line da questo punto di vista sono meglio. Non si può avere l’uovo e la gallina. Almeno cosí dicono

  • Banaudi Nadia

    Articolo chiaro ed esaustivo, nel tuo stile.
    Posso dirti con quasi certezza che la stragrande percentuale degli editori minori stampa con una sorta di print on demand poche copie alla volta. Per averle pronte per le ferie e le librerie dove si terrà un evento. Per il resto è impensabile rifornisca anche di sole due copie del libro ogni libreria di catena. Purtroppo. E questo evita il discorso del macero.
    La mia esperienza è di avere Messaggerie, di essere in catalogo e ordinabile ovunque tu hai citato. È solo indispensabile la domanda del lettore. E forse questo è di nuovo un passaggio ostico perché mette al centro la promozione.
    Insomma nemmeno il miglior distributore della piazza garantisce nulla.

  • Sandra

    Tiratura
    Rendiconti
    sono obbligatori e laddove non arrivano si potrebbe fare causa, ovvio che poi nessuno lo fa, e questo gli editori lo sanno per cui stanno al sicuro.

  • Barbara

    Che fine ha fatto il bollino SIAE? E’ vivo e vegeto, ma non obbligatorio ed è un servizio a pagamento!
    Lo trovate qui: https://www.siae.it/it/utilizzatori/letteratura/bollini-siae-vidimazione/bollini-su-frontespizi-libri
    Il bollino SIAE non è mai stato obbligatorio per i libri, ma solo un servizio offerto dalla stessa SIAE. Viene spesso confuso con il bollino per CD/DVD (perché sono uguali all’occhio umano: adesivo argentato anticontraffazione, logo SIAE, stampa titolo e autore in nero), ma non segue la stessa modalità. Quello per CD/DVD risulta obbligatorio per legge italiana, ma illegittima per la Corte di Giustizia dell’Unione Europea…E oramai il mercato audio-video è per il 50% online.
    Tornando ai libri, il bollino costa 1,80 euro di 100 contrassegni, con un minimo di 500 ordinati (quindi 9 euro per 500 copie, 18 euro per 1000 copie). Non mi sembra un costo esagerato… ma evidentemente le case editrici arrivano a risparmiare pure su questo.
    O gli fa comodo. Niente bollino, niente certificazione.

    • Elena

      Grazie Barbara, sei come sempre precisissima! Sí, fa comodo. È un risparmio di notevolmente e non devono rendicontare niente a nessuno. Facile no? È come se la Piaggio non immatricolasse i motorini o la Ferrero non tenesse conto di quanti Rocher produce… L’industria non è tutta uguale in Italia, ahinoi

  • Rosalia Pucci

    Grazie Elena per l’ulteriore approfondimento, ritengo che sia utile saperne di più in questa materia e auspico un sindacato degli autori più forte. Dici bene: l’importante è mostrarsi attenti, consapevoli e poi chiedere, pretendere chiarezza in modo che l’Editore si senta responsabilizzato. Io, soprattutto nella prima fase, ho rotto parecchio le scatole al mio editore, tanto che temevo di diventare il suo incubo peggiore:D

  • Grazia Gironella

    Soddisfatta dei miei ritorni economici? Per niente, e non credo di avere ambizioni esagerate, a meno che non sia esagerato guadagnare con un romanzo l’equivalente di due pranzi in trattoria con la famiglia. 😉 Ho iniziato solo con Cercando Goran a essere un po’ più intraprendente dal punto di vista dell’autopromozione, tramite richieste di recensioni (tante!) e distribuzione di libri in conto vendita, ma anche così noto che ogni iniziativa perde il suo effetto dopo poco tempo e con poche copie vendute. Sinceramente è come arrampicarsi su per un muro insaponato. Non intendo però far diventare un lavoro l’autopromozione, giocandomi il tempo che potrei utilizzare per scrivere o fare altro. Che senso avrebbe? Questo è davvero un grande problema.

    • Grazia Gironella

      (Scusami se capita che io non risponda al tuo commento in risposta. Non riesco a inserire il tuo blog su FeedDemon, e nemmeno a ricevere notifiche quando tu rispondi, perciò vado un po’ alla cieca. :))

      • Elena

        Sono io che ti chiedo scusa se non ogni tanto qui tecnicamente qualcosa non funziona. Ma quella della difficoltà di inserire il feed mi giunge nuova, sempre una novità c’è, uffa! Anche altri non ricevono notifiche delle risposte?

    • Elena

      Mi pare siamo un po’ tutti sulla stessa barca Grazia. Forse ci vogliono più romanzi per emergere. Io ne sono convinta, purtroppo il tempo mi è tiranno e pur avendo avuto la bozza del secondo pronto dopo 1 anno dalla pubblicazione del primo, sono ancora qui che cerco di ultimare la stesura . In ogni caso concordo con te che la priorità sia scrivere e non promuovere. Io dopo una serie corposa di presentazioni mi sono fermata. Avevo bisogno di dedicare tutto il mio tempo al NewBo…

  • Angelique Gagliolo

    Sono passata al self-publishing dopo essermi resa conto che anche con l’editore era praticamente impossibile raggiungere le librerie. Le poche che avevano il mio libro tra gli scaffali ce l’avevano perché li avevo portati io in conto vendita, con copie acquistate direttamente all’editore. Poche vendite dirette a rendiconto, per le quali mi era sorto il dubbio che provenissero dai miei personali sforzi di promozione e non da quelli dell’editore. La ristampa me l’ero guadagnata vendendo io direttamente il libro.
    La pubblicazione in self non ha fatto che confermare questa mia “sensazione”. Il guadagno? Be’ almeno ora il ricavo ottenuto non lo devo dividere con nessuno e anche se le copie vendute non sono molte, almeno posso permettermi di reinvestire i guadagni in promozione.

    • Elena

      Buon giorno Angelique e benvenuta nel blog! Grazie per aver condiviso la tua esperienza, straordinariamente simile alla mia… Il discorso self publishing è ampio, c’è tutta la parte del “controllo qualità” del testo a carico nostro e questo può diventare rischioso se non siamo consapevoli e obiettivi. Però sui proventi sono d’accordo con te ed è ciò che più mi piace del self : chiaro, trasparente, verificabile. E mi rilascia persino il CUD . Oltre al self hai altre esperienze di pubblicazione?

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