Scrittura creativa

L’opportunità di scrivere un libro

Porsi un obiettivo quando si scrive era la prima delle 19 domande per fare il punto con noi stesse un post molto utile per chi desidera fare un bilancio della propria esistenza.

Oggi torno su quell’elenco per capire come definire il proprio obiettivo di scrittura e poi seguirlo.

Non siamo sempre “sulla cresta dell’onda” quanto a scrittura. Tutti noi passano momenti di difficoltà che esemplifichiamo come blocco dello scrittore.  In quei frangenti tutto ci sembra in discussione, siamo pronti a mollare se non torna la motivazione profonda, l’ispirazione, la voglia di scrivere.

E’ del tutto normale e nella maggior parte dei casi, è sufficiente lasciar passare il momento. La voglia tornerà.

Ma se così non fosse?

Se questo momento di straordinaria importanza per uno scrittore, poiché è così che cogliamo l’opportunità di scrivere, ci impedisse di proseguire lungo il nostro percorso/obiettivo, un passo alla volta?

Ecco alcune modalità per fare il punto della situazione sulla nostra scrittura e rifinire gli obiettivi che ci siamo dati quando abbiamo deciso che la nostra passione dovesse essere la scrittura.

L’opportunità di scrivere un libro

Opportunità di scrivere un libro

Come valutiamo l’opportunità di scrivere un libro?

Non sto parlando di motivazioni, ciascuno ha le sue, ma degli effetti che contabilizzino le opportunità che intendiamo cogliere in seguito a questa, importante, scelta.

Quelle che troverete in questo post sono briciole di consapevolezza che vi aiuteranno a rafforzare la vostra idea di scrivere, specie quando siete senza energie per farlo.

 

Quanto è originale la vostra storia?

La prima cosa da fare è guardare alla vostra idea per quello che è e non per quello che vorreste che fosse.

Un’idea contiene in sé l’originalità che serve al vostro racconto, ma se viene paragonata, comparata, ad altre idee, anche se vincenti, perderà la sua originalità.

Tornate al momento in cui l’avete partorita e assaporate quelle sensazioni, nelle emozioni e persino sensazioni fisiche se siete in grado di ricordarle. Ritrovate l’ancoraggio all’emozione di quel momento che vi sosterrà e sosterrà la trama per tutta la narrazione.

Quando vi ponete la domanda “Ho raggiunto l’obiettivo che volevo raggiungere con la mia scrittura?” cercate di essere moderatamente indulgenti e non indugiate nell’individuare una serie di scusanti per eventuali ritardi o omissioni che state accumulando nella vostra scrittura. Siate le più severe critiche di voi stesse

Ma siatelo con gentilezza.

 

Definire e poi monitorare l’obiettivo con pazienza e onestà

Penso a Càscara, il mio ultimo romanzo e a quegli ultimi giorni del 2018. Avevo passato l’estate a terminarne la stesura e questo lavoro mi aveva sottratto davvero molte energie, a me e alle care lettrici beta.

Poi avevo cominciato a rivedere alcuni passaggi, applicando le regole che avevo collezionato nell’articolo Come revisionare un romanzo, dedicandomi a questo lavoro con allegria, perché il taglio delle parti ridondanti o non utili alla narrazione, lo ammetto, mi dà molta soddisfazione.

In seguito mi ero affidata a una editor per migliorare il testo e trasformarlo in prima persona, un lavoro che ha rivoluzionato il mio modo di vedere il romanzo, anche se poi ho cambiato opinione, perché riconoscere un editor quando ha secondi fini non è facile. Ne ho parlato in questo post: A proposito di editor (o presunti tali). Scegliere quello giusto

 

Poi, all’inizio del 2019 mi sono detta: ci sono, ormai è fatta.

Ed eccolo il nuovo, sfolgorante obiettivo: terminare la revisione post editor per febbraio, in modo da inviare il manoscritto al DeA Planeta (non sapete cos’è? Ne ho appena parlato in questo articolo che ha scatenato una discussione da orbi, leggete per credere).

A fine gennaio sapevo di essere in ritardo, a metà febbraio ho avuto chiaro che non ce l’avrei fatta. Insomma, avevo messo troppa carne al fuoco, questa la morale, era inevitabile che fallissi i miei obiettivi.

E sapete perché? Non li avevo monitorati, così si sono accumulati. Non ero stata paziente e nemmeno onesta con me stessa e mi ero posta obiettivi al di sopra delle mie possibilità.

Avevo fallito un obiettivo. Ma non me ne sono rammaricata, anzi. Oggi ho imparato la lezione e la somministro a voi 😀

Leggi anche: Fate tesoro di un fallimento

 

 

Come valutare l’opportunità di mettersi a scrivere un libro?

 

  1. Definite gli obiettivi che volete raggiungere scrivendo con precisione e onestà
  2. Definite una strategia per raggiungerli
  3. Siate flessibili in corso d’opera
  4. Sappiate chiudere, quando è il momento

 

Che cosa intendo con quest’ultimo punto?

Scrivere è un lavoro lungo e faticoso. A un certo punto bisogna avere il coraggio di dire basta. Questo coraggio ci servirà anche nell’eventualità che la nostra coscienza ci suggerisca che la scrittura non fa per noi.

Avere il coraggio di chiudere una parentesi della nostra vita in tempo ci metterà al riparo da molte spese, sofferenze, aspettative castrate.

So che non è una cosa bella da dirsi, ma necessaria. Non credete?

In ogni caso sappiate che un fallimento è solo un altro modo di dire che abbiamo imparato qualcosa da cui ripartire!

 

 


Leggi anche:

Come scrivere un libro e pubblicarlo. Domande cui occorre rispondere


E voi, che fate quando non raggiungete i vostri obiettivi di scrittura?

Invocate il diritto alla flessibilità, vi fermate o continuate imperterriti?

 

27 Comments

  • Sandra

    Faccio un po’ la scheggia impazzita.
    Mi fermo, rifletto, riparto, cambio strategia, mollo tutto, poi torno, insomma quando non raggiungo i miei obiettivi inizia un periodo di casino mentale, come quello che sto vivendo ora in cui la vocina interiore sussura “seeee, che ti credevi?”
    E mi viene in mente Gondrano, il cavallo de La fattoria degli animali di Orwell, romanzo che adoro, “lavorerò di più” era il suo perenne motto. I will work harder, guarda me lo ricordo persino in inglese. Non sempre basta, a lui non bastò per evitare di venir macellato.

    • Elena

      E ci hai scritto anche un post su Gondrano . Se in questo paese contassero solo le competenze, allora si che ci sarebbe una vera rivoluzione! La scheggia impazzita ti si addice benissimo. Forse è così che produci i tuoi migliori lavori?

      • Sandra

        Ero indecisa, al solito, se scriverlo, ma Gondrano è stato talmente illuminante per cui ti ringrazio di nuovo. La scheggia impazzita è il mio boomerang: chi la conosce mi carica di lavoro sapendo che ci darò dentro.

        • Elena

          Ah si, ho in mente la situazione, se ne approfittano . Usare il nostro talento impetuoso solo per noi stesse è difficile. A volte è generosità, altre proprio imbecillaggine (scusa la franchezza)

  • Banaudi Nadia

    Dicono che se l’obiettivo sembra troppo lontano forse è perché lo è. Quindi se non lo raggiungo lo riposiziono. Spesso è per colpa di errori di calcolo, altre per le cicostanze avverse che non potevo immaginare, non so se esiste la giusta strategia ma porsi un obiettivo a lungo termine aiuta, come tenere i piedi per terra e accorgersi in corso d’opera di stare prosciugando le proprie energie.

    • Elena

      Io ho adottato un approccio flessibile e non mi pento. Irrigidirsi sulle cose non è mai un bene, specie quando ci poniamo obiettivi irraggiungibili (tipo il Dea). Non ci sono solo errori di calcolo. Non giochiamo da soli, c’è un mondo intorno a noi che suona note diverse dalle nostre. A volte viene fuori una melodia… Quando non succede, tenere le antenne accese ci aiuta a non sprecare le nostre energie invano. Non posso non domandarti qual è il tuo obiettivo a lungo termine…

  • Marco Freccero

    Il mio unico obiettivo è di scrivere qualcosa di interessante. Nient’altro. Non partecipo a concorsi (falso: ho partecipato a uno, sui racconti: buco nell’acqua), mi limito a scrivere e cerco di allargare la cerchia dei miei lettori.

    • Elena

      Sei un pragmatico Marco, ottima strategia. Un giorno mi piacerebbe incontrare qualcuno che abbia vinto un premio sul serio per farmi raccontare com’è andata. Ma dev’essere uno onesto, che di finti nerd ne ho piene le tasche…

  • silvia

    Ho deciso di scrivere senza obiettivi, ma senza che questo diventi un obiettivo, se no ripartiamo da capo.
    E lo so che sembra tutto un controsenso, ma la mia soddisfazione (oggi, domani non lo so) risiede nel fare tutto ciò con leggerezza. Che non vuol dire non fare le cose con impegno o seriamente, ma gustando la pienezza di ogni momento.
    Sto studiando molto, questo sì. E prima di mettere la mano sulla tastiera cerco di essere convinta di ciò che mi appresto a scrivere.
    Forse non arriverò mai alla meta, ma credo che mi importi di più gustarmi il viaggio. 😉

    • Elena

      Fare tutto con leggerezza è il trucco migliore. Detto da una persona che ha fatto della scrittura una professione vale doppio. E poi non c’è niente di meglio che godersi il paesaggio quando si affronta un viaggio avventuroso e stimolante come la scrittura. Brava

  • newwhitebear

    come ho già detto non seguo una strategia nello scrivere e di conseguenza nemmeno di pormi degli obiettivi. Scrivo e basta. Se vogliamo trovare un obiettivo è quello di incuriosre chi mi segue. Ci riesco? Non lo so o meglio non me lo sono mai posto.
    Comunque trovo molto interessanti questa serie di post perché mi fanno riflettere. Contrariamente alle mie abitudini leggo anche i vari commenti e relative risposte.

  • Rosalia pucci

    Cerco sempre di pormi degli obiettivi, anche se ultimamente non ne centro uno. E non per mancanza di convinzione, ma di tempo, quel tiranno che si impone a scapito della mia volontà. Per dirtene una: ieri sera pregustavo per oggi già una bella sveglia alle 7 (il sabato non lavoro) per dedicarmi alla riscrittura di un romanzo. Telefonata alle nove di sera in cui mi si chiede di scrivere due pezzi per il sito “tal de tali”. Non so dire di no, purtroppo, e questo influisce sugli obiettivi di scrittura che vengono procrastinati o saltano del tutto. Devo imparare a dire di no, ma come?

    • Elena

      Cara @Rosalia, ti ricordi le persone tossiche? E la capacità di dire dei no? Oggi sono in vena di linkare video del mio canale YouTube, però è strano come tutte queste cose siano capitate anche a me e io le abbia affrontate, in modo tranchant (perché sono fatta così). Dai un’occhiata https://youtu.be/5HihrEu0VSE
      Se si tratta di lavoro, nulla da dire, ha la priorità. Ma se altri scaricano su di noi le loro esigenze, come faremo a gestire e soddisfare le nostre? Ho imparato da tempo che soddisfare i propri bisogni non è egoismo, ma salute mentale. Ti auguro una domenica tutta tua. Abbraccio
      N

  • Giulia Lu Dip

    Io mi pongo degli obiettivi realizzabili, devono sentirli profondamente dentro di me per poterli portare a termine. Tuttavia ogni obiettivo comprende delle tappe obbligate da percorrere, è un po’ come il giro d’Italia nel ciclismo, le tappe sono fondamentali.
    Per fare un esempio pratico, nella scrittura, le mie tappe sono i capitoli che mi prefiggo di scrivere con una certa periodicità. Ovviamente crederci è importante, se non sei tu il primoma credere in te stesso perché mai gli altri dovrebbero farlo?

    • Elena

      @Giulia ti quoto! CRedere in se stesse è la prima cosa! L’idea dei capitoli come obiettivi di breve medio periodo è ottima. Sento spesso dire che si deve scrivere un tot di parole al giorno, ma io così non ci riesco. Invece revisionare o scrivere un capitolo alla volta, aprendo e chiudendo un pezzettino della storia, mi pare molto saggio. Grazie per il siggerimento. Buona domenica anche a te!

  • Barbara

    Non lavoro per obiettivi, ma per sistemi. Ne avevo scritto sul blog, non rimetto il link sennò vado in moderazione. 🙂
    Diciamo che voglio evitare il senso di delusione dal non raggiungere un singolo obiettivo, e poi l’ottovolante su e giù di avere obiettivi dietro obiettivi, delusioni o mezze delusioni, in un saliscendi perenne. Ce l’ho già sul lavoro una certa pressione, la scrittura dev’essere fonte di divertimento, non di ulteriore ansia.
    Al momento la scrittura è in attesa, sono in fibrillazione per il progetto di maggio, oggi è partito il countdown, -30. Ma sono tre anni che ci sto dietro, non ci posso rinunciare.

    • Elena

      Ciao Barbara, si conosco e ricordo il tuo punto di vista sugli obiettivi. Mi convince l’idea che non dobbiamo stressarci con step da superare, sembriamo già piuttosto occupate con il lavoro. Intendo un obiettivo più come una chiarezza mentale su cosa e dove voglio arrivare con la mia scrittura. Non mi sfinisco con regole tipo “scrivi almeno 10 minuti al giorno” oppure “scrivi almeno 1000 parole al giorno”. Mi farebbe impazzire soltanto l’idea. Ma sapere cosa voglio ottenere e in quanto tempo mi è utile. La vita è piena di stimoli e a volte rischiamo di perderci… Mi sono persa il progetto di maggio, ora mi attrezzo per recuperare. In ogni caso grandi in bocca al lupo!

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